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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  - Consigliere  Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: FI)  - Consigliere  Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: FI) 


 

''Saranno necessarie misure impopolari''

  • (16 aprile 2008) - fonte: Adnkronos - inserita il 16 aprile 2008 da 31


    Il Cavaliere illustra le linee guida del governo al termine del vertice del centrodestra convocato a palazzo Grazioli per definire la squadra di governo: ''Credo di essermi spinto troppo avanti nell'indicazione di qualche nome, i ministri li nomina il capo dello Stato''. Fini: ''No a logiche di partito''. Bossi: ''Il federalismo si farà''

    La situazione è dura e il governo che verrà dovrà adottare misure impopolari. Silvio Berlusconi mette le mani avanti e al termine del vertice del centrodestra convocato per definire la squadra che salirà a Palazzo Chigi spiega che sarà necessario il "taglio degli enti, dei privilegi e delle spese inutili nella Pubblica amministrazione".
    Escluso da Berlusconi il "modello Sarkozy" (ovvero l'ingresso nel governo anche di rappresentanti dell'opposizione) per il suo esecutivo.
    "Non c'è un 'modello Sarkozy'. C'è il modello che abbiamo fatto prima noi indicando personalità, per esempio Giuliano Amato, ad importanti incarichi internazionali" , ha sottolineato il futuro premier ricordando inoltre l'ok al ruolo di Amato alla Convenzione europea.
    "Non avremo nessuna difficoltà, per il bene del Paese, ad avere con noi" personalità di questo genere. Quanto all'elenco dei ministri fa un passo indietro: ''Credo di essermi spinto troppo avanti nell'indicazione di qualche nome che avremo come ministro.
    La Costituzione prevede che sia il capo dello Stato a nominare i ministri del governo su proposta del presidente del Consiglio. Io non sono ancora presidente del Consiglio e rispetto ciò che la Costituzione riserva alla prima carica della Repubblica''.
    Il Cavaliere ha comunque ribadito l'intenzione ''di mettere in campo una squadra operativa''. Quindi si è detto favorevole all'ipotesi che coloro che ricopriranno incarichi di governo nel suo prossimo esecutivo si dimettano da senatore o da deputato. "Ci sono diverse opportunità a questo riguardo - ha sottolineato - per permettere ad alcuni candidati che non sono stati eletti" di entrare in Parlamento.
    Ma per il leader del Pdl questa non sarà "un'imposizione tassativa, ma il suggerimento di una possibilità per chi fa parte del governo in modo da dare anche ad altri la possibilità di entrare".
    Il numero due della coalizione uscita vincitrice dalle elezioni, Gianfranco Fini ha assicurato dal canto su "che non ci sarà alcuna difficoltà nella composizione della squadra di governo, che avrà al massimo 60 componenti".
    Quindi Fini ha ricordato che "è diritto dovere del presidente del Consiglio indicare i ministri più idonei per esperienza e professionalità" e ha aggiunto che "da parte nostra non c'è alcuna richiesta" in quanto partito, perché "abbiamo fatto il Pdl anche per superare la logica di partito, e perché per noi gli interessi generali sono un obiettivo prioritario".
    Il leader della Lega Umberto Bossi conferma che "le riforme le faremo, il popolo ci ha mandato qui per questo, il federalismo verrà fatto".
    E a confermarlo, illustrando le linee programmatiche del nascituro esecutivo, è stato anche Silvio Berlusconi: "Cercheremo di essere capaci di spiegare a tutti i cittadini i vantaggi di un federalismo solidale" che preveda anche "una fiscalità compensativa".
    Restando all'economia, il futuro premier, dopo aver affermato che questo esecutivo sarà costretto a prendere provvedimenti impopolari, ha sottolineato che la Bce "oggi è soltanto dedita al mantenimento dell'inflazione mentre dovremo ampliare queste funzioni".
    Quanto alla politica estera, il leader del Pdl ha confermato "l'attenzione alla situazione libanese e all'importanza che per noi ha il rafforzamento della democrazia in quel Paese" annunciando una revisione delle ''attuali regole di ingaggio" dei militari impegnati nel Paese giudicate inadeguate per svolgere la funzione di "bastione tra le fazioni contrapposte".
    Quanto ai rapporti con la Russia considerato da Berlusconi uno degli interlocutori internazionali privilegiati, "domani Putin sarà da me alle 15", ha ricordato sottolineando che "l'Occidente è uno solo e deve ricomprendere anche la Russia: opereremo in questa direzione alla luce anche dell'esperienza che abbiamo accumulato in questi anni".
    Su Alitalia Berlusconi ha poi assicurato che c'è la possibilità "di tornare alla primitiva soluzione che credevo si discutesse: la formazione di un grande gruppo internazionale con pari dignità tra le tre compagnie": Air France, Klm e Alitalia.
    "Se si andasse in quella direzione - aggiunge il Cavaliere - la compagnia di bandiera resta compagnia di bandiera". Poi il leader del Pdl rende noto uno slogan coniato "questa mattina: 'io amo l'Italia, io volo Alitalia'".
    Quanto ai rapporti con il governo in carica per approfondire le questioni legate ad Alitalia, "con Palazzo Chigi - spiega Berlusconi - è chiaro che si dovrà interloquire sulla situazione economica.
    Credo che saremo interlocutori necessari". Nel frattempo il Cavaliere annuncia che ci saranno incontri con chi si occupa del dossier per conto del centrodestra, vale a dire "Bruno Ermolli e tutti coloro che si occupano della questione".

    Fonte: Adnkronos | vai alla pagina
    Argomenti: bossi, Berlusconi, alitalia, federalismo fiscale, pdl, elezioni politiche 2008 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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