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Dichiarazione di Marco FOLLINI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Con la crisi non si può, Walter eviti il corteo del 25 - INTERVISTA

  • (08 ottobre 2008) - fonte: Corriere della Sera - Maria Teresa Meli - inserita il 08 ottobre 2008 da 31

    Marco Follini, ex segretario dell’Udc ora senatore del Pd, ha un suggerimento da dare a al segretario del partito Walter Veltroni: perché non rinviare la manifestazione del 25 ottobre?
    Senatore Follini, la recessione economica avanza e il Pd risponde con una manifestazione di piazza, quella del 25 ottobre, tutta all’insegna dell’antiberlusconismo. Che cosa ne pensa?
    «Con tutto quello che succede in Borsa, con i risparmiatori che tremano, con un modello economico da reinventare, mi chiedo se la piazza sia la risposta più giusta da dare».
    Lei parla così, ma non potevate pensarci prima?
    «La manifestazione era stata pensata in un altro contesto, quando c’era solo qualche avvisaglia della crisi mondiale».
    Quindi...
    «Oggi questa crisi investe il Paese, il che richiede al Partito democratico di aggiornare il proprio repertorio».
    Che cosa intende dire senatore Follini?
    «Non vorrei che dessimo una risposta tipicamente novecentesca alla prima crisi economica del ventunesimo secolo».
    E quale sarebbe invece secondo lei la risposta giusta?
    «Aggiornare la manifestazione e inchiodare la maggioranza al confronto parlamentare, affrontando le domande che ci pone questa crisi e fornendo le risposte, sia noi che loro».
    Per la verità la maggioranza non sembra granché intenzionata a cercare il dialogo.
    «È vero, la coalizione di governo non sembra così ansiosa di frequentare le Aule parlamentari, perciò noi a maggior ragione dobbiamo portare il confronto in quella sede».
    Senatore Follini, si direbbe che lei sia allergico alle piazze.
    «Il fatto è che la piazza è il riflesso condizionato tipico di chi sta all’opposizione e ha uno spirito minoritario, io invece spero che l’opposizione non duri troppo a lungo».
    Ma lei pensa davvero che i vertici del Partito democratico coglieranno il suo appello e rinvieranno la manifestazione?
    «Il mio non è un appello, è un consiglio sommesso. Anche se riconosco che è più facile che il mio suggerimento venga disatteso, questa resta una mia convinzione».
    Ha letto l’editoriale dei direttore del «Riformista» Antonio Polito, quello di lunedì scorso in cui si invitava il Pd a cambiare linea e a sposare una politica dì unità nazionale di fronte all’emergenza economica? Lei è d’accordo con questa impostazione?
    «Condivido quell’editoriale. I Democratici americani il 12 settembre non scesero in piazza contro Bush, ma assunsero un comportamento rigorosamente bipartisan e non a caso sono a un passo dalla Casa Bianca».
    Senatore, lei parla dei Democratici Usa perché intendano quelli di casa nostra?
    «Noi dobbiamo conquistare l’elettorato dell’altra parte se vogliamo stare in partita, se invece lo consegnano in blocco alla maggioranza restiamo fuo ri gioco. Insomma, il rischio è questo: che noi siamo contenti per un giorno, quello della manifestazione, mentre Berlusconi lo sarà ben più a lungo di noi...».
    Senatore, ma se la manifestazione del 25 ottobre dovesse farsi lo stesso, lei scenderà in piazza?
    «Come dice la canzone di Lucio Battisti, sarò "uno in più", ma non mi sembra una grande trovata».

    Fonte: Corriere della Sera - Maria Teresa Meli | vai alla pagina
    Argomenti: usa, partito democratico, manifestazione, crisi, crisi finanziaria | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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