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Dichiarazione di Mario LANDOLFI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI) 


 

Vigilanza Rai. "Il nome giusto è Beltrandi” - INTERVISTA

  • (15 ottobre 2008) - fonte: L'Opinione - Traiano Bertollini - inserita il 15 ottobre 2008 da 31

    Ennesimo niente di fatto in merito all’elezione del presidente della commissione di vigilanza Rai. Leoluca Orlando continua a scontrarsi con il veto del centrodestra e lo stallo è praticamente totale. Mario Landolfi, armato di sano realismo e di una esperienza maturata sul campo, non si scandalizza per l’ipotesi di scambio proposta dal leader del Pd, ma ribadisce che Orlando non è l’uomo giusto per ricoprire il ruolo.

    Onorevole lei è stato per due volte presidente della commissione di vigilanza Rai e sa bene che la politica ha i suoi tempi, ma qui si rischia l’immobilismo. Lei ha sottolineato che non è Orlando il problema, ma l’Idv. Quindi se il centrosinistra continuerà a puntare su un candidato dello schieramento di Di Pietro non si giungerà ad un accordo?
    Ho già spiegato, ma è opportuno ribadirlo che non è Leoluca Orlando il problema, bensì il partito del quale è espressione. L’Idv ha scelto la strada dell’invettiva, dell’insulto e dell’aggressione, comportamenti incompatibili con un ruolo delicato e di garanzia per la minoranza quanto per la maggioranza. Questo ruolo l’ho ricoperto due volte in passato e ho qualche titolo per poterne parlare con cognizione di causa. L’impegno di tutte le figure che si sono avvicendate alla presidenza della commissione di vigilanza è stato sempre rivolto alla creazione delle condizioni utili a favorire il disgelo tra gli schieramenti, ma la linea politica dell’Idv è lontana anni luce dai requisiti necessari. Non mi piace particolarmente l’esempio, ma noi dobbiamo erigere un filo spinato atto a difenderci dalle aggressioni del partito di Di Pietro. Si tratta effettivamente di un caso di legittima difesa.
    Prima il veto su Orlando, poi la contrarietà espressa su Giulietti. Il centrodestra oltre a chiedere una rosa di nomi, non potrebbe dare qualche indicazione su figure sulle quali convergere?
    Detto che quello di Giulietti è un nome che non è stato neanche preso in considerazione, stando almeno a quanto mi risulta, penso che non spetti a noi produrre una rosa di nomi papabili.
    Consideriamolo un gesto di distensione, volto a superare lo stallo attuale.
    Non la vedo così. Ritengo che la maggioranza non debba fornire una lista di nomi perché così facendo limiterebbe la libertà dell’opposizione. Ritengo opportuno uscire dalla situazione attuale, perché la Rai ha bisogno che si giunga presto all’elezione dei suoi vertici. In tal senso ho fatto una proposta che mi sembra stia raccogliendo qualche interlocutore nel centrosinistra: il nome giusto per me è quello di Beltrandi, deputato radicale, con il quale ho già avuto modo di lavorare e che sicuramente non è tacciabile di vicinanza nei confronti delle nostre posizioni. Oltre a far parte dei radicali è iscritto al gruppo del Pd ed è impegnato in prima linea nel tentativo di trovare una soluzione, quindi difficilmente intenzionato un domani a rassegnare le proprie eventuali dimissioni, che riconsegnerebbero la commissione di vigilanza ad un immobilismo improduttivo. Beltrandi è una persona competente e penso che sulla sua figura si potrebbe trovare un accordo.
    Da entrambi le parti si fa un gran parlare della necessità del dialogo, ma poi alla prova dei fatti, come sottolineato dallo stesso premier, in ogni occasione, vedi anche la questione della Consulta, si registra un muro contro muro. Il futuro della legislatura potrà prevedere qualche miglioramento nella dialettica politica tra gli schieramenti? Il nostro governo dura ed ha le carte in regola per durare. Non ha senso questo muro contro muro e quindi io non mi scandalizzo, come ha fatto qualche collega, per iniziative quali quella di Veltroni, che alcuni bollano come un baratto, ma che io considero assolutamente in linea con le logiche politiche. Bando alle ipocrisie e lungi da me le considerazioni di certi moralisti in servizio permanente effettivo; la tattica politica prevede queste ipotesi, anche se sia chiaro che la figura individuata dal centrodestra per la Consulta è Gaetano Pecorella.
    Fini e Shifani concordano su una convocazione quotidiana e ad oltranza del Parlamento in seduta comune finché non si troverà un accordo. Condivide questa ipotesi?
    Fini e Schifani ricoprono un ruolo istituzionale ed in tal senso vanno interpretate le loro iniziative, che peraltro io condivido in toto. Ben altro discorso è quello legato ad ambiti non propriamente istituzionali. Non bisogna irrigidirsi e ognuno deve responsabilizzarsi al fine di trovare uno sbocco, che si riveli utile per tutti. Ritengo che il Pd abbia la capacità e le possibilità per dirigersi su altri candidati, ma questa decisione spetta a loro.

    Fonte: L'Opinione - Traiano Bertollini | vai alla pagina
    Argomenti: corte costituzionale, pd, Rai, Idv, radicali al Parlamento, commissione di vigilanza | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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