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Dichiarazione di Stefania PRESTIGIACOMO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  -  Ministro  Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare (Partito: PdL) 


 

«Ora il Pd e più forte Dialoghiamo sulle grandi riforme» - INTERVISTA

  • (27 ottobre 2008) - fonte: Il Corriere della Sera - Paola Di Caro - inserita il 28 ottobre 2008 da 31

    ROMA - A differenza di molti suoi colleghi, non partecipa al gioco dei numeri - «è un balletto che non mi interessa» -, non parla di flop - «anzi, ritengo che per Veltroni sia stato un successo all`interno del Pd»-, non attacca il leader dei democratici per le sue dichiarazioni dal palco: «Erano ad uso interno».
    Perché Stefania Prestigiacomo, ministro dell`Ambiente, la manifestazione del circo Massimo non la vede come un affronto al governo, ma come un`opportunità per tutti. Per l`opposizione «che spero abbia superato la sua crisi ritrovando il suo leader». Per la maggioranza «che ha bisogno di un`opposizione che la incalzi, come di un interlocutore credibile». E per l`Italia, soprattutto: «Questa doveva essere la legislatura del riconoscimento e del dialogo: speriamo che cominci ad esserlo, perché in un momento di crisi economica tanto grave il Paese ha bisogno dell`unità di intenti delle forze politiche, e perché le riforme sono ineludibili».

    Ministro, dunque alla fine la manifestazione del Pd può essere una chance?
    «Spero proprio di sì. É stato indubbiamente un successo, al di là delle conte e dei numeri: Veltroni ha chiamato a raccolta i suoi militanti e i suoi militanti hanno risposto.
    Non credo che in piazza fossero presenti elettori diversi da quelli che hanno votato Pd, ma la folla numerosa del Circo Massimo ha finalmente messo in chiaro che il Pd c`è, esiste, e forse ha superato la crisi interna in cui era precipitato».
    Detto da un ministro, esponente di Forza Italia, quel «finalmente» fa un po` effetto...
    «No se la speranza è che, da domani, si possa riannodare quel dialogo che doveva essere il punto di riferimento di questa legislatura.
    Presto dovremo affrontare come Paese delle emergenze che devono vedere le forze politiche unite, non per cancellare le reciproche differenze o posizioni, ma per condividere urgenze e necessità. E poi ci sono le riforme, da fare insieme».
    Berlusconi finora si è lamentato di non avere un interlocutore affidabile. Secondo lei dopo la manifestazione qualcosa è cambiato?
    «Certamente Veltroni è più forte. La manifestazione è stata la legittimazione di una leadership pesantemente minacciata al suo interno. E se la crisi del dialogo è stata causata anche dalla poca chiarezza su chi fosse l`interlocutore nel Pd, oggi questo problema sembrerebbe superato».
    Lei comunque se lo augura
    «Sì, perché in questa fase il contributo dell`opposizione è stato davvero inesistente: solo critiche preconcette, rimpallo di accuse, invettive sul nulla, mai un approfondimento sui temi concreti, e lo so io che con il pacchetto ambiente ho cercato il dialogo, perché questo - come d`altra parte quello della scuola - è un tema trasversale, che dovrebbe essere oggetto di contributi da parte di tutti. Ma è stato impossibile».
    Berlusconi non dà una gran mano perché il dialogo decolli: continua a dire che non gli interessa e che la maggioranza è autosufficiente
    «Ma Veltroni ha detto cose pesantissime sul premier, ha parlato di un Paese a rischio democrazia, affermazioni che, oltre ad essere ridicole, sono gravissime. E che lasciano il segno. Come è vero che noi abbiamo un consenso altissimo e una ampia maggioranza, e le cose che andranno fatte per il bene del Paese le faremo certamente».
    Non crede che il centrodestra abbia davvero cercato troppo poco il consenso? Sulla scuola si decide per decreto...
    «Ma il decreto non tratta affatto dell`Università, e invece gli universitari sono scesi in piazza, sicuramente anche recependo parole d`ordine della sinistra che, spero, partivano dalla necessità di dare argomenti e forza alla manifestazione. Ora che l`evento è alle spalle, speriamo che la situazione cambi, ed è chiaro che una riforma come quella dell`Università non sarà fatta per decreto... Perché noi vogliamo confrontarci con l`opposizione, nel rispetto reciproco dei ruoli».
    Perché dialogo sia, il Pd deve rompere con l`Idv?
    «Di Pietro svolge in qualche modo il ruolo che aveva Bertinotti in passato, ma nei fatti la rottura mi pare già avvenuta. La presenza dell`ex pm al Circo Massimo per lucrare firme per il suo referendum sembrava l`ultima pierinata in una storia che si sta chiudendo».
    Ma come crede che potrebbe riprendere il dialogo? Con un contatto tra i leader, sul piano parlamentare?
    «Sinceramente, non credo che nessuno dei due leader alzerà il telefono per chiamare l`altro, ma qualche fatto importante è già avvenuto, come il voto sul giudice della Corte costituzionale. E i contatti tra maggioranza e opposizione non si sono mai interrotti. Prossimamente il governo sarà chiamato a prendere decisioni delicate, quello sarà un banco di prova per riannodare il dialogo. In tanti ci spenderemo perché ciò avvenga».

    Fonte: Il Corriere della Sera - Paola Di Caro | vai alla pagina

    Argomenti: maggioranza, manifestazione, pd, opposizione, Idv, ministro Ambiente, dirigenti, dialogo, riforma gelmini | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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