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Dichiarazione di Donatella PORETTI

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Doppio cognome per i figli. Sì alla legge ma si lasci libertà di scegliere ai genitori»

  • (13 ottobre 2009) - fonte: La Discussione - Fabiana Cusimano - inserita il 14 ottobre 2009 da 31

    Sostiene il doppio cognome per i figli ma è contraria all`imposizione di quella che, a suo parere, dovrebbe invece essere una libera scelta. Donatella Poretti, senatrice Pd e prima firmataria di una proposta di legge proprio sul doppio cognome, non ha alcun dubbio: “Si alla legge, ma si lasci libera scelta al genitori. La legislazione è arretrata, la Corte Costituzionale chiede una legge, occorre adeguarci ai trattati internazionali, ma la legge occorre cambiarla nella direzione più liberale possibile, non passando dal modello patriarcale a quello statalista paritario”.

    Senatrice, nel testo base della Presidente della commissione Giulia Bongiorno è comunque previsto il doppio cognome per tutti....

    Si sostiene che altrimenti non ci sarebbero cambiamenti, la donna continuerebbe ad essere discriminata e il cognome prevalente sarebbe quello paterno. Però, siccome stiamo parlando di un cambiamento culturale, imporlo per legge, anche se va nella direzione auspicata, è a mio parere sempre pericoloso.

    Perchè è cosi importante portare anche in Italia la cultura del doppio cognome?

    Perchè, innanzitutto, un figlio nasce scuramente da una madre e ha solitamente due genitori. Non capisco, dunque, perchè il cognome da portare debba essere solo quello del padre. Un figlio, anche geneticamente è composto da due identità, non è giusto che una di queste debba scomparire. Sono ovviamente regole che ci siamo dati in una società che ha certi pregiudizi, certi preconcetti e un tipo d`impostazione culturale maschilista e patriarcale.
    La ragione è solo questa.

    È un po` una battaglia femminista se vogliamo....

    lo credo di si. Tutte le convenzioni internazionali che richiedono la parità nel cognome fanno riferimento alla parità dei diritti uomo-donna. È scritto poi anche nella sentenza della Corte Costituzionale che il cognome paterno rispondeva soltanto ad una società patriarcale non più esistente.

    Non teme che una rivoluzione anagrafica di questa portata possa portare con sè dei problemi a livello anche pratico?

    Assolutamente no, perchè in tutti i Paesi dove il doppio cognome è in vigore non ci sono, stati dei problemi e quindi non si capisce perchè noi italiani dovremmo essere una sorta di strano Paese in cui gli uffici dell`anagrafe dovrebbero impaurirsi di fronte a qualcosa che già avviene in tutti i Paesi del mondo. Ovviamente la prima obiezione un po` ingenua che viene sollevata subito è che dopo un paio di generazioni ci sarebbero 17 cognomi da portare. La soluzione invece è semplice: ogni volta che si tramanda un cognome basta scegliere fra i due e il problema è risolto. Quindi non si andranno ad aumentare da una generazione all`altra. E poi, in una direttiva dell`Interno c`è la richiesta di rispettare gli stranieri che vengono in Italia mantenendo il loro doppio cognome. Quindi in parte i nostri uffici anagrafe si sono già dovuti adeguare.

    Qual è la posizione dei suoi colleghi maschi?

    Viene sminuita subito con un “non è una priorità”, nella migliore delle ipotesi. L`archiviano nei cassetti delle cose da valutare, ma dopo ben altre cose più importanti da fare. Si tratta, invece, secondo me, di piccole rivoluzioni culturali che portano con sè tante altre cose. Si rimette in discussione proprio il senso della società.
    Anche perchè sono tante di quelle cose importanti da fare per quanto riguarda la parità dei diritti uomo-donna. Questa è una piccola cosa, a costo zero, con la quale si va a consolidare il concetto che gli uomini e le donne sono uguali.
    Anche in un cognome che si eredita e che permette di portare avanti l`identità di una famiglia.

    Ma veniamo ai tempi. Quanto ancora dovremo aspettare?

    Come si sa in politica per fare una legge può servire una settimana come un decennio. Io mi auguro che i tempi siano brevi, ma purtroppo non è la prima volta che la questione viene calendarizzata nelle aule parlamentari il disegno di legge sul doppio cognome. Anche durante la scorsa legislatura eravamo arrivati in aula, c`era stato un impegno che faceva ben sperare.
    E invece quel disegno di legge si arenò. I freni erano sempre quelli: l`impostazione era di dare un contentino alla donna, nel senso di applicare anche il suo cognome, ma con l`obbligo di stabilire che quello da tramandare rimaneva quello del marito. Nonostante questo la legge non andò in porto.

    Fonte: La Discussione - Fabiana Cusimano | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, famiglia, corte costituzionale, figli, identità | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (1)

  • Inserito il 14 ottobre 2009 da 31
    Il doppio cognome mi pare giusto. Non ci vedo nessuna rivoluzione anagrafica. Solo un po' di lavoro supplementare per i dipendenti pubblici interessati (e la conseguente gioia di Brunetta). Piuttosto, perchè non lasciare un margine di scelta ai figli, una volta diventati maggiorenni?

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