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Dichiarazione di Paolo GIARETTA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

Il nuovo segretario nazionale e regionale valorizzino il patrimonio di consenso delle primarie.

  • (27 ottobre 2009) - fonte: Pdveneto.org - inserita il 29 ottobre 2009 da 31

    La partecipazione così elevata di cittadini alle primarie per l’elezione del segretario nazionale e di quello regionale è la prova che resta viva una grande aspettativa nei confronti del Partito Democratico.

    Nel Veneto oltre 176.000 cittadine e cittadini si sono recati alle urne (talvolta facendo spostamenti non brevi e sobbarcandosi lunghe file, oltre all’esborso di due euro) per contribuire alla scelta del segretario nazionale ed eleggere quello regionale.

    Nonostante le delusioni, nonostante che precedenti primarie siano state sconfessate dai successivi comportamenti dei dirigenti, 176 mila veneti hanno voluto dire: ci siamo, ci sta a cuore il Partito Democratico, ci sta a cuore la democrazia partecipata nel nostro Paese.

    Hanno anche sconfitto le analisi di parecchi superficiali osservatori che hanno ritenuto bizzarra questa scelta del Partito Democratico. Si dimostra invece che, in una società complessa come quella attuale, ci sono molti cittadini che ritengono di non partecipare attivamente alla vita di un partito, trovando altre sedi di informazione e partecipazione (associazioni, gruppi informali, la rete soprattutto, si formano opinioni attraverso i giornali, le radio, le televisioni) ma che ritengono preziosa la possibilità di partecipare alle decisioni di alcuni fatti fondamentali nella vita del partito per cui votano.

    È un patrimonio di consenso che viene consegnato ai nuovi segretari. Dà loro forza e responsabilità. Forza da impiegare per far crescere il partito, responsabilità nel non disperdere un’altra volta questo mandato. Anzi mi auguro che questa volta il partito anche quello regionale possa investire di più su questo popolo delle primarie che senza ricorrere alla retorica costituisce certamente una ricchezza che altri partito non hanno.

    Ora bisogna concentrarsi sulle emergenze del Paese. Vi è una emergenza democratica e vi è una emergenza economica.

    Berlusconi si è indebolito in una maniera impensabile rispetto a qualche mese fa. La perdita di credibilità personale per le vicende estive, che è grave particolarmente negli ambienti internazionali, si è assommata ad una evidente difficoltà ad affrontare in modo previdente la grave crisi economica che si è abbattuta sul Paese.

    Debole come capacità di governo ma ancora sufficientemente forte nell’opinione pubblica per cercare di imporre una agenda di indebolimento dei presidi costituzionali: indipendenza della Magistratura e della Suprema Corte, attacco alla libertà di stampa, annullamento sostanziale delle funzioni del Parlamento.

    Occorre che il Partito Democratico insieme alle altre forze di opposizione, alle forze sociali, agli uomini di cultura imposti una azione per una vera e propria battaglia di patriottismo costituzionale.

    Attenzione però: non è solo questione di battaglie parlamentari più incisive (occorre reagire allo svuotamento di fatto del lavoro del Parlamento, che non può essere tollerato silenziosamente), occorre anche una iniziativa che è etica prima che politica nel testimoniare nella vita pubblica dei valori di convivenza civile più elevati.

    La indecorosa vicenda Marrazzo, peggiore se possibile di quelle che hanno riguardato Berlusconi, dimostrano che nella vita pubblica, anche in uomini del centrosinistra, si è perso il senso del decoro civico, dell’idea di un servizio che richiede una disciplina interiore, della necessità di essere credibili nel vivere nella propria vita i valori che pubblicamente si richiamano.

    La grande forza di uomini come De Gasperi o come Berlinguer è stata nella capacità di trasmettere una forza morale che era alla base del patto di sincerità con gli elettori. Se non si recupera nella proposta questa forza della testimonianza è normale che i cittadini sconfortati possano dire “sono tutti eguali” che è l’anticamera del sonno democratico.

    Vi è poi l’evidenziata difficoltà del governo ad affrontare la crisi economica. Prima sottovalutata, ora pensando che sia superata. Non è così perché la ripresa è ancora debole ed incerta e soprattutto le conseguenze sul piano dell’occupazione e sulla vita di tante piccole attività artigianali, commerciali e professionali e quindi delle disponibilità di reddito di molte famiglie italiane debbono purtroppo ancora manifestarsi pienamente.

    Circa 1 milione di lavoratori sono in questo momento in cassa integrazione o in mobilità. Una situazione di grave sofferenza sociale che rende più difficile sostenere una ripresa robusta. Dobbiamo renderci conto che nel 2008- 2009 si sono persi più di sei punti di Pil; se crescessimo al ritmo in cui è cresciuto il paese negli ultimi dieci anni solo nel 2023 la ricchezza nazionale tornerebbe al livello del 2007.

    Dunque non si tratta di minimizzare ma di costruire una nuova grande alleanza sociale per lo sviluppo. “Ha da passà la nuttata” è un atteggiamento che non si addice a questo momento. Ma questo purtroppo sembra essere l’atteggiamento del governo. Per questo il Partito Democratico deve scendere in campo con tutta la sua capacità propositiva. Il congresso deve essere servito soprattutto a questo.

    Approfitto dell'occasione per rivolgere un ringraziamento di cuore a tutti i volontari che hanno garantito l'apertura di oltre 600 seggi nella nostra regione e lo svolgimento di tutte le complesse operazioni di voto e di scrutinio nella assoluta regolarità.

    Segretario regionale uscente Pd veneto

    Fonte: Pdveneto.org | vai alla pagina

    Argomenti: partito democratico, partecipazione, dirigenti, primarie | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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