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Dichiarazione di Patrizia TOIA

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: S&D) 


 

Dal Risorgimento è nata la nostra storia nazionale ma anche una proiezione del nostro Paese alla dimensione europea

  • (09 aprile 2011) - fonte: patriziatoia.it - inserita il 13 aprile 2011 da 15492

    Patrizia Toia, nel suo intervento ad un convegno organizzato dal Centro Italiano Femminile della Lombardia dedicato alle "Donne e l’unità d’Italia: Risorgimento, Novecento, oggi", ha sottolineato l’importanza dei nuovi studi al femminile che hanno permesso di riscoprire il ruolo delle donne, a cui molto ha contribuito anche il CIF.

    «Dal Risorgimento è nata la nostra storia nazionale ma anche una proiezione del nostro Paese alla dimensione europea», ha affermato Patrizia Toia. Dal Risorgimento ha preso avvio anche il percorso che ha portato alla nostra carta costituzionale. «la nostra Costituzione nasce un incontro tra diverse culture, le quali vi hanno portato il meglio: all’interno della Costituzione trovano posto i valori della cultura cattolica, socialista, liberale», ha ricordato Patrizia Toia. Al centro della carta costituzionale vi è il rapporto tra la persona, la società e l’economia e, ancora oggi – ha detto l’europarlamentare – la nostra Costituzione è un esempio nel mondo per la grandezza delle idee che contiene e che sono ancora valide, soltanto che dovrebbero essere sviluppate meglio politicamente.

    Oggi, secondo Patrizia Toia c’è bisogno di «riscoprire una pedagogia e dei valori e questi vi sono nella Costituzione che è pervasa da un principio personalistico (secondo cui, al centro di tutto c’è la persona), da un principio comunitario (perché gli individui vengono messi ad agire nell’interesse della collettività), un principio solidaristico (le sorti di ciascuno si vincolano a quelle degli altri e c’è reciprocità tra diritti e doveri), un principio di sussidiarietà (secondo cui tutto parte dal basso e dà valore al mondo associativo)». Ma nella Costituzione, secondo Patrizia Toia, vi è anche un «principio di internazionalità perché l’Italia sta dentro ad una comunità più vasta».

    Ecco che allora, se la Costituzione si basa su tutti questi principi, occorre una riscoperta d’orgoglio per questa cultura ambiziosa e l’anniversario dei 150 anni deve essere utile in questo senso, per permettere di ripartire da qui per poi guardare avanti. «C’è bisogno di riscoprire valori e principi per poi incarnali in proposte politiche concrete», ha detto Patrizia Toia.

    Venendo al tema della donna, l’europarlamentare ha evidenziato i tanti cambiamenti che hanno affrontato e superato nella società: «oggi le donne sono molto più istruite (in molti casi anche più degli uomini), hanno possibilità di maggiori flessibilità nei percorsi formativi e professionali ma ancora manca la pienezza della partecipazione delle donne», ha affermato Toia, segnalando che, soprattutto in Italia, c’è un deficit nell’occupazione femminile perché le donne fanno ancora troppa fatica a conciliare lavoro e famiglia e non vi sono politiche di welfare adeguate (mentre negli altri Paesi europei, ci sono donne che più crescono nella carriera, più guadagno e di conseguenza fanno un maggior numero di figli). Oggi vi è ancora una scarsa presenza delle donne nei luoghi decisionali (siano istituzionali, politici o economici) ma non basta metterle nei CDA delle aziende, servono anche percorsi intermedi perché una donna sola al vertice non risolve il problema. «Il lavoro delle donne farebbe aumentare sia il PIL che i consumi», ha evidenziato Patrizia Toia, citando alcune ricerche.

    Parlando di Europa, Patrizia Toia ha espresso la necessità di legarsi alla cittadinanza europea, in quanto estensione naturale di quella italiana per il contesto in cui viviamo attualmente. «L’Europa non è ancora un percorso compiuto», ha ammesso Toia, segnalando che il Trattato di Lisbona, per quanto ancora non definitivamente approvato da tutti gli Stati, contiene in sé i principi espressi dalla Carta dei Diritti dell’Onu (come la dignità della persona, la non discriminazione, l’uguaglianza) e questi si ritrovano dentro la nostra Costituzione nazionale. Diritti, questi, che devono diventare parte del Diritto Internazionale, che si sta costituendo, in quanto la tutela di ciò deve essere garantita al di sopra dei confini nazionali dei singoli Stati. Ci sono, infatti, Stati in cui le donne non hanno identità legale e quindi non hanno documenti e, conseguentemente, in quei Paesi non hanno nemmeno tutele. Secondo Patrizia Toia, occorre, quindi, che ci si proietti oltre il nostro Paese, portando a compimento lo sviluppo di quel percorso.

    In Europa, ha segnalato l’europarlamentare, si sta cercando di costruire una cultura delle pari opportunità, che non significa di privilegio ma di garantire che tutti partano da pari possibilità. Il corpo legislativo europeo deve garantire copertura su tutti i Paesi che fanno parte dell’Unione, ma per questo è indispensabile che si sciolgano alcuni vincoli nazionali: il problema della criminalità, ad esempio, non è ipotizzabile di risolverlo con sole leggi nazionali quando ormai è un sistema ramificato ovunque. Patrizia Toia si è poi soffermata a parlare delle difficoltà che incontrano spesso le donne musulmane che vivono in Italia e che, pur essendo in mezzo a noi quotidianamente, nessuno sembra vedere. Risolvere il problema delle minoranze etniche e dell’integrazione, secondo Toia, agevolerebbe la convivenza sia al loro interno che nel rapporto tra loro e lo Stato perché la dinamica dei rapporti che si riproduce è la stessa. Questo tema, secondo Patrizia Toia, può essere assunto dall’Europa con leggi, trattati ma soprattutto con la cooperazione, al centro della quale deve essere messa la donna, perché «se cambia qualcosa nella vita delle donne, cambia anche per la comunità (come avviene ad esempio con il microcredito)».

    In conclusione dei lavori, un accenno è stato fatto da Patrizia Toia anche al problema degli immigrati sbarcati a Lampedusa e al rapporto Italia - Francia, ricordando che le posizioni assunte da Sarkozy sono dettate essenzialmente dalla sua campagna elettorale ma l’isolamento italiano rispetto all’Europa deriva dall’incapacità del nostro governo di costruire rapporti e relazioni validi, perché la politica comune va costruita, non nasce automaticamente.

    Fonte: patriziatoia.it | vai alla pagina

    Argomenti: Donne, immigrati, europa, diritti, italia, europarlamento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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