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Dichiarazione di Anna FINOCCHIARO

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

«Subito in aula senza baratti. Mai le preferenze» - INTERVISTA

  • (10 luglio 2012) - fonte: Il Messaggero - Nino Meli Bertoloni - inserita il 11 luglio 2012 da 31

    «A questo punto si vada in aula, cosi si vede chi vuole cambiare la legge elettorale e chi no».

    La proposta sfida di Anna Finocchiaro, capogruppo del Pd al Senato, che accoglie l`appello d Giorgio Napolitano alle forze politiche di darsi una mossa sulla riforma.

    Presidente Finocchiaro, la nuova legge elettorale non decolla e Napolitano è costretto a intervenire ancora una volta.

    «Certo, il capo dello Stato ha avuto un ruolo attivo, si assume le sue responsabilità, vuole che alle enunciazioni seguano i fatti. Le Camere verranno sciolte presumibilmente a febbraio, non è più tempo di lungaggini, bisogna uscire da questo stallo».

    Si rischia pure il conflitto di attribuzioni tra Senato e Camera su chi debba incardinare il dibattito?

    «Il presidente Schifani fece tempo fa l’invito perentorio a presentare proposte di riforma elettorale, il Pd presentò la sua fondata sul doppio turno, gli altri non l’hanno fatto. Piuttosto, il Pdl, in materia di riforme, se n’è uscito con quell’emendamento per introdurre il semipresindenzialismo, che non poteva che finire sul binario morto. Circa l’eventuale conflitto tra Senato e Camera, bisognerà sciogliere questo nodo. Il Pd non ha pregiudizi».

    Il presidenzialismo sul binario morto perché?

    «Perché non c’è alcuna, ripeto, alcuna possibilità che venga approvata una riforma costituzionale di quel genere attraverso un emendamento e a fine legislatura. Si è trattato solo di uno scambio deteriore fra Pdl e Lega: tu mi dai il Senato federale, cioè il papocchio federale, e io ti do via libera al presidenzialismo. Ma non si può consentire che le Camere si trasformino nel luogo dove Pdl e Lega confezionano la loro prossima propaganda elettorale. La legge elettorale non è e non può essere un bene barattabile, è invece una priorità assoluta».

    Come procedere, allora?

    «Se non c’è accordo tra le forze politiche, allora non rimane che andare prima in commissione e poi soprattutto in aula, aprire la discussione e così i cittadini potranno capire chi è per cambiare la legge e chi no, ognuno si assume le responsabilità pubblicamente, di fronte al Paese».

    Qual è al momento il punto di maggiore conflitto per una nuova legge elettorale?

    «Le preferenze. Il Pdl ora se ne fa paladino, e anche l’Udc appare propensa, ma noi siamo contrari. Le preferenze inducono inquinamenti nelle campagne elettorali, i costi lievitano, nel Mezzogiorno sarebbe un disastro».

    Ma le preferenze non sono un modo per far scegliere il cittadino?

    «Ci sono altri modi, ad esempio i collegi. E poi l’esperienza ci insegna che se vuoi portare in Parlamento esperienze e competenze, non sempre queste si sposano con la popolarità e le preferenze. Ho un sospetto se non una certezza: non è che l’insistenza del Pdl sulle preferenze punta a modificare il Porcellum introducendo solo le preferenze? E peggio del Porcellum c'è solo il Porcellum con le preferenze».

    Fonte: Il Messaggero - Nino Meli Bertoloni | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, riforma elettorale, preferenze, presidente Napolitano, Parlamento Italiano, porcellum, elezioni politiche 2013 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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