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Dichiarazione di Enrico ROSSI

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Toscana (Partito: PD)  - Consigliere Regione Toscana (Gruppo: PD) 


 

«Tagli e scelte unilaterali. Non si salva così il Paese» - INTERVISTA

  • (13 luglio 2012) - fonte: l’Unità - Francesco Sangermano - inserita il 13 luglio 2012 da 31

    «Il nostro giudizio resta negativo. Qui da sempre pratichiamo la concertazione, è la stessa strada di Hollande».

    Presidente Rossi, il premier Mario Monti ha detto che la concertazione è uno dei mali che ha causato gli attuali problemi dell’Italia. Come risponde?

    «Che in Toscana la concertazione è più viva che mai ed è stato, è e sarà lo strumento principale attraverso il quale cercare le soluzioni alla crisi e riavviare lo sviluppo. È un valore, testimoniato anche dall’articolo 48 dello Statuto regionale: alle istituzioni spetta il compito di decidere, ma attraverso il confronto con le rappresentanze sociali».

    Come si traduce in concreto questo modello?

    «La Toscana pratica la concertazione da sempre e ai massimi livelli possibili ma il nostro tasso di riformismo e innovazione non è certo inferiore alle altre Regioni. Anzi. Alcune riforme che ha fatto il Governo Monti rappresentano addirittura un arretramento rispetto alla nostra realtà. Abbiamo in corso una gara unica per il trasporto pubblico regionale, abbiamo fatto tre Ato per i rifiuti, uno unico per l’acqua, sciolto le 14 Apt e razionalizzato la politica di promozione turistica e riformato la sanità. Tutto questo d’accordo con sindacati e forze sociali perché quando gli obiettivi sono difficili e impegnativi, si raggiungono meglio attraverso il confronto».

    È un percorso che si può ripetere anche in futuro?

    «Abbiamo appena siglato con Cgil, Cisl e Uil un nuovo accordo, basato su 9 punti, col quale contiamo di arrivare entro la fine di settembre a un patto per lo sviluppo che permetta alla Toscana di uscire dalla crisi e riprendere a crescere. Siamo convinti che il contributo di chi conosce i problemi e le questioni concrete sia fondamentale per individuare soluzioni condivise ed efficaci».

    Sembra un progetto ambizioso...

    «Noi proviamo a farlo nel nostro piccolo, ma Hollande, in Francia, sta andando in questa direzione e lo stesso ha fatto anche la Germania. Evidentemente non stiamo inventando niente se anche grandi leader nazionali hanno fatto appello al Paese e alle forze migliori. Piuttosto trovo singolare procedere in senso opposto».

    Un messaggio al governo e al metodo di attuazione della spending review?

    «Se ci avesse consultato prima anziché agire unilateralmente avrebbe avuto dei consigli utili. Sono convinto anch’io che abbiamo davanti un "percorso di guerra", però proprio per questo si devono coinvolgere le migliori energie, responsabilizzarle e cercare di chiedere a tutti quello che possono dare, secondo le proprie possibilità. Monti invece sembra andare da solo in altra direzione e così rischia di sbattere o di andare tutto a destra. In ogni caso niente di positivo per i ceti popolari e la parte più debole della società».

    In quale altro modo avrebbe potuto agire?

    «Si poteva fare una manovra differente, magari rinunciando a qualche F35, pensando almeno a una piccola patrimoniale, tornando sopra ai capitali scudati. È ingiusto che le aziende, i dipendenti o le partite Iva paghino dal 33 al 45% di tasse e chi è andato a ripulire i suoi soldi all’estero se la sia cavata col 5%».

    Il confronto delle regioni con il governo prosegue. Ci sono passi avanti?

    «Abbiamo ricevuto il materiale, ora lo affronteremo e vedremo meglio cosa c’è nel dettaglio. Ma l’opinione che si tratti di tagli è confermata».

    Sembra complicato trovare una via d’uscita per voi soddisfacente...

    «Noi non vogliamo sottrarci al confronto di merito e vogliamo andare fino in fondo. Ma al momento la realtà è che, ad esempio in sanità, siamo di fronte a un taglio lineare di 557 milioni di euro. Il materiale fornito può sicuramente essere un utile spunto per fare verifiche sulle nostre aziende ma in queste condizioni è pressoché impossibile riuscire a garantire gli stessi livelli di servizi».

    Il suo giudizio resta dunque negativo?

    «Sì, negativo nell’immediato e anche per il futuro. la realtà ci dice che il decreto c’è e noi ne siamo stati informati dopo seppure sia, oltre tutto, una materia costituzionalmente convergente. Noi non vogliamo metterci dietro agli aspetti giuridici ma compartecipare allo sforzo di risanamento. Ma salvare il paese senza punti intermedi è un’impresa davvero ardua».

    Fonte: l’Unità - Francesco Sangermano | vai alla pagina

    Argomenti: welfare, tasse, sindacati, tagli, spesa pubblica, concertazione, povertà, trasporto pubblico, spese militari, francia, Regione Toscana, evasione, cacciabombardieri, patrimoniale, governo Monti, spending review | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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