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Dichiarazione di Roberto GIACHETTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Sciopero della fame per la legge elettorale «Basta fallimenti della politica» - INTERVISTA

  • (26 luglio 2012) - fonte: repubblica.it | pubblico - inserita il 04 agosto 2012 da 31

    23 giorni in sciopero della fame. Avanti nella protesta. Continuando a lavorare. Utilizzando il proprio corpo per denunciare un’inerzia politica. Quella che avvolge i partiti alle prese con la modifica della legge elettorale.

    Dice: chi ha «l’onere della rappresentanza» ha il dovere di non rassegnarsi. «Giorno dopo giorno i leader dei partiti hanno ripetutamente e solennemente preso l’impegno a modificare il Porcellum. Ci sono state decine e decine di scadenze mai rispettate. Ho scelto questa iniziativa per sollecitare tutti alla responsabilità ed alla credibilità della politica».

    Onorevole, non è la prima volta che decide di protestare in questo modo...

    «No. La mia formazione culturale e politica nasce nel Partito Radicale. La nonviolenza è nel mio Dna. Ho digiunato molte volte, tra l’altro per l’elezione dei Giudici della Corte Costituzionale che il Parlamento rimandava di continuo e per chiedere che Berlusconi mantenesse l’impegno per il varo di una legge sul conflitto di interessi. E nel 2006 lo feci per sollecitare Ds e Margherita a mantenere l’impegno a fondare il Partito Democratico».

    Lei vive dall’interno il dibattito sulle legge elettorale. La percezione, dall’esterno, è di un non-dialogo, di un finto-confronto. Ci conferma questa lettura?

    «Purtroppo sono almeno 10 anni che la politica consuma fallimenti all’insegna dello scontro “sempre e comunque”. E lo spettacolo cui assistiamo sulla riforma della legge elettorale non si distanzia da quella filosofia, anche se va detto con chiarezza che questa pessima legge elettorale è stata voluta dal centrodestra in pochi giorni con forzature (e allora Presidente della Camera era Casini) che ormai nessuno più ricorda. Devo anche dare atto al Pd che, pur avendo una posizione chiara, quella del doppio turno alla francese, non ha mai smesso di rendersi disponibile ad un testo di mediazione e che, purtroppo, il Pdl, ogni volta che sembrava essere arrivati ad un testo largamente condiviso ha fatto saltare il tavolo».

    Società “liquida”, internet e la politica. Impiegare il proprio corpo come strumento di conflitto politico ha ancora senso?

    «Penso che proprio per contrastare la liquidità della politica sia necessario offrire uno strumento ed uno stile diverso, alternativo. Non c’è solo la liquidità. Questo è un paese che a cominciare dalla sua classe dirigente da anni sceglie di fare a botte su tutto. Fa molto più notizia qualunque azione appartenente a quel tipo di politica che non azioni come la mia. Ma sia chiaro il mio corpo non è assolutamente uno strumento di conflitto politico, la natura della nonviolenza sarebbe snaturata se avesse questo obiettivo. E’ invece è un’opportunità che cerco di offrire per dare quella spinta in più necessaria per giungere ad una soluzione positiva».

    Quali sono stati, in queste settimane, i rapporti con i vertici del Pd e delle altre forze politiche? Le saranno arrivate tante attestazioni di solidarietà...

    «La stupirò ma le dico di no. Questa cultura nei vertici del mio partito non è diffusa, anzi. Al più produce indifferenza, in parte fastidio. Le persone che a loro modo mi hanno manifestato interesse si contano sulla punta di una mano: amici come Gentiloni e Realacci, e Massimo D’Alema che certamente non la pensa come me ma mi ha cercato ed ha voluto parlarmi, capire e discutere con me di questa iniziativa. Fuori dal partito tra gli altri colleghi gesti di amicizia e di affetto non sono mancati. E poi Pannella, ma con lui abbiamo un filo di amicizia e di stima che non si è mai spezzato».

    E i cittadini, i suoi elettori, le sono vicini?

    «Sì, non si deve commettere l’errore di pensare che lo stesso accada anche tra le persone comuni che simpatizzano per il Pd. Ho ricevuto un’infinità di solidarietà ed apprezzamenti che in taluni casi su Facebook e Twitter si sono trasformati in una incredibile e meravigliosa partecipazione e mobilitazione al mio fianco».

    Proprio il mancato cambiamento della legge elettorale è considerato come il fattore principe del distacco dei cittadini dalla politica. Come ricucire questa frattura?

    «Credo che una riforma della legge elettorale sia condizione necessaria ma non sufficiente. Soprattutto per il momento che stiamo attraversando è indispensabile una riforma dei partiti e un nuovo “stile” della politica: sobrietà, serietà, coraggio, responsabilità, amore e dedizione per la comunità che inevitabilmente deve prevedere disponibilità all’incontro e se necessario affrontare l’impopolarità. La credibilità persa non ce la regala nessuno. Dobbiamo riconquistarcela correggendo i tanti errori che abbiamo commesso, ma per farlo occorre riconoscerli e, purtroppo, siamo ancora lontani anche da questo. Ma come diceva Otto von Bismarck, tanti anni fa, “la politica è l’arte del possibile”.

    In sciopero della fame contro il Porcellum | INTERVISTA

    Fonte: repubblica.it | pubblico | vai alla pagina

    Argomenti: legge elettorale, Berlusconi, conflitto di interessi, riforma elettorale, corte costituzionale, casini, pannella, Parlamento Italiano, classe dirigente, porcellum, digiuno | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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