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Oggi l'esito della battaglia per una donna nel board BCE
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(05 novembre 2012) - fonte: patriziatoia.it - inserita il 05 novembre 2012 da 15492
“Oggi si saprà se la battaglia ingaggiata dal Parlamento Europeo per avere una donna nel board della BCE sarà vinta o se il grigio e rassegnato Van Rompuy avrà portato avanti il suo disegno di insediare il ventitreesimo rappresentante maschile e mentre siamo ancora col fiato sospeso per capire se almeno un governo sui 17 darà l’assenso, sperando in quello Italiano, voglio chiarire alcune cose.”“Il perché di questa battaglia lo si può capire anche senza parole, guardando la fotografia dei 23 signori del consiglio della BCE, che evidenzia l’innaturale e inaccettabile situazione di un monopolio che non rispecchia minimamente la società. Le donne sono pronte a dare un contributo anche nei versanti più spinosi e più complessi della lotta alla crisi dell’Eurozona e la BCE è un punto nevralgico per questo”.
“C’è un problema di genere che ormai è un percorso inarrestabile e chi cerca di frenarlo si mette in qualche modo contro la storia e quindi può solo ritardare ma non certo vincere. In terzo luogo questa battaglia per il genere è diventata anche istituzionale perché il Parlamento europeo si è espresso con 325 voti contro Mersch e 300 a favore.”
“La considerazione politica è che questa è stata una battaglia, ed è bene che le donne italiane lo sappiano, condotta da Socialisti & Democratici, Liberali e Verdi, mentre il PPE, salvo qualche esponente femminile, per lo più si sarebbe accontentato di qualche generica rassicurazione per il futuro.”
“Ora c’è n’è un’altra da affrontare ed è quella per le donne nei CDA. La Legge che è stata votata dal Parlamento italiano lo scorso anno ha già cambiato un po’ le cose in materia di quote rosa: il regolamento per le società quotate in borsa è già entrato in vigore, quello per le società pubbliche è di poco tempo fa e i primi dati - seppure non definitivi - dicono che già per questo anno si è registrato un aumento del 3% di donne nei consigli di amministrazione delle aziende mentre negli anni precedenti la progressione era dello 0,5%, quindi molto più lenta.”
“L’Italia e altri sette Paesi hanno già una normativa in questo settore ma manca una direttiva come quella proposta dalla commissaria Viviane Reding che dia un quadro comune. Sappiamo che ci sono resistente, a partire da Inghilterra e Germania, ma sappiamo anche che il Governo italiano ha già dimostrato il suo assenso.”
Lo ha affermato Patrizia Toia, deputata europea del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Industria al Parlamento Europeo, che questa mattina ha partecipato alla trasmissione televisiva Unomattina.
Fonte: patriziatoia.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi