Ti trovi in Home  » Politici  » Luca Frusone  » Le svendite che piacciono a voi politici

Dichiarazione di Luca Frusone

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: M5S) 


 

Le svendite che piacciono a voi politici

  • (27 gennaio 2014) - fonte: Camera dei Deputati - inserita il 12 settembre 2014 da 30069
    Signor Presidente, come tutti sappiamo gli ordini del giorno impegnano il Governo, anche se lo stesso Fassina un giorno disse che questi ordini del giorno servono a poco. E bisogna dargli ragione: ormai ci troviamo sotto una dittatura governativa, che con decreti come questo svende, distrugge e spezzetta il Paese. Forse è per questo che si parla sempre di governabilità, scordandoci che siamo una Repubblica parlamentare e che il Parlamento fa le leggi in Italia e che il Governo esegue. Ma fa comodo far credere ai cittadini che il Consiglio dei ministri sia ormai l'organo più importante del Paese, quando invece è il Parlamento, perché è l'unico organo diretta espressione dei cittadini, tant’è che, se andiamo a vedere le cariche dello Stato, tra le prime tre, oltre al Presidente della Repubblica naturalmente, troviamo il Presidente del Senato ed il Presidente della Camera, mica il Presidente del Consiglio ! La sovranità appartiene al popolo ed il popolo – anche se noi naturalmente auspichiamo la democrazia diretta – delega i parlamentari. Quindi è quest'Aula che dovrebbe fare le leggi, non una decina di persone che pensano più ai loro affari che a tutto il resto. Prendiamo per esempio questo mio ordine del giorno n. 9/1941/119. Nelle premesse si dice che questo decreto-legge va a modificare la disciplina in materia di immobili, oltre naturalmente a regalare miliardi alle solite banca, ma di questo ne hanno parlato ampiamente i miei colleghi. Il comma 2-quinquies dà, in poche parole, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare il compito di individuare i beni di rilevante interesse ambientale che non dovrebbero essere venduti. A parte che, ripeto, è una vergogna svendere il proprio patrimonio, figuriamoci quello ambientale, ma questa svendita come dovrebbe essere fatta ? Ascoltando diverse voci, come quelle delle regioni e di altri enti. Ecco, l'ordine del giorno ha il semplice scopo di inserire tra queste voci quella di qualsiasi associazione operante da almeno due anni nella provincia ove sia localizzato l'immobile. Perché inserire quindi anche tutte le altre associazioni? Semplicemente perché le dismissioni di beni pubblici da sempre sono un grande business per chi ha le mani in pasta. Potrei parlare del perché ci siamo ridotti a dover svendere, quasi regalare, determinati beni. Si potrebbe fare un paragone con un'azienda in fallimento, per la quale viene scelto un curatore fallimentare, che so, anche uno importante, un professore ad esempio, magari della Bocconi, ed iniziare un processo che poi sarà irreversibile. Magari il professore ci lascia anche una bella agenda, che il suo successore, un giovane magari, un giovane vecchio, un nipote, segue pedissequamente e continua con la svendita dell'azienda perché si deve fare cassa e bisogna pagare i debiti, debiti che hanno fatto perché per anni quest'azienda ha avuto un consiglio di amministrazione corrotto ed incapace, che ha pensato solamente ai dividendi, senza pensare al bene dell'azienda, ed ora tocca svendere macchinari, capannoni e tutto il resto. In realtà ci sono anche altre strade diverse che non vanno verso il curatore fallimentare. Ci sarebbero strade che salverebbero il Paese – pardon, l'azienda – senza svendere i suoi beni. Però ci sarebbe bisogno di vere «palle d'acciaio» per fare una cosa del genere e non essere semplicemente dei curatori fallimentari, accomunati ai creditori che vogliono spolpare il Paese. Di nuovo, scusate, volevo dire l'azienda. Per esempio, potevate votare la nostra mozione sul fiscal compact. Quella sarebbe stata veramente una gran bella presa di posizione. Come dicevo, la vendita di beni pubblici è sempre un bel business. Vogliamo parlare, per esempio, delle cartolarizzazioni magiche, in cui si vendono immobili pubblici, magari a conoscenti, forse amici, per poi riaffittarli immediatamente dopo con un costo immenso per lo Stato ? Vogliamo parlare delle aziende vendute, delle aziende che sono state svendute in tutto questo tempo, anche ultimamente ? Poco alla volta ci state togliendo tutto. Adesso si parla di Bankitalia, ma ci avete provato con l'acqua e ancora non mollate l'osso, nonostante un referendum. Ci siete riusciti con le telecomunicazioni. Ciao Telecom ! Adios ! E Alitalia ? Ve la ricordate la CAI, Compagnia aerea italiana ? Una società presieduta dall'imprenditore Roberto Colaninno e composta, tra gli altri, dal gruppo Benetton, quello di Autostrade per l'Italia Spa – anche quello è stato un gran bel regalo –, dal gruppo Riva, quelli dell'Ilva, dal gruppo Ligresti, quelli delle telefonate – e il nostro Ministro lo sa bene –, da quello Marcegaglia, quelli degli inceneritori senza autorizzazioni, dalla famiglia Caltagirone, quelli dell'acqua e dei palazzi, dal gruppo Gavio e da Marco Tronchetti Provera. Questi nomi ci sono sempre. Un altro partner importante fu Intesa San Paolo – che coincidenza, è anche in Banca d'Italia ! –, il cui amministratore delegato era all'epoca l'ex Ministro Corrado Passera. Alla fine tutti i conti tornano. Alla fine tutti questi fili tornano sempre verso le stesse persone. Una volta tirati i fili noi abbiamo sempre le stesse persone. Lo scopo della CAI era rilevare il marchio Alitalia e la parte sana e migliore della compagnia... Dicono che tale spinta di patriottismo ci sia costata 4,5 miliardi di euro: grazie ! Tra poco addio anche ad Alitalia. Queste sono le svendite che vi piacciono e queste sono quelle che noi cerchiamo di impedire.
    Fonte: Camera dei Deputati | vai alla pagina
    Argomenti: alitalia, Telecom, bankitalia, svendite | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato