Openpolis - ULTIME DICHIARAZIONI INSERITEhttps://www.openpolis.it/2014-05-06T00:00:00ZConsiglio regionale: presidente Iacop ricorda terremoto 6 maggio 19762014-05-06T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it719344(ACON) Trieste, 6 mag – AB – Trentotto anni fa il sisma che distrusse il Friuli e si prese le vite di mille persone. Oggi quella giornata è stata ricordata in Consiglio regionale dal presidente Franco Iacop a inizio seduta, primo anniversario del terremoto di questa legislatura. Iacop ha voluto commemorate le vittime di quel tragico evento, ma ha anche fatto una riflessione sulla rinascita delle zone disastrate.
Nel processo di ricostruzione del Friuli disastrato nel 1976 – ha detto – la Regione è stata protagonista della lunga fase ricostruttiva, coinvolgendo con coraggio e intuizione il sistema delle Autonomie locali. Si è trattato senza dubbio della prima investitura alle Regioni di un compito tanto importante quanto complesso che, in occasione di precedenti calamità naturali, era stato gestito a livello centrale, il più delle volte con esiti incerti, se non proprio negativi.
La rinascita delle zone terremotate ha conosciuto un esito positivo anche grazie alla straordinaria mobilitazione delle forze vive della società regionale, che ha trovato utili convergenze sulle tante problematiche, e ha garantito la ricerca di adeguate forme partecipative per fare della ricostruzione un processo vissuto anche dalle comunità locali.
Il Friuli è oggi modello di competitività perché sa, pur nella attuale congiuntura, attrarre e produrre ricchezza. Per una qualità della vita che sa infondere sicurezza, fornire reddito e occupazione, promozione culturale e valorizzazione territoriale. Ma anche per la presenza di importanti centri di ricerca, di innovazione, di imprese, di Università, con vaste aree di imprenditoria diffusa e sistemi locali di produzione.
I friulani, in quel terribile frangente di 38 anni fa, diedero prova di saper reagire, rialzarono la testa e iniziarono a rifare di nuovo tutto, per spazzare via i segni della tragedia, con il fermo convincimento che la ricostruzione di case e industrie doveva avvenire negli stessi luoghi, “dov’erano e com’erano”. Tutto questo – ha affermato Iacop – è accaduto grazie all’attiva partecipazione popolare, ma anche al buon governo, alle leggi che la Regione ha ininterrottamente emanato per superare ogni e qualsiasi ostacolo, grazie agli uomini del Governo regionale, ma anche ai rappresentanti dell’opposizione.
In quel drammatico momento furono armi vincenti la coesione delle forze politiche e la volontà comune di superare i tanti ostacoli, anche burocratici, che impedivano una tempestiva, corretta e funzionale ricostruzione. Tutto ciò è potuto accadere grazie al rapporto sinergico tra la Regione e il Parlamento, che contribuì a superare ostacoli e difficoltà. Gli interventi legislativi della Regione hanno anticipato i principi del federalismo, hanno rafforzato e valorizzato il ruolo degli Enti locali. Già allora si diede vita a un sistema di poteri pubblici, Stato, Regioni, Autonomie locali, che valorizzano le diversità con un sistema unitario, ma al contempo policentrico, in attuazione del principio costituzionale della leale collaborazione tra istituzioni.
Il principio della sussidiarietà responsabile nel Friuli Venezia Giulia è esaltato dalla specialità – ha sottolineato il presidente – ancora più attuale se si considera la posizione geografica della Regione, confinante o vicino a Paesi di nuovo ingresso nell’Unione Europea. Oggi la nostra Regione rappresenta uno snodo fondamentale, perché è baricentrica rispetto ai Paesi del Centro Europa entrati nella Ue, perché attraverso il suo territorio transita gran parte del mercato che da Est arriva in Italia.
La specialità, quindi, deve essere non soltanto salvaguardata, ma rafforzata, perché non è un privilegio, ma vera e propria assunzione di responsabilità, capacità di gestione diretta delle proprie risorse, ricavate dalla compartecipazione dei tributi riscossi nel territorio della regione. La specialità trova la sua ragion d’essere anche nella presenza delle minoranze, con le quali la Regione ha costruito da sempre rapporti privilegiati di collaborazione. Quello che più sta a cuore alla nostra Regione è che l’area di confine che oggi rappresentiamo costituisca volano per accrescere l’importanza di questo territorio e non per penalizzarlo.
Ricordare la rinascita delle zone colpite dal sisma 38 anni fa – ha concluso Iacop – diventa un impegno collettivo per rivendicare gli straordinari risultati che l’autonomia e la specialità della nostra Regione hanno saputo dimostrare con i fatti in cinquant’anni di attività.Intervento Iacop ad assemblea Consigli regionali su riforme2014-04-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it718964(ACON) Roma, 14 apr – COM/AB – Assemblea generale straordinaria di tutti i Consigli regionali italiani a Roma, riuniti nell’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera dei deputati per discutere delle riforme istituzionali, in particolare delle proposte riferite al Titolo V della Costituzione che riguarda le Regioni.
La delegazione del Friuli Venezia Giulia, con alcuni componenti l’Ufficio di presidenza e capigruppo, era guidata dal presidente Franco Iacop che, nel suo intervento, ha ricordato come la Repubblica italiana tragga origine e regole dalla Costituzione. “Possiamo dunque affermare – ha detto – che la Costituzione esercita una sovranità piena sulle istituzioni, sugli ordinamenti e sui rapporti civili, etico-sociali, economici e politici, mentre sappiamo che il popolo esercita la propria sovranità nelle forme e nei limiti stabiliti dalla Costituzione medesima attraverso l’azione legislativa del Parlamento”.
Tra i principi fondamentali della Carta, Iacop ne ha richiamati tre: l’articolo 5 sulla valorizzazione dell’autonomia, il 6 sul riconoscimento e la tutela delle minoranze linguistiche, l’11 sulle limitazioni alla sovranità nazionale derivanti dai trattati internazionali. Il particolare riferimento a quest’ultimo articolo va al Trattato di Lisbona, che considera la sussidiarietà, la potestà legislativa regionale, le autonomie territoriali e locali quali elementi costitutivi delle politiche nazionali ed europee.
“Se tutto questo – ha aggiunto Iacop – ha contribuito a costruire le fondamenta dello Stato, allora l’autonomia, quale uno dei principi fondamentali, non è negoziabile e non lo sono le forme e le condizioni particolari di autonomia delle Regioni a Statuto speciale. Non sono accadimenti casuali, frutto di episodi, ma un fatto incontrovertibile della storia del nostro Paese. Sono esercizio della responsabilità e della sussidiarietà, del federalismo cooperativo e solidale, a vantaggio dell’intera comunità nazionale e per l’assolvimento anche degli obblighi posti dall’ordinamento comunitario. E deve essere altrettanto chiaro che l’autonomia regionale, comprese le specialità, contribuiscono al perseguimento degli interessi nazionali; clausole di supremazia dello Stato corrispondono alla necessità di governo unitario di competenze e funzioni in materie primarie, sulla base della leale collaborazione e della negoziazione ragionevole Stato-Autonomie”. “Se dunque il rapporto deve fondarsi sulla lealtà, non possono essere condivisibili quegli strumenti messi in campo dallo Stato che, in forma palese o surrettizia, invocando di volta in volta norme generali, coordinamento della finanza pubblica, contingenza economica, alterano nei fatti un rapporto istituzionale che deve basarsi sulla pari dignità istituzionale e sulla struttura consensuale e pattizia di relazioni politiche e finanziarie. Il modello delle Autonomie speciali voluto dall’Assemblea costituente – ha ricordato – lungi dall’essere un privilegio ingiustificato, può considerarsi un’applicazione avanzata e moderna dei principi della sussidiarietà e della governance multilivello, secondo standard ormai riconosciuti a livello europeo e codificati nel diritto primario dell’Unione e un riferimento al quale far tendere il modello regionalista del nostro Paese”.
“Al processo di riforma costituzionale in atto è doveroso partecipare con convinzione e farsi carico delle necessità di rinnovamento dello Stato, compreso quello dei suoi organi e delle sue articolazioni territoriali, con spirito cooperativo e solidale. Non è però sufficiente confermare apoditticamente l’esistenza delle autonomie speciali quando tutte le norme che ruotano attorno modificano gli assetti delle potestà, delle competenze e delle funzioni tra Stato e Autonomie territoriali e locali. È doveroso chiederci quale sarà l’impatto del processo di riforma sui livelli di autonomia speciale ed evitare che esso porti ad uno svuotamento sostanziale di norme costituzionali”.
Iacop ha chiarito di riferirsi a un’autonomia e a una specialità dinamiche, moderne, evolute, proiettate nel futuro, pronte anche ad assumere nuove competenze a vantaggio di tutti, anche del bilancio dello Stato e a partecipare allo sviluppo dell’Europa; dare piena attuazione agli Statuti con un lavoro incisivo e formalizzato delle Commissioni paritetiche, ragionare su possibili rivisitazioni delle attuali materie in senso evolutivo.
Vi sono però due condizioni da cui, a giudizio del presidente del Consiglio regionale del FVG, non si può prescindere e che vanno recepite nel documento politico: la clausola di salvaguardia della specialità, che lasci eventualmente penetrare negli ordinamenti speciali solo le norme di maggior favore, modificando in tal senso il comma 13 dell’articolo 33 del disegno di legge costituzionale; la garanzia della specialità finanziaria, aggiungendo un comma all’articolo 116 che faccia rinvio ai decreti legislativi di approvazione delle norme di attuazione degli Statuti, per conseguire il coordinamento della finanza pubblica, gli obiettivi di perequazione e di solidarietà nazionale nelle Regioni a statuto speciale e nelle Province autonome.
“Rispetto a queste esigenze – ha affermato in conclusione Iacop – apprezziamo l’impegno di alcuni senatori che con un emendamento hanno anch’essi inteso porre la questione della norma espressa di salvaguardia degli Statuti speciali. Le autonomie speciali non si chiudono su sé stesse; vogliono guardare al futuro assieme all’intero sistema regionale, essere protagoniste delle riforme, contribuire con responsabilità alla rinascita politica, sociale ed economica del Paese, partecipare al percorso riformatore che faccia delle diversità e delle specificità i valori arricchenti di una nuova unità nazionale. Non ci sono privilegi da difendere. Al contrario, ci sono funzioni da esercitare, oneri finanziari da sostenere, gestione di servizi collettivi, programmazione del territorio, federalismo vero e autentico, sussidiarietà misurata sul campo”.Macroregione: Fedriga (LN) "nostra battaglia per cittadini. Alternativa rassegnazione a declino"2013-07-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it703531"Con la Macroregione del Nord si riapre una speranza per le imprese e per i cittadini. Già in pochi mesi dalle elezioni il governatore Maroni è riuscito a mettere in atto iniziative concrete, come la destinazione di un miliardo di euro per saldare i debiti della pubblica amministrazione con le imprese, iniziativa realizzata anche dagli altri due governatori leghisti. Mi auguro che tutti i governatori del Nord insieme a Maroni Zaia e Cota collaborino per portare avanti questo grande progetto con la consapevolezza che non è una battaglia ideologica della Lega ma è una battaglia per i cittadini. E' l'unica speranza rimasta per dare un futuro ai nostri territori. Non esiste alternativa se non la rassegnazione a un costante e rapido declino e noi per natura non sappiamo rassegnarci".
Lo dichiara il responsabile del dipartimento welfare della Lega Nord, Massimiliano Fedriga.Immigrazione: Fedriga, sinistra impari dalla Lega su integrazione. Noi ai primi posti classifica Cnel2013-07-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it703274"Se la Lombardia e' tra le Regioni che più integrano con l'Emilia-Romagna, il Veneto, il Piemonte e la Liguria, la Puglia di Vendola e la Sicilia di Crocetta si guadagnano sempre gli ultimissimi posti in classifica. E' quindi chiaro e certificato che alla retorica immigrazionista e terzomondista alla Vendola continuiamo a preferire la vera integrazione operata al Nord da imprenditori, istituzioni e società civile".
Lo dichiara Massimiliano Fedriga, responsabile welfare della Lega Nord.
"Uno dei nostri obiettivi politici principali resta il controllo dell'immigrazione non per razzismo come ci imputano i nostri detrattori e molto spesso veri e propri persecutori politici ma la creazione di una vera integrazione che porti a un reale benessere sociale anche per gli immigrati. Noi non regaliamo a nessuno illusioni,vogliamo che la deportazione di carne umana in territorio italiano cessi immediatamente. L'immigrazione va controllata e contingentata, chi risiede sul nostro territorio deve avere la possibilità di lavorare e vedersi garantiti diritti tali per condurre una vita dignitosa. Purtroppo, con 8 milioni di italiani che oggi vivono in assoluta povertà non possiamo permetterci di pensare ad altro se non a fornire risposte a questo dramma e non possiamo agevolare nuovi ingressi che ingesserebbero ulteriormente un gia' scadente sistema di welfare. Per coloro invece che già sono sul territorio pugliese e siciliano e delle altre regioni del Sud, invitiamo i rispettivi governatori nelle nostre regioni e nelle nostre province per riuscire anche loro ad adottare la nostra best practice in materia di integrazione".Lavoro: Fedriga, Giovannini mente. Scriteriati criteri di questo governo penalizzano sempre il nord2013-07-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it703275“Il Ministro Giovannini dice che il Dl Lavoro affronta il tema della povertà. Non è assolutamente vero. Il Nord viene abbandonato. E’ un provvedimento discriminatorio che crea disoccupati di serie A e serie B. Peccato che in serie B, secondo gli scriteriati criteri di questo esecutivo, ci sia sempre e comunque il Nord. La Lega farà una durissima battaglia per modificare questa ennesima ingiustizia. Mi domando con quale coraggio i parlamentari del Nord degli altri partiti possano votare una norma di questo tipo”.
Così Massimiliano Fedriga, responsabile delle politiche per il lavoro della Lega Nord, commenta le affermazioni del Ministro Giovannini, secondo il quale il Decreto Lavoro finanzierebbe un intervento contro la povertà assoluta.Neosindaco di Trieste: «La città è a rischio occupazione»2011-05-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it574898<br />
''La città di Trieste è a rischio occupazione, sia nell'industria che nel commercio''.
<p>
Lo ha detto Roberto Cosolini, Pd, neosindaco di Trieste, al momento del passaggio del testimone da parte del predecessore, Roberto Dipiazza, Pdl. Quello economico ed occupazionale è un problema che il sindaco ha detto di voler affrontare ''col massimo di concordia con tutte le istituzioni: chiederò e darò il massimo della collaborazione''. <br />
nel programma di Cosolini solo fumose banalità2010-11-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548110Parlare di sfida a tre per le primarie è ridicolo - va giù duro il capogruppo Fi-Pdl in Comune Piero Camber -. Esiste già un candidato, Cosolini, che avrà anche l’appoggio delle tute bianche e di Rifondazione. La comparsa degli altri due nomi altro non è se non un modo, per l’estrema sinistra, di giustificare l’appoggio al segretario Pd. Peccato che nel suo intervento al Savoia abbia snocciolato solo fumose banalità. Parla di giovani, di industria, di sviluppo senza indicare soluzioni concrete, e dice basta ai favoritismi dimenticando che, in questo terreno, la vera maestra è stata la sinistra. Nell’era Illy in Regione lavoravano solo i suoi amici, come ben sa la Corte dei conti che su quella gestione ha aperto diversi fascicoliIl sindaco corra da capolista del Pdl2010-11-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548111Roberto Dipiazza? È un valore aggiunto per noi, spero di vederlo capolista del Pdl alle prossime elezioni comunali, a sostegno del candidato sindaco del centrodestra.
Sull'autostrada Villesse-Gorizia, ruspe al lavoro.2009-12-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it477450<br />
Si è tenuta nei giorni scorsi la posa della prima pietra della Villesse-Gorizia: diciassette chilometri per il raccordo, ora superstrada, tra Villesse e Gorizia, quindi tra la A4 e il confine sloveno - un'opera molto importante, che diventerà autostrada sul finire del 2012...
<p>
INTERVENTO AUDIO: <a href="http://www.vivaradio.it/euroregionenews/web/scheda_news.php?id=1310">LINK</a><br />
«Siamo tutti clandestini, siamo tutti cittadini»2009-06-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it391735<br /><b>Honsell:«Leggi ingiuste e stupide»</b> <br />
«Basta discriminazioni»
<p>
«Siamo tutti clandestini, siamo tutti cittadini»<br />
Questi gli slogan scanditi, ieri, dal corteo di protesta contro il pacchetto sicurezza del Governo e la proposta di legge regionale che non garantisce l’accesso alle prestazione sociali a chi non risiede in Friuli da 15 anni.
<p> Secondo gli organizzatori della manifestazione, lungo le vie del centro, hanno partecipato 2 mila persone, 800 per la questura.
<p>In prima fila il sindaco Furio Honsell, che, dopo lo scontro con il centro-destra, ha ribadito: <br />
«A Udine siamo per la legalità e contro le leggi stupide».
<p>
Una protesta pacifica quella organizzata dalla Rete diritti di cittadinanza e dal Centro Balducci alla quale hanno aderito oltre 50 associazioni. In piazza Matteotti c’erano immigrati provenienti da Gorizia, Pordenone e Trieste, politici, lavoratori e gente comune.
<p> «È giusto esserci per testimoniare una netta contrarietà al Ddl in corso di approvazione al Parlamento che mortifica la comunità solidale» ha spiegato il senatore del Pd, Carlo Pegorer, mentre il referente dell’immigrazione della Cgil, Abdou Faye, ribadiva: «Proprio perché siamo cittadini che fanno il loro dovere diciamo “no” alle politiche regionali sull’immigrazione».
<p>
In piazza Matteotti i manifestanti sono arrivati alla spicciolata. Ai giovani extracomunitari con le bandiere rosse della Cgil, si alternavano le Donne in nero, con il loro striscione, piuttosto che le Rsu Zanussi o i lavoratori Safilo.
<p>
Dal cuore di Udine è partita anche la risposta al segretario regionale della Lega nord, Pietro Fontanini, che, nello scontro politico con il sindaco di centro-sinistra, aveva parlato di questione razziale inesistente. <br />
«Non è così – hanno tuonato i manifestanti – il razzismo c’è, la proposta di legge regionale è razzista e xenofoba».
<p>
Tra slogan e striscioni che recitavano «Fermeremo il virus del razzismo», alle 16 il corteo ha lasciato il cuore della città per attraversare le vie del centro.
<p> Lungo il tragitto le diverse anime della protesta rappresentate, tanto per citare qualche esempio, dalla suora e dalla signora con il velo, camminavano fianco a fianco creando un bel colpo d’occhio e davanti alla stazione c’era chi cantava a gran voce «odio la Lega».
<p>
Da qui il lungo serpentone di bandiere rosse ha imboccato via Percoto per arrivare qualche minuto più tardi in piazza Venerio e osservare un minuto di silenzio per le sofferenze del popolo iraniano. <br />
Da quel palco il coordinatore di Rete diritti di cittadinanza, Michele Negro, ha spiegato che «l’obiettivo dell’iniziativa è dare un segnale forte di civiltà alla maggioranza regionale che, su proposta della Lega, sta cancellando i diritti delle persone, escludendo dai benefici assistenziali coloro che non risiedono in regione da almeno 15 anni».
<p>
Bocciato pure il pacchetto sicurezza del Governo che obbliga gli stranieri a esibire il permesso di soggiorno per registrare all’anagrafe un neonato. <br />
Da quel palco, gli organizzatori della protesta hanno annunciato di aver raccolto 1.500 firme per chiedere alla Regione di ritirare la proposta di legge 39 e di convocare la Conferenza regionale sull’immigrazione. <br />
La petizione sarà consegnata ai capigruppo, che hanno già ricevuto le ragioni del dissenso, a settembre.<br />