Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Marco CAPPATOhttps://www.openpolis.it/2012-09-29T00:00:00ZIn Comune a Milano presenze record per il centrosinistra, i leghisti i più assenti2012-09-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it650653<br />Tutti i consiglieri e le consigliere di centrosinistra hanno una media di presenze in aula superiore al 90 per cento.
<p>In Consiglio comunale a Milano per disarmare l’ostruzionismo dell’opposizione i consiglieri di maggioranza sono costretti a un super-lavoro per far approvare le delibere proposte dalla Giunta guidata dal sindaco Giuliano Pisapia.
<p>Oltre alla questione di rispetto del ruolo istituzionale, si tratta di una vera e propria strategia di sopravvivenza. L'esempio durante la seduta-fiume sulla delibera Sea-Serravalle di mercoledì e giovedì. Una maratona di 28 ore durante la quale la maggioranza ha dovuto garantire il numero legale in una seduta del Consiglio comunale «in prima convocazione». In pratica il numero di consiglieri presenti in aula non poteva mai essere inferiore a 25 (la metà più un uno rispetto al totale di 48).
<p>Venticinque consiglieri tutti rigorosamente di maggioranza, visto che per l’opposizione la caduta del numero legale sarebbe stata una vittoria politica: seduta interrotta, quotazione in Borsa di Sea scongiurata. Risultato: consiglieri di maggioranza costretti a non abbandonare l’aula, di giorno e di notte.
<p>Dalla prima seduta dell’assemblea comunale nell’era Pisapia (20 giugno 2011) allo scorso 24 settembre (prima della seduta-fiume su Sea-Serravalle) sono nove i consiglieri con il 100 per cento di presenze in aula (107 sedute su 107).
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Nella maggioranza, quattro vengono dalle file del Partito democratico: Paola Bocci, Marco Cormio, David Gentili e Mattia Stanzani (la capogruppo Carmela Rozza ha saltato solo una seduta). Stacanovisti anche i consiglieri Mirko Mazzali e Patrizia Quartieri, entrambi di Sel, e Anita Sonego (Sinistra per Pisapia), mentre il sindaco Giuliano Pisapia somma oltre l’80 per cento delle presenze in aula, percentuale nettamente superiore a quella del suo precedessore Letizia Moratti (24 per cento).
<p>Nelle file dell’opposizione, invece, solo due Consiglieri hanno sommato il 100 per cento di presenze: il grillino Mattia Calise e il finiano Manfredi Palmeri.
<p><a href="http://www.milanoradicale.it/wp-content/uploads/presenze_consiglieri.pdf">I dati sulle presenze in aula in file .pdf</a><br />
«Da Alfano e Pdl, due pesi e due misure per Minetti e Formigoni» 2012-07-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it647378<br />
Nicole Minetti è ormai ufficialmente diventata anche per il suo partito, a partire dagli stessi Berlusconi e Alfano, un simbolo del male da scaricare al più presto possibile, per ricavarne un po' di buona coscienza a buon mercato.
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Al Segretario Angelino Alfano, che si vuole ora mostrare così sensibile all'immagine delle personalità che occupano cariche istituzionali per il Pdl, non possiamo non chiedere come mai non abbia ancora mosso un dito e speso una sola parola contro la falsificazione di un migliaio di firme che è stata necessaria per presentare la candidatura non solo di Nicole Minetti, ma anche di Roberto Formigoni e di tutti i Consiglieri regionali del PdL e della Lega in Lombardia?
<p>Cosa ne pensa il Segertario del Pdl del fatto che il Presidente della principale regione italiana, invece di chiedere scusa agli elettori, abbia accusato i Radicali di aver ordito una macchinazione ai suoi danni?
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Applicando due pesi e due misure per Nicole Minetti e Roberto Formigoni, il Segretario del Pdl mostra vanamente i "muscoli" contro una persona che ha già perso padrini e protettori politici per salvare il salvabile di un sistema di potere fuorilegge.
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L'amnistia necessaria2012-04-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it626893<br />
Ci sono due crolli sotto i quali rischia di restare schiacciato il governo Monti, insieme a tutte le istituzioni. Il primo riguarda il sistema economico finanziario, ed è il rischio dalle conseguenze più immediate.<br />
Ma almeno se ne parla, nel senso che è al centro del dibattito anche transnazionale.
Che le soluzioni non siano in vista, e che forse non lo saranno almeno fino a che non divengano esse stesse transnazionali, è un discorso che ci porterebbe lontano.
Il secondo crollo sarà forse meno immediato, o soltanto meno facilmente misurabile attraverso indici istantanei tipo “spread”, ma non è detto che sia meno devastante: il collasso del sistema giustizia, che poi significa collasso dello stato di diritto, sta distruggendo la possibilità stessa di governare il paese, di riformarlo o semplicemente gestirlo.
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Non mancano gli esempi, alcuni dei quali rimandano direttamente all’impotenza del governo e di tutta la partitocrazia davanti alla crisi economica: quanto serve riformare l’articolo 18 se l’applicazione delle leggi sul lavoro è affidata a una magistratura agonizzante? Come rispondere al dilagare dei suicidi di imprenditori senza sciogliere il nodo di una giustizia civile che fa aspettare molti anni per riscuotere un banale credito? Gli stessi investitori internazionali fuggono di fronte a un mercato privo della possibilità stessa di far rispettare le regole, che poi rappresentano la condizione stessa per la vita di un mercato che non sia ridotto a riserva di caccia per affaristi e potentati. Bankitalia valuta in un punto del Pil la ricchezza che la malagiustizia manda in fumo. L’1 per cento è quanto basterebbe per evitare la recessione e innescare un circolo virtuoso, non solo civile, ma anche economico. Sono cifre che dovrebbero interessare anche chi rimane indifferente all’escalation di suicidi nelle carceri.
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Il governo Monti e il suo grande ispiratore al Quirinale non dovrebbero, nel loro stesso interesse, continuare a girare la testa dall’altra parte. Che alternativa propongono all’amnistia di fatto e strisciante rappresentata dalle 180.000 prescrizioni l’anno? Come altro propongono di affrontare i 9 milioni di procedimenti pendenti, se non scegliendo, attraverso un’amnistia legale, i processi più gravi da portare a termine e abbandonando tutti gli altri?
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Napolitano, Monti e tutti quanti esponenti e leader di questa partitocrazia e questa repubblica, non sono aiutati dalla disinformazione di stato, che finora ha negato a chiunque – dunque persino a loro, come loro hanno negato a se stessi – qualsiasi dibattito e confronto sulle soluzioni da dare per arginare la marea (montante) delle prescrizioni e per far ripartire la giustizia. Ma loro, almeno loro, non possono non sapere, perché sono stati raggiunti personalmente dal grido d’allarme della nonviolenza radicale.
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Il collasso della giustizia non è certo responsabilità di Monti. È eredità pesante di decenni fallimentari come e peggio di quanto accaduto sul debito pubblico. Ma se non ci sarà una risposta, il degrado istituzionale e il dilagare dell’illegalità finirà per travolgere anche questo esecutivo. L’invito all’appuntamento del 25 aprile alle 10 davanti a Regina Coeli – per la marcia per l’amnistia, la giustizia e la libertà – è dunque rivolto anche a loro. <br />
«Bisogna allargare i confini: la nuova frontiera è il Medioriente» - INTERVISTA2012-03-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625566<br />
«La nuova frontiera dell'Europa è l'allargamento verso l'altra sponda del Mediterraneo. È un'illusione pensare che dentro i confini dei vecchi stati nazionali si possano affrontare le grandi sfide della democrazia, dell'ambiente e delle migrazioni».
<p><i>Marco Cappato, presidente del gruppo Radicale-Federalista europeo, risponde così alla tesi esposta dal direttore di questo giornale, Piero Sansonetti, sull'incompatibilità genetica tra Europa e democrazia.</i>
<p> «Il punto è che bisogna scegliere un'Europa democratica e federalista, alternativa sia all'Unione Europea attuale, sia alla strada dei nazionalismi».
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<b>Sansonetti però sostiene che proprio questo è impossibile. Per lui, anche il modo nobile che aveva Altiero Spinelli di pensare l'Europa federale ha in sé un deficit di democrazia.</b>
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Sansonetti sbaglia. Io condivido l'idea che ci sia bisogno di restituire sovranità al diritto e alla democrazia. Non si può considerare fisiologico il superamento di fatto delle istituzioni democratiche. Ma in realtà c'è stato un tradimento costante e sempre più avanzato dello spirito di fondo del manifesto di Ventotene. Spinelli diceva che la vera frattura politica non è tra un po' più di socialismo o un po' meno di socialismo ma tra i federalisti europei e i nazionalisti. Ma questo non significa dire che non è importante - o che è equivalente - una politica più o meno socialista, più o meno liberale. Significa avere visto con più di sessanta anni di anticipo che la prima posta in gioco è quella della fine dello stato nazionale, che gli stati nazionali sono sempre meno adeguati ad affrontare la dimensione larga dei problemi moderni. Quello del superamento degli stati nazionali è solo la prima linea di frattura, il luogo dello scontro politico necessario, per consentire poi la creazione di un'Europa democratica, tale da consentire la divisione sulle questioni di merito. L'alternativa alla vittoria di questa battaglia è il ritorno dei nazionalismi e dei populismi, in uno stato nazionale ormai sfasciato, incapace di affrontare le questioni nel merito.
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<b>Ma se - come dice - l'Europa è il vero luogo della politica perché siamo invece di fronte all'espulsione della politica dalle scelte europee?</b>
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Quando il grande sogno degli Stati Uniti d'Europa ha dovuto cedere il passo al progetto dell'Europa funzionale, costruita solo attorno alle singole questioni, si è realizzato proprio il paradosso che Spinelli voleva scongiurare: gli stati nazionali non sono più in grado di affrontare le questioni contemporanee (l'ambiente, le migrazioni) e la politica viene così spazzata via. Non era questo l'auspicio di Spinelli.
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<b>Allora la questione diventa: è possibile convertire questa Europa funzionale in un'Europa politica?</b>
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In realtà questa è l'unica possibilità che abbiamo. Non può esistere l'illusione di promuovere a livello europeo e mondiale delle politiche per affrontare l'emergenza ecologica mondiale senza un impulso dell'Europa. Perfino con la debolezza politica dell'Ue attuale, essa rappresenta l'unica speranza perché nell'agenda politica mondiale possa essere inserita una priorità ecologica in grado di fermare la dilapidazione delle risorse ambientali.
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<b>L'Europa ha avuto due grandi direttrici. La prima è stata quella della pace. La seconda è stata quella dell'allargamento a Est. Ora nessuna delle due esercita più fascino.</b>
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È questo che ci deve imporre di non abbassare lo sguardo. Dobbiamo porci il problema dell'allargamento all'altra sponda del Mediterraneo. È la nuova sfida dell'Europa. Un'Europa immediatamente federalista, che eserciti la sua forza d'attrazione verso i popoli dell'altra sponda del Mediterraneo. E che dica noi vogliamo che siate Europa, cioè parte di una un'unica comunità dove viene fatto valere il diritto individuale, la democrazia, le libertà fondamentali. E' questo il punto.
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<b>L'individuo come unità base dell'Europa?</b>
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Sì. Noi radicali dagli anni Ottanta diciamo che Israele deve entrare nell'Unione Europea. Per cambiare l'Europa. Non solo per garantire la sicurezza e impedire l'involuzione securitaria che invece è in atto a Israele. Perché è chiaro che se tu dai al popolo israeliano - non al governo, non allo Stato - la garanzia di essere la frontiera avanzata di una comunità democratica allora anche la questione delle concessioni territoriali sarà affrontata con una serenità diversa. Perché a quel punto la cancellazione di Israele non può più essere all'ordine del giorno. È questo il contributo che l'Europa può dare alla pace oggi.
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<b>La nuova Europa è allora l'allargamento della narrazione della pace in Medioriente...</b>
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Certo. Perché questo significa anche trovare gli strumenti per governare i problemi della migrazione. Noi abbiamo una bomba demografica che scoppia dall'altra parte del Mediterraneo. Come pensiamo di governarla? Facendo ognuno per conto suo? O pensando che la battaglia per l'affermazione di diritti è al di sopra degli stati?
L'allargamento aiuterebbe a prevenire la bomba demografica, dando una possibilità di sviluppo a quell'area e riducendo la pressione demografica stessa sull'Europa.
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<b>Sono delle idee audaci e attraenti, le sue. Ma quanto sono diffuse a Bruxelles?</b>
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Sicuramente rispetto a qualche anno fa non c'è più l'illusione che l'Unione europea viva una sorta di progresso graduale. La consapevolezza che questo modello di Europa stia fallendo è cresciuta e diffusa. Ammetto che l'idea di un assetto monocratico transnazionale è ancora molto indietro. Perché nel campo democratico - non nel campo non degli estremismi nazionalisti - vive l'illusione che ai nazionalismi anti-democratici l'unica risposta possibile siano i nazionalismi democratici. Ma nel momento in cui si accetta - e qui torniamo a Spinelli - che l'unico terreno dello scontro politico è quello nazionale la partita è persa. Basta guardare all'inadeguatezza che i nostri stati hanno persino a far valere il diritto nel loro territorio. E' evidente il collasso dello stato di diritto in un paese come l'Italia. Nemmeno di fronte alle morti in carcere c'è una capacità di risveglio di coscienza democratica, di reazione delle istituzioni democratiche. Il che porta dritti al prevalere del nazionalismo antidemocratico. Perché quando non si riesce a governare con la legalità e il diritto non si può pensare che si possano affermare dei sistemi democratici tolleranti. Bisogna invece affermare l'idea che la garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali delle persone vada al di là del loro stato di appartenenza. Per questo serve l'allargamento.<br />
"Serve l'alternativa al regime lombardo, più che trattare Boni come un appestato. Martedì presidio per lo scioglimento del Consiglio Regionale abusivo"2012-03-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it625586<br />
Per un certo periodo Nicole Minetti è stata l'appestata del Consiglio regionale Lombardia. Oggi pare che sia Davide Boni, con Consiglieri regionali che non possono sopportare la sua legittima presenza a riunioni istituzionali.
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A tutti costoro, ad appestanti e appestati, ho solo una cosa da dire: "gentili Consigliere e consiglieri, Presidenti e Assessori:
<p> <b>S-I-E-T-E T-U-T-T-I A-B-U-S-I-V-I</b>
<p>e ve ne dovete andare tutti a casa; da due anni avete in mano le carte, scoperte da noi Radicali, che provano inequivocabilmente la truffa elettorale poi confermata dalle deposizioni dei firmatari defraudati, nonché le truffe collaterali di Consiglieri ineleggibili da una parte e dall'altra; di fronte a tutto ciò, mai un sussulto di vera opposizione, tranne eccezioni che si contano sulle dita di una mano, nemmeno una commissioncina d'inchiesta o altro che rappresentasse il tentativo di lotta politica, di creare ciò che serve: un'alternativa al Regime lombardo di Formigoni-Penati-Lega, più Compagnia Delle Opere e Cooperative di ogni colore.
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È vero, il Presidente Davide Boni, che già mi espulse dal pubblico del Consiglio regionale per aver io provato a interrompere i lavori abusivi, non dovrebbe più essere Presidente. Ma, insieme a lui, nessuno di lorsignori dovrebbe sedere dove siede.
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Martedì mattina alle ore 12 noi Radicali saremo di fronte al Pirellone, in via Fabio Filzi 22, per il Presidio per lo scioglimento del Consiglio regionale abusivo della Lombardia.<br />
Milano: Cappato, curriculum su internet per nomine in Enti Comune Libero2011-09-07T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it609642Abbiamo pubblicato sul sito internet del gruppo Radicale - federalista europeo i curriculum di tutti i candidati che ho presentato per le nomine negli Enti comunali, inclusi Aler, Amat e Milano Ristorazione. Si tratta di candidati passati al vaglio di un'esperta indipendente, la dottoressa Giulia Sirtori, manager di importanti gruppi internazionali. Faremo lo stesso con i bandi in scadenza nei prossimi giorniExpo: Atto di fiducia nel sindaco, per dare forza a rispettare il referendum2011-07-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590406<br />
Sull'accordo Expo.
<p>L'accordo che siamo chiamati a votare oggi ci è stato presentato come una scelta obbligata, in assenza della quale la stessa tenuta di Expo sarebbe stata messa in discussione.
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Questo accordo non fornisce le necessarie garanzie al rispetto del mandato popolare espresso al 95% con il voto del 12 e 13 giugno sulla conservazione del Parco agroalimentare nella sua estensione originariamente prevista. Sarebbe stato dunque più semplice, per me, votare contro questo accordo, magari nella comoda consapevolezza che sarebbe comunque passato.
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Mi assumo invece la responsabilità di esprimere, con un voto favorevole come Gruppo Radicale-federalista europeo, un atto di fiducia nei confronti dell'Amministrazione, visto l'impegno pubblicamente assunto per il rispetto dell'esito referendario. E' un atto di fiducia che spero possa contribuire a dare più forza all'amministrazione per mantenere questo impegno. Perché di “forza” c'è bisogno, non tanto per chiudere l'”era Moratti”, quanto per evitare che divenga ancor più eterna l'”era Formigoni” e della subalternità nei suoi confronti che troppo spesso in questi anni la sinistra lombarda ha manifestato.
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La forza dell'opinione pubblica e referendaria serve per garantire la sostenibilità ambientale dell'evento, sul piano della mobilità sostenibile, dell'efficienza energetica degli edifici, del sistema delle acque e della connessione con i Navigli, e affinché sia conservato, dopo l'Expo, un grande Parco agroalimentare, che si estenda sull'intera area Expo, ad esclusione delle funzioni pubbliche e sociali, come espresso nei punti della mozione che abbiamo sottoscritto.
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Dichiarazione di voto di Marco Cappato, a nome del Gruppo Radicale-Federalista europeo.<br />Biotestamento. Ora grande manifestazione per bloccare dl Calabrò2011-07-13T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it590065<br />
PD e altri partiti si muovano.
<p>Prima di parlare di referendum, c’è ancora tempo per fermare una legge che l’80% degli italiani non vuole.
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Negli ultimi mesi noi Radicali per cinque volte abbiamo manifestato davanti Montecitorio in totale solitudine, a parte alcune associazioni laiche e adesioni individuali.
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Dal Partito Democratico o da altri non si è vista una campagna di alcun tipo, nemmeno un manifesto.
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Se il DL Calabrò è potuto passare alla Camera è solo perché chi può convocare le masse non l’ha fatto, mentre i grandi tenutari dell’informazione di regime non hanno mai organizzato un dibattito in prima serata che potesse coinvolgere milioni di cittadini.
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A questo punto diciamo proprio a coloro che hanno espresso posizioni contro questa legge che è il momento di lottare per coinvolgere la società, l’opinione pubblica e anche i partiti di appartenenza in una grande mobilitazione per fermare una legge impopolare e dunque tutt’altro che inarrestabile.
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Per essere ancora più espliciti, chiediamo ad esempio a tutti i parlamentari contrari al dl Calabro di rivolgersi pubblicamente ai propri Segretari, a partire da Bersani, Di Pietro e Fini, affinché il dibattito conclusivo al Senato sia preceduto da una grande manifestazione nazionale per la libertà delle scelte di fine vita.
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Se non ora, quando?
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Dichiarazione congiunta con Mario Staderini, Segretario di Radicali Italiani. <br />
Referendum Milano: «Da Pisapia risposta positiva, ora serve campagna informazione»2011-05-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572828<br />
Da Giuliano Pisapia arriva una risposta chiara, positiva e senza ambiguità innanzitutto su un metodo -che è quello dell'attenzione e del rispetto dei cittadini- e poi anche sul merito, di disponibilità a percorrere strade innovative e coraggiose senza essere ostaggio di interessi particolari e facendo prevalere l'interesse generale della qualità della vita, del'aria e dell'ambiente.
<p> Negli ultimi giorni rimasti prima del voto del 12-13 giugno ci sarà da realizzare quella campagna di informazione, pur prevista dal regolamento del Comune, che il Sindaco Moratti finora non ha attuato.
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Se il diritto dei cittadini milanesi a essere correttamente informati sarà rispettato, il quorum di partecipazione al voto del 30% degli elettori sarà certamente raggiunto e superato, così come mi auguro sia per il quorum del 50% ai referendum nazionali.<br />
Denunciato alla procura Berlusconi e i direttori dei TG che hanno trasmesso le sue pseudo interviste2011-05-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it572829<br />
Depositato una denuncia alla Procure della Repubblica di Roma e di Milano contro Berlusconi ed i direttori dei TG che venerdì 20 maggio hanno trasmesso le pseudo-interviste registrate del Presidente del Partito del Popolo della Libertà.
<p>Al riguardo la dichiarazione: “Si è trattato di spot analoghi a quelli, celebri, che Berlusconi inscenava per Forza Italia sino a quando è entrata in vigore la legge n. 28 del 2000; mancava solamente la foto di famiglia in bella vista sulla scrivania.
<p> L'occupazione delle TV da parte di Berlusconi non è cosa alla quale si può rimediare con dei semplici spazi di riparazione, ne può essere sufficiente l'intervento dell'AGCOM. Fatti così gravi debbono essere valutati anche in sede penale, come da tempo sottoponiamo alla Procura di Roma”.<br />
Zurigo conferma l'eutanasia legale mentre l'Italia proibisce anche il dibattito2011-05-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it561700<br />
Il fallimento del tentativo referendario di fermare l'eutanasia legale nel cantone di Zurigo ci conferma che quando la gente può informarsi e dibattere su un tema così delicato sceglie la legalità e il controllo invece della illegalità e della clandestinità.
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E' una bella lezione per il potere italiano, visto che da noi non è solo proibita l'eutanasia, ma lo stesso dibattito sull'eutanasia. Così mentre Zurigo prosegue, con il consenso popolare, la politica dell'eutanasia legale, a Milano c'è un sindaco uscente come Letizia Moratti che si agita per provare a far rimuovere i manifesti dell'associazione Luca Coscioni per la legalizzazione dell'eutanasia.<br />
La manina morattiana dev'essere la stessa di Firmigoni!2011-05-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560878<br />
Prima che un Lassini si alzi in piedi a dire 'o lei, o io!' è utile cercare una spiegazione per la caduta, non solo di stile, del Sindaco uscente. Per questo non può non venirci in mente la singolare coincidenza relativa allla vicenda in cui il Presidente della Regione Lombardia Roberto Firmigoni accusò la Lista Bonino-Pannella di aver fatto sparire 51 certificati elettorali dai suoi moduli. I suoi 'informatori' evidentemente non avevano fatto i conti con le 1.000 firme false poi da noi scoperte. E per queste sparate il presidente della regione dovrà rispondere in tribunale visto che qualche settimana fa è stato rinviato a giudizio.
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Ecco, non viene in mente altra spiegazione: per confezionare una storiella del genere il Sindaco uscente deve essersi avvalsa della stessa manina che ha offerto i suoi servigi lo scorso anno a Firmigoni. Forse un po' di riposo è necessario per tutti loro, informatori e politici. E i cittadini milanesi hanno la splendida occasione domenica e lunedì prossimo di cominciare dalla sciura Moratti.<br />
Diamo scacco al sistema Moratti - Formigoni - INTERVISTA 2011-04-29T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it560220<br />Milano merita un po' di aria nuova. Diamo il nostro sostegno a Pisapia perchè la sua storia è una storia di libertà e di onestà.
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Quando il "polpo Rob" alias Roberto Formigoni, sfiancato dai continui attacchi, ha detto che i radicali hanno un voto e mezzo e per questo sono nessuno, Marco Cappato ha replicato con omerica scaltrezza: e lui è il Polifemo lombardo. A buon intenditor....
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Ma ora sono in ballo i destini del capoluogo, il derby della Madunina è tutto da giocare, il suo esito è più che mai incerto. Non quello tra Inter e Milan, il campionato ormai è andato. Ma quello tra Letizia Moratti e lo sfidante Giuliano Pisapia, che i sondaggi meno partigiani danno ad un'incollatura dal sindaco uscente. L'avvocato gentile può contare sul sostegno dell'intero centrosinistra: pallido quello del Pd, decisamente più robusto quello della lista Bonino-Pannella, che si sta spendendo molto in questa campagna elettorale. «Se riusciamo a dare il messaggio di un grande cambiamento possibile dice il capolista Cappato - Milano può finalmente cambiare colore».
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<b>Perdoni la franchezza, ma ad ogni tornata elettorale ci si chiede cosa faranno fino all'ultimo quegli indisciplinati dei radicali. Stavolta invece niente indugi. Tutto merito di Pisapia?</b>
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Innanzitutto è un atto di fiducia reciproca con Giuliano Pisapia per la sua storia, che è una storia di libertà e di onestà. È un sostegno aperto, convinto, che abbiamo dato senza passare per trattative preventive sul programma o accordi di coalizione. Anche lui si è mostrato felice di poter contare sul contributo della lista Bonino-Pannella.
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<b>Il timbro "radicale" c'è, eccome. Milano è tappezzata di manifesti pro-eutanasia dell'associazione Coscioni, si parla di registri comunali per unioni civili e testamento biologico. Non teme di indispettire una parte del ceto cattolico illuminato che sostiene Pisapia?</b>
<p> Si tratta di proposte che incontrano un favore largamente maggioritario nell'opinione pubblica e credo che non ci sia contraddizione tra l'essere cattolici e il voler rispettare la libertà di scelta su temi così importanti e delicati. Un approccio laico dell'impegno cattolico non è affatto incompatibile con queste proposte.
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<b>State conducendo una lotta senza quartiere al governatore della Lombardia, di cui chiedete le dimissioni per le presunte irregolarità nella raccolta firme. Non dovreste concentrarvi sulla città di Milano? Esiste una continuità tra il sistema Formigoni e il sistema Moratti?</b>
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Abbiamo descritto e denunciato un sistema di potere che ha come epicentro Formigoni e come propagazione la Compagnia delle Opere, ma che ha grande ramificazioni e influenze anche a livello comunale. A Milano sono in ballo grossi affari nel campo dell'urbanistica e del governo del territorio, il cui assessorato competente è storicamente in mano a uomini di Comunione e Liberazione.
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<b>
Comunione e Lottizzazione, nella vostra parodia.</b>
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Il sistema di potere è quello, a dispetto di differenze e contrasti apparenti tra Formigoni e Moratti e al di là delle lotte intestine al Pdl. Sul piano del governo del territorio, per come è stato concepito, la caratteristica rimane la stessa, e cioè l'incapacità di rispettare le regole, che in questo caso diventa molto pericolosa: in una città riempita da una valanga di soldi per l'Expo le infiltrazioni della criminalità organizzata di ogni tipo nella politica rischiano di aumentare a dismisura.
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<b>In cosa ha fallito Letizia Moratti?</b>
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Moratti è stata prigioniera dei partiti. Ha dovuto soddisfare gli equilibri e gli interessi di tutte le forze della coalizione, dalla Lega agli ex An e così via. È chiaro che i progetti e le promesse di inizio mandato, compreso l'affare dell'Expo, si sono infranti, spenti, per poi essere riassorbiti nella necessità di soddisfare interessi particolari. Ad esempio sul piano della trasformazione ecologica della città.
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<b>Ma ora si celebreranno i referendum cittadini. E Moratti è pronta a votare sì, proprio come Pisapia...</b>
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I referendum riguardano la prosecuzione dei progetti che in realtà proprio la Moratti ha subito congelato, come la questione dell'ecopass, del potenziamento del trasporto pubblico, e altro ancora. I referendum chiedono quello che il sindaco non ha avuto la capacità di realizzare. Dopodiché in politica è possibile tutto: il sindaco Moratti dice sì a tutti i quesiti, la Lega ha detto chiaramente che non se ne parla neppure, non vuole la diffusione dell'ecopass sul modello londinese, la cosiddetta congestion charge; mentre dall'altra parte il sì di Pisapia si accompagna a una posizione compatta dell'intera coalizione che ha inserito l'adesione ai referendum nel programma.
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<b>La sfida di Milano ha assunto il peso di un test nazionale, da resa dei conti finale. Il plebiscito sul Cavaliere non rischia di rovinare tutto?</b>
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Io credo che si tratti necessariamente di una battaglia sia milanese che nazionale, bisogna affrontarle entrambe a viso aperto. Non è solo un plebiscito sul potere berlusconiano: è a vocazione nazionale anche il potere formigoniano, o tremontiano, o quello di tutti i possibili successori di Berlusconi. Milano non può che essere il centro di questa partita, che è addirittura internazionale, se consideriamo la vetrina dell'Expo. Bisogna affrontare la sfida senza paura.
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<b>La vera incognita è il ballottaggio. Una parte dei finiani sembra non voler rispettare l'ordine di scuderia e annuncia la fiducia a Moratti al secondo turno. Guai seri.</b>
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La nostra priorità è ottenere un minimo di legalità nella campagna elettorale.<br />
Abbiamo già denunciato i manifesti abusivi, ora segnaliamo l'illegalità della campagna elettorale di Berlusconi in tv a tutte le ore, senza contraddittorio e in violazione totale della par condicio. Credo che Pisapia e la coalizione dovrebbero battersi per questo, per la legalità della campagna elettorale che favorisca una conoscenza piena da parte dei cittadini, prima ancora che pensare ad equilibri e alleanze del dopo.
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<b>"Legalizziamo Milano" è lo slogan. Suona un tantino poliziesco.</b>
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Se noi riusciamo a trasmettere il messaggio di un grande cambiamento possibile anche su questo terreno, allora tra il primo e il secondo turno saranno le classi dirigenti del polo di centro e di altre formazioni ad avere l'interesse a cercare un'intesa col centrosinistra. Se invece prevale l'idea di sottrarre controllo democratico è chiaro che in termini di potere, di attrazione del potere, la bilancia pende dalla parte di Letizia Moratti. Il loro apparato è più forte. Si deve puntare non sul negoziato con le forze politiche, ma sulla conoscenza da parte dell'opinione pubblica.
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<b>Il caso Lassini continua a far discutere. Anche lei crede che le rassicurazioni della Moratti siano vane?</b>
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Lassini sarà candidato e con ogni probabilità sarà eletto, mi pare molto improbabile che si dimetta. Ed è difficile negare che abbia goduto di un certo sostegno per fare quel tipo di affissioni a tappeto su Milano. È tutto tranne che un corpo estraneo alla sua coalizione.
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<b>Una chiosa sui referendum di giugno. Dopo il blitz sul nucleare, il governo tenta di far saltare anche il quesito sull'acqua pubblica. Al di là delle divergenze politiche, scorge un attacco all'istituto referendario in quanto tale?</b>
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I referendum sono stati uccisi negli scorsi decenni, si è cominciato negli anni Settanta, impedendo di celebrare referendum assolutamente costituzionali, come quello sul Concordato. Tutte le forze della non-democrazia italiana, comprese quelle di sinistra, hanno concorso alla distruzione dell'istituto referendario. Fino ad oggi ciò è stato fatto principalmente ai danni dell'iniziativa radicale, ora credo che ci si renda conto che una volta distrutto il referendum è distrutto per tutti.<br />
«È associazione a delinquere. Il presidente deve dimettersi» - INTERVISTA2011-04-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559855<br />
La sua richiesta torna a farla adesso. Con ancora più forza: «Roberto Formigoni dovrebbe dimettersi perché, al di là dell'aspetto giudiziario, è lui il responsabile politico di questa truffa elettorale» attacca il radicale Marco Cappato, primo candidato alle comunali per la lista Bonino-Pannella.
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<b>Cappato, siete stati voi a denunciare le firme false del listino di Formigoni. Adesso la procura ne ha trovate anche di più, allargando il fronte alla lista del Pdl.</b>
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«Nessuno, che si fosse preso la briga di spendere due minuti per andarle a vedere sul nostro sito, avrebbe dubitato che le firme fossero false. Quelle del Pdl non avevamo avuto modo di guardarle. Ora ci sono due piani: uno giudiziario e l'altro politico».
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<b>Partiamo dal caso giudiziario.</b>
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«C'è una questione che riguarda la validità delle Regionali. La presentazione della lista di Formigoni è stata realizzata con una truffa elettorale, attraverso la falsificazione di un numero di firme più che sufficiente a invalidare la lista stessa e le elezioni».
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Chiedete nuove elezioni, quindi?</b>
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«I cittadini lombardi hanno il diritto di andare finalmente a votare attraverso una consultazione regolare. A meno che la giustizia amministrativa decida di guardare dall'altra parte, inventando cavilli come quelli tirati fuori finora per seppellire la verità».
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<b>Dopo questa azione della procura, dal punto di vista amministrativo tornerete alla carica?</b>
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«Ovunque e comunque. È chiaro che intraprenderemo qualsiasi azione possibile. C'è però un'altra questione che riguarda le responsabilità: nel registro degli indagati sono stati iscritti gli autenticatori. Queste persone non si sono mosse ciascuna per conto proprio, ma hanno costituito una associazione a delinquere contro i diritti civili e politici dei cittadini che non può che essere stata coordinata da un responsabile politico».
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<b>Chi è questo responsabile?</b>
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«Dal punto di vista giudiziario è dovere della magistratura accertarlo, senza limitarsi agli esecutori materiali. Quel che è certo, per me, è che esiste un responsabile politico ed è Roberto Formigoni. È lui che ha scelto di metterci la faccia accusandoci immediatamente di avere manomesso i suoi moduli: siamo davanti a una sporca menzogna e a 14 mesi di occultamento della verità. Se anche, come gli auguro, Formigoni risultasse estraneo, era certamente nelle condizioni di rendere conto ai cittadini. Invece ha scelto la strada della diffamazione della lista Bonino-Pannella senza mai nemmeno scusarsi di fronte all'evidenza».
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<b>Basterebbero solo le scuse?</b>
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«Visto che in politica non c'è niente di più sacro della parola data, l'unico atto di dignità che può compiere è dimettersi. Questo, prima che faccia il suo corso o la giustizia o la prescrizione della malagiustizia all'italiana modello "Oil-for-food"».
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<b>Quanto può influire questo caso sulle Comunali?</b>
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«Credo che la gente comprenda l'importanza del rispetto delle regole: più sarà informata e consapevole della gravità della truffa realizzata, meno potrà fidarsi del sistema di potere che ha portato a tutto ciò. Chi lotta ogni giorno contro i soprusi della burocrazia detesta i privilegi dei potenti».<br />
Firme false. «Formigoni chieda scusa e si dimetta»2011-04-14T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559812<br />
L'indagine della Procura di Milano ("La prova delle firme false è granitica", dicono in procura) ha fatto emergere una quantità di falsi molto superiore a quella che avevamo trovato con i nostri mezzi. Si tratta di una truffa elettorale realizzata attraverso un'attività di falsificazione massiccia che non può che configurare il reato di associazione per delinquere contro i diritti civili e politici dei cittadini: un'associazione per delinquere che è stata coordinata da un responsabile che spetterà alla magistratura individuare, senza limitarsi agli esecutori materiali.
<p>Sempre sul piano formale e giudiziario, è ora doveroso che la giustizia amministrativa prenda atto dell'inesistenza delle firme valide per la presentazione del listino Formigoni e riconosca il diritto dei cittadini lombardi ad elezioni legali.
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Al di là delle responsabilità giudiziarie, non c'è invece alcun dubbio su chi sia l'unico vero responsabile politico della truffa: il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il quale, se anche fosse stato estraneo (come gli auguro) alla programmazione e realizzazione della truffa, se ne è però assunto tutta la paternità politica quando ha diffamato noi della Lista Bonino-Pannella, accusandoci di aver manomesso i suoi moduli, e quando ha per 14 mesi rifiutato di collaborare all'accertamento della verità.
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Il Presidente della Regione Lombardia ha mentito sapendo di mentire. Per questo, per la parola tradita prima ancora che per il tipo di coinvolgimento - attivo o omissivo - nell'associazione a delinquere della truffa realizzata, il Presidente Formigoni si deve ora dimettere.
<p>L'alternativa sarebbe per lui di sperare nei tempi della malagiustizia italiana e nelle prescrizioni modello "Oil for food". Una speranza "da disperato", come lui stesso si definì un anno fa.
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Parleremo dei prossimi passaggi politici e giudiziari domani, alle ore 15, presso lo studio Viola in via Mozart 9 a Milano, subito dopo aver consegnato le firme per la presentazione della Lista Bonino-Pannella alle elezioni comunali di Milano.<br />
Comunali: Moratti e Alemanno hanno ottenuto la moltiplicazione delle poltrone. E l'accorpamento dei referendum?2011-03-23T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559435<br />
La maggioranza dei Sindaci Letizia Moratti e Gianni Alemanno si sono dimostrate efficacissime a Roma nell'ottenere la moltiplicazione delle poltrone e dei costi per i cittadini. Quando invece si tratta di referendum, non essendoci posti di mezzo, siamo in attesa da mesi che le parole spese a Milano dal Sindaco a favore dell'accorpamento con le amministrative del 15 maggio si trasformino, a Roma, in fatti. La vicenda del numero dei Consiglieri dimostra che, se solo avessero voluto, avrebbero potuto realizzare l'accorpamento in un attimo. E siamo ancora in tempo, volendo.
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Giustizia. «È la grande emergenza. Affrontiamola» - INTERVISTA2011-03-09T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558957<br />
«Finalmente il ministro Alfano è d'accordo con i nostri cavalli di battaglia. Noi radicali ci battiamo da sempre per la separazione delle carriere, la responsabilità civile dei magistrati, l'autonomia della polizia giudiziaria, l'abolizione dell'obbligatorietà dell'azione penale». Marco Cappato, 40 anni, ex deputato europeo e segretario dell'associazione Luca Coscioni, definisce la giustizia, «la più grande emergenza sociale del Paese», e alla maniera di un san Tommaso laico aspetta la riforma del governo: «Prima la vediamo e poi ci crediamo».
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<b>È condivisibile il progetto che sta portando avanti l'esecutivo?</b>
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Se ne parla da una dozzina di anni, ma finora ci sono stati solo annunci. A leggere la proposta del governo, fa piacere che Alfano abbia ripreso questioni che noi radicali stiamo portando avanti da tempo.
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<b>Vi fidate di Berlusconi?</b>
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Il premier, in effetti, una questione la pone. Le sue vicessitudini con la giustizia possono essere d'impaccio ad affrontare i problemi degli italiani con la giustizia. Dodici milioni di processi pendenti, il sovraffollamento nelle carceri, praticamente ogni famiglia si trova a fare i conti con la malagiustizia. Crediamo nell'urgenza di sfidare il governo nel merito dei provvedimenti.
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<b>Come?</b>
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La riforma non deve essere pensata a sanare casi progressi ma rivolta al futuro. Non deve servire, insomma, a risolvere casi personali ma a mettere mano complessivamente al sistema della giustizia in Italia.
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<b>A cominciare dalla separazione delle carriere. Perché i magistrati sono contrari?</b>
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A me sembra un principio di buon senso: chi è parte, non può essere anche arbitro. La preoccupazione principale è garantire l'autonomia della magistratura dal potere politico. Il problema resta, infatti, la politicizzazione delle correnti della magistratura che porta a non avere vera autonomia da parte dei magistrati. Sulla responsabilità civile dei magistrati i radicali hanno promosso, addirittura, un referendum. Anche se poi la legge ha tradito l'indicazione referendaria con i partiti che si sono messi a servizio dei magistrati organizzati.
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<b>E sull'obbligatorietà dell'azione penale?</b>
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Già oggi l'azione penale non è obbligatoria ma arbitraria e discrezionale da parte delle procure. Meglio sostituire all'arbitrio regole certe.
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<b>Ma il passaggio è stretto.</b>
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La questione resta delicata perché non si può affidare l'esercizio dell'azione penale all'esecutivo. Le soluzioni possono riguardare un ampio coinvolgimento del Parlamento oppure l'elezione dei responsabili delle procure sul modello americano.
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<b>Sulla divisione del Csm?</b>
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Voglio vedere come è strutturata la proposta. Il Csm oggi assomiglia a una piccola camera partitocratica di giudici. Non è detto che la soluzione sia dividerlo in due.
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<b>Se Alfano segue le vostre proposte, cosa farete?</b>
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Non potremmo che votare a favore delle nostre proposte magari discutendo anche di una misura di amnistia per i reati meno gravi.
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<b>Insomma, voterete la riforma...</b>
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Se il governo è d'accordo con noi, di certo, non possiamo essere in disaccordo con noi stessi. <br />
Eutanasia e alternativa. L’essere altro Radicale2010-12-16T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548869<br />
Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato. La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione.
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Per un attimo il silenzio sul tabù dell’eutanasia è saltato.<br />
La parola, che per il teologo Jacques Pohier significa “morte opportuna”, era rimasta relegata ai margini della politica, tutt’al più agitata come un fantasma per impedire ogni discussione. Solo di testamento biologico si poteva parlare, per meglio accompagnare l’imbroglio della legge in preparazione “contro” il testamento biologico. Poi sono accaduti alcuni fatti, molto diversi tra loro: prima lo spot australiano per la legalizzazione dell’eutanasia, presentato in Italia dall’associazione Luca Coscioni e dal Partito Radicale. Poi Saviano che ha raccontato a 10 milioni di persone la storia d’amore e di vita di Piero e Mina Welby, e anche quella di Beppino Englaro.
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I falsari di Rai/Mediaset hanno subito messo in scena il gioco sporco di presentare i “malati-che-vogliono-vivere” in contrapposizione ai “malati-che-vogliono-morire”, come se noi volessimo far morire chi vuole vivere. <br />
Infine, il suicidio di Mario Monicelli, avvenuto con motivazioni che nessuno può conoscere, ma realizzato in una modalità atroce e, almeno quella sì, evitabile.
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In poche settimane abbiamo avuto un esempio di cosa accade quando una delle questioni che solleviamo entra in contatto con l’opinione pubblica. Nonostante la grande confusione di termini e situazioni, l’effetto è esplosivo: la riflessione entra nelle conversazioni quotidiane, scatena la reazione scomposta dei potenti contro ciò che i cittadini possono pensare quando non addomesticati dalla tv delle risse e dell’indottrinamento.
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Nel suo nuovo numero, Agenda Coscioni vi propone di rileggere l’anno radicale così, guardando a una serie di fatti e di obiettivi, e a fare uno sforzo di fantasia: cosa accadrebbe se su quei temi la gente davvero fosse informata, se fosse coinvolta nel dibattito pubblico, se davvero potesse scegliere? Rispondere serve per il futuro.
<p>Nello sfascio delle istituzioni e nell’abuso di potere che si fa regola, la violenza investe i corpi: quelli della morte nella sofferenza, della malattia senza assistenza, della fecondazione assistita impedita, della tortura penitenziaria, del fascismo proibizionista, delle speranze negate ai malati nel nome dell’embrione-feticcio.
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Se non perdiamo fiducia nel nostro essere “altro” rispetto al bla bla politicante, possiamo costruire l’alternativa con la disobbedienza civile, la resistenza giudiziaria, la nonviolenza: quella di Welby, Englaro e Nuvoli; <br />
dei malati di Sla e di Maria Antonietta Farina Coscioni che chiedono i Livelli Essenziali di Assistenza; <br />
dei portatori di malattie geneticamente trasmissibili che con noi demoliscono la legge 40; <br />
dei ricercatori che sfidano il divieto alla finanziabilità della ricerca sulle staminali embrionali; <br />
dei disabili che abbattono barriere architettoniche.
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Diverse persone chiamano l’Associazione per chiedere l’eutanasia, e noi cerchiamo di aiutarli. Ci sono laboratori di ricerca internazionali pronti a ricevere gli embrioni che marciscono nei centri di fecondazione, e noi li stiamo inviando. Sono aperti molti fronti - dalla cannabis terapeutica alla “vita indipendente”- e devono stare aperti tutti insieme, perché non sappiamo quale sarà la nostra prossima incursione, cioè quale dei nostri obiettivi raggiungerà la gente.
<p>Dobbiamo restare pronti, cercando di iscrivere anche solo una persona in più per il 2011, perché da lì arrivano le risorse minime indispensabili. Ed è importante fare tesoro di queste pagine clandestine, rappresentazione unica in Italia delle nuove libertà possibili.
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*<i>Questo editoriale apparirà sul numero di dicembre dell'agenda Coscioni</i>
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Eutanasia: in fila dietro Vespa, ecco i falsari pro-tortura. E intanto il governo non rinnova i livelli essenziali di assistenza2010-11-27T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548350<br />
Bruno Vespa annuncia di voler dedicare una puntata ai malati-che-vogliono-vivere. Non è una novità. Partecipai io stesso a un Porta a un Porta dove per i primi 40 minuti Vespa trasmise un servizio dedicato a storie di umanità e dignità davvero splendida, ma esplicitamente usate da Vespa stesso per ingannare i telespettatori inducendo la falsa nozione in base alla quale ci sarebbe qualcuno -indovinate chi- per le quali quelle vite non sono degne di essere vissute. A “dibattere”, dopo la mezzanotte e senza ascolti, erano lasciati “i politici”. <br />
Dopo l'una di notte, fu data la parola a Paolo Ravasin e al suo videotestamento clandestino.
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Adesso, per il giochino sporco e in malafede de “i-malati-che vogliono-vivere contro i-malati-che-vogliono-morire” ecco che si è fatta la fila: dietro a Vespa e Tg2 dossier, in coda ci sono già Domenica-in, Sgarbi e la nutrita schiera dei falsari di regime, impegnati a manipolare casi drammatici utilizzandoli per imporre una tortura a chi non la vuole, negando quella libertà e responabilità di scelta così fondamentale tanto a chi vuole lottare contro la malattia quanto a chi desidera di interrompere un'agonia divenuta insopportabile.
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I campioni della disinformazione e della censura si ergono oggi a paladini della libertà, come se fosse stato per colpa di Piero Welby o Eluana Englaro -e non dei loro protetti e protettori dei Palazzi Romani e Vaticani- che si impedisce da 10 anni che sia aggiornato l'elenco delle strumentazioni rimborsabili per le persone disabili, o che si approvino finalmente i livelli essenziali di assistenza. Tremonti, Sacconi, Fazio e Roccella potrebbero spiegare loro che per i-malati-che-vogliono-vivere è più facile trovare trasmissioni televisive che trovare una manciata di risorse in finanziaria.<br />
Internet: Annuncio di disobbedienza civile e Web Tv contro regolamento Agcom e legge Romani2010-11-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it548301<br /><a href="http://www.hackthegov.it"> www.hackthegov.it</a> - Ci auguriamo che l'Autorità Garante per le Comunicazione non confermi la volontà di introdurre nuova burocrazia, autorizzazioni e balzelli per chi, anche professionalmente e commercialmente, vuole fare informazione nuova in Italia tramite web tv o web radio.
<p>Se invece l'ottusità burocratica dovesse prevalere, annunciamo fin da ora che martedi' 30 novembre presso la sede del Partito Radicale, e tramite il sito<a href="http://www.hackthegov.it"> <b>www.hackthegov.it</b></a>, presenteremo la nostra piattaforma di Web TV che abbiamo intenzione di condurre in violazione del regolamento quando questo entrerà in vigore.
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Con questa iniziativa ci rivolgiamo all'Autorità per le Garanzie delle Comunicazioni riunita oggi per discutere le nuove norme. Ad essa diciamo che non è sufficiente creare la riserva indiana delle web tv o web radio amatoriali, ma è necessario un regolamento che nella sostanza rigetti il principio dell'equiparazione delle regole dell'industria radiotelevisiva italiana ad Internet.
<p> La forza della rete è sempre stata quella di rappresentare innovazione, anche nel campo dell'informazione professionale, senza la necessità di chiedere autorizzazioni, pur nel rispetto delle leggi. Conosciamo purtroppo molto bene quale sarà la fine del web se esso verrà assoggettato alle stesse regole che hanno portato all'attuale disastro del sistema radiotelevisivo italiano.
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<i>Dichiarazione di Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale e Marco Cappato, presidente di Agorà Digitale</i><br />