Openpolis - LE ULTIME DICHIARAZIONI DI Livia TURCOhttps://www.openpolis.it/2011-07-12T00:00:00ZBiotestamento: "Amarezza e preoccupazione per questa legge. Faremo di tutto per fermarla"2011-07-12T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589991<br />
"Esprimiamo con amarezza e preoccupazione il no a questa legge", ha detto Livia Turco, "c'è stato un totale diniego a ogni forma di confronto. Il vostro arroccamento è segno di arroganza e anche di debolezza, avete chiarito che non vi interessano le Dat ma solo impedire in ogni caso la nutrizione delle persone in stato vegetativo tranne che siano terminali".
<p> Come Pd, ha insistito l'ex ministro, "siamo contrari a un impianto culturale, al pessimismo che lo pervade, come se l'Italia fosse in preda a una deriva eutanasica".
Questa legge, ha sottolineato, "potrebbe essere definita la legge dei divieti e vi assumete la responsabilità di continuare a lacerare il Paese, mettete in difficoltà i medici che allontanate dalla sofferenza di tante persone. Faremo di tutto per fermarla".<br />
Biotestamento: “Legge tutta da riscrivere” - INTERVISTA2011-05-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it589886<br />
<i>“Chiediamo un testo nuovo, ispirato al ‘diritto mite’. Perché lo Stato non deve intromettersi nel fine vita”. Così l’ex ministro della Salute, intervistata da www.quotidianosanita.it, che assicura che sarà questa la posizione che il Partito Democratico porterà in Aula alla ripresa del dibattito sul biotestamento all’indomani delle amministrative di metà maggio. E sulle divisioni interne al partito: “Non esiste alcuna spaccatura nel Pd. Esiste pluralità di opinioni e libertà di coscienza”</i>.
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<b>Onorevole Turco, cosa ne pensa dell’accelerazione imposta alla discussione del ddl sul biotestamento, per la quale si è speso anche Berlusconi con una lettera inviata ai singoli parlamentari del Pdl invitandoli a sostenere la legge?</b>
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L’aspetto smaccatamente elettoralista l’ha evidenziato il centrodestra stesso. <br />
Abbiamo assistito a una vera beffa, dove da una parte si è insistito per discutere il ddl e dall’altra se ne è chiesto l’immediato blocco per rinviare il testo alla commissione Bilancio. La verità è che l’orologio che anima questa legge è quello della convenienza politica. Non credo sia un caso se l’avvio dell’esame è stato calendarizzato in coincidenza con l’appuntamento elettorale per le amministrative di metà maggio. Come fu fatto con la RU486 nella precedente tornata elettorale per le regionali, la Maggioranza sta cercando di strumentalizzare il testamento biologico per raccogliere voti.
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<b>Secondo lei, dunque, la Maggioranza non ha una reale volontà di arrivare a una legge?</b>
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L’intento è quello di avere un’arma in più da giocarsi nella campagna elettorale. Sia in queste settimane precedenti il voto del 15 e 16 maggio, che dopo, quando il dibattito parlamentare coinciderà con i ballottaggi. La Maggioranza ha bisogno evidentemente di uno scalpo elettorale da giocare, soprattutto a Milano, ma anche in altre realtà.
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<b>Qual è il punto del ddl che ha richiesto il parere della commissione Bilancio?</b>
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Come sempre il centrodestra parla con grande facilità delle politiche di sostegno alle persone, ma quando si tratta di passare dalle parole ai fatti, scopre il suo vero volto. Nello specifico, l’articolo 5 del ddl sul testamento biologico prevede il miglioramento dell’assistenza alle persone in stato vegetativo. Si tratta di un nostro emendamento, che la Maggioranza non poteva rifiutare, ma è evidente che questo ha un costo e non può avvenire, come la Maggioranza pretende, “senza maggiori oneri per lo Stato”.
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<b>Quali sono gli aspetti del ddl più critici?</b>
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È l’impianto stesso della legge a non essere condivisibile, perché nega le volontà del paziente affermando che le Dat hanno un puro valore orientativo sia per il medico che per i familiari e il fiduciario. Negando la volontà del paziente si nega anche la relazione di fiducia tra medico e paziente mentre, come è scritto nel Codice deontologico dei medici e come dalla comunità medica è stato più volte ribadito, l’alleanza terapeutica alla base del testamento biologico si fonda essenzialmente sulla capacità di ascolto e sulla relazione con il paziente.
Nel ddl, inoltre, da una parte si esalta la funzione dei medici ma dall’altra si tira in ballo il codice penale perché si teme che i medici compiano atti di eutanasia. È insito un profondo sospetto nei confronti dei medici, ignorando che tutta la deontologia medica è orientata a promuovere la salute e non certo a danneggiarla.<br />
Non condividiamo, poi, la decisione di escludere dalle Dat sempre e comunque la nutrizione e l’alimentazione artificiale, salvo non risultino più efficaci nel fornire al paziente i fattori nutrizionali necessari alle funzioni fisiologiche essenziali del corpo. Secondo noi anche questi due elementi devono costituire materia di Dichiarazione anticipata di trattamento.
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Sarà una battaglia che condurrete emendamento dopo emendamento?</b>
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Abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti che configura una proposta alternativa, a partire dalla richiesta di sopprimere l’intera legge per arrivare a un solo articolo che indichi i principi e i valori su cui impostare una legge in materia.<br />
Chiediamo un testo nuovo, ispirato al cosiddetto “diritto mite”, cioè a una legislazione che non sia intrusiva ma di indirizzo e non ponga divieti ed ostacoli. Perché lo Stato non deve intromettersi nel fine vita e nella vita privata delle persone. Tanto meno decidere.
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<b>Una legge mite non rischia di creare un’incertezza che potrebbe inasprire il rapporto tra medico e paziente e quindi portare la risoluzione dei singoli casi in tribunale?</b>
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Esattamente il contrario. Una legge mite è una legge che proprio perché non si intromette nella vita delle persone e non dice al medico cosa deve o non deve fare, apre un importante spazio alla relazione di fiducia medico-pazienti-familiari. È in quello spazio che si troverà soluzione, caso per caso. Perché quel che deve accadermi non lo deve decidere una legge. Né un giudice. Ma sarà deciso sulla base delle mie volontà e dell’alleanza tra i soggetti coinvolti. Partendo da un presupposto: la volontà del paziente non può essere solo tenuta in conto, come dice il ddl del centrodestra. Le volontà del paziente devono essere impegnative per il medico, per i familiari, per il fiduciario. Ma questo non vuol dire neanche che devono essere rigidamente vincolanti per il medico. Nessuno intende estromettere la scienza e la coscienza del medico. Una volontà “impegnativa” si realizza nella relazione di fiducia tra tutte le parti.
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<b>Nella scorsa seduta dell’Aula abbiamo assistito a una spaccatura all’interno del Pd, con alcuni esponenti che non hanno votato le pregiudiziali di costituzionalità. Crede che alla fine il Pd riuscirà a trovare una posizione compatta per il voto sul ddl?</b>
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Non esiste alcuna spaccatura nel Pd. Esiste pluralità di opinioni e libertà di coscienza. All’interno di questa libertà c’è, però, una posizione prevalente elaborata nel corso di un lungo periodo e di un profondo confronto.<br />
Il testamento biologico è stato oggetto di grande discussione e cura da parte del Partito Democratico, dove è si praticata quell’idea di confronto, di mediazione e di reciproco ascolto che ha portato alla costruzione di una posizione più avanzata. Parlare di “diritto mite”, di “relazione di fiducia tra medico e paziente”, usare il termine “impegnativo”, testimonia la volontà di compiere un passo avanti rispetto a impostazioni radicate in una certa tradizione della sinistra e da un lato e del cattolicesimo dall’altro. È una posizione innovativa sostenuta da una maggioranza nettamente prevalente nel Partito.<br />
Il Pd, poi, non è un partito in cui il leader impone posizioni e scrive lettere alla vigilia delle elezioni, per cui continuerà ad esserci la libera espressione da parte di tutti anche se è evidente che le posizioni non si esprimono solo a parole, ma anche con il voto. Credo, tuttavia, che alla fine il Pd troverà una posizione prevalente anche nel voto.<br />
«Vergognosa e inconcepibile la maniera con cui il governo sta gestendo la situazione a Lampedusa» 2011-03-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559420<br />
''A Lampedusa c'e' una emergenza umanitaria. E' uno scandalo il modo in cui sono stati trattati immigrati e lampedusani''. Lo dichiara Livia Turco commentando la decisone di Maroni di applicare la Bossi-Fini ai profughi giunti a Lampedusa.
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''Nel '96-'98 quando Giorgio Napolitano era ministro dell'Interno, - ricorda Turco - giunsero oltre 5000 tunisini che furono accolti in maniera civile. Segui' l'accordo firmato con la Tunisia che permise di rimpatriare queste persone. Allora, vi era la precisa volonta' politica di fronteggiare il dramma in corso e di risparmiare disagi e sofferenze a residenti e immigranti. Ora si gioca per motivi propagandistici al tanto peggio tanto meglio. E' vergognoso e inconcepibile la maniera con cui il governo sta gestendo la situazione a Lampedusa. E' assurdo che Maroni convochi le Regioni per un ipotetico esodo di 50 000 profughi libici quando invece i 6000 tunisini giunti a Lampedusa vengono trattati in modo ignobile''.
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''Noi ringraziamo i cittadini di Lampedusa che in questa vicenda si sono dovuti sostituire allo Stato. Li ringraziamo e ci uniamo a loro per questo esempio di solidarieta'. Il governo - conclude Turco - ci deve dire cosa intende fare con queste persone, dove saranno mandati e come pensa di rimpatriarli se non viene rinegoziato l'accordo di riammissione con la Tunisia''.<br />
Il Governo è incapace di gestire l'emergenza a Lampedusa2011-03-19T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it559167<br />
''Il Ministro Maroni si e' prodigato in una enorme quantita' di anatemi ed appelli, ha profuso una montagna di dichiarazioni, ma di fatto lascia implodere Lampedusa e la Sicilia''.
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Ad affermarlo e' Livia Turco, responsabile immigrazione del Pd, che aggiunge: ''Aveva promesso un piano straordinario, aveva detto di avere fatto un monitoraggio della flotta disponibile oltre ai centri di accoglienza, ha anche ottenuto la disponibilita' del presidente della regione Emilia Romagna Vasco Errani. Di fatto tutto rimane sulle spalle della Sicilia e del Mezzogiorno''.
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''Abbiamo piu' volte detto che serve un piano straordinario -sottolinea la Turco- che si occupi dell'emergenza con mezzi adeguati e concreti, basta parole, la Sicilia aspetta che queste si tramutino in atti concreti.
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Il ministro degli Interni non puo' pensare di risolvere, scaricando su Mineo, la soluzione dell'urgenza immigrazione.
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Si deve intervenire subito, predisponendo centri di accoglienza anche al Nord, e' necessario potenziare il ponte aereo e usare le navi militari per accogliere chi non trova piu' spazio in Sicilia''.<br />
«Noi siamo contro i Cie» - Link al video2011-03-05T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it558893<br />
«Contro l'emergenza immigrazione e il sovraffollamento carcerario, ribadisco la nostra assoluta indisponibilità e contrarietà ai Cie, Centri espulsione immigrati clandestini, strutture di restrizione. E chi dice che sono stati anticipati dal centro-sinistra, non sa di che parla. Noi abbiamo introdotto una legge organica sull'immigrazione con tanto di risorse. Il governo Prodi fu il primo e l'unico che ha preso di petto il problema dell'immigrazione al di fuori dell'emergenza».
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<a href="http://www.partitodemocraticoveneto.org/dett_moovie2.asp?ID_evento=139&ID=939"><b>L'intervento di Livia Turco > Link al video</b></a>
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«La 194 va applicata non interpretata» 2011-01-03T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it549425<br />
«Il Tar ha ragione, non si possono mettere sotto tutela le donne e la loro libertà di scelta»
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Per fortuna che in questo Paese c'è chi sa interpretare ancora le leggi». Livia Turco, parlamentare del Pd e membro della Commissione Affari sociali di Montecitorio non nasconde la propria soddisfazione per le tesi adottate dal Tribunale amministrativo regionale contro le linee guida della Regione Lombardia sull'aborto.
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«La 194 - spiega Livia Turco - non ha necessità di essere interpretata ma va solo applicata. Ricordo che da ministro della Salute proposi un atto di indirizzo in Conferenza Stato-Regioni proprio finalizzato a favorire al meglio l'applicazione della legge 194, ma in quella circostanza Roberto Formigoni si oppose e non se ne fece nulla. In quell'occasione - ricorda l'ex ministro - prevalse lo scontro ideologico e quindi quelle linee guida furono vanificate.
<p>Oggi il Tar rimette finalmente ordine dimostrando che non si possono mettere sotto tutela le donne e la loro libertà di scelta sulla falsa idea, smentita dai fatti, che possano essere inclini all'aborto». <br />
«ll premier è cattolico solo quando gli fa comodo» - INTERVISTA2010-08-31T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it505271<br />
«Mi stupisce che Silvio Berlusconi si dimentichi che siamo un
paese cattolico quando c'è Gheddafi mentre all'opposizione lo ricorda a ogni piè sospinto...».
<p>Non usa mezze misure l'ex ministro della Sanità Livia Turco per commentare la visita del leader libico e il suo tentativo di convertire le 200 ragazze presenti alla lezione di Corano.
<p>L'Europa deve diventare musulmana ha detto Gheddafi. <br />
L'Europa deve diventare un paese che accoglie tutte le religioni risponde la Turco.
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<b>Onorevole, come giudica l'ospitalità offerta a Gheddafi da parte del governo italiano?</b>
<p> Quando viene in visita un capo di Stato, si ha il dovere dell'ospitalità. Ma qui c'è una mancanza di rispetto.
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<b>Da parte di chi?</b>
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Sicuramente del leader libico che non rispetta il nostro paese. Ma anche da parte di chi accondiscende a questo pietoso spettacolino. Capisco la diplomazia, le relazioni, ma questo è folklore. Una carnevalata con due aspetti gravi.
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<b>Quali?</b>
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Il trattamento delle donne e l'irrisione dell'islam. Non è certo questo il modo di promuovere l'amicizia tra popoli e religioni. Questo significa ridicolizzare non
“fare da ponte".
<p><b>Lei è una cattolica praticante. Come si sente quando Gheddafi dice davanti a 200 ragazze di volere un Europa musulmana?</b>
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Soprattutto presa in giro. Perchè io da cattolica rispetto gli altri e voglio un Europa che accolga tutte le religioni. Mi stupisce che Silvio Berlusconi si dimentichi che siamo un paese cattolico quando c'è Gheddafi mentre all'opposizione lo ricorda a ogni piè sospinto. Critica continuamente il relativismo etico. E allora questo cos'è?
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<b>Nel governo ci sono anche molti esponenti che si scagliano contro la costruzione delle moschee e la presenza di musulmani in Italia.</b>
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Mi domando come una carnevalata del genere possa avvenire in un paese come il nostro. Perchè non pensano alla libertà religiosa e alla tolleranza durante il resto dell'anno? Si consente questa mancanza di rispetto e poi si eludono problemi più gravi.
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<b>Per esempio?</b>
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Per esempio dovrebbero chiarirci la questione degli accordi economici. Per non parlare dei diritti umani.
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<b>A proposito di questo, la scorsa settimana la Federazione della stampa italiana ha sollevato la questione dei visti negati ai giornalisti che non possono accertare le
condizioni del migranti chiusi nei centri di detenzione.</b>
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Mi sarei aspettata che il governo aprisse un dossier sulla piena applicazione del trattato ed esigesse delle risposte sul rispetto dei diritti umani. Perchè il premier
non chiede a Gheddafi perchè non firma la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e nega l'apertura di una sede dell'Alto commissariato dell'Onu? Queste sono cose
sulle quali non si può non discutere.
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<b>Però il trattato è stato ratificato anche con i voti del Partito democratico.</b>
<b>Non avete pensato di chiedere maggiori garanzie sui diritti umani e sulle questioni economiche?</b>
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Con quel trattato si dovevano rendere piu vincolanti le condizioni di legame tra i due paesi. Dobbiamo esigere l'attivazione di politiche di cooperazione previste
in quell'accordo con i paesi da cui provengono i flussi migratori. Invece abbiamo di fronte un trattato inadempiente.
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<b>Con un paese, e non era un mistero, poco incline ai compromessi.</b>
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Se il governo libico ha sospeso il diritto d'asilo, e vuole applicare questo metodo, noi abbiamo il dovere
di chiedere il conto a Gheddafi. Altro che folklore e carnevalate.
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Tre riforme da difendere. Anzi, da ampliare2008-12-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it382706<br />
Basaglia, aborto e servizio sanitario<br /><br />
L’anno che si chiude, questo difficile 2008,
porta via con sé tre compleanni importanti.
I trent’anni di tre leggi che hanno cambiato
la vita delle persone e del nostro Paese.<br />
Il 10 maggio 1978 veniva approvata la
legge 180 che prevede la chiusura dei manicomi e la
presa in carico da parte dei servizi pubblici e della
comunità delle persone con disturbi psichici a partire
dal riconoscimento della loro dignità. Il 18 maggio
1978 la legge 194 che tutela la maternità, previene e
regolamenta l’aborto. Il 23 dicembre 1978 la legge
833 istitutiva del servizio sanitario nazionale. Passare
dall’aborto clandestino e dalle mammane alle strutture
ospedaliere e al consultorio; dal carcere per chi
abortiva alla libertà di scelta verso la propria sessualità;<br />
dalla contenzione e dagli elettroshock alla comunità
che si prende cura; dalle mutue e dal medico condotto
al medico di famiglia e all’ospedale per tutti e
alla prevenzione della malattia, realizzare questo passaggio
è stato un cambio di civiltà.<br />
Dobbiamo esserne
consapevoli ed avere anche l’orgoglio di queste conquiste
per preservarle e migliorarle. Riforme che hanno fatto
bene al Paese perché lo hanno reso più moderno,
più solidale, più umano. Riforme frutto di grandi
battaglie sociali. Riforme del dialogo tra le grandi forze
politiche popolari come la Dc, il Pci, il Psi.<br />
Dell’impegno
di grandi donne come Tina Anselmi e Giglia
Tedesco. Dell’iniziativa dei Radicali. <br />
Tre riforme, tutte
nel 1978. Nell’anno del brutale attacco terroristico,
dell’uccisione di Aldo Moroe del Governo di Solidarietà
Nazionale. Riforme che sono state possibili grazie
ad un Parlamento autorevole, che ascoltava e che era
ascoltato. <br />
Ad una forma della democrazia basata sulla
centralità del Parlamento, sul dialogo tra le forze
politiche e sul rapporto tra partecipazione sociale ed
istituzioni. <br />
Tali riforme, inoltre, sono portatrici di un
inedito universalismo solidale, capace di riconoscere
e tutelare la dignità della persona. I dati e i fatti confermano
il successo delle tre riforme. La nostra sanità,
che va migliorata, è leader in Europa e nel mondo. Si
è dimezzato il ricorso all’aborto. Molte persone hanno
dimenticato i manicomi e si sono anche inseriti nel
lavoro. <br />
Oggi l’universalismo solidale e la società che
si prende cura si trovano di fronte alle sfide di un mondo
globale e diseguale. Oggi c’è ancora più bisogno di
equità, perché la povertà genera la malattia e la morte
precoce; di solidarietà per combattere la solitudine e
l’abbandono delle persone fragili e malate e delle loro
famiglie; di competenza femminile per rendere più
umana la nostra vita.<br />
Oggi c’è ancora più bisogno di
istituzioni forti ed efficaci, di partiti capaci di promuovere
il “noi”. Di una politica solidale per una società
solidale. Discuteremo di ciò nel Convegno “Le riforme della
speranza” domani a Roma (cinema Capranica)<br />
«E adesso non si torni al "ma anche". Dialogo con tutte le opposizioni» - INTERVISTA2008-10-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it381803<br />
«Dopo la manifestazione di sabato, non si torni al "ma anche". Non ci possiamo più permettere oscillazioni». Per Livia Turco il Pd deve ripartire dalla piazza che è riuscito a radunare il 25 ottobre al Circo Massimo. Una piazza «inedita» di questi tempi, osserva la deputata democratica, membro del comitato di presidenza di "Red", l'associazione pensata da Massimo D'Alema. Una mobilitazione che dice di quanta gente «non accetti i dictat del centrodestra» e che forse dà ragione ai dalemiani, da sempre sponsor del dialogo con le altre forze di opposizione, fuori e dentro il Parlamento, e critici della linea isolazionista di Veltroni.<br />
<b>«Ora tutte le opposizioni, dentro e fuori le Camere, devono unirsi», lo dice anche Dario Franceschini.</b><br />
Meno male, sono d'accordo e considero importante questa affermazione di Franceschini, non scontata. Bisogna riprendere un forte rapporto con la società italiana, rimasta attonita per la nostra sconfitta elettorale, ma non interamente risucchiata dalla propaganda del governo su sicurezza, paura, autorità. C'è un'Italia che sta male, che vuole essere ascoltata, che ha ancora pensieri per valori come la democrazia. Ammetto che fino a due mesi fa mi chiedevo se fossi sprofondata in un altro Paese, non mi riconoscevo in questa Italia, non mi pareva possibile... Adesso dico che dalla piazza di sabato emerge che c'è una parte di Italia che non ci sta alla propaganda di Berlusconi, all'idea dell'ordine...<br />
<b>
Quanto è stata aiutata quella piazza dalle contestazioni degli studenti e dalla scelta del premier di alzare i toni minacciando l'uso della forza contro le occupazioni?</b><br />
La manifestazione è stata comunque preparata con iniziative e strumenti nuovi di partecipazione, internet...<br />
<b>Certo, ma anche D'Alema riconosce che le ultime dichiarazioni di Berlusconi hanno "aiutato"...</b><br />
Un clima sociale più vivace aiuta, un maggiore scontro politico rende molto più attuale la manifestazione. Sull'immigrazione, il governo ha proprio esagerato, pensando alle classi separate per gli extracomunitari... Una cosa inammissibile che ha turbato la gente. E poi la questione scuola, i tagli all'istruzione e alla ricerca...<br />
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La fetta di società che "non ci sta" vira innegabilmente a sinistra. Se n'è accorto persino Veltroni, anche prima di sabato. A sentirlo parlare ora contro le classi differenziali per gli immigrati, fai fatica a ricordarti di quando il Pd varava gli "editti" contro i lavavetri, com'è successo a Firenze. Che strada imboccherà ora il partito dei democratici? Rivede davvero molte delle sue scelte passate?</b><br />
La manifestazione è stata un evento fondativo: inedita, con una mescolanza di bandiere che dice di un soggetto nuovo che non è nè Ds, nè Margherita. Certo, una manifestazione non basta. Bisogna lavorare alla costruzione di una cultura politica. Dobbiamo essere interlocutori dei movimenti con un profilo di governo, ma questo significa che dobbiamo deciderci, dobbiamo decidere se il diritto di voto agli immigrati, la loro integrazione sia un'idea riformista o estremista. Io penso che sia riformista, che non abbia senso dover scegliere tra sicurezza e legalità, da una parte, e integrazione e solidarietà, dall'altra. Sono idee che non vanno contrapposte. Le persone devono potersi sentire sicure, ma per ottenere questo risultato bisogna favorire l'integrazione. Questo concetto va affermato una volta per tutte, senza tornare al "ma anche", senza oscillazioni che non possiamo più permetterci.<br />
<b>Un ragionamento che può applicarsi anche alla crisi finanziaria globale. Lo dico citando una frase scelta dall'Unità per l'apertura di oggi (ieri per chi legge): "Con il tipo di capitalismo ereditato dalla Seconda Guerra mondiale non andiamo lontano. Un capitalismo senza quadro etico è nemico del genere umano. Bisogna chiedere scusa a Marx: aveva visto giusto". La citazione è del cardinale Reinhard Marx, fa ridere che sia pure omonimo...</b><br />
E' evidente che il mercato abbia bisogno di regole, di soggetti pubblici che controllino, di politiche pubbliche per il sostegno allo sviluppo. Oggi sostenere salari e stipendi è la condizione per rimettere in moto lo sviluppo.<br />
<b>Come costruire ponti con il resto dell'opposizione, con la sinistra extraparlamentare? E' alquanto frantumata. Possibile dialogare con tutti?</b><br />
Confronto e azione comune sui problemi concreti. Faccio l'esempio dell'Ilva di Taranto.<br />
<b>L'acciaieria più grande d'Europa, nell'occhio del ciclone per la produzione di diossina. Il governatore pugliese Vendola pensa ad una legge regionale per imporre la riduzione delle emissioni dannose, il Pd in Parlamento prepara interrogazioni contro la ministra Prestigiacomo e il governo che sembrano stare dalla parte di Riva, il patron dell'Ilva...</b><br />
Esattamente. E' una questione concreta che riguarda l'ambiente e la salute dei cittadini. Con il resto dell'opposizione dobbiamo costruire luoghi comuni di discussione. Sto lavorando, per esempio, ad un'iniziativa di "Red" sui "30 anni di tre grandi riforme", per il 5 dicembre. L'intento è quello di invitare anche esponenti della sinistra extraparlamentare. E' importante avere luoghi in cui si riprenda il filo di una discussione non scontata. Di errori ne abbiamo fatti, ma non dobbiamo disperdere l'aspetto positivo del governo di centrosinistra: ha comunque dimostrato che anche la sinistra può e deve partecipare al governo del paese, è un'idea alla quale non rinuncio, è il modo per contrastare una democrazia decisionista che svuota il Parlamento e riduce il perimetro delle forze politiche riconosciute, coinvolte. Ciò è inaccettabile, è lo svuotamento della democrazia stessa. La sinistra radicale può dare un contributo importante alla qualità della nostra democrazia. Per questo, dico che Ferrero sbaglia a ricostruire una battaglia di opposizione identitaria e rinunciando alla prospettiva di governo. Siamo stati sconfitti ed è ovvio che quella prospettiva deve essere ricostruita su nuove basi, ma rinunciarvi aprioristicamente è sbagliato.
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Povertà senza freni2008-10-17T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375729<br />
Il recente rapporto Caritas sulla povertà ci dice che accanto ai sette milioni e mezzo d’italiani che vivono al di sotto della soglia di povertà relativa ce ne sono altrettanti che si trovano appena sopra e che quindi facilmente potrebbero trovarsi nella condizione d'indigenza. Gli italiani “coinvolti” nel fenomeno povertà sono circa 15 milioni.
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Questi dati ci confermano quanto è urgente una politica contro la povertà e la disuguaglianza sociale. Il Parlamento ne ha recentemente discusso grazie a una mozione parlamentare presentata dal Partito Democratico.<br />
Anche se il tema avrebbe meritato un dibattito ben più ampio e attento è stato importante che tutte la forze politiche ed il governo siano state costrette a confrontarsi con le proposte dell’opposizione e che ne abbiano accolte alcune.
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Il rapporto Caritas conferma che per combattere le povertà non bastano singole misure ma è necessario un programma integrato di interventi che affronti le diverse cause che producono la povertà e le diverse forme che essa assume. Un programma di contrasto delle povertà deve innanzi tutto prevenirle attraverso la promozione della occupazione, dell’occupazione femminile in particolare,la promozione dei servizi sociali e socio sanitari, la formazione, un'adeguata politica dei redditi, la promozione del diritto alla salute, attraverso il potenziamento della sanità pubblica e l’attivazione di politiche mirate verso i gruppi sociali più vulnerabili.<br /><br />
Un programma per contrastare le povertà è il cuore di una politica sociale attiva che voglia valorizzare tutte le capacità delle persone, combattere l'assistenzialismo ma anche l’abbandono attraverso la promozione di una cittadinanza attiva.<br />
Un programma per contrastare le povertà è dunque il cuore di quel welfare delle capacità di cui parla Amartyia Sen che non a caso definisce la povertà come il fallimento delle capacita umane.
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Bisogna innanzi tutto dotare il nostro Paese di una rete di servizi sociali e socio sanitari che, insieme ai servizi per l’impiego e alle istituzioni scolastiche siano di sostegno e accompagnamento delle persone fragili per impedire che la fragilità si traduca in marginalità sociale e per inserire ciascuna persona nel lavoro e nel circuito delle relazioni sociali. Una rete integrata di servizi sociali che sia anche capace di sostenere le relazioni familiari e le responsabilità genitoriali nella loro quotidianità.<br />
Per questo è fondamentale dotare di adeguate risorse il fondo nazionale per le politiche sociali e definire finalmente il livelli essenziali delle prestazioni sociali. Questo governo invece nella finanziaria ha falcidiato sia il fondo per le politiche sociali che il fondo per le famiglia, ha ridotto di 5 miliardi il fondo sanitario nazionale per il prossimo triennio e, ultimo colpo di mano ha cancellato le risorse già stanziate dal centro sinistra, (1 miliardo e 200 milioni sul 2008 e neanche un euro per gli anni successivi) per ammodernare gli ospedali, metterli in sicurezza, per promuovere le case della salute e i servizi territoriali.
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I livelli essenziali delle prestazioni sociali per quanto riguarda la lotta alla povertà dovrebbero prevedere in modo uniforme sul territorio nazionale sia risorse adeguate per il mantenimento della persona sia opportunità per l’inserimento sociale. Questo al fine di assicurare ad ogni famiglia, che non disponga di un reddito superiore alla soglia di povertà la possibilità di esigere un erogazione monetaria transitoria di integrazione del proprio reddito, un reddito di solidarietà attiva da conseguire attraverso un imposta negativa, che potrebbe sostituire i trasferimenti monetari elargiti a livello locale. Questi ultimi potrebbero essere impegnati per incrementare la rete integrata dei servizi.<br />
Il reddito di solidarietà attiva dovrebbe accompagnarsi a misure di inserimento sociale e lavorativo da articolarsi in una serie di azioni quali la fuoriuscita sia da situazioni di illegalità, percorsi di superamento dalle dipendenze, completamento dell’istruzione scolastica e professionale, assunzione di oneri di cura familiare, percorsi di inserimento lavorativo. <br />
L’Italia è l’unico Paese in Europa insieme alla Grecia e all’Ungheria che non ha una misura universalistica di integrazione al reddito per le persone che, per qualsiasi ragione, si trovano al di sotto della soglia di povertà. L’introduzione di un reddito di solidarietà attiva cosi come era stato sperimentato dal primo Governo Prodi costituisce una misura urgente sia per aiutare chi è gia in condizione di povertà sia per prevenire lo scivolamento nelle povertà, che secondo il rapporto delle Caritas riguarda quasi 15 milioni di persone.<br /><br />
Per prevenire il cosiddetto scivolamento nella povertà dei cittadini presenti nella “fascia di vulnerabilità” sarà necessario creare un “punto unico di accesso” alla rete integrata dei servizi per consentire la presa in carico della persona, accompagnandola nell’utilizzo appropriato dei servizi e delle prestazioni sociali. Sarà inoltre necessario sostenere l’occupazione, sostenere gli affitti ed interessi passivi sulla prima casa anche attraverso l’istituzione di un fondo per l’affitto da destinare in particolare ai giovani, sollevare dall’indebitamento, promuovere il microcredito ed il prestito d’onore, potenziare l’assistenza domiciliare agli anziani, promuovere con gli Enti locali il mutuo aiuto fra le famiglie.<br />
In Italia, a differenza del resto dell’Europa, la povertà riguarda in modo particolare i minori. Secondo l’Istat, gli individui con meno di 18 anni che vivono in famiglie relativamente povere sono 1 milione e 728 mila (il 17,1 per cento). Il 72 per cento dei minori poveri vive nel Mezzogiorno, dove risiede “solamente” il 40 per cento del totale dei minori; al contrario, nel nord dove risiede il 42 per cento dei minori, vive appena il 16,5 per cento dei minori poveri. Particolarmente critica e in peggioramento nel corso degli anni, è la situazione delle famiglie con tre o più minori,che sono povere nel 30,2 per cento dei casi. Sono necessari quindi interventi per contrastare le povertà minorile e bloccare la trasmissione intergenerazionale della povertà attraverso un adeguato sostegno al reddito delle famiglie, con la promozione dell’occupazione e misure economiche quali al dote fiscale per i figli e lo sviluppo di una rete dei servizi socio educativi per la prima infanzia a partire dal rifinanziamento della legge n. 285.<br /><br />
Vi sono inoltre le forme di povertà estreme che producono anche marginalità sociali e che in genere sono prese in carico da uno straordinario volontariato. Ma è doveroso un intervento pubblico che le sostenga attraverso la creazione di un fondo nazionale per il contrasto della grave emarginazione, rifinanziando l’articolo 28 della legge 328 sui servizi sociali, con l’obbiettivo di implementare il sistema dei servizi dedicati all’accoglienza, all’accompagnamento ed alla protezione delle persone in grave emarginazione, di contrastare il disagio nelle periferie urbane e di migliorare il percorso e l’accoglienza umanitaria dei migranti alle frontiere, soprattutto marittime.<br />
La lotta alle povertà ha bisogno di un’azione integrata costante e rigorosa. Ha bisogno che siano di volta in volta valutati i risultati che consegue. Per questo è necessario che il Governo ogni anno promuova una tavola rotonda sull’inclusione sociale, analoga a quella europea, con il coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali e gli attori sociali. Una vita dignitosa per tutti è obiettivo irrinunciabile per un Paese civile.
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«Il testamento biologico? Prima le cure palliative»2008-10-08T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it375106<br />
«Non vorrei scandalizzare nessuno ma credo che sia più importante che tutti possano avere cure palliative e non essere soffocati dal dolore che non decidere in anticipo su idratazione e nutrizione». E invece qualcuno ascoltando Livia Turco forse si scandalizzerà. Il dibattito sul fine vita è infatti tornato incandescente ora che il Parlamento ha riaperto un dossier che, dopo due anni di scontri sul testamento biologico, sembrava convenisse a tutti lasciare chiuso. A costringere tutti a tornare ai posti di partenza è arrivato il caso di Eluana Englaro. Proprio oggi la Corte Costituzionale dovrebbe iniziare ad occuparsi del conflitto di attribuzione sollevato dal Parlamento contro la Cassazione. E sempre oggi a Milano il tribunale dovrebbe pronunciarsi sulla esecutività della pronuncia che autorizza l’interruzione della nutrizione della ragazza. Ma anche la politica si fa sentire. Ieri il ministro Sacconi ha parlato della necessità di una legge «leggera» sul testamento biologico mentre la sottosegretaria Roccella ribadiva che una legge si farà presto. <br /><br />
«Tante volte - spiega la Turco - mi ha colpito la solitudine delle persone vicine alla morte. E questa la più inaccettabile delle disuguaglianze tra le persone. Ed è una disuguaglianza che va accentuandosi». Ci sono anche considerazioni come questa dietro l’importanza che Livia Turco dà a quanto sta avvenendo alla Camera. Mentre in Senato sono iniziate da tempo le grandi manovre sul testamento biologico, alla Camera ci si muove per costruire l’altra colonna di una impalcatura che complessivamente dovrebbe regolare il fine vita: una legge sulle cure palliative e le terapie del dolore. ««L’aver incardinato questa legge è una cosa importante», premette la Turco che ne rivendica il merito all’opposizione. E spiega che tra i punti qualificanti delle proposte di legge sul tappeto - una a sua firma, un’altra a firma, manco a dirlo, di Paola Binetti - c’è «la promozione, tra i livelli essenziali di assistenza, degli interventi per la dignità del fine vita». Ciò significa, spiega ancora la Turco, «costruire un piano nazionale per le cure palliative, promuoverle nell’assistenza ospedaliera e domiciliare, semplificare la burocrazia che ora è infinita se si vuole prescrivere un farmaco antidolore. Infine, la misurazione del dolore nella cartella clinica deve diventare parte integrante della normale attività clinica». Tutto ciò perché «siamo gli ultimi in Europa», dice l’ex ministro, mentre «evitare il dolore deve diventare parte della cura e della assistenza».
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Nella scorsa legislatura «si sarebbe già potuta approvare una legge», dice la Turco che spiega di non dirlo «con spirito polemico» ma che «era più importante del testamento biologico». Ciò, però, non è avvenuto. Forse perché una riflessione seria è iniziata da poco ma «forse anche per la violenza dello scontro ideologico». «C’è sempre stato un accanimento su questi temi, ma così si è perso di vista un sano riformismo. Nel dibattito pubblico entra soltanto ciò su cui ci si divide, anche se non si tratta sempre dei temi più rilevanti». <br /><br />
Dunque, occorre una mediazione che la Turco ritiene si possa costruire anche sul testamento biologico o dichiarazioni anticipate di trattamento (Dat). È però importante, spiega, partire dal rapporto medico-paziente che deve essere basato sulla fiducia, così come centrale deve essere la figura del fiduciario al quale viene affidata la cura delle dichiarazioni anticipate. «È difficile dire in anticipo quali sono i trattamenti che si vorranno - spiega la Turco - ma si può dire che di una certa persona ci si fida e che può prendere decisioni». È questo, secondo l’ex ministro, anche un modo per ribadire e garantire per altra via l’attualità delle scelte "cristallizzate" nelle Dat che, in ogni caso, «non possono valere per sempre e vanno rinnovate». Ciò detto, «la mediazione si può trovare soltanto con l’aiuto della comunità medico-scientifica come quando si stabilirono i confini della morte cerebrale. Lo stesso deve accadere per lo stato di coma vegetativo permanente. Sciolto questo nodo, le altre questioni come quella sulla nutrizione sono facilmente risolvibili. Ma oggi c’è un vuoto della scienza e non si può certo chiedere alla politica ciò che non riesce a fare la scienza».
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Già, però nel frattempo la realtà non aspetta e alla fine a prendere decisioni è sempre più spesso la magistratura, come insegnano i casi Welby o Englaro. E in questo c’è una grande responsabilità della politica. «Vero risponde la Turco - come però è vero che tra la posizione "etica" della Binetti e quella "politica" di Marino è possibile una via di mezzo».
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«Inaccettabile una politica condizionata dai ricatti al premier» - Intervista2008-07-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it357482<br />
«Che l’agenda politica del nostro Paese debba essere sotto il ricatto della vita privata del premier lo trovo inaccettabile ma...».<br />
<b>Ma?</b><br />
«È inaudito anche che si parli di emergenza-intercettazioni solo per far passare il decreto legge». Livia Turco, ex ministro della Sanità e oggi deputato Pd, attacca il governo e la sua politica legislativa a colpi di dl ma, su presunti brogliacci ”privati” del Cavaliere che starebbero per essere pubblicati, avverte: «È un’anomalia che rischia di fare il gioco del premier a danno dei cittadini».<br />
<b> Eppure sembra che una stretta alle intercettazioni sia una priorità del Paese.</b><br />
«Guardi parlare di emergenza oltre ad essere inaudito denota anche una mancanza di rispetto nei confronti degli italiani. Una qualsiasi persona normale si accorge che i rovelli dei cittadini sono altri: redditi, pensioni e aumento del costo della vita. Non si azzardino, quindi, a parlare di decreto per le intercettazioni».<br />
<b>Sono già diversi i decreti tanto che Veltroni e Casini lamentano un esproprio delle funzioni parlamentari.</b> <br />
«Lo osservo seguendo i lavori della commissione Affari sociali di cui sono capogruppo per il mio partito. I cittadini devono sapere che il Parlamento è svuotato delle sue funzioni. Non ci sono precedenti nella storia del nostro Paese: c’è un’aula che legifera in via urgente materie come la sicurezza, che stravolge il nostro ordinamento in materia di giustizia, e sviluppo economico. E noi non abbiamo nemmeno il tempo di conoscere i provvedimenti. È inaccettabile: il Parlamento è un votificio, ingolfato di decreti, dove si è chiamati solo per ratificare senza discuterne. E quindi non inventiamoci un’emergenza per un altro dl».<br />
<b> E se, invece, si riparte dal ddl Mastella, come molti nel suo partito auspicano, può ripartire un dialogo?</b><br />
«Certamente, se ne potrebbe discutere. Su quel disegno c’era anche un’intesa con l’attuale maggioranza perché in quel testo si prevedeva una regolamentazione equa: tutela assoluta della privacy ma non a discapito delle indagini».<br />
<b> Quindi c’è stato un eccesso sulle intercettazioni?</b> <br />
«Il guardonismo, lo spiare nel buco della serratura ad un certo punto ha preso il sopravvento su tutto senza tutelare le persone. Abbiamo assistito un uso improprio delle intercettazioni e la materia deve essere affrontata ma con un dialogo parlamentare al di fuori di qualsiasi urgenza. Per ricostruire uno spirito civico del rispetto: la vita privata delle persone non può diventare oggetto di dibattito pubblico. E i brogliacci non dirimenti alle indagini devono essere distrutti». <br />
<b>Eppure dall’Idv si fa sapere che un politico non ha privacy e si cita, a proposito del premier, il caso Lewinsky.</b> <br />
«Occorre spirito di rispetto delle istituzioni e della politica. Ci manca solo il gossip sui politici: la vita privata è un’altra cosa da quella pubblica».<br />
<b> Allora non bisogna guardare nel buco della serratura del premier come invita a fare, invece, il partito di Di Pietro?</b> <br />
«Chi ha certe responsabilità è di più sotto i riflettori, certo, ma è inaccettabile che l’agenda politica del nostro Paese sia sotto il ricatto della vita privata di Berlusconi. Oggi siamo in uno stato di frenesia politico-istituzionale perché starebbero per diventare pubblici aspetti privati del Cavaliere che lo potrebbero mettere in imbarazzo: un’anomalia che non possiamo consentirci e rischia solo di fare il gioco del premier». <br />
"Con tutta la gente che ha salvato a Umberto darei il Nobel per la vita” - Intervista2008-02-25T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329246«Umberto Veronesi meriterebbe il premio Nobel per la vita, dopo tutte le persone che ha salvato dal cancro. È grave dichiarare che il documento della Federazione degli Ordini Medici è un falso, un'affermazione dettata forse dall'imbarazzo. Se la Chiesa ha fiducia in sé stessa abbia fiducia nel dialogo».
<b>Livia Turco commenta l'attacco frontale dell'Avvenire,</b> quotidiano della Conferenza Episcopale italiana, che ieri ha attaccato frontalmente la candidatura di Umberto Veronesi a capolista del PD in Lombardia e il documento approvato dalla Federazione degli Ordini dei Medici.__
<b>L'Avvenire parla dell'antropologia libertaria del prof Veronesi.</b>__
«Non so quale sia l'antropologia di Umberto Veronesi, ma so che ha salvato migliaia di vite, soprattutto di donne, ha dato impulso alla ricerca ottenendo risultati straordinari, è un punto di riferimento dell'oncologia in Italia ed all'estero. Gli italiani si fidano di lui. La sua visione antropologica è l'amorevolezza verso le persone che soffrono».__<b>Cosa pensa dell'editoriale di Roberto D'Agostino sull'Avvenire?</b>
«Le sue considerazioni contro Veronesi riportano al punto fondamentale del conflitto che è in corso. Lui è convinto che esista un pensiero etico unico, una cultura della vita proposta attraverso dottrine "compiute", pensieri forti e assoluti, che non tengono conto delle persone che vivono la loro realtà di sofferenza. Noi, invece, siamo convinti che la promozione della vita parte dalle persone e dalla loro concretissima umanità, senza voler imporre il nostro pensiero ad altri».__
<b>L'Avvenire ha iniziato la campagna elettorale?</b>__
«Il giornale dei vescovi italiani è libero di valutare le candidature politiche o i documenti della Federazione degli Ordini dei Medici, ma se la Chiesa cattolica ha fiducia in sé stessa deve avere fiducia nel dialogo».__
<b>Ma scrivere che il documento della Federazione degli Ordini dei medici è un falso!</b>__
«È un modo di liquidare la questione in modo offensivo. Sarebbe stato meglio che il giornale si ponesse degli interrogativi sul perché di un documento cosi. Sono stupita dal fatto che abbia tentato di minarne l'autenticità sulla base di una cultura del sospetto che è immotivata. La Federazione non è né di destra né di sinistra e ci sono vari presidenti di Ordine che sono obiettori di coscienza. Forse la Cei non vuole misurarsi in un dibattito pacato».__
<b>La Federazione invece è disponibile?__</b>
«La Federazione è innanzitutto un'autorità morale, garante della professione medica esercitata in scienza e coscienza, nel pieno rispetto della salute delle persone. Loro vivono con i pazienti tutti i giorni e quindi hanno diritto ad esprimere il loro pensiero. Che si misurino su temi come la prevenzione dell'aborto, la tutela della maternità, la pillola del giorno dopo, la Ru486 e la diagnosi preimpianto degli embrioni necessari per la fecondazione assistita, non solo è lecito ma doveroso. Il confronto non si può limitare a quello tra partiti politici e Chiesa cattolica, ben venga un intervento più continuo anche dei medici che assistono e curano».
«DOCUMENTO DEI MEDICI E' UN MONITO»2008-02-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it329220<b>Per il ministro della Salute, Livia Turco, «il documento siglato dai medici sia un monito, non soltanto per ciò che vi è contenuto, ma anche per la fonte da cui proviene». «È un documento molto importante - ha aggiunto la Turco - un documento senza precedenti, di grandissimo rilievo. Sono rimasta molto colpita. Se i medici, a partire dalla loro scienza e coscienza, dalla loro autonomia, in modo unitario all'interno del loro ordine professionale, hanno sentito il bisogno di dire cose così chiare sulla legge 194, sul modo di sostenere la maternità, sulla tutela della vita a partire dall'attenzione ai parti molto pre-termine, addirittura sulla Ru486, vuol dire che anche loro hanno avvertito un pericolo e hanno sentito il dovere di rassicurare il clima mettendoci la voce dell'esperienza clinica e del sapere medico».
</b>"Crudeltà insensata la rianimazione contro la volontà della madre"2008-02-04T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328325Livia Turco, ministro della Salute: così non si aiuta la maternità.
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"Aspetto il parere del Consiglio Superiore di Sanità: servono punti fermi ed equilibrati
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Livia Turco, anche se ministro della Salute di un governo sconfitto, è ancora molto determinata. "Sfido", dice in modo netto e scandendo le parole, "sfido chi vuole mettere in discussione la 194, una legge molto saggia e lungimirante". Anche se è dispiaciuta e stanca per i toni di un dibattito che appare a tratti "surreale", per la "bagarre politica", per affermazioni che "non aiutano la maternità e ad accogliere una vita", Livia Turco non si sente vinta. E sa che non è il momento dei giri di parole: "É una crudeltà insensata voler rianimare un feto contro la volontà della madre".
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Ministro, perché è tornato lo scontro sull'aborto?<br />
"Non lo so, so però che non è un dibattito sereno, non so quanto queste prese di posizione saranno efficaci per promuovere la capacità di accoglienza della maternità. Questo è invece importante: che chi vuole un figlio possa farlo con un sostegno, un'accoglienza. Occorre fare un dibattito serio su questo, bisognerebbe ragionare di più sulle persone e meno sui principi, sarebbe necessario mettere in campo dialogo e reciproco ascolto. Il dibattito che c'è ora non promuove una maggiore accoglienza di una vita umana, invece si allontana sempre di più dalle persone reali".
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Eppure posizioni come quelle dei ginecologi delle università romane sembrano voler dare più attenzione alla vita. Cosa ne pensa di quello che hanno detto che può essere necessario rianimare il feto anche contro la volontà della madre?<br />
Vogliono rianimare il feto? Va bene, rianimino il feto. Anche nella 194 c'è un riferimento a questo, c'è sempre comunque un medico che decide, di volta in volta, in base ad ogni storia e ad ogni peculiarità. Mi sembra però una crudeltà insensata che certo non aiuta ad accogliere una vita umana farlo contro la volontà della madre. Credo che conti il parere del medico e che la vita vada alimentata ma non contro la volontà della madre ma con quella volontà e il medico non può non tenerne conto. Questo documento delle università romane è solo un documento, lo prendo per quello che è".
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Lei ha chiesto il parere del Consiglio superiore di sanità sulle cure ai nati prematuri. È stato elaborato? Lo diffonderà?<br />
"L'ho avviato ma non è stato ancora deliberato, lo solleciterò nonostante la complessa situazione politica. Credo che ci sia bisogno di punti di riferimento sereni che nascono dalle competenze mediche, il Paese deve avere punti di riferimento equilibrati lontani dalla bagarre e dalle strumentalizzazioni politiche".
<b>Si attende anche l'entrata in commercio della Ru486, la pillola abortiva. Anche su questo c'è già chi ha dichiarato battaglia. È vero che sarà in vendita a febbraio?</b>
"C'è un procedimento avviato, si deve proseguire una procedura, la Ru486 è utilizzata nei paesi europei, l'Italia si basa su una procedura che non è conclusa, l'Aifa, l'Agenzia italiana del farmaco, dovrà pronunciarsi, è un passo necessario per consentire un dibattito sereno".
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Ministro, siamo alla vigilia di un nuovo governo, pensa che nella prossima legislatura verrà messa in discussione e cambiata la legge 194?<br />
"L'ho detto e lo ripeto: sfido chi vuole metterla in discussione. Vedendola da vicino l'ho apprezzata ancora di più, ho apprezzato il suo equilibrio e la sua lungimiranza. La legge ha fatto leva su due principi etici fondamentali: la responsabilità femminile e la responsabilità del medico. Io sono serena. Tutti sanno che con questa legge l'aborto è diminuito. Ho fiducia nelle donne e nella loro saggezza".
FUMO: BENE LEGGE SIRCHIA, ORA DIVIETO A MINORI2008-01-24T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328128La legge Sirchia, a tre anni dal varo, "presenta un bilancio positivo soprattutto per quanto riguarda la tutela della salute dei non fumatori, conseguente ai divieti di fumo nei locali pubblici e negli uffici". Ora e' il momento di nuove misure e nuove campagne di prevenzione per ridurre il numero dei fumatori, insieme all'adozione del divieto di vendita di sigarette ai minori di 18 anni. E' quanto sottolinea il ministro della Salute Livia Turco, nel messaggio inviato in occasione del Convegno "Verso una societa' libera dal fumo. Le tre P: progressi, problemi, prospettive" che si e' svolto oggi a Roma presso il Centro Congressi Apat. La legge Sirchia, ha fatto notare il ministro, ha rappresentato "una vera e propria rivoluzione nei comportamenti e nelle abitudini degli italiani fumatori, che hanno rispettato la norma, rinunciando, con grande senso di civilta' e rispetto degli altri, a fumare nei luoghi pubblici, in particolare nei bar e nei ristoranti". Ma la strada e' ancora lunga: nel ricordare i drammatici dati, che parlano di 80 mila italiani che perdono la vita ogni anno a causa del fumo (oltre 11 milioni il numero complessivo di fumatori), Livia Turco ha sottolineato che "deve far riflettere il fatto che la diffusione dell'abitudine al fumo e' ancora troppo alta tra i giovani (nel 2007, nella fascia d'eta' 20-24 anni, i fumatori sono il 28,8% (33,8% maschi e 23,5% femmine)" e che "aumenta la percentuale di giovani che iniziano a fumare ancor prima dei 14 anni soprattutto tra i maschi (+60% tra il 2000 e il 2005)"Mastella e' stato un ministro bravo e coraggioso. La sua relazione esprime l'operato dell'esecutivo e la voteremo.2008-01-20T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it328012Clemente Mastella "e' stato un ministro bravo e coraggioso. La sua relazione esprime l'operato dell'esecutivo e la voteremo". Lo afferma in un'intervista all'"Unita'" il ministro della salute Livia Turco, in apertura di una settimana cruciale per l'esecutivo. Il ministro e' fiducioso sull'esito del voto di mercoledi': "Sarebbe clamorosa una crisi sull'emergenza rifiuti, che il governo ha fronteggiato con rapidita'", osserva. "La questione dei rifiuti e' seria. Non e' l'ora delle dimissioni dell'uno o dell'altro bensi' di risolvere la situazione".Sostengo la visita di Ratzinger alla Sapienza. Il Papa offre una prova di pluralismo, di laicità e umiltà. Non si sostituisce al potere temporale.2008-01-15T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it327902Turco: e io vado alla «veglia» di Ferrara<br />
"Quando ha detto messa spalle ai fedeli ci sono rimasta male. Ma da ospite della Sapienza fa una scelta di umiltà"
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ROMA - «L'ho chiamato per chiedergli di pubblicare un mio articolo sul Foglio e lui mi ha proposto: "Livia, perché non sottoscrivi l'adesione alla veglia che abbiamo organizzato per il diritto alla parola?". Gli ho risposto subito di sì, senza esitare. E mi sorprendo di chi si sorprende della mia iniziativa. Il diritto alla parola deve sempre valere, per tutti».
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Livia è Livia Turco, ministro della Salute, difensore strenuo della legge 194, cattolica, membro di spicco del Partito democratico. Lui è Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, autore di una campagna potente per la moratoria sull'aborto. Ma anche artefice di un'altra iniziativa: una veglia laica di conversazione e meditazione sul «carattere illiberale della contestazione del diritto di parola» del professor Joseph Ratzinger-Benedetto XVI all'Università La Sapienza. All'iniziativa, prevista per domani sera nella sede romana del Foglio, hanno già aderito in molti. Tra gli altri Antonio Polito, senatore del Pd, Daniele Capezzone, già segretario dei Radicali e deputato del gruppo misto, Barbara Palombelli, giornalista, Daniela Santanchè, deputata di «La Destra», Benedetto della Vedova, deputato di Forza Italia e presidente dei riformatori liberali, Alain Elkann, scrittore, Andrea Marcenaro, giornalista. E, appunto, Livia Turco.
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Allora, ministro, sono gli altri, quelli che contestano la partecipazione del Papa all'apertura dell'anno accademico, a sorprendere lei?«Certo, io mi vedo impegnata ad abbattere tanti muri e ad allargare il dialogo. Mi è sembrato normale sostenere la visita di Ratzinger alla Sapienza. Io alla scelta attribuisco un significato completamente opposto a quello dei critici. E il Papa offre una prova di pluralismo, di laicità e umiltà. Non si sostituisce al potere temporale. Non è mica lui che celebra l'apertura, è solo uno degli ospiti e siederà accanto a Fabio Mussi e a Walter Veltroni».
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Al ministro non sfugge certo la portata della polemica innescata da un nutrito gruppo di docenti, la difesa della libertà di ricerca scientifica, l'accusa al Papa di aver giustificato il processo a Galileo. «Basta con le guerre tra Guelfi e Ghibellini — taglia corto Livia Turco —. Bisogna distinguere il diritto alla parola dal diritto alla contestazione. Quella di Papa Ratzinger è una prova di laicità, non sarà lì a fare una lectio magistralis, la sua è una scelta di umiltà e deve essere apprezzata. Se avesse celebrato la cerimonia allora sarebbe stato uno scandalo, una forma di sovversivismo. Ma così no. Insomma mi piace quello che ha fatto. Invece...».
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Invece non proprio tutto delle scelte di questo Papa piace al ministro: «L'altra domenica ha detto la messa con le spalle rivolte ai fedeli e lì non mi è piaciuto. Che sia una sua prerogativa va bene, ma ci sono rimasta male, mi sono sentita a disagio. Perché lo ha fatto?».
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Ma a parte la messa, non è strano per Livia Turco trovarsi al fianco di Giuliano Ferrara dopo la polemica sull'aborto? Non trova sorprendente neppure questo? «Trovarsi su fronti opposti non significa chiudere il dialogo. Scriverò sul Foglio un articolo dove spiego per quali motivi considero moralmente iniqua la richiesta di una moratoria sull'aborto. La prima argomentazione riguarda il rispetto di un principio etico. Quello della responsabilità femminile».La 194 è applicatissima, no a modifiche alle legge sull'aborto2008-01-02T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it327672"La nostra legge sull'interruzione volontaria di gravidanza, infatti - afferma ancora la Turco - ha fatto sì che dal 1982 ad oggi gli aborti si siano praticamente dimezzati riducendosi del 45% e sia stato cancellato l'aborto clandestino e la conseguente altissima mortalità materna. Una legge - ricorda il ministro - che ha come suo primario obiettivo quello della tutela sociale della maternità e della prevenzione dell'aborto attraverso la rete dei consultori familiari. Un obiettivo che intendiamo ulteriormente perseguire nell'ambito delle politiche di tutela della salute delle donne, per le quali - conclude - abbiamo già vincolato 10 milioni di euro nel Fondo sanitario 2007 e stanziato specifici fondi nell'ambito degli interventi per la riorganizzazione dei consultori previsti dalla precedente Finanziaria d'intesa con il ministero della Famiglia".Contro la droga carabinieri nelle scuole2007-05-28T00:00:00ZOpenpolisinfo@openpolis.it327640Il Ministro Turco propone di inviare i carabinieri nelle scuole per controlli anti droga.