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Dichiarazione di Pietro MARRAZZO

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Lazio (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Consigliere Regione Lazio (Gruppo: Lista civica P. Marrazzo per il PD) 


 

I Nas: Policlinico terra di nessuno Marrazzo: 'Pronto a chiuderlo'

  • (07 gennaio 2007) - fonte: la repubblica.it - inserita il 15 marzo 2007 da 6
    ROMA - "Sono pronto a chiedere la chiusura del policlinico Umberto I di fronte all'impossibilità di ristrutturarlo". Dopo l'inchiesta dell'Espresso, il presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, entra in campo così nella partita sul futuro dell'ospedale universitario più grande d'Europa. "L'Umberto I - sostiene il governatore - non è proprio un modello di architettura e organizzazione sanitarie moderne. È stato progettato alla fine dell'Ottocento e inaugurato nel 1904: pensato come una cittadella della salute con tanti padiglioni, risponde a criteri vecchi e va ristrutturato. Se non sarà possibile farlo, bisognerà valutare la possibilità di chiuderlo, come sostiene il presidente della commissione Sanità del Senato Ignazio Marino, per realizzarne un altro di concezione moderna e dimensioni più ridotte". Con il degrado, l'inefficienza degli spazi, la negligenza e la sporcizia, sono i rischi di infezioni segnalati nei giorni scorsi da Repubblica a far scattare l'allerta delle amministrazioni. L'assessore alla Sanità del Lazio, Augusto Battaglia, cita i dati dell'istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma: "In ospedale contraggono un'infezione tra il 5 e l'8 per cento dei ricoverati. Che in cifre assolute fanno tra i 450mila e i 700mila contagi con 4.500, 7.500 decessi". E annuncia un "piano di intervento elaborato dal dipartimento di Epidemiologia di quell'istituto". Il suo collega Flavio Tosi, dal Veneto, si dice "sereno", contando su "controlli rigidi e costanti sia sui numeri sia sulle procedure". Ma domani i Nas torneranno tra i 46 padiglioni del policlinico Umberto I per la seconda ispezione. Intanto hanno consegnato una relazione alla procura della Repubblica, 24 ore dopo la loro visita di tre giorni fa. Confermano il degrado e il sudiciume nei sotterranei dell'ospedale. Senza mezzi termini, definiscono quei tunnel "terra di nessuno". E tornano a puntare il dito (dopo precedenti ispezioni e l'apertura di procedimenti penali), sulle "carenze strutturali", in altre parole, sui sistemi di sicurezza, quello antincendio, prima di tutti, fuori norma e fuori uso in molte cliniche e divisioni, analogamente, agli impianti elettrici e agli infissi privi di serrature e maniglie. La relazione torna sulla sporcizia che alligna un po' dappertutto con scampoli di materiale ospedaliero lasciato qua e là negli interrati dell'Umberto I in barba alle norme sul trattamento speciale di questo tipo di rifiuti. Sulle tracce del giornalista dell'Espresso, i carabinieri hanno ispezionato il laboratorio radionucleare e quello di analisi e segnalano alla Procura: "Non sono stati rinvenuti prodotti radioattivi attivi così come i sieri in provetta sono risultati inerti, inoffensivi". E, due giorni fa, quando i militari del Nas di Roma hanno "visitato" l'Umberto I il divieto di fumo sembrava essere rispettato in ogni luogo. Per i militari "l'inchiesta dell'Espresso è documentata e le segnalazioni in essa contenute erano già state oggetto di nostre ispezioni, ultima delle quali a fine settembre". Quando apposero i sigilli alla camera mortuaria (passati sotto silenzio fino a oggi). Il motivo? Anche lì, "degrado e indecenza". E sempre in estate, all'inizio, è stata chiusa anche la terza Clinica chirurgica. E proprio un chirurgo ha dichiarato a Sky Tg24: "Nel 2002 per aver denunciato l'assenza di igiene e alcuni episodi di incuria sono stato minacciato di essere sottoposto a provvedimenti disciplinari se avessi continuato nella mia azione: avevo chiamato la polizia interna e scattato fotografie".
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