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Turigliatto boccia il Cpt: «da italiano mi vergogno di queste strutture»
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(29 settembre 2007) - fonte: http://www.meltingpot.org/ - inserita il 29 febbraio 2008 da 645
«Da italiano mi vergogno nel vedere che affrontiamo la problematica dell’immigrazione con strutture come questa di Gradisca. È un carcere, una struttura drammatica per l’abbondanza di cemento e sbarre, ma anche una struttura che, ormai è evidente, non serve a niente». È l’ennesima bocciatura del Cpt di Gradisca da parte della politica nazionale, quella firmata dal senatore Franco Turigliatto (Sinistra critica), che ieri ha visitato il centro assieme agli onorevoli Iacopo Venier (Comunisti italiani) e Sabina Siniscalchi (Rc), il sindaco di Gradisca, Franco Tommasini, e gli organi di stampa. Una visita arrivata a soli cinque giorni dalla rivolta (la terza in un mese) inscenata da una cinquantina di egiziani, sedata con i lacrimogeni dalle forze dell’ordine e finita su tutti i telegiornali nazionali. Di quella tensione, però, ieri nemmeno l’ombra. Solito rituale per l’identificazione alla porta carraia e di nuovo dentro, anche se la “gita”, rispetto al primo ingresso della stampa (lo scorso 11 giugno), ha un percorso diverso: si supera il parcheggio, si entra nel corpo centrale, prima porta a destra e dentro nel Cpa. Centro di prima accoglienza, anche se prima dell’accoglienza quello che trovi è un labirinto di sbarre, cemento, reti e porte di ferro, sotto l’occhio poco discreto delle telecamere. Tutto come nel Cpt, del resto siamo semplicemente in un’ala del “vecchio”, anche se qui non c’è trattenimento amministrativo: qui si entra e si esce (dalle 8 alle 20). A fare gli onori di casa una decina di donne, o meglio ragazze, tutte di colore, tutte in ciabatte. Non parlano italiano, ma non serve un traduttore per riconoscere il pianto di una bambina: Betania, 8 mesi, eritrea, la bambina che domenica notte era stata precauzionalmente portata al pronto soccorso di Gorizia nel timore che avesse respirato i gas dei lacrimogeni. Con lei la mamma (nella foto a destra) e i sorrisi delle vicine di letto. Tappa di passaggio, si ritorna nel Cpt: il teatro delle rivolte, delle fughe, dei lacrimogeni, anche se domenica c’erano 108 ospiti e ieri appena 51 dopo l’espatrio degli egiziani. Atmosfera diversa e diversa anche la “coreografia”: sempre sbarre, ma adesso, rispetto all’11 giugno, in più sezioni il ferro è stato sostituito da enormi pannelli di vetro anti-sfondamento. Qualcuno si lamenta, pochi, anzi pochissimi parlano o capiscono l’italiano. Il senatore Turigliatto e gli onorevoli Venier e Siniscalchi mettono “sotto interrogatorio” il capo di gabinetto della Prefettura, cicerone di giornata, che risponde e non nasconde: «Il 25 luglio il ministero dell’Interno ha deciso di sezionare la struttura in due ali: l’una rimasta adibita a Cpt, l’altra riconvertita in centro di prima accoglienza (Cpa) e, contestualmente, di portare a pieno regime l’intero centro, capienza massima 248 posti. Le cose sono radicalmente cambiate, non parlerei di crisi, ma, nonostante gli sforzi, di forze dell’ordine e operatori, i momenti di criticità non sono certo mancati». Gli immigrati presenti al momento della visita (51 nel Cpt, 110 nel Cpa) raccontano le loro storie, cercano ascolto prima che aiuto, quando non li blocca la disperazione. Saluti e auguri, si torna nel mondo reale, non senza l’ultima domanda al capo di gabinetto della Prefettura: «Se sono previsti a breve nuovi arrivi? A breve non lo so dire; previsti sì, sicuramente».
Fonte: http://www.meltingpot.org/ | vai alla pagina » Segnala errori / abusi