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Dichiarazione di Maria Carla FLORIS

Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Cagliari


 

Software libero un modello di sviluppo per il territorio

  • (31 ottobre 2007) - fonte: PdCI Cagliari - inserita il 12 gennaio 2009 da 2774
    Nel dare il benvenuto a tutti, vi ringrazio per essere intervenuti così numerosi a questo evento, che sta diventando ormai il nostro appuntamento annuale in tema del Software Libero e di Libertà della Conoscenza! Vedere una sala così affollata di persone disposte a rinunciare ad un ponte festivo per venire a discutere con noi di un tema che fino a poco tempo fa destava l’interesse di pochi addetti ai lavori e debbo dire di quasi nessun politico costituisce per noi una spinta importante per andare avanti in questa direzione! Significa che i temi di cui parliamo oggi, che attengono al nostro modo di vedere il mondo, al nostro modo di concepire la società e che ha a che fare con la Democrazia, con la Giustizia e la Distribuzione del Sapere, libero e accessibile a tutti, sono temi che stanno a cuore a tutti noi! Nell’intima convinzione che tra i doveri di un politico rientri quello di creare le condizioni perché si realizzi un paritario accesso alla conoscenza e all’informazione (e quindi ai saperi che attraverso la Rete vengono diffusi), ho voluto con forza l’evento oggi ! Evento che va inteso come il nostro contributo alla diffusione della cultura della libertà della rete intesa come difesa della libertà della conoscenza! Ringraziamenti Ma prima ancora di dare inizio ai lavori, voglio ringraziare con grande stima ed affetto coloro che, lavorando da mesi e senza badare ad orari o pause pranzo, hanno reso possibile questo evento: mi riferisco alle splendide persone che lavorano al mio fianco la dott.ssa Montisci e la dott.ssa Piga nonché i funzionari e responsabili del CeD: l’Ing. Alessandro Ortu e il Dott. Luca Milia. Un ringraziamento particolare va al nostro Dirigente CeD Dott. Marco Cabras che ha dimostrato di avere uno spirito più giovane ed innovativo di tanti altri anagraficamente più giovani di lui, sposando con entusiasmo e senza remore sin dall’inizio la nostra idea ed abbracciando con entusiasmo la strada del free software all’interno dell’amministrazione provinciale! Voglio ringraziare il Presidente Milia, che ci raggiungerà insieme all’On Guidoni in tarda mattinata , dicevo lo ringrazio per aver accolto molto favorevolmente la proposta di promuovere un concorso di idee per il Software Libero mettendo a disposizione attraverso l’Ufficio di Presidenza i premi per i giovani vincitori! E ancora voglio ringraziare gli operatori della tipografia provinciale che, contagiati dal nostro entusiasmo, non hanno esitato a rendersi disponibili ogniqualvolta fosse loro richiesto di collaborare con il giovane e bravo grafico Roberto Ledda! E’ solo grazie all’impegno e passione di queste persone che si è potuta organizzare questa giornata che spero possa essere utile a tutti noi per meglio comprendere l’importanza della diffusione della Cultura del Software Libero nella nostra società! Ringrazio infine i nostri ospiti e relatori, saluto l’Onorevole Massimo Dadea per essere intervenuto e saluto con stima Flavia Marzano, tra le poche donne in Italia che ha saputo e voluto scommettere su questo tema. ************************** Voglio aprire il mio intervento con una domanda provocatoria: « come avrebbe fatto Bethoven a scrivere le sue meravigliose sinfonie e regalare tutta la sua genialità al mondo, se le note musicali o le loro combinazioni fossero state coperte da brevetto? » Ebbene, progettare Software è come scrivere una sinfonia! Di conseguenza se si dovesse vincolare a brevettabilità il Software, come si è tentato di fare con la direttiva europea nel 2005, (fortunatamente respinta dal Parlamento con 648 voti contrari e solo 14 favorevoli), si violerebbe il Diritto di tutti noi alla libertà di conoscenza e del sapere!!. E’ ciò che purtroppo avviene negli Stati Uniti dove già da 20 anni hanno assoggettato a brevettabilità il software! In Europa, a 30 anni dalla Convenzione di Monaco (1973), che vietava la protezione dei software in quanto prodotti immateriali, lo sviluppo tecnologico ha determinato una grande eterogeneità di norme negli stati membri e parecchia confusione negli apparati esecutivi: basti pensare che l’Ufficio Europeo Brevetti ha finora rilasciato oltre 10.000 brevetti tutti relativi al software (in grande maggioranza a società americane o giapponesi) aggirando in tal modo il divieto esistente!! ************* Ecco perché è importante parlare di Software Libero, che cosa significa esattamente, perché vogliamo difendere questo concetto? * Software Libero significa, cito una enciclopedia libera appunto Wikipedia, è un software rilasciato con una licenza che permette a chiunque di utilizzarlo e che ne incoraggia lo studio, le modifiche e la redistribuzione; per le sue caratteristiche, si contrappone al software proprietario. Esso è garantisce fondamentalmente 4 LIBERTA’ * Libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo * Libertà di studiare il programma e modificarlo * Libertà di copiare il programma in modo da aiutare il prossimo * Libertà di migliorare il programma e di distribuirne pubblicamente i miglioramenti, Ora, è chiaro che abbracciare la filosofia del Software Libero significa intanto un notevole risparmio economico per la PA in termini di licenza d’uso. Migrando da Microsoft Office a OpenOffice.org la Provincia di Cagliari potrà risparmiare circa 180mila euro ogni anno solo come costi delle licenze: Cosa ha fatto la nostra Provincia al riguardo? La Giunta Provinciale ha fatto una precisa scelta politica adottando una Delibera nel 2006 con la quale si impegna ad “un preciso indirizzo politico avente lo scopo di orientare l’Ente verso un sempre più frequente utilizzo del Software Libero, inteso come strumento di maggiore efficienza, trasparenza e indipendenza nonché importante strumento di diffusione della conoscenza e del libero sapere” Da quel momento si è operata una graduale migrazione da Office verso Open Office con il risultato che Oggi circa il 50% dei dipendenti della Provincia utilizza esclusivamente Open Office! ************* Nella stessa delibera la Provincia di Cagliari si è impegnata a: * rendere disponibile per il riuso gratuito da parte delle altre amministrazioni pubbliche- tutto il Software di proprietà della Provincia di Cagliari; * dare mandato alle strutture, affinché nei futuri capitolati di gara per l’acquisto di software sia esplicitamente previsto il riuso gratuito attraverso l’inserimento nei contratti di clausole che garantiscano il diritto di disporre dei programmi ai fini del riuso da parte delle amministrazioni; * pubblicare e/o trasformare tutti i documenti di testo prodotti in formato proprietario dall'Amministrazione in documenti in formato aperto; Questi in sintesi i punti cardine da cui è partita la nostra azione, parallelamente sono state impegnate risorse per favorire lo sviluppo di software libero e il concorso “Programmare i Libertà” ne è un esempio. Un esempio di realizzazione In questa direzione risulta significativa altresì l’esperienza promossa dalla Provincia Autonoma di Bolzano, la quale oltre ad aver disposto la migrazione di tutti i PC dell’amministrazione regionale verso Open Office, ha compiuto lo stesso percorso nelle scuole della Provincia, avendo competenza primaria, installando su tutti i PC delle 83 scuole della Provincia la sola suite open office ed ottenendo un duplice risultato, un risparmio di oltre 269.000 euro l’anno e la possibilità per gli studenti di portarsi a casa gratuitamente il programma utilizzato in aula! Identica cosa è stata fatta nell’azienda locale dei trasporti pubblici, che risparmia oltre 300 mila euro l’anno utilizzando software liberi! Nei consorzi di comuni sempre della Provincia di Bolzano, utilizzano il Software libero per far funzionare i loro Server con un risparmio di oltre 500 mila euro! ************* L’esempio del Parlamento Anche in Parlamento, comincia a muoversi qualcosa, da oggi ogni deputato che ne farà richiesta potrà installare sul proprio pc il sistema operativo GNU/Linux al posto della costosa accoppiata proprietaria Windows con office a cui troppi sono abituati. Ora, al di là dell'aspetto tecnologico l'adozione di GNU/Linux come sistema operativo dei pc dei parlamentari può rappresentare un taglio alle spese di circa tre milioni di euro” tenuto conto che sono all'incirca tremila e 500 i computer attivi alla Camera L'istituzione centrale del paese, il Parlamento- quindi - decide non solo di risparmiare - di per sè un obiettivo importantissimo -, ma soprattutto di rendersi indipendente sul piano tecnologico, adottando un sistema Libero e quindi liberandosi anche dai vincoli del software proprietario. In tal modo si va incontro oltre che alle esigenze di trasparenza anche a quelle di sicurezza che sono doverose per una istituzione pubblica". Badate bene, l'adozione di GNU/Linux in una struttura pubblica e centrale come la Camera è una piccola rivoluzione culturale. Al di là dei risparmi, infatti, utilizzare GNU/Linux significa accettare la sfida tecnologica di un sistema informatico "aperto" che viene continuamente aggiornato da migliaia di sviluppatori in tutto il mondo, "libero" da vincoli commerciali “sicuro” per la piena disponibilità del codice sorgente e che ogni utente può “modificare” e “migliorare” liberamente. C'è anche un problema di sicurezza oltre che di risparmio: infatti nei pc della Camera dei Deputati, era in uso Windows 2000 per il quale la Microsoft ha cessato il supporto da due anni (a parte gli aggiornamenti di sicurezza). Trattandosi di software proprietario, la Camera non può rivolgersi ad un’altra azienda per continuare nel supporto. O aggiorna Windows alle nuove versioni (con i costi che sono facilmente immaginabili, sia in termini di licenze che di nuovo hardware da acquistare) oppure si tiene Windows 2000 senza però supporto per la sicurezza. Insomma, non la Camera, eletta dai cittadini italiani, ma una azienda con sede negli USA ha deciso su un aspetto non marginale del funzionamento di un ramo del Parlamento! Ecco cosa intendo con “Libertà” “autonomia” e “indipendenza”. Fossi un imprenditore, non mi legherei mai così strettamente a nessuno. Figuriamoci un organo costituzionale! Altro esempio: l’aeronautica militare statunitense non ha avuto problemi a finanziare, con 16 milioni di dollari, il “porting” su GNU/Linux di alcuni software per il combattimento. Evidentemente i problemi di sicurezza e indipendenza sono per loro prevalenti. Sarebbe auspicabile che anche le nostre forze armate e di polizia adottino software liberi per le medesime ragioni. Così come dovrebbero farlo le scuole, in cui oggi spesso non si insegna l’informatica, ma l’uso di un singolo software, che non credo sia compito della scuola pubblica. Un altro aspetto rilevante riguarda la riservatezza di dati e comunicazioni. Come può uno Stato, in un economia globalizzata oramai fortemente digitalizzata e legata alla rete, affidare la propria struttura informatica e i propri dati -ovvero se stesso- a sistemi operativi e software proprietari? Che garanzie ci sono circa il reale comportamento di questi sistemi dal punto di vista della sicurezza e della protezione della riservatezza dei dati e delle comunicazioni?... ************* Prospettive in SARDEGNA E in Sardegna cosa si fa ? Da un lato si deve riconoscere il grande merito della RAS di aver affrontato con decisione il problema del Digital Divide Attraverso il progetto SICS, giunto alla sua fase conclusiva, la Regione Sardegna attiverà entro i primissimi mesi del 2008 ben 200 centrali ADSL! Invero sul versante del Software Libero, mi pare, non si sia fatto ancora granché, a meno che l’On. Dadea, non porti qualche novità al riguardo, noi ce lo auguriamo! Perché assistere ancora a mega appalti per l’acquisto di licenze d’uso o per la realizzazione di “software dedicati” costosissimi le cui licenze peraltro non appartengono all’amministrazione ma all’azienda che li ha prodotti con la conseguenza che se l’azienda sparisce o fallisce, l’amministrazione non può più disporre di quel software né aggiornarlo perché i codici sorgente non sono aperti? Perché non rendersi autonomi in tal senso, come ha fatto Bolzano? Un altro aspetto interessante del fenomeno è la Convenienza del software libero Qualcuno di voi si starà chiedendo, a questo punto, com’è possibile che si possa parlare di sfruttamento commerciale del software libero e trasformarlo in un’occasione di reddito per tante PMI? E’ semplice, con il software libero non si vende una sequenza di byte, di istruzioni, ma si vendono il progetto, lo sviluppo, la personalizzazione, l'assistenza, la consulenza, la documentazione, i corsi per l'utilizzo del software, le certificazioni, il supporto, ..ecc Il “valore aggiunto” di una soluzione informatica è nell'essere umano e noi amministratori di enti locali abbiamo il dovere di trasferire le risorse finanziarie dai costi delle licenze al capitale umano. Il principale cambiamento che introduce il Software Libero è spostare il "valore aggiunto" dall'oggetto (imm)materiale alla persona, dalle “rendite” per brevetti e monopoli al lavoro delle persone. In questo modo c'è un enorme potere contrattuale da entrambe le parti.: il fornitore di soluzioni può farsi pagare quanto ritiene opportuno per il valore aggiunto fornito e il cliente può scegliere il livello di qualità del fornitore di soluzioni, in base alle proprie scelte, gusti, budget. Il mercato non dipende più da un singolo fornitore, con tutte le conseguenze che ne derivano. ************* CONCLUSIONI: Ebbene, dal momento che il Software Libero è liberamente utilizzabile da tutti, si può immaginare un nuovo scenario di sviluppo del territorio, basato sul Software Libero, dove, le PA, le Università, le Scuole ed il mondo della formazione, le PMI locali, le Associazioni, la società civile ed i cittadini tutti, lavorano collaborando insieme per dare sviluppo locale al territorio nel territorio, senza più regalare risorse ed investimenti in licenze e royalties pagate a ricche multinazionali ed evitando che tanti dei nostri giovani siano costretti ad emigrare per trovare un lavoro e valorizzare le loro conoscenze ed abilità. E’ evidente la necessità di fare politica anche in questo settore, perché se è vero che l’informatica è la vera ricchezza dell’era contemporanea, la politica e soprattutto, noi politici di sinistra, non possiamo più considerare l’informatica un mero strumento, ma dobbiamo porci il problema della redistribuzione della ricchezza prodotta da questo importante settore! ************* Attenzione !Il nesso tra l’informatica e la politica è importante, perché è evidente il conflitto di interessi che investe Bill Gates quale monopolista del settore e di come aspro sia lo scontro tra quanti sostengono tale monopolio e quanti propendono per favorire l’oligopolio, la concorrenza nel settore, ebbene una terza via esiste ed è quella del Software Libero! Vorremmo un progetto politico per l’introduzione e la diffusione del software libero da portare all’attenzione di tutti i consigli comunali, un progetto che consenta di creare nuova occupazione attraendo forti investimenti verso il settore software libero, raggiungendo così due grandi obiettivi: * dare risposte occupazionali a forze giovani preparate, di donne e uomini competenti che oggi faticano ad affermare il proprio valore in una logica monopolista di sistema; * creare una cultura condivisa e diffusa, aprendo le porte della conoscenza a quanti, vorrebbero il sapere e la conoscenza ma che non possono accedere al mercato della cultura per i suoi costi! Oggi i canali della conoscenza e dell’informazione, sono sempre più basati sull’informatica, permettere e facilitare l’accesso alla rete a tutta la società, attraverso l’utilizzazione di Software liberi, SIGNIFICA prevenire una nuova forma di analfabetismo che vedrebbe il mondo diviso tra coloro che detengono l’informazione e la cultura e coloro che non possono permettersela! NON PERMETTIAMO CHE LE CHIAVI DELLA BIBLIOTECA APPARTENGANO A POCHI ANZICHE’ A TUTTI, MA FACCIAMO IN MODO CHE SI DIFFONDA IL LIBERO SAPERE e LA LIBERA CONOSCENZA. GRAZIE!
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