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Dichiarazione di Fausto BERTINOTTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea)  - Assessore Regione Lazio (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Pres. Camera   (Lista di elezione: PRC) 


 

niente aumenti dell'indennità alla Camera

  • (05 gennaio 2008) - fonte: la Repubblica.it - inserita il 06 gennaio 2008 da 11
    La Camera non concederà ai deputati l'aumento dell'indennità per consentire l'allineamento ai senatori, che hanno già percepito lo scatto da 200 euro (127 netti), prima che la Finanziaria congelasse per cinque anni le retribuzioni. Il presidente Fausto Bertinotti chiude definitivamente le porte all'ipotesi di un ritorno sulla decisione già adottata la scorsa estate. Ipotesi circolata in questi giorni fino a divampare ieri in un'accesa polemica. Tutto nasce da quell'ultimo adeguamento alla retribuzione dei magistrati fatto in tempo a scattare, lo scorso settembre, a Palazzo Madama ma non a Montecitorio. Tanto che alcuni deputati di entrambi gli schieramenti hanno scritto al presidente Bertinotti per lamentare la disparità di trattamento. "Lettere o no, il presidente non intende cambiare la decisione già adottata in maniera molto ponderata la scorsa estate, quando fece approvare il blocco dell'indennità" fanno sapere in serata fonti a lui vicine. Precisazione necessaria, dopo che per tutta la giornata si erano succeduti interventi indignati contro il ventilato ritocco già con la busta paga di gennaio per i 630 deputati. "La Camera blocchi immediatamente gli aumenti" attaccava il forzista Guido Crosetto, "doniamo l'aumento ai familiari della ThyssenKrupp a fine mese" proponeva Stefano Pedica, Idv, "no agli aumenti" invocava l'Udc Mario Baccini. Sta di fatto l'ufficio di presidenza della Camera, che sovrintende a queste decisioni, non si è mai pronunciato in quella direzione, né intende farlo, a sentire anche il deputato questore Gabriele Albonetti: "Il tema non è all'ordine del giorno. A gennaio la busta paga non sarà più pesante. Anche se il tema dell'allineamento andrebbe affrontato. Mi risulta che alcuni deputati lo hanno posto per iscritto, ma la questione investe anche un problema di natura costituzionale, dato che la Carta non prevede l'indennità in misura diversa tra parlamentari delle due Camere". Ad ogni modo, "anziché adeguare la nostra retribuzione al rialzo - propone Albonetti - perché non si riallineano i senatori, dando un segnale di rigore necessario di questi tempi?" Anche il vicepresidente di Montecitorio targato An, Giorgia Meloni, non vuol sentir parlare di un ritorno sulla decisione presa "e siccome in un sistema di bicameralismo perfetto l'equiparazione in effetti è un valore, provveda il Senato questa volta ad adeguarsi a noi". È un tam tam trasversale, che da An arriva fino a Rifondazione comunista: "La scelta del presidente Bertinotti non si discute - dice il capogruppo Gennaro Migliore - Altro che aumenti, si deve andare verso una razionalizzazione di tutti gli emolumenti, compresi i rimborsi spese. Attendiamo ora un segnale in tal senso dal Senato". Insomma, per dirla con la vice capogruppo del Pd alla Camera Marina Sereni, la "linea della sobrietà non può più essere messa in discussione". A Palazzo Madama la proposta del ritocco al ribasso delle loro, di indennità, l'hanno bollata come una provocazione. "Quanto meno una polemica infondata, superata dal blocco imposto dalla Finanziaria. Al Senato le leggi le applichiamo - commenta il questore Gianni Nieddu - Lo scatto del 2007 è avvenuto perché lo imponeva una norma, così come dal 2008 in poi si bloccano gli aumenti perché è una legge a prevederlo. È stato un errore della Camera decidere lo stop discrezionale lo scorso anno". Ma per il vicepresidente leghista del Senato Roberto Calderoli "è tutta una presa per i fondelli, non a caso è stato bocciato il mio emendamento alla Finanziaria finalizzato a bloccare stabilmente gli aumenti e non congelarli per cinque anni". Nel caos scatenatosi ieri c'è stato anche chi, come il senatore della Destra Francesco Storace, ha scritto al presidente Franco Marini per comunicare che lui quell'aumento annunciato dai giornali non lo vuole, "è una vergogna". Nessuno lo aveva informato che i senatori quei 200 euro in più li percepiscono già da settembre.
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