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Mai l'intolleranza deve togliere la parola
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(17 gennaio 2008) - fonte: La Repubblica - inserita il 17 gennaio 2008 da 82
"Mai può accadere, per nessun motivo, che l'intolleranza tolga la parola a qualcuno. Men che meno se si tratta di discorsi sui diritti universali e se si tratta di Papa Benedetto XVI, un punto di riferimento culturale, spirituale e morale per milioni di persone"
Fonte: La Repubblica | vai alla pagina » Segnala errori / abusi
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Inserito il 20 gennaio 2008 da 8
Interessante anche notare l'intervento composto di Radio Maria: qui
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Inserito il 19 gennaio 2008 da 8
Riporto un branno dall'articolo di Ilvo Diamanti, su Repubblica.it.67 professori esprimono il loro dissenso verso una iniziativa dell'Università in cui insegnano. Insieme ad altri 2000 docenti. Affiancati da circa 300 studenti, che manifestano la loro protesta. E la rilanciano giovedì scorso, quando avviene l'inaugurazione. Senza il Papa, ma di fronte al sindaco Veltroni e al ministro Mussi. Studenti molto diversi da quelli del mitico '68. Definiti e auto-definiti "autonomi", non perché si ispirino ai collettivi e ai movimenti "rivoluzionari" degli anni Settanta, ma perché dichiaratamente estranei e antagonisti rispetto ai soggetti politici attuali. "Antipolitici", per usare le categorie del nostro tempo. Ripetiamo un'altra volta: 300 studenti. Trecento: in una Università dove gli iscritti sono circa 140 mila.
Il nostro appunto (e disappunto) è riassunto da questi numeri. Una iniziativa di grande rilievo pubblico e di grande importanza simbolica si è, infatti, incagliata sul dissenso espresso dal 2,8 % dei professori e dallo 0,2 % degli studenti. Tanta sproporzione suggerisce una considerazione inquietante. La nostra democrazia non è più in grado di sopportare neppure una frazione di conflitto e di opposizione così ridotta. L'opposizione di alcuni professori di Università. Ambiente dove è, quantomeno, normale che vengano espresse distinzioni, differenze; talora "eresie" culturali. La sfida irrequieta e "maleducata" di un drappello di giovani studenti. Ai quali, per età e condizione, va comunque concessa la possibilità anche di sbagliare in proprio. Hanno di fronte una vita per sbagliare con la testa degli altri.
Il mio commento:
A me sembra che l'errore non sia stato di chi ha leggittimamente espresso un dissenso, o del Vaticano, che è abituato a muoversi in un clima di unanimità e i dissensi non può tollerare. No, l'errore è stato della classe politica e dei media, che hanno gonfiato la vicenda, ben al di là delle sue dimensioni reali.
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