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Dichiarazione di Francesco GIORDANO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) 


 

“Il Pd non ceda, a rischio il governo”

  • (18 gennaio 2008) - fonte: Corriere della Sera - Monica Guerzoni - inserita il 18 gennaio 2008 da 31
    ROMA – Segretario Franco Giordano, il referendum tanto osteggiato dal Prc si avvicina. E’ l’ora di rassegnarsi? “No. Sono sempre più determinato a cambiare la legge elettorale in parlamento. Il referendum alimenta la frammentazione e spinge alla degenerazione politica. In un improbabile listone possono entrarci tutti, anche chi accampa una rappresentatività mai misurata. Ecco perché chiediamo di andare avanti sulla bozza Bianco.” Perché non ammette che l’asse del Prc con Pd e Forza Italia non ha retto? “Noi abbiamo cercato di allargare la disponibilità al confronto a forze anche diverse, dall’Udc a Sd, è importante anche l’apporto di altri partiti dell’opposizione e io mi prodigherò per cercare un confronto più serrato anche a sinistra. Con il referendum siamo tutti di fronte all’ipotesi che la politica sia spazzata via e il trasformismo trionfi”. Il Pd però è spaccato e Veltroni rischia di restare solo. “ Tranne i referendari, sulla bozza Bianco ci può essere il consenso di tutto il Pd. Se si insegue il modello americano intere classi sociali, le più deboli, non saranno rappresentate, come succede negli Usa. E’ un passaggio decisivo. C’è una verifica in corso su questi temi e la tenuta del nostro patto di governo dipende dalle scelte sociali e democraticheche si determineranno. Salari, pensioni, lotta alla precarietà…”. Ma Berlusconi torna a chiedere il “vassallum” e voi volete il tedesco, davvero spera che si trovi un accordo? “Ogni giochino è possibile, ma il confronto va cercato con tutti. Noi siamo pronti a discutere di miglioramenti, ma vorrei dire a tutti che il referendum alimenta i personalismi e distrugge le soggettività politiche. E non parlo per noi”.Sta chiamando alle armi i piccoli partiti? “Sto dicendo che siamo al capolavoro. Il referendum affolla il già affollato sistema politico e mette a rischio il governo”. Si potrebbe obiettare “è la democrazia, bellezza”. Con un referendum che cancella ogni forma di soggettività politica siamo esposti a qualsiasi ipotesi di rottura”. ”. E Veltroni che potrebbe cavalcarlo? E i Parisi, le Melandri, i Santagata che hanno sostenuto i quesiti? “ Hanno fatto un grave errore a partecipare alla partita referendaria. Si sono illusi di poter produrre la palingenesi invece producono fortissima instabilità, a causa loro Prodi è sospeso nel vuoto. Di fronte a questa deriva abbiamo il dovere di cercare una risposta”. Perché non lasciate che siano i cittadini a offrirla? “Faccio notare, e non c’è alcun elemento di casualità con il caso Mastella, che il referendum potrebbe essere la via semplificata per far emergere un giudizio generalizzato e indistinto sulla politica”.Teme un voto contro la casta? Un terremoto, sì. Che però finirebbe col favorire i poteri forti del Paese, i notabili, i clan, le lobby”.Molti guardano con sospetto alla coincidenza tra il sì della Consulta e il Mastella indagato. E lei? “Sono lontano anni luce dalla teoria del complotto. Dico solo, e mi viene voglia di citare Gramsci, che se non c’è uno scatto democratico, un rinnovamento morale, una grande riforma intellettuale del Paese, il rischio della deriva plebiscitaria, del populismo e in alcuni casi della torsione autoritaria è sempre possibile”.Mastella può tornare al governo? “Lo valuteremo dopo le vicende giudiziarie. Al momento è più utile per il Paese il gesto importante delle dimissioni, così che il leader dell’Udeur possa liberamente contestare le accuse. Noi siamo di cultura garantista, ma guai ad aprire un conflitto tra le istituzioni”. A proposito: un governo istituzionale? “E’ bene per tutti fare subito la legge elettorale”.
    Fonte: Corriere della Sera - Monica Guerzoni | vai alla pagina
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