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Dichiarazione di Massimo Cacciari

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Venezia (VE) (Partito: DL) 


 

Cacciari. Pd avanti da solo

  • (28 gennaio 2008) - fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone - inserita il 29 gennaio 2008 da 31
    «Lei mi fa una domanda che, giuro, non capisco: davvero vuol sapere se il Partito democratico, in caso di elezioni, dovrà correre da solo?».Esatto, sindaco Massimo Cacciari. Domanda chiara, e piuttosto all'ordine del giorno... «Ma, scusi: quali altre possibilità ci sono? Voglio dire: se abbiamo a cuore questo benedetto Partito democratico, se davvero vogliamo dargli un'identità, una sua forza, cosa possiamo fare se non quello che, giustamente, dice Walter?». D. Lei è anche un filosofo, professore: e, dunque, conosce l'uso della retorica. Ma è del tutto evidente che questa idea di entrare in una eventuale competizione elettorale, gareggiando in solitudine, non è certo scontata all'interno del suo partito. R. «Lo so, e mi spiace: ma chi la pensa diversamente, pensa male». D. Eppure, secondo alcuni, l'esperienza dell'Unione non è stata... R. «Non è stata cosa? È stata un disastro, altroché. È stata devastante. Non era una coalizione, quella roba lì...». E cos'era, professore? «Era un'ammucchiata indecorosa, senza senso, senza progetti, senza tenuta... Con modelli di coalizione, continuiamo per comodità a chiamarla pure così, come l'Unione, non governi e non fai politica Ma ti limiti a navigare sempre nell'emergenza, gestisci l'emergenza... E, tra l'altro, la gestisci male, malissimo, e addirittura peggio di quanto, senta cosa le dico, peggio di quanto farebbe la Cdl. E sa perché?». No. «E facile. Vede, anche la loro coalizione è traballante, ma almeno quelli lì son tenuti insieme dalla sacra fame di potere... hanno tutti interessi privati e personali nella guida del Paese: a cominciare, naturalmente, dal loro capo, Silvio Berlusconi». D. Lei dice: il Pd deve correre da solo. Però non pochi osservatori sottolineano i rischi che questa decisione comporterebbe. R. «Rischi? Guardi che, in caso di elezioni, la nostra sconfitta sarebbe comunque sicura, scontata». D. È molto pessimista, professore. R. «No. Realista. E in politica il realismo è tutto». Realismo e coraggio, allora. «Assolutamente sì. D'altra parte, a Walter il coraggio non manca e io, poi, quando lo vedo e lo sento, non smetto mai di ripeterglielo: vai diritto per la tua strada. Lo scenario, lo sappiamo, non è entusiasmante. Ma più deciso sei, più netto sei, meglio è. Tanto più che...». Che? «Beh, se qualcuno ha intenzione di mollarlo, se qualcuno ha in animo una scissione, certo non si farà « scrupoli». D. Sta pensando alla Rosy Bindi... R. «Sto pensando alla Bindi e a Prodi e a parecchi altri. Per questo a Walter suggerisco di non ripetere gli errori di Occhetto, ai tempi andati del Pds. Chi rema contro, chi lavora nel buio, chi ha progetti diversi, prima o poi viene allo scoperto e certo non si farà venire troppi rimorsi». D. Lei ha la sensazione che Walter sia così forte da poter rinunciare a mediare le sue posizioni con quelle della Bindi o di Prodi o magari di... R. «Rutelli è con Walter. Fassino è con Walter. La loro lealtà non mi sembra in discussione. Mi sembra già una bella squadra, no?». E D'Alema? «Senta, D'Alema è una persona intelligente, che conosce bene la politica. E lui, per primo, sa che Walter è l'unico, ripeto l'unico leader possibile. Detto questo...» Cos'altro, professore? «Ma no... sa, sono dieci minuti che ragioniamo dando per scontata questa tremenda sciagura che sarebbero le elezioni e allora...». D. Si profilano con sempre maggior forza: questo è innegabile. R. «Sì, lo so... in giro sento aria di elezioni, e probabilmente finirà così, che ci riporteranno, per l'ennesima volta, alle urne. Ma io di una cosa sono certo: se ciò accadrà, dovranno passare sul corpo... uso la metafora con il rispetto che si deve al capo dello Stato, naturalmente... sul corpo di Giorgio Napolitano. Se un po' lo conosco, e lo conosco, credo che infatti farà di tutto per evitare un'inutile tornata elettorale. Purtroppo...». D. Forse l'impegno di Giorgio Napolitano non basterà. R. «È ciò che temo. Ma allora dovremo fare i nomi e i cognomi, gli italiani dovranno sapere chi sono coloro che hanno rinunciato anche all'ultima possibilità di mettersi intorno a un tavolo per fare qualche piccola, decisiva riforma, e hanno preferito invece far tornare tutti a votare. Il Paese sta rotolando nel burrone, e noi ancora qui, a discutere, a fare interviste...».
    Fonte: Corriere della Sera - Fabrizio Roncone | vai alla pagina
    Argomenti: elezioni, partito democratico, sindaco, comune venezia mestre | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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