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Dichiarazione di Emma BONINO
Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: La rosa nel pugno) - Ministro Commercio internazionale, Politiche europee (Partito: RnP)
Resta un mese per risolvere il caos rifiuti.
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(01 febbraio 2008) - fonte: La Stampa - di Marco Zatterin - pag.9 - inserita il 02 febbraio 2008 da 31
Trenta giorni per trovare una soluzione che fermi l'apocalisse napoletana dei rifiuti oppure l'Italia finirà in Corte di Giustizia.
E' un ultimatum preciso, quello che arriva da Bruxelles, un diktat severo perché «la situazione in Campania è intollerabile» e nessuno sinora ha fatto abbastanza per risolverla.
La Commissione Ue ha deciso ieri di inviare il terzo e ultimo richiamo per l'emergenza spazzatura, minacciando ancora multe sala-tissime se non si metteranno le cose a posto.
Il governo dimissionario incassa con una smorfia.
«Abbiamo fatto miracoli per ridurre le procedure di infrazione - commenta il ministro delle politiche comunitarie Emma Bonino -, ma questo è un atto dovuto.
Ci sono cose che non si possono risolvere soltanto con una legge».
Provvedimento inevitabile, insomma, soprattutto dopo la fumata nera dell'incontro romano con la Commissione di lunedì.
Già nel giugno scorso l'esecutivo Ue aveva spedito una lettera di messa in mora dopo che nella primavera 2007 i rifiuti non erano stati raccolti in Campania, determinando la chiusura delle scuole per motivi di salute e spingendo gli abitanti a dare fuoco alla monnezza accumulatasi per le strade.
Il governo aveva reagito con un decreto. Poco, per Bruxelles.
Mancava «un approccio sistematico e a lungo termine» per una crisi imputabile «all'incapacità sistematica delle autorità di creare una rete adeguata di smaltimento».
In ottobre il secondo avviso.
L'Italia, attaccava la Commissione, doveva accertarsi «che i rifiuti venissero recuperati o smaltiti senza creare pericoli per la salute o danno ali' ambiente».
Non è stato fatto, e il giudizio è divenuto impietoso per un programma «adottato più di dieci anni fa e mai applicato».
Inadempienza dopo inadempienza si è giunti al nuovo dramma di fine anno. Il governo è corso ai ripari l’11 gennaio con una serie di misure che, valuta Bruxelles, «dovrebbero consentire di migliorare la situazione nel breve periodo, ma non offrono una soluzione a lungo termine».
Di qui la terza bacchettata e la costernazione del responsabile Ue per l'Ambiente, Stavros Dimas
«Comprendo la frustrazione degli abitanti che temono per la salute - ha ammesso il greco -. È essenziale che si adottino provvedimenti non solo per risolvere l'emergenza, come stanno già facendo, ma anche per creare l'infrastruttura di gestione necessaria per una soluzione duratura ai problemi».
Sennò? Sennò Bruxelles «proseguirà la sua azione e, se necessario, si varrà dei suoi poteri per imporre ammende».
C'è solo un mese per adeguarsi, la metà di quanto viene concesso in genere. Entro trenta giorni, la Commissione esige «un'informazione adeguata che ci dica correttamente come si applicherà la legge il più rapidamente possibile».
Vuole sapere «tappa per tappa» come il governo, qualunque esso sia, ha intenzione di mettere in atto la legislazione europea in modo credibile». Sulla base delle comunicazioni si deciderà se inviare Roma alla Corte di Giustizia.
Emma Bonino è pronta ad una lotta contro il tempo, almeno sino a che le competerà il caso.
«Il lavoro avviato con la riunione tecnica del 28 gennaio - afferma il ministro - deve proseguire con la massima urgenza in modo da arrivare all'appuntamento di metà febbraio a Napoli con un avanzamento significativo del piano d'intervento».
Il problema, aggiunge, è ci sono procedure di infrazione a cui si può rispondere con modifiche e interventi legislativi, mentre altre - come in questo caso - «implicano un lavoro sul territorio fatto d'intesa con le autorità locali».
Fonte: La Stampa - di Marco Zatterin - pag.9 | vai alla pagina » Segnala errori / abusi