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Dichiarazione di Pier Ferdinando CASINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: UDC) 


 

Il no di Casini: «Nessun governo con il centrosinistra» - «I trasformismi sono il cancro dei paesi democratici. Quella di Marini è una missione impossibile»

  • (02 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino - red. Roma - Claudia Giannini - inserita il 02 febbraio 2008 da 31
    Roma - «L'Udc conferma il suo consenso sulla legge elettorale alla tedesca, ma non è disponibile in alcuna forma a sostenere un governo con le forze del centrosinistra. I trasformismi sono il cancro della vita di tutti i Paesi democratici»: Pier Ferdinando Casini, che ha appena incontrato Franco Marini, usa toni perentori. Al suo fianco, il segretario Cesa, i capogruppo D'Onofrio e Volonté, e il presidente del partito Buttiglione. Casini sottolinea l'importanza del tentativo di Marini per «svelenire il clima», ma lascia aperto soltanto uno spiraglio esilissimo. A chi gli chiede se l'Udc sarebbe disposta a discutere di una legge elettorale con un governo che abbia la maggioranza per un paio di voti, risponde: «Non mi sembra che questo figuri nel novero delle possibilità che persegue Marini. Abbiamo visto che Marini non aveva il pallottoliere sulla sua scrivania: non ha alcuna intenzione di fare la caccia all'uomo, come ha fatto Prodi in questi due anni». E appunto a Prodi il leader dell'Udc imputa la responsabilità di avere impedito, subito dopo il voto, di andare verso le grandi intese: «Il problema - spiega - non è stato quello della legge elettorale che ha fotografato la realtà: il vero problema è stato Prodi, che ha fatto il tappo. Se lui avesse detto: "Ho fatto di tutto per vincere, vi consegno il risultato e mi metto da parte", avremmo potuto fare come in Germania. Del resto, il Pd è nato proprio per smentire Prodi e la sua Unione, altrimenti non si capisce perché Veltroni, vergognandosi dei suoi alleati, vuole andare da solo. Ma anche su questo punto sono sicuro che non lo farà e sarà l'ennesima bugia». Persuaso, dunque, che non esistano margini per il tentativo di Marini, lasciato il Senato, Casini va alla Festa sulla neve del suo partito, e lì apre di fatto la campagna elettorale dei centristi. Appena giunto a Sestola, nel modenese, l'ex presidente della Camera sottolinea di non essere l'unico a pensare che ormai la legislatura volge al termine: «Ormai fare un governo è una missione quasi impossibile, Marini è una persona seria, più realista di quanto voi giornalisti pensiate e lo pensa anche lui». Quindi, spiega: «Ci avviamo ad una campagna elettorale che da parte nostra sarà seria, sobria, senza toni comizieschi, senza veleni e insulti o delegittimazioni dell'avversario. Gli italiani hanno bisogno di persone serie che si impegnano fino in fondo». Il perno del programma dell'Udc sarà il rilancio «dei valori del cattolicesimo liberale» e della tradizione democristiana. Contro le ondate populiste, l'Udc vuole tornare ad essere il partito della middle class: «L'Italia è forte se è forte il suo ceto medio». Casini replica, poi, a chi - come Baccini e Tabacci, usciti dall'Udc per la Rosa Bianca - lo critica per essere tornato «nell'ovile di Berlusconi». Premesso che «tanti progetti di rifare il centro, nel giro di qualche giorno, si dimostreranno inattuabili e velleitari», Casini rivendica piuttosto «la coerenza di questi anni: la nostra autonomia dal populismo, di chi pensava di poter far cadere un governo votando contro le nostre missioni all'estero. Anche sulle spallate abbiamo avuto ragione, perché il governo è caduto per un'implosione. Ma è ovvio che, se non c'è la possibilità di costruire il centro, dobbiamo fare i conti con la realtà, guai a confonderla con i propri desideri».
    Fonte: Il Gazzettino - red. Roma - Claudia Giannini | vai alla pagina
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