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Dichiarazione di Romano PRODI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: Ulivo)  -  Ministro  Giustizia (interim) (Partito: PD) 


 

Prodi: «Non mi ricandido, serve un ricambio E sulle nomine cercherò l'accordo con la Cdl»

  • (07 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 07 febbraio 2008 da 31
    Le mosse del premier - Roma - nostra redazione «Non mi ricandido»: nel giorno più amaro, Romano Prodi sale due volte al Quirinale - prima per il decreto di scioglimento, poi per quello con la data elettorale - e quasi pronuncia il suo testamento politico. Mette in chiaro che cercherà l'accordo delle opposizioni sulla prossima tornata di nomine, assicura che il suo non è un addio assoluto (è pur sempre il presidente del Pd, di cui sarà il «garante», perchè la responsabilità della gestione politica tocca al segretario Veltroni), lascia l'interim della Giustizia (ministro diventa Luigi Scotti, già sottosegretario a via Arenula), incontra a pranzo i radicali Pannella e Bonino, e - infine - avverte che farà il possibile per accorpare voto politico e amministrativo in un election day perchè «vanno contenuti i costi e gli incomodi degli elettori». Con il voto fissato per il 13 e 14 aprile, il premier dimissionario ha davanti a sè ancora quasi quattro mesi, durante i quali dovrà gestire l'ordinaria amministrazione del governo. Poi - fa sapere il Professore - lascerà il Palazzo: «Non mi ricandido per le politiche. Ho deciso di non ripresentarmi per consentire quel necessario ricambio generazionale». Di fronte alla radicata tendenza dei politici a non farsi mai da parte, «qualcuno doveva dare l'esempio», dice Prodi. È evidente che questa scelta sarà usata in campagna elettorale dal Pd, visto che Prodi e Berlusconi sono quasi coetanei: il Pd si rinnova, la Cdl no, sarà il ritornello del centrosinistra. Questo è il futuro. Per l'immediato, il governo deve comunque prendere decisioni, anche se in piena campagna elettorale. Prodi si augura un confronto politico «sereno» e offre sul piatto la disponibilità a procedere con spirito bipartisan alle nomine per le società a capitale pubblico: «Cercherò - assicura - di trovare un accordo con l'opposizione, Quantomeno uno scambio approfondito. È la mia scelta, per fare in modo che il periodo preelettorale sia il più sereno possibile». In ballo ci sono i vertici delle principali società a controllo pubblico - Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste Italiane, tra le altre - tutti in scandenza a fine aprile. In via di principio, non ci sarebbe nessuno ostacolo tecnico che impedirebbe a Prodi di procedere a tutti i rinnovi con decisioni solitarie. Ma per una questione di opportunità politica e di correttezza istituzionale, il premier dimissionario ha deciso di andare avanti con cautela, senza strappi, tenendo conto che il suo esecutivo lavora ormai solo per l'ordinaria amministrazione: così, alle nomine si procederà cercando un accordo con l'opposizione. R.R.
    Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina
    Argomenti: partito democratico, elezioni politiche 2008 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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