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Dichiarazione di Michele DAL FARRA

Alla data della dichiarazione: Consigliere Provincia Belluno (Lista di elezione: DL) 


 

Nel Pd si respira una gran voglia di primarie - La base non vorrebbe le liste bloccate, ma a Roma i vertici hanno già deciso .

  • (08 febbraio 2008) - fonte: corriere delle alpi - Fausto Di Peppo - inserita il 10 febbraio 2008 da 31
    BELLUNO. Da qui alle elezioni i tempi non sono lunghi, di primarie non si potrà parlare, eppure il popolo del Partito Democratico reclama la possibilità di scegliere i propri candidati. Non vuole subire liste bloccate dall'alto e, a Belluno, trova il consenso di chi sta organizzando la rete locale del partito. Il coordinatore provinciale Valerio Tabacchi si augura «scelte condivise con la base». Se ne discute stasera, l'argomento è sulla lavagna dell'incontro nell'ex sede Ds in via del Plebiscito, perché lo statuto del Pd prevede forme di consultazione, ma «fino al 28 febbraio andrà avanti il lavoro per la formazione dei circoli locali», fa il punto Tabacchi, «e dopo resterebbero un paio di settimane prima del 13 marzo, data di presentazione dei candidati». Marco Perale sarebbe «per primarie fatte eventualmente in modo serio, con regole diverse da quelle bellunesi 2007. Ovvero: limiti di spesa per le campagne, trasparenza nei finanziamenti e confronti obbligati». Non c'è tempo? «Allora», propone l'ex assessore, «fra la laboriosa consultazione di massa e le scelte calate dall'alto si opti per una via di mezzo, ascoltando appunto i circoli». Nel Pd, c'è chi parla di «perdita di credibilità» qualora si andasse alle urne senza un precedente «coinvolgimento dei cittadini e una legittimazione dal basso». Avanti con primarie "leggere" o consultazioni: un partito che vuol essere nuovo non può debuttare con una pratica che sa di vecchia politica. Ma c'è anche chi, pur d'accordo, scuote il capo di fronte al calendario. «Vogliamo fare delle consultazioni o un pasticcio pre elettorale?», si chiede il consigliere provinciale Michele Dal Farra. Ecco la sua risposta: «In questi mesi d'avvio, il Pd ha raccolto l'entusiasmo di molti, soprattutto giovani. Insomma, lo sforzo di avvicinare la gente ha pagato, anche perché è stato accompagnato da messaggi che hanno incoraggiato la voglia e il bisogno di rinnovamento all'interno delle istituzioni e nei partiti. Ora, delle primarie affrettate e stritolate dalle scadenze delle elezioni favorirebbero i soliti noti, chi può contare su un consenso consolidato, e penalizzerebbero i volti nuovi, che non avrebbero la possibilità di farsi conoscere».
    Fonte: corriere delle alpi - Fausto Di Peppo | vai alla pagina
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