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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: FI)  - Consigliere  Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: FI)  - Consigliere  Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: FI) 


 

"Udc o nel PDL o fuori da coalizione"

  • (08 febbraio 2008) - fonte: Corriere della Sera - inserita il 08 febbraio 2008 da 100
    "Spero aderiscano. Se non lo faranno andremo avanti ugualmente". Silvio Berlusconi si rivolge all'Udc invitando il partito di Casini ad aderire al suo progetto unitario del "Popolo delle liberta'", nonostante il suo leader abbia gia' fatto sapere di non essere interessato.

    "In caso contrario - dice l'ex premier - saremo sempre alleati, ma non nella stessa coalizione. Potremo poi trovare un accordo in Parlamento. Non possiamo permettere, pero', all'Udc di fare come la Lega che e' un partito territoriale e si presentera' solo in alcune regioni".
    Fonte: Corriere della Sera | vai alla pagina

    Argomenti: centrodestra, alleanze, udc, pdl, elezioni politiche 2008, coalizioni | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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Commenti (2)

  • Inserito il 28 marzo 2008 da 1555
    Notizia inserita il 27/11/2007 Il fiato corto della rivoluzione berlusconiana Senza imbarazzo ne’ vanto, credo sia giusto sottolineare che quanto sta accadendo all’interno della CdL lo avevo già anticipato ad amici di Forza Italia, senza essere un mago (evidentemente ben più di 2 anni fa, dato che le mie dimissioni risalgono al novembre del 2005). A molti di essi, le mie vaticinazioni eretiche risultarono fastidiose ed apparentemente inconcludenti, minando alla base le fondamenta della Piramide; anche la mia apologia di una parte di quanto era stato baldanzosamente rottamato in nome di nuovismo, con l’avvento della c.d. II Repubblica, appariva indigesto: fra questi obsoleti principi, quelli del proporzionale e della preferenza, liquidati da molti teoreti nazionali quale virulenza per la governabilità, il primo; addirittura in odor di mafia, la seconda. In questi giorni, senza preavviso, spiazzando tutti ( e forse anche se stesso), Berlusconi ha abbracciato queste tesi: dalle dichiarazioni, sembra convinto di sbaragliare il campo, sia quello avverso che quello casalingo della ormai ex-CdL; se all’annunciazione della nascita di un nuovo partito sarà realmente dato corso, io non lo so: forse verrà stabilito in base ai sondaggi, secondo il principio di navigare sempre con il vento in poppa, a prescindere da dove questo porti. Il fiato corto della “rivoluzione berlusconiana”è, ancora una volta, nel metodo; come già Forza Italia anche la nuova creatura, partorita dal suo grembo, possiederà il peccato originale di essere “sua”, non della gente; per la rivoluzione ci vuole l’iniziativa popolare, non il comunicato del cambio di ragione sociale a reti unificate. La situazione, ad oggi: pur nel divieto di Berlusconi, alcuni colonnelli, non si capisce se ammutinati o meno, stanno uscendo dai gruppi azzurri ribattezzano i gruppi di appartenenza “partito della libertà”, probabilmente nel tentativo di anticipare i colleghi, ( a proposito, il nome non potrebbe essere utilizzato, perché depositato già dal 2004 da un gruppo liberale); altri luogotenenti, già si sentono parte integrante della nuova formazione, così, automaticamente, senza soluzione di continuità ne’, tanto meno, investitura popolare; la Brambilla asserisce di essere l’unico elemento di novità, con la sua antipolitica. Intanto, gli onorevoli di FI, Adornato e Sanza, ripercorrendo mentalmente i miei stessi sentieri, anticipano la propria non adesione al nuovo partito. Agli amici Azzurri ad oltranza, dico: coraggio, se proprio non riuscite a resistere alla forza ipnotica, cercate almeno di concentrare le energie per impedire che le scialuppe di salvataggio del nuovo partito non siano assaltate da quei ben noti personaggi che del fideismo ostentato per mere finalità personali ne hanno fatto una ragione di vita, a discapito di tutti; se il PdL diventasse l’arca per preservare determinate specie dall’estinzione, il diluvio biblico sarebbe stato soltanto un fastidioso piovasco; perché non dubito che il novello Noè, per riproporre gattopardescamente lo stesso gioco, non possa che far leva proprio su coloro che hanno legato indissolubilmente la loro esistenza politica alla sua. Una sola cosa appare sempre più certa ed è che Berlusconi sparirà, politicamente parlando, senza lasciare eredi legittimi e riconosciuti tali da tutti (con una sola eccezione, Formigoni): in un giorno, esploderà un sistema che aveva nella sua persona direzione e collante. Per questo motivo, per le contromisure non è mai presto; per prima cosa, gli altri partiti dell’ex CdL devono dimostrare di poter vivere e muoversi senza respiratore artificiale marcato “Arcore”; ma se l’uscita di scena del Cavaliere sarà sullo stile di Sansone, a breve termine, non ci si stupisca di finire stritolati sotto i cingoli della “gioiosa macchina da guerra”, riconvertita da Veltroni in una sfavillante spider americana color rosso pastello… Rino Conventi
  • Inserito il 28 marzo 2008 da 1555
    Notizia inserita il 27/11/2007 Il fiato corto della rivoluzione berlusconiana Senza imbarazzo ne’ vanto, credo sia giusto sottolineare che quanto sta accadendo all’interno della CdL lo avevo già anticipato ad amici di Forza Italia, senza essere un mago (evidentemente ben più di 2 anni fa, dato che le mie dimissioni risalgono al novembre del 2005). A molti di essi, le mie vaticinazioni eretiche risultarono fastidiose ed apparentemente inconcludenti, minando alla base le fondamenta della Piramide; anche la mia apologia di una parte di quanto era stato baldanzosamente rottamato in nome di nuovismo, con l’avvento della c.d. II Repubblica, appariva indigesto: fra questi obsoleti principi, quelli del proporzionale e della preferenza, liquidati da molti teoreti nazionali quale virulenza per la governabilità, il primo; addirittura in odor di mafia, la seconda. In questi giorni, senza preavviso, spiazzando tutti ( e forse anche se stesso), Berlusconi ha abbracciato queste tesi: dalle dichiarazioni, sembra convinto di sbaragliare il campo, sia quello avverso che quello casalingo della ormai ex-CdL; se all’annunciazione della nascita di un nuovo partito sarà realmente dato corso, io non lo so: forse verrà stabilito in base ai sondaggi, secondo il principio di navigare sempre con il vento in poppa, a prescindere da dove questo porti. Il fiato corto della “rivoluzione berlusconiana”è, ancora una volta, nel metodo; come già Forza Italia anche la nuova creatura, partorita dal suo grembo, possiederà il peccato originale di essere “sua”, non della gente; per la rivoluzione ci vuole l’iniziativa popolare, non il comunicato del cambio di ragione sociale a reti unificate. La situazione, ad oggi: pur nel divieto di Berlusconi, alcuni colonnelli, non si capisce se ammutinati o meno, stanno uscendo dai gruppi azzurri ribattezzano i gruppi di appartenenza “partito della libertà”, probabilmente nel tentativo di anticipare i colleghi, ( a proposito, il nome non potrebbe essere utilizzato, perché depositato già dal 2004 da un gruppo liberale); altri luogotenenti, già si sentono parte integrante della nuova formazione, così, automaticamente, senza soluzione di continuità ne’, tanto meno, investitura popolare; la Brambilla asserisce di essere l’unico elemento di novità, con la sua antipolitica. Intanto, gli onorevoli di FI, Adornato e Sanza, ripercorrendo mentalmente i miei stessi sentieri, anticipano la propria non adesione al nuovo partito. Agli amici Azzurri ad oltranza, dico: coraggio, se proprio non riuscite a resistere alla forza ipnotica, cercate almeno di concentrare le energie per impedire che le scialuppe di salvataggio del nuovo partito non siano assaltate da quei ben noti personaggi che del fideismo ostentato per mere finalità personali ne hanno fatto una ragione di vita, a discapito di tutti; se il PdL diventasse l’arca per preservare determinate specie dall’estinzione, il diluvio biblico sarebbe stato soltanto un fastidioso piovasco; perché non dubito che il novello Noè, per riproporre gattopardescamente lo stesso gioco, non possa che far leva proprio su coloro che hanno legato indissolubilmente la loro esistenza politica alla sua. Una sola cosa appare sempre più certa ed è che Berlusconi sparirà, politicamente parlando, senza lasciare eredi legittimi e riconosciuti tali da tutti (con una sola eccezione, Formigoni): in un giorno, esploderà un sistema che aveva nella sua persona direzione e collante. Per questo motivo, per le contromisure non è mai presto; per prima cosa, gli altri partiti dell’ex CdL devono dimostrare di poter vivere e muoversi senza respiratore artificiale marcato “Arcore”; ma se l’uscita di scena del Cavaliere sarà sullo stile di Sansone, a breve termine, non ci si stupisca di finire stritolati sotto i cingoli della “gioiosa macchina da guerra”, riconvertita da Veltroni in una sfavillante spider americana color rosso pastello… Rino Conventi

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