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Dichiarazione di Piero FASSINO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo) 


 

"Siamo pronti a candidare la Bonino" - Intervista

  • (11 febbraio 2008) - fonte: La Stampa - Antonella Rampino - inserita il 12 febbraio 2008 da 31
    Da quando è nato il Pd tutti hanno dovuto ridefinire la loro posizione, ricomporsi e riaggregarsi: la Cosa Rossa, il Pdl di Berlusconi e Fini, la Cosa Bianca. Sa qual è la verità? Se tutti questi processi in atto maturano, noi andremo alle elezioni come se avessimo già la legge elettorale tedesca: 5, 6 formazioni politiche contro le 39 che stavano nel precedente Parlamento. Non si è voluta quella legge elettorale, ma il sistema politico conseguentemente alla nascita del Pd evolve in quella direzione ». Piero Fassino è già in campagna elettorale, operosamente ottimis ta sul futuro del Pd alla prova elettorale in solitaria. Il Pd va al voto da solo.Ma poi per governare vi alleerete con la sinistra... «No. Questa legge elettorale è un guaio, ma assegna un premio di maggioranza a chi vince. Con la sinistra potrà esserci un patto di consultazione politica: sulle scelte di governo siamo aperti ad ascoltare e a verificare possibili convergenze parlamentari. Tutto qui». Rosy Bindi insiste che presentarsi da soli è obbligatorio per vincere, ma poi lo schema politico deve restare quello dell’Ulivo... «Ma il Pd di oggi è l’Ulivo del ‘96: noi, i popolari, i prodiani e i Verdi, che allora erano un’altra cosa. Infatti i Mattioli, i Manconi, i Ronchioggi sono nel Pd». Bisogna aprire il Pd a Di Pietro? «Credo di sì. Credo sia giusto aprire un confronto sia con Boselli che con Di Pietro. La cosa più naturale sarebbe, se si verifica che c’è convergenza, l’ingresso di queste formazioni nel Pd e l’inclusione di loro candidati nelle nostre liste». I radicali? Troppo laici per il Pd?«Sui radicali sono più prudente. Spesso si confonde Emma Bonino col Partito radicale. Vede, i radicali al suo tempo hanno proposto di togliere qualsiasi tutela ai lavoratori, introducendo la libertà di licenziamento, nonché l’assoluta liberalizzazione del sistema televisivo, che avrebbe avuto come effetto il rafforzamento del monopolio di Berlusconi. E certo, sui temi etici sono laicisti e non laici. Su cosa siamo d’accordo? Le culture sono diverse. Ma colgo l’occasione per dire che siamo pronti a candidare Bonino nel Pd, ha collaborato egregiamente con Prodi» E il Veltrusconi? In molti prevedono le larghe intese tra Pd e Pdl dopo il voto...«Questa è una sciocchezza. Se vince Veltroni governa Veltroni, se vince Berlusconi governa Berlusconi». Lei cosa consiglierebbe a Casini? «Di dar vita a un Polo Bianco, con Tabacci, Pezzotta, Mastella perché il modo con cui è stata trattata l’Udc dice che Berlusconi e Fini non le riconoscono la dignità che si deve a un alleato. Lo spazio elettorale per un Polo Bianco c’è. Vede, i dati oggi dicono che c’è una maggioranza di italiani che voterebbe per il centrodestra. Ricordo che nel 2005 i sondaggi davano il centrosinistra in vantaggio di 9 punti, e poi abbiamo vinto di soli 25 mila voti. Dunque, i sondaggi di oggi non sono i risultati di domani. Ma anche ammettendo il vantaggio oggi del centrodestra, questo non significa che ci sia in Italia una maggioranza di cittadini che guarda con simpatia al ritorno di Berlusconi. Credo, e questo voglio dire a Casini, che un pezzo di elettorato moderato e conservatore ne farebbe volentieri a meno. E poi un Polo centrista diventerebbe un interlocutore importante per il Pd». Il Cavaliere è tornato Caimano, o sarà uno statista conciliante?«Semplicemente Berlusconi ripropone quello che l’Italia ha già conosciuto, rimanendone delusa. L’ha anche detto, “noi siamo gli stessi del ‘94, non c’è da cambiare una virgola”, e dunque riproporrà lo stesso programma, lo stesso schema, la stessa mancata crescita per l’Italia. Anche sull’election day, che a suo tempo la Cdl indisse, Berlusconi dimostra che non fa nulla che non sia di assoluta convenienza propria. Pensa che accorpare le amministrative con le politiche avvantaggi, dio solo sa perché, il centrosinistra, e quindi si oppone. Di risparmiare al Paese centinaia di milioni non gliene importa nulla». Il programma di Veltroni però, come per Obama, ancora non è chiaro«Questo non è vero. Intanto il programma lo annunceremo nei prossimi giorni, ma già nel discorso a Torino di Veltroni c’è la modernizzazione della società, forte innovazione e svecchiamento. Tutti dicono che è un bel Paese, ma il punto è che l’Italia è un “grande” Paese, ha dentro di sé tutto per svilupparsi e dare ai cittadini quello che chiedono. Se c’è una guida politica capace di valorizzarli. Quando diciamo “We can”, quel possiamo farcela non è riferito solo al Pd, ma all’Italia». Fassino che cos’è il Pd? Un partito leggero? Un partito pesante con le correnti che litigano? «Queste sono forzature. Non esistono partiti leggeri o pesanti: i partiti sono o non sono. I partiti sono luoghi di discussione. Infatti, quando sento parlare di correnti penso che chi le cita forse ha il terrore del pluralismo».
    Fonte: La Stampa - Antonella Rampino | vai alla pagina
    Argomenti: legge elettorale, partito democratico, pdl, elezioni politiche 2008, radicali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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