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Dichiarazione di Paolo GENTILONI SILVERI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo)  -  Ministro  Comunicazioni (Partito: DL) 


 

«Di Pietro con il Pd? E’ il segnale che ora si può vincere»

  • (15 febbraio 2008) - fonte: Il Messaggero - inserita il 16 febbraio 2008 da 31
    di Nino Bertoloni Meli Di Pietro con il Pd? «E’ il messaggio che alle elezioni si può vincere», dice Paolo Gentiloni, ministro delle Cominicazioni, testa d’uovo democratico e convinto sostenitore del nuovo corso veltroniano. Ministro Gentiloni, l’intesa con Di Pietro non cambia la natura dell’operazione Veltroni di andare da soli? «La nascita del Pd ha provocato un terremoto le cui onde di assestamento ancora non si sono fermate. La partita delle elezioni considerata chiusa dai più, adesso si è riaperta. Personalmente vedevo e vedo i rischi di questo apparentamento con Di Pietro, ma abbiamo convenuto che la decisione finale spettasse a Veltroni, e così è stato». La scelta del Pd ha provocato un terremoto, perché?«Nonostante si vada a votare con il Porcellum, di fatto si sta affermando, senza che ci sia, il sistema tedesco. Quattro partiti principali che si contendono il voto: un centrosinistra, un destra-centro, una sinistra estrema, un centro. Una germanizzazione del Porcellum». Ma se l’obiettivo è vincere, allora perché non allearsi anche con socialisti e radicali?«Mi limito a dire che il Pd non è un taxi elettorale sul quale salire per scendere subito dopo. A tutti i possibili interlocutori abbiamo fatto lo stesso discorso: accettiamo intese con chi si riconosce nel progetto del partito e intende farne parte, Di Pietro ha detto sì e rispetterà il nostro programma che non è certo giustizialista. Chi invece vuole mantenere legittimamente la propria autonomia, lo rispettiamo ma non ci si può chiedere di ripetere l’esperienza degli escamotages puramente elettorali, come invece sta avvenendo di là, nel Pdl berlusconiano». Secondo lei è rottura tra Berlusconi e Casini?«Non vedo come la loro discussione possa concludersi a tarallucci e vino, hanno fatto entrambi dichiarazioni precise e impegnative, le loro strade sembrano destinate a dividersi». Il Pd è interessato a quanto sta avvenendo nel centro del centrodestra?«Certo che il Pd guarda con grande interesse a quel che sta accadendo, soprattutto per un fatto di sistema: si sta passando dalla competizione tra due schieramenti onnicomprensivi di 25 partiti che producevano instabilità, a uno schema a quattro, il che consentirà agli elettori di scegliere meglio e a chi vince di governare». Potrebbe nascere un terzo polo moderato?«Può essere, ma sarà competizione vera. Il Pd certo non lascia ad altri il compito di rappresentare i moderati, nel nostro Dna c’è l’interesse a rivolgerci non solo a sinistra ma a tutti gli italiani a partire dagli elettori moderati del centrodestra». Sia Veltroni che Berlusconi promettono di dare una Camera a chi sarà opposizione. Si va verso larghe intese? «Non credo e non lo auspico. Si deve cambiare il modo di essere nei rapporti tra i due schieramenti, basta con due Italie in guerra perenne una perché ”comunista” l’altra perché ”berlusconiana”. Ma questo non deve significare larghe intese. Pd e Pdl sono e devono rimanere alternativi». Sarà dialogo serrato sulle riforme, allora, magari con una nuova Bicamerale?«Entrambi gli schieramenti dicono da tempo le stesse cose: meno partiti, più poteri al premier, no al bicameralismo perfetto, ridurre i costi della politica. Ma non si è proceduto pur avendone la possibilità in questa legislatura, è un delitto essere arrivati al voto senza riuscire a far nulla, e la responsabilità è del Pdl. Quanto agli strumenti, deciderà il prossimo Parlamento». Ministro Gentiloni, ora che Rutelli torna a correre per il Campidoglio, che ne sarà dei rutelliani nel Pd?«Le nostre idee, già avanzate mesi fa con il Manifesto dei ”coraggiosi”, sono quelle che sta sviluppando Veltroni. Continueremo a fornire idee e strumenti con un obiettivo: amalgamare culture ed esperienze diverse non più nel segno degli ex. Parafrasando un vecchio motto: ”Fatto il Pd ora si tratta di fare i Democratici”».
    Fonte: Il Messaggero | vai alla pagina
    Argomenti: di pietro, attività politica, alleanze, elezioni politiche 2008, pd | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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