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Dichiarazione di Monica BALBINOT

Alla data della dichiarazione: Assessore  Comune Padova (PD) (Partito: SDI) 


 

Aborto, donne in piazza come trent'anni fa -

  • (16 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino ed. Padova - Michela Danieli - - inserita il 17 febbraio 2008 da 31
    Ieri davanti alla Clinica Ostetrica la manifestazione di "Padova 50 e 50" di sostegno alla legge 194 per l’interruzione della gravidanza. Una folla di ogni età ha partecipato al sit in. Molti gli slogan e le dimostrazioni di gratitudine per i medici non obiettori.Ieri come trenta anni fa. Stesse donne, stesso credo, stessa tenacia. Accanto a loro le figlie. Qualche volta i mariti. Sono ancora una volta loro a scendere in piazza per la legge 194, che sancì la responsabilità e l'autodeterminazione della donna, e dispose modi e tempi dell'interruzione volontaria della gravidanza, eliminando il business di mammane e santoni con le loro pratiche di prezzemolo, cucchiai d'oro, ferri da maglie e giovani morte di setticemia al seguito. Erano tutte al sit-in ieri, davanti alla clinica di Ostetricia del Policlinico, ad opera dei Radicali, di "Padova 50 e 50" e di innumerevoli altre associazioni, decise a frenare l'ultimo delirio da campagna elettorale, che ipotizza l'abolizione della norma sull'aborto legale. Una folla di ogni età, estrazione sociale e politica. Tra loro chi negli anni di piombo ha preso le botte durante i cortei davanti ai palazzi romani, quando ci si batteva per uno Stato laico. Una parata di striscioni. "La vera sicurezza è decidere del proprio corpo"; "Sono qui anche per mia figlia"; "Da Napoli a Padova giù le mani dalle donne"; sino alla foto stampata di Giuliano Ferrara con sotto il commento schiettamente allusivo: "Se tua mamma avesse potuto". Un'insurrezione degna di una sorta di 194 Bis, che però non può non far tremare al pensiero di un ritorno all'oscurantismo. «Ho la fortuna di essere diventata mamma in modo consapevole - dice l'assessore Monica Balbinot, tra i tanti volti "istituzionali" mescolati alla folla - Sono qui perché alla fine tocca sempre alle donne battersi. Questa volta contro le colpe di una politica che ha perso ogni coraggio, tanto da giocare in campagna elettorale conquiste già acquisite». Vicino a lei il consigliere Carlo Covi: «Se ci fossero le donne al potere, tutto questo non sarebbe successo». Arriva anche l'assessore Daniela Ruffini. Poi colei che più di tutti ha voluto la manifestazione, la presidente del Consiglio comunale Milvia Boselli: «Ho ritrovato molte donne che erano nei cortei trenta anni fa - dice - Oggi sono con le figlie. Penso sia produttivo ritornare alle battaglie in piazza per i valori. Questo è il mio "ottimismo"». Il megafono che anima la manifestazione manda la voce di Michele Bortoluzzi, segretario dell'associazione intitolata a "Luca Concioni", e ricorda come nel '76 «la battaglia dei radicali fu vinta anche grazie al voto di tanti cattolici, che credevano nella laicità dello Stato». Gratitudine corale verso i sanitari non obiettori che permettono l'applicazione della legge; per l'Unione donne di Cadoneghe le bandiere le portano i mariti, capelli bianchi e memoria storica: «Dopo 30 anni c'è ancora qualcuno che vuole prevaricare i diritti delle donne - dice Vittorio Scanavacchi - si facciano da parte. L'episodio di Napoli è uno scandalo». Con lui Giovanni Vettorato: «Nel '68 ci siamo battuti per il progresso, per uscire dalla miseria del dopo guerra. Oggi sono qui per le mie nipotine».
    Fonte: Il Gazzettino ed. Padova - Michela Danieli - | vai alla pagina
    Argomenti: legge 194, aborto, sanità, diritti civili, salute, partecipazione, radicali, SDI | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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