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Dichiarazione di Fausto BERTINOTTI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea)  - Assessore Regione Lazio (Partito: CEN-SIN(LS.CIVICHE))  - Pres. Camera   (Lista di elezione: PRC) 


 

«Il duopolio V&B è un trucco quando se ne accorgono i media?». - Intervista

  • (19 febbraio 2008) - fonte: Liberal - Susanna Turco - - inserita il 19 febbraio 2008 da 31
    Colloquio con Fausto Bertinotti - Rimpianti non ne ha. Per la nostalgia - dice - è troppo presto. Eppure è strana la terra di mezzo in cui si trova Fausto Bertinotti: presidente della Camera pronto per un futuro da padre nobile e defilato, si ritrova oggi a contendere i voti al Pd da candidato premier della sinistra Arcobaleno. «Il suo era l’unico nome possibile», dicono i leader della Cosa rosso-verde, esibendo così il limite di un soggetto politico ancora acerbo, e insieme troppo maturo. Ma agli scettici sull’esistenza di nuove leve, di una giovane classe dirigente capace di prendere il testimone, il candidato Bertinotti risponde secco: «Esistono, sono già al lavoro. Non si vedono perché non vanno in televisione: ma la politica deve imparare a fottersene della televisione». Tutto ciò, tra gli stucchi e le tele della sala presidenziale della Camera dei deputati. A proposito: tra un po’ le sue interviste non cominceranno più con la frase "seduto sotto un quadro di Sironi". Che trovo bellissimo, al contrario di quel De Chirico che gli sta di fronte. Li ho trovati qui, e li lascio a chi mi succederà senza aver cambiato una virgola. In questo sono conservatore: sono convinto che anche nella forma bisogna garantire la continuità delle istituzioni. Non come Diliberto, che da Guardasigilli tirò fuori dalla polvere la scrivania di Togliatti. Non faccio polemiche, penso solo che i luoghi istituzionali non devono essere influenzati dallo stile di chi si trova ad abitarli. Uno con la sua storia non prova almeno un po’ di sollievo nello svestire i panni rigidi della carica istituzionale? È sempre una questione di bilancio. Si perde il senso importante del rappresentare una istituzione, si guadagna la libertà di espressione che è più propria di una collocazione politico-partitica. Così ora non dovrà più dire frasi come «I soldati della Folgore in Libano sono la migliore vetrina del Paese». Ma lo direi ancora. Non ho mai avuto pregiudizi iniziali. Se sono bravi perché non dirlo. Se uno vede che là si esprime una cultura improntata di umanità e che persino sotto le divise dell’esercito c’è una cultura di pace, perché no. Se andassi là in borghese sarebbe lo stesso. Anche chi oggi è con lei nella Cosa rossa, la criticò per essere andato alla parata militare del 2 giugno 2006 con la spilla pacifista. Ma non era una contraddizione, l’ho fatto perché ho pensato che fosse compatibile con quella presenza. Del resto uomini e donne della sinsitra possono ricoprire ruoli istituzionali senza imbarazzi, avendo contribuito a fondare la Repubblica. Lei dice che Veltroni corre solo anche perché alleare il centro e la sinistra è una operazione difficile, complessa. Ma allora perché nel 2006 proprio lei, che teorizzava l’ingresso della sinistra nel governo, non vi entrò? È questione di attitudine personale. Per citare Petrolini, "non ci tengo né ci tesi mai". Uno dei miei maestri, Riccardo Lombardi, quando nacque il centrosinistra per il quale aveva tanto lavorato, essendo il candidato naturale per il ministero del Bilancio, scelse di fare il direttore dell’Avanti. Ecco appunto, lei che pure era uno degli artefici di quell’alleanza... Lombardi pensò che era fondamentale preservare l’autonomia del partito. Ho voluto farlo anche io. Però, alla prova dei fatti, sulla politica estera la sinistra non ha poi avuto grandi soddisfazioni. Al contrario, secondo me la politica internazionale del governo Prodi è stata una delle sue cose migliori. Basti solo dire che siamo usciti dall’Iraq. Certo, abbiamo scontato un compromesso sull’Afghanistan, ma dentro un contesto che ha segnato una autonomia dell’Italia: in Libano, nel conflitto israelo palestinese, nell’apertura all’America latina. Lo dica ai suoi senatori. O al povero Turigliatto, allontanato dal partito proprio sulla politica estera. Abbiamo avuto qualche sofferenza che fa parte delle articolazioni della sinistra. C’è sempre la sinistra della sinistra: Turigliatto, Cannavò… fenomeni minoritari, con tutto il rispetto. Però adesso che in Parlamento arriva il rifinanziamento delle missioni all’estero la sinistra, dopo due anni di sì, si appresta a votare no. I maligni direbbero che, dunque, era solo una questione di poltrone. Contro i punti di vista viziati da pregiudizi non c’è niente da fare. Oggi la nostra posizione cambia perché non c’è più un governo che possa garantire quella che era la nostra motivazione per il sì, ossia l’impegno sulla conferenza internazionale di pace. Tornando all’oggi, dica la verità: Veltroni che la costringe ad andar da solo le fa comodo. Lei ha sempre teorizzato una sinistra a due gambe. Per essere esatti parlavo di due sinistre, ma è un discorso che nell’Italia di oggi vale un po’ meno, perché il Pd non si definisce "di sinistra": è una forza di centrosinistra che potrà guardare al centro o alla sinistra. E se domani la sinistra dovesse avere un successo elettorale... Cosa considererebbe un successo per la Sinistra arcobaleno? Gli ottimisti parlano del 10 per cento, ma quella è all’incirca la somma di Pdci, Rifondazione e Verdi alle ultime elezioni. Non è un po’ poco? Non sempre in politica sommare i partiti vuol dire sommare i voti. Anzi. Raggiungere i livelli del 2006, quindi, è già un obiettivo politico. Per raggiungere l’obiettivo, dovrà sottrarre elettori al Pd. Parlerei piuttosto di una competizione. La fine anticipata della legislatura ha portato alla crisi e alla fine del centrosinistra. E Cosa rossa e Pd rappresentano la presa d’atto della conclusione di quel ciclo: ora c’è un centro, e una sinistra. Ma il centrista Veltroni dice cose di sinistra, come la proposta dei mille euro ai precari. E lui pensa così di arrivare a un superamento della precarietà o a un suo consolidamento? Ecco, questo è un buon esempio della differenza con noi, che parliamo invece di salario sociale per precari e disoccupati e modifica della Legge 30. Il Pd dice: dato questo modello, bisogna temperarlo, noi diciamo che ragionare così è come svuotare il mare col secchiello, e che serve un cambiamento radicale. In ogni caso, in questa suddivisione la sinistra esprime una vocazione minoritaria, e in campagna elettorale…Vede, questa è una campagna elettorale terremotata, dallo schema completamente nuovo. Adesso, il nostro avversario principale è il dupolio. Nella tesi che la competizione è a due c’è dentro il baro. E non è un partito con cui puoi confrontarti: consiste appunto nel far credere che ci sono solo due competitor, e che il voto agli altri sia inutile. Per la verità, negli ultimi giorni si è disposto un quadripolio. Bertinotti e Veltroni, Casini e Berlusconi. Un quadripolio? Se guardo la televisione di poli ne vedo due. Comunque speriamo, corrisponderebbe di più alla realtà italiana, nelle quali le tendenze politico culturali sono quattro o cinque e rischiano di essere strangolate. E non sarebbe così se non ci fosse quella cosa vergognosa che è il premio di maggioranza: un arbitrio, come dice la Corte Costituzionale nella sentenza che ammette il referendum. Ad alcuni pare che le modifiche alla legge elettorale, inattuate sia per via referendaria che parlamentare, siano comunque entrate nelle vene del sistema politico. Veltroni che rifiuta la logica della coalizione, tutto questo fiorire di candidati premier… Ritengo invece che la situazione sia ancora aperta. Nella prossima legislatura si potrà andare verso il presidenzialismo francese o verso il sistema tedesco. Saranno queste elezioni a decidere se andiamo verso il un sistema bipartitico o polipartitico. E nel primo caso, tante domande della società sarebbero sacrificate.
    Fonte: Liberal - Susanna Turco - | vai alla pagina
    Argomenti: legge elettorale, veltroni, cosa rossa, sinistra arcobaleno, elezioni politiche 2008 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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