Ti trovi in Home  » Politici  » Massimo D'ALEMA  » Kosovo, D'Alema: «Necessario e utile riconoscerlo»

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Massimo D'ALEMA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: L' Ulivo)  -  Vicepres. del Consiglio   (Partito: DS)  -  Ministro  Affari Esteri (Partito: DS) 


 

Kosovo, D'Alema: «Necessario e utile riconoscerlo»

  • (20 febbraio 2008) - fonte: L'Unità.it - inserita il 20 febbraio 2008 da 31
    Procede, a singhiozzo, il riconoscimento dell'Europa del nuovo stato balcanico del Kosovo. Mercoledì è arrivato un sì molto forte, quello della Germania, che si unisce alla lista dei paesi che hanno già riconosciuto la proclamazione unilaterale d'indipendenza di domenica scorsa a Pristina. Si sa tra i 27 paesi dell'Unione dieci sono per il no - tra cui la Spagna - e diciassette orientati per il sì, tra cui l'Italia che deciderà tra mercoledì e giovedì. Lo sdoganamento, in senso più o meno figurato, procede dunque in ordine sparso. Intanto l'olandese Pieter Feith ha iniziato il suo mandato come rappresentante speciale dell'Unione europea in Kosovo. Solo in un secondo tempo guiderà la missione civile internazionale che vigilerà sull'indipendenza di Pristina e che è stata varata dall'ultimo vertice dei ministri degli esteri Ue collettivamente. L'Alto rappresentante per la politica estera dell'Ue, Javier Solana, ha spiegato che Feith «offrirà consigli e il supporto dell'Ue nell'ambito del processo politico a promuoverà il coordinamento globale dell'Ue in Kosovo». Cinquantratre anni, Feith ha lavorato nei Balcani dal 1995 al 2001 per la Nato, soprattutto in Bosnia-Erzegovina dopo gli accordi di pace di Dayton che misero fine alla guerra. Quanto al riconoscimento italiano, dopo i colloqui diplomatici di martedì Italia-Vaticano nei quali sono state riscontrate ampie convergenze anche sulla questione del Kosovo, giovedì mattina si terrà un Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi per l'esame delle questioni relative alla proclamazione di indipendenza. Il ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha riferito la posizione del governo davanti alle Commissioni Esteri defininendo «utile e necessario» stabilire relazioni diplomatiche con il Kosovo riconoscendo il nuovo Stato. Il ministro degli Esteri ha però precisato che questo processo va affrontato con «sobrietà, continuando a lavorare per mantenere buoni rapporti con la Serbia». Non procedere al riconoscimento del Kosovo è «gravemente sbagliato» ed io «sono imbarazzato dal fatto che alcune forze politiche non si rendano conto che non ci si può sottrarre a questa responsabilità». L'Unione Europea è stata in grado di «affrontare in modo coeso ed efficace la questione del Kosovo», nonostante alcuni Paesi membri abbiano deciso di non riconoscere il nuovo stato balcanico perché «mossi soprattutto da questioni nazionali». Il riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo «ha diviso il centrodestra», non il Partito democratico, che è «unito», ha ooservato D'Alema. Il riconoscimento del Kosovo «ha diviso il centrodestra -ha affermato il titolare della Farnesina- perchè quelli che vorrebbero governare insieme l'Italia, e cioè Lega e Forza Italia, si sono divisi su una questione cruciale di politica estera». Invece «il Pd è unito», ha osservato D'Alema, che, a chi gli ha fatto notare la posizione diversa della Sinistra Arcobaleno, ha replicato: «Infatti noi ci candidiamo da soli a governare l'Italia a differenza di Berlusconi, che si candida con quelli che non condividono le scelte fondamentali della politica estera del Paese. Senza riconoscimento del Kosovo, l'Italia non avrebbe altra alternativa che ritirare i propri uomini dall'ex provincia serba, «non esiste una terza via», spiega D'Alema, che conferma comunque «la politica di amicizia nei confronti della Serbia, con cui sconteremo un momento difficile, ma ho fiducia di pensare che sarà una breve parentesi». «Non credo si possa ritardare la decisione che deve essere assunta - insiste il titolare della Farnesina - In Kosovo abbiamo particolari responsabilità, non mi sentirei di lasciare in un Paese che non riconosciamo 2.600 militari nè i 200 funzionari civili che stiamo per mandare. Se non riconoscessimo sollecitamente il Kosovo, questi uomini non avrebbero la necessaria copertura politica e diplomatica per operare sul terreno e per interagire con le autorità di Pristina. Li esporremmo a dei rischi evidenti, dovremmo ritirarli e questo non gioverebbe a nessuno». La Russia considera invece il dispiegamento della missione civile Ue in Kosovo come «illegale». Il ministero degli Esteri Russo accusa la Ue di aver fatto i preparativi della missione aggirando il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Secondo Mosca, lo scenario «unilaterale» in cui procede il dossier kosovaro mette a repentaglio la stabilità dei Balcani e dell'Europa.
    Fonte: L'Unità.it | vai alla pagina
    Argomenti: politica estera, kosovo, UE, partiti | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato