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Dichiarazione di Massimo Cacciari
Alla data della dichiarazione: Sindaco Comune Venezia (VE) (Partito: DL)
Striscioni, volantini, fischietti e pure una sirena da stadio. Torna la contestazione all'università.
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(25 febbraio 2008) - fonte: Il Gazzettino ed. Venezia - Roberta Brunetti - inserita il 26 febbraio 2008 da 31
Striscioni, volantini, fischietti e pure una sirena da stadio. Torna la contestazione all'università. Ma a metterla in scena, oramai, non sono gli studenti, bensì il personale non-docente dello Iuav. In una cinquantina, ieri pomeriggio, ha "picchettato" l'ingresso di palazzo Badoer, dove si celebrava la nascita della Scuola di dottorato. Un altro tassello di quella riorganizzazione dell'intero ateneo che il rettore, Carlo Magnani, va portando avanti dal momento della sua elezione. Prima ci sono stati mesi di discussioni interne; ora le prime scelte operative per far ripartire lo Iuav, e in particolare la ricerca: con la nascita di questa scuola che riunisce tutti i dottorati, appunto; ma anche con la creazione di una nuova area centralizzata per la ricerca che svuoterà di potere i dipartimenti. Insomma, un cambiamento epocale per questo ateneo, che sta creando non pochi mal di pancia. Ieri si è fatto sentire il personale. «É troppo chiedere regole trasparenti e uguali opportunità per tutti» si leggeva nel grande striscione affisso in giardino. Mentre in un volantino distribuito all'ingresso a tutti gli invitati, le Rsu criticavano una riorganizzazione che è uno «scheletro senza contenuti»; per cui sono stati stanziati nel bilancio 2008 270.000 euro che si esauriranno per pagare 7 nuovi dirigenti; mentre «si operano trasferimenti d'ufficio, anche contro la volontà del singolo». E ancora: «Manca la condivisione di un percorso con il personale. A tutt'oggi rettore e direttore amministrativo procedono con atti unilaterali anche in spregio delle attuali regole sulla mobilità. Nei fatti viene alimentato un clima di sospetto con scelte che favoriscono alcuni a scapito di altri in maniera totalmente discrezionale e senza alcuna esplicitazione di regole e criteri». I rappresentanti sindacali hanno aggiunto anche altri dettagli e precisazione. «Per accorpare le attività di dipartimento e centralizzare i bilanci hanno spostato quattro contabili, senza alcun rispetto delle regole - ha raccontato Flavio Dal Corso -. Ma siamo in un pubblica amministrazione, si dovrebbero fare dei bandi anche per la mobilità interna». «Sia chiaro, non vogliamo cogestire l'ateneo - ha puntualizzato Massimo Cappellesso - chiediamo solo un po' di trasparenza e condivisione. Ne va della motivazione con cui si lavora. Siamo già pagati poco, ora ci trattano pure male...».__ Tutto questo in giardino, mentre dentro palazzo Badoer, in un'aula "Tafuri" strapiena, iniziava la cerimonia. Una sorta di festa, nelle intenzioni del rettore, che per il secondo anno consecutivo ha deciso di rinunciare alla tradizionale inaugurazione dell'anno accademico per appuntamenti più concreti. Come quello di ieri, con le autorità cittadine in prima fila, il sindaco Massimo Cacciari chiamato a tenere la lectio magistralis su "Storia e destino", e il sottosegretario Luciano Modica a tirare le conclusioni. Una vera festa accademica. Rovinata dai contestatori? Magnani, con i giornalisti, ha minimizzato: «É normale che accada in tutti i meccanismi di cambiamento. Si tratta di digerire la novità. Ma questa era una cosa necessaria per adeguarsi ai tempi». Poi è salito sul palco per portare i suoi saluti, impassibile, nonostante l'eco del personale che rumoreggiava al piano di sotto. «Questa cerimonia ha un valore simbolico e concreto: rimettere la ricerca al centro del nostro interesse - ha sottolineato -. É un punto d'arrivo e un punto di partenza nel senso di un progetto formativo di terzo livello». Solo un accenno alle proteste: «Ha suscitato forte resistenza, come si sente dalle finestre». L'obiettivo della nuova scuola, che avrà sede proprio a palazzo Badoer, lo ha riassunto il direttore, Alberto Ferlenga: «Lavorare sui nessi, conservando la tradizione, ma anche facendo uscire la ricerca dagli ambiti chiusi». Sull'importanza dei dottorati di ricerca si è soffermato, infine, anche Modica: sono 38 mila ogni anno, per lo più donne, e non vanno intesi come «il primo gradino della carriera accademica, ma come il più alto livello di formazione». In quest'ottica il sottosegretario ha anche annunciato di aver proposto a Veltroni di inserire nel programma elettorale l'obbligo del dottorato di ricerca, anziché della laurea, per le alte cariche dello Stato. Cacciari , a quel punto, è sbottato: «Ma se io faccio un concorso nella pubblica amministrazione un titolo di dottorato mi vale otto volte meno del fatto di avere un figlio! Bisognerebbe cominciare a cambiare questo». Roberta Brunetti
Fonte: Il Gazzettino ed. Venezia - Roberta Brunetti | vai alla pagina » Segnala errori / abusi