Ti trovi in Home  » Politici  » Marco CAPPATO  » Cappato sale al loft per avere più Legge Biagi

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Marco CAPPATO

Alla data della dichiarazione: Deputato Parlamento EU  (Gruppo: ALDE) 


 

Cappato sale al loft per avere più Legge Biagi

  • (28 febbraio 2008) - fonte: Il Riformista - Alessandro Calvi - inserita il 09 marzo 2008 da 31

    «Economia e giustizia: saranno i temi sui quali ci batteremo. Alla laicità, invece, ci pensa Ratzinger».
    Lo dice con una battuta, citando Marco Panne a, l’eurodeputato radicale Marco Cappato. Ma è una battuta che riassume il programma con cui la pattuglia radicale si prepara ad entrare nelle liste del Partito democratico. L’accordo c’è, mancano i nomi. «Non abbiamo ancora deciso», dice Cappato e niente vuole aggiungere, mentre sulle intenzioni dei 9 che entreranno in Parlamento col Pd è chiaro: più legge Biagi per tutti, più flessibilità ma con più garanzie, liberalizzazione dell’età pensionabile; per dire. Una sfida alla sinistra, certo, «ma che può trovare consensi anche nell’elettorato di destra».

    Chi, come i cattolici del Pd, si è preoccupato per l’arrivo dei radicali nel partito, dunque, dovrà cominciare a rifarsi i conti. Se l’economia e la giustizia saranno le prime preoccupazioni dei radicali, però, ciò non significa un disimpegno sul terreno dei diritti civili sul quale però si ritiene che una parte del lavoro sia stata già utilmente fatta e che, per questo, ci si possa ora concentrare su altro. D’altra parte, va detto che, se è vero che i radicali entreranno nel Pd, è pure vero che di certe questioni continueranno ad occuparsene con l’associazione Luca Coscioni che, Pd o non Pd, non si scioglierà. «Con una certa linea anti Concilio Vaticano II dell’attuale papato e delle gerarchie vaticane - spiega Cappato - si stanno producendo reazioni e anticorpi persino nella stessa Chiesa. E questo anche per la posizione ancor più estrema di chi, nel centrodestra e nel centrosinistra, ritiene di dover fare l’Ascaro di questa linea». Ciò significa, insomma, che i radicali si concentreranno soprattutto su altro. «Già - dice Cappato - perché nonostante tutto siamo fiduciosi, a condizione, però, che la politica non si riduca soltanto a una me- diazione tra i vertici dei partiti, dei sindacati e delle corporazioni, filtrata dalla manipolazione delle televisioni. Ecco, se così fosse non avremmo molte speranze per questo paese. Tutto sarebbe diverso se, invece, si riuscisse a coinvolgere l’opinione pubblica, se si riusciranno a conquistare quelle condizioni minime di democrazia che sono la garanzia per affrontare le riforme, anche quelle più delicate». E in questa ricerca, in fondo, sembra rintracciabile anche la ragione della decisione di entrare nelle liste del Pd. Detto questo, però, si deve arrivare al dunque. E Cappato ci arriva volentieri, partendo dal programma del Partito democratico e avvertendo subito che «il programma è necessariamente una base di partenza per una stagione di riforme radicali». E in quelle tre parole - «base di partenza» - c’è chi nel Pd dovrebbe riflettere, anche perché Cappato è chiaro: «le priorità per noi sono quelle della economia e della giustizia». Vediamole, dunque, queste priorità.

    «Occorre una riforma liberale della economia, un rientro accelerato del debito pubblico», spiega Cappato per il quale la legge Biagi così come è ora non va bene ma soltanto perché andrebbe completata per l’aspetto degli ammortizzatori sociali. Più flessibilità, insomma, ma anche più welfare. «La sfida - spiega - si gioca sul terreno della sinistra che è quello dell’aiuto ai più poveri. E proprio su questo terreno è avvenuto il grande disastro della sinistra italiana nella sua versione assistenzialista. Occorre invece fare altro. Spingere sulla contrattazione decentrata, ad esempio, per incentivare la produttività e quindi valorizzare il merito. In ciò si troveranno anche le risorse per potenziare la rete del welfare». Ma ciò significa anche rivedere del tutto il sistema di ammortizzatori sociali e garanzie. «Certo - è la risposta - Noi vogliamo meno assistenzialismo, niente cassa integrazione, meno strumenti inefficaci mentre vogliamo che questa spesa sia completamente riqualificata. E proprio in questo senso penso alla funzione che potrebbe avere un sostegno effettivo a poveri e disoccupati, ma anche una riforma delle pensioni che oggi discrimina tra donne e uomini e che obbliga chi ha ancora una piena capacità lavorativa ad andare in pensione». Liberare energie e risorse, dunque.


    E nello stesso solco andrebbe anche l’intenzione di rompere il monopolio degli ordini professionali. Qui la sfida si sposta sul terreno della destra. «Non contro gli ordini in quanto tali - spiega Cappato ma contro il loro carattere monopolistico e parastatale. Gli ordini devono diventare associazioni che garantiscano davvero un servizio a tutela dei fruitori». «Ma ci vuole coraggio politico», aggiunge. E poi la giustizia. E anche qui si torna ai vecchi cavalli di battaglia. «In questi anni c’è stato un grosso polverone, una grande rissa», dice Cappato. «Serve invece una nuova fase che parta dalla considerazione che ci sono 200mila reati all’anno che vanno in prescrizione. C’è dunque una sorta di amnistia senza regole che dipende dalla discrezionalità dei magistrati che non ne rendono conto a nessuno. Invece, serve più chiarezza nelle responsabilità di chi esercita l’azione penale contro l’irresponsabilità della prescrizione e della amnistia di fatto». «E per questo - aggiunge - serve che l’azione penale non sia più obbligatoria».
    Anche su questo sarà interessante capire cosa ne pensano al Loft di Santa Anastasia che ultimamente sembra accogliere, tra magistrati e poliziotti, sempre più uomini d’ordine. «Noi - risponde Cappato - siamo ancora il partito di Enzo Tortora. Non siamo cambiati. Il problema non è del singolo magistrato che entra in Parlamento. Ci spaventa invece se le riforme vengono affrontate con spirito di corporazione». Considerata la consistenza della pattuglia degli uomini d’ordine entrata nel Pd, sarà dura spuntarla su questo terreno.


    Fonte: Il Riformista - Alessandro Calvi | vai alla pagina
    Argomenti: legge Biagi, welfare, economia, economia solidale, lavoro, ricchi e poveri, radicali, legge 30 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato