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Dichiarazione di Rocco BUTTIGLIONE
Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: UDC) - Consigliere Consiglio Comunale Torino (TO) (Lista di elezione: CEN-DES(LS.CIVICHE))
"Ho un conto a Vaduz l'avevo aperto quando insegnavo lì"
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(28 febbraio 2008) - fonte: Affaritaliani.it - inserita il 28 febbraio 2008 da 31
La vicenda dell'elenco degli italiani che avrebbero depositato denaro in banche del Liechtenstein. In Germania quattro arresti per estorsione.
L'esponente Udc spiega di averlo usato per incassare lo stipendio di professore Di Pietro chiede di conoscere i nomi "quantomeno dei politici coinvolti"
ROMA - Al momento il ministero dell'Economia non ha ancora diffuso i nomi degli italiani con conti a Valduz, nel Liechtenstein, ma la vicenda non si placa, il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro chiede che vengano pubblicati almeno i nomi degli esponenti politici, e il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione si autodenuncia, ma solo per chiarire la propria posizione che assicura essere assolutamente legittima. "Sono stato professore e co-rettore presso una prestigiosa istituzione culturale nel Liechtenstein, la International Academy of Philosophy. In quel periodo, ovviamente, ho percepito dei denari dalla International Academy of Philosophy che ho allocato in un conto". Buttiglione lo riferisce al quotidiano online Affaritaliani.it.
"Ero residente e i residenti possono aprire conti. Non si tratta di un conto cifrato - sottolinea Buttiglione - ma un conto come quello della povera gente che prende lo stipendio. E' una cosa naturale, ci sono 2.000 italiani che lavorano in Liechtenstein e immagino che ci siano 2.000 conti, il mio è uno di quelli. Dopodichè ho smesso di lavorare in Liechtenstein, ho tenuto aperto il conto nella romantica speranza di riuscire a tornarci un giorno. Su questo conto non avvengono operazioni da diversi anni, da quando non sono più attivo lì e dovrebbe esserci la 'rilevante' somma di 4.500 franchi svizzeri, pari a circa 3.000 euro. Il conto è ancora aperto ma è inattivo da molti anni. E' una cosa nota che ho lavorato in Liechtenstein, lo sanno tutti. Nulla da nascondere".
La vicenda dei conti in Liechtenstein è esplosa alcuni giorni fa, quando dal principato è giunto al ministero delle Finanze l'elenco degli italiani con conti a Vaduz. "Sono decine gli italiani che figurano nella lista", ha confermato il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco. "Non solo nomi eccellenti; nella lista ci sono italiani di tutti i tipi". Tutto è nato dal lavoro di un impiegato infedele della Liechtenstein Group Lgt, la banca di proprietà della famiglia regnante, che tre anni fa ha scambiato con i servizi segreti tedeschi per 4,2 milioni di euro il dischetto per computer sul quale aveva caricato i dati relativi alle transazioni segrete di quasi 1.400 clienti.
Come si spiega questo scandalo internazionale? "I servizi segreti tedeschi - spiega Buttiglione - hanno comprato dei file riservati che, immagino, contengano file relativi a conti cifrati e a conti coperti da fondazioni che consentono di occultare chi c'è dietro. Il sistema del Liechtenstein si divide in due parti: uno per chi vive lì, che è come il sistema bancario di qualunque paese. L'altro è quello per i grandi traffici internazionali. Non so quanti di quei nomi abbiano in mano, ma è probabile che qualcosa ci sia. Però non legato al riciclaggio o alla mafia, perchè sono molto rigorosi su questo. In Liechtenstein c'è una legislazione in base alla quale chiedono massima trasparenza, assicurano massima riservatezza e non collaborano con le autorità di altri stati per ciò che riguarda reati non previsti come tali dalla legge del Liechtenstein, per esempio l'evasione fiscale. Collaborano invece in modo molto efficiente su mafia, riciclaggio e terrorismo. Per quanto riguarda l'Italia - conclude - non escludo che sull'evasione fiscale ci possano essere delle sorprese".
E intanto il leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro chiede di conoscere i nomi "almeno dei politici italiani" che hanno conti in Liechtenstein compresi nella lista attualmente in possesso dell'Agenzia delle Entrate. "Da cittadino e da leader di partito impegnato nella redazione delle liste di candidati per le prossime Politiche - dice il leader dell'Italia dei Valori - ritengo di avere il diritto di conoscere i nomi quantomeno dei politici: per evitare di ritrovarmi a candidare persone che poi invece non hanno tempo per venire in Parlamento in quanto sono impegnati ad andare in Tribunale".
La lista degli italiani, politici compresi, non viene ancora resa nota, ha fatto sapere nei giorni passati il ministero dell'Economia, perché la task force costituita dall'Agenzia delle Entrate sta ancora accertando le varie posizioni attraverso riscontri. Solo al termine dei riscontri, poi, verranno assunte decisioni e provvedimenti.
In Germania la vicenda ha avuto un ulteriore sviluppo. Infatti la procura di Rostock (Nord della Germania) processerà quattro cittadini tedeschi accusati di estorsione e tentata estorsione nell'ambito di un'inchiesta che vede come protagonista la banca del Liechtenstein Llb.
La Llb (Liechtensteinische Landesbank), come la Lgt Group - la banca del Liechtenstein al centro dello scandalo delle maxi-evasioni fiscali in Germania e nel resto d'Europa - ha subito il furto di liste contenenti i nomi di numerosi clienti che hanno usato il piccolo Stato per evadere il fisco. La procura tedesca ha confermato oggi che l'istituto ha pagato quasi nove milioni di euro per riavere le informazioni, che le erano state rubate da un ex dipendente nel 2003.
Fonte: Affaritaliani.it | vai alla pagina » Segnala errori / abusi