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Dichiarazione di Valter VELTRONI


 

«Vincere è possibile, sarà una rimonta storica»

  • (03 marzo 2008) - fonte: L'Unità - Bruno Miserendino - inserita il 03 marzo 2008 da 31
    «I cittadini devono sapere che il nostro programma ha un costo di cui abbiamo indicato le coperture, quello degli avversar! costa 80 miliardi e le coperture previste sono solo 30. Lo confermano autorevoli giornali. Non ho bisogno di dire altro».
    Applausi da Pisa, mattina bella e tiepida, piazza Carrara è piena, saranno 7-8mila persone, ed era tempo, dice il candidato sindaco Filippeschi, che in città non si vedeva una manifestazione così. Spunta da una casa anche uno striscione «Tu voi fa' l'americano», ma Veltroni la prende bene: «È il bello della democrazia».
    E infatti al piano di sopra gli applausi si sprecano. Sì, Walter Veltroni lavora di fioretto e dice che continuerà così, senza attacchi e insulti, però, mentre va in giro per la Toscana, avverte: «Conosco i miei polli, siccome non hanno argomenti, inizieranno ad attaccarmi».
    Quasi un presentimento: Fini dice che serve lo psicanalista perché rimuove Prodi, Berlusconi che sta a fatica nella griglia del bon ton, dice che ormai il Pd non si dichiara più di sinistra, Bertinotti se la prende per la candidatura di Calearo. Veltroni, galvanizzato dai sondaggi e dal calore della Toscana, intreccia un dialogo a distanza con tutti i contendenti, cominciando dall'argomento che più fa innervosire la Destra: «C'è un'aria nuova in giro, per noi vincere non è più una missione impossibile».
    Lo dice a Pisa, lo dice al pranzo elettorale a Montecatini Terme, lo dice anche a Prato: «Guardate che stiamo per realizzare la rimonta più incredibile della storia elettorale italiana».
    Caricare gli elettori fa parte della missione, però Veltroni ci crede davvero. E infatti batte sui tasti che stanno accreditando la rimonta. Primo, il Pd sta raccogliendo consensi in tutte le aree perché è l'unica vera novità: «Noi - dice rispondendo indirettamente alla sinistra radicale - siamo una grande forza di centrosinistra riformista, come ce ne sono in tutte le grandi democrazie europee, che vuole coniugare le culture della crescita economica e dell'equità sociale».
    Chiaro riferimento alle polemiche sulla sua intervista a El Pais. Pd partito "solo" riformista e non solo di sinistra? «Vogliamo - insiste - che la ricchezza del Paese cresca, e quando sento che la sinistra estrema grida allo scandalo non mi meraviglio. Noi vogliamo un patto tra produttori, puntiamo sulla crescita per assicurare equità, per smuovere l'ascensore sociale fermo da molti anni; loro parlano di lotta di classe. In tutti i Paesi europei esistono due sinistre, una riformista e una radicale: sarà così anche in Italia».
    Lancia la sfida annunciando la candidatura del presidente di Confindustria vicentina Massimo Calearo, per marcare una differenza di programmi e di prospettive.
    Ma è al centrodestra che si rivolge Veltroni quando cita Bossi e le sue parole «insurrezionali». «Il 90% della ricchezza prodotta al nord resta al nord? Io questa cosa non l'ho letta nel loro programma... ».
    Fischi dalla piazza al nome di Bossi e del parlamento padano. Ma Veltroni insiste: «Voglio capire come faranno a interloquire con la Lega Nord. E come lo spiegheranno a quelli della Lega Sud. Come vedete gli italiani rischiano di riassistere a un brutto film».
    Altra sfida, le liste pulite. Lo dice sempre Veltroni: «Noi abbiamo lanciato l'idea, e fa piacere che tutti abbiano detto di volerla seguire, però vedremo alla fine chi davvero le ha fatte". Non lo fa a caso. Ormai il leader del Pd gli applausi più convinti li prende quando parla della corsa libera del Pd, quando dice no a un parlamento con 40 partiti, quando dice che l'Italia ha bisogno di aria pulita e nuova, quando spiega che non è il paese che si deve rialzare, ma la politica, perché gli italiani la mattina sono già svegli e vanno a faticare. «Noi parliamo al paese e infatti portiamo il paese in parlamento». Difende, Veltroni, anche l'accordo coi radicali che pure qualche malumore ha provocato nel mondo cattolico. Lo fa in una visita lampo, prima delle manifestazioni elettorali, sulle colline di San Martino in Vignale, a casa di padre Arturo Paoli, 96 anni, missionario in Brasile, nelle favelas. È vero che secondo i sondaggi i Radicali non danno un valore aggiunto al Pd? «No, non è così - risponde - anzi ci incoraggiano, perché si è capito il senso dell'operazione che abbiamo fatto, un grande partito che vuole andare oltre la contrapposizione laici-cattolici, nell'interesse del Paese». Aggiunta: «Riuscendo a coinvolgere una forza radicale nel programma del Pd abbiamo scongiurato il rischio di una lista laicista, perché francamente non abbiamo bisogno, in Italia, di ulteriori antistori-che divisioni». Veltroni cita senza nominarlo Marini: «Dio ci scampi da un partito su base religiosa», «ben diverso è essere attenti, come noi siamo alle sensibilità dei cattolici». È chiaro che la Toscana ha fatto bene a Veltroni. Mancano 40 giorni e lui sente l'onda.

    Fonte: L'Unità - Bruno Miserendino | vai alla pagina
    Argomenti: veltroni, elezioni politiche 2008, pd, programmi elettorali | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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