Ti trovi in Home  » Politici  » Valter VELTRONI  » Tibet, alle 17 scade l'ultimatum del governo cinese. Il Parlamento in esilio: "I morti sono centinaia"

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Valter VELTRONI


 

Tibet, alle 17 scade l'ultimatum del governo cinese. Il Parlamento in esilio: "I morti sono centinaia"

  • (17 marzo 2008) - fonte: Sito Uff.le PD - inserita il 17 marzo 2008 da 31

    Scade alla mezzanotte di oggi (le 17 in Italia) l'ultimatum imposto dalle autorità cinesi agli abitanti di Lhasa, capitale del Tibet, affinché pongano totalmente fine alle proteste.

    Le manifestazioni di protesta degli ultimi giorni e la dura repressione delle forze dell'ordine cinesi non hanno paragoni negli ultimi venti anni della storia del Tibet.

    Dal tardo pomeriggio di sabato e per tutta la giornata di ieri i soldati, membri della Polizia armata del popolo, hanno cominciato a schierarsi sulle arterie principali di Lhasa, sui tetti e attorno agli edifici principali della città.
    Non sono più muniti di soli bastoni, ma dispongono di fucili e numerosi colpi d'arma da fuoco sono già risuonati per le strade della capitale tibetana.
    Una situazione che accresce enormemente la tensione già registratasi nei giorni scorsi.
    Un ulteriore aggravarsi della crisi che potrebbe degenerare e provocare altre perdite umane.
    Un nuovo appello alla moderazione è giunto da Dharamshala, nel nord dell’India, dove ha sede il Parlamento in esilio, che ha accusato il governo cinese di aver provocato nei giorni scorsi centinaia di morti.

    “Le massicce dimostrazioni iniziate il 10 marzo nella capitale Lhasa e nelle altre regioni del Tibet, che hanno provocato la morte di centinaia di tibetani, e il successivo uso della forza... richiedono di essere portati all'attenzione delle Nazioni Unite e della comunità internazionale”, si legge nel comunicato diffuso in India dal Parlamento tibetano in esilio.

    La comunità internazionale, intanto, è compatta nel chiedere l’immediata cessazione delle violenze, e l’apertura del dialogo tra il governo cinese e l’autorità religiosa del Dalai Lama.

    Secondo il Segretario di Stato americano Condoleezza Rice, “da parte cinese non è stata colta l'occasione di coinvolgere l'autorità morale del popolo tibetano. Spero – ha aggiunto – che trovino il modo per poter rimediare”.

    Un appello alle autorità cinesi “perché cessi immediatamente la repressione nei confronti dei monaci tibetani e della grande domanda di identità e autonomia di quel popolo” è giunto dal segretario del Pd Walter Veltroni.

    “Non posso non pensare – ha detto il candidato premier – a quei cittadini che in Tibet stanno difendendo i loro diritti e sono vittime di una repressione inaccettabile e che è bene finire”.

    Contro corrente la Russia. Pur specificando di sperare “in una normalizzazione della situazione in Tibet”, Mosca ha affermato, tramite un comunicato, che “le relazioni del governo di Pechino con il Dalai Lama sono una questione interna” e ha criticato i tentativi di “politicizzare” il prossimo appuntamento dei Giochi Olimpici in Cina.
    La Russia – si legge nel comunicato – ha spesso affermato che il Tibet è parte integrale della Cina e che considera le relazioni con il Dalai Lama una questione interna per la Cina.
    I tentativi di politicizzare l'organizzazione dei Giochi Olimpici in Cina sono inaccettabili”.

    Fonte: Sito Uff.le PD | vai alla pagina
    Argomenti: partito democratico, politica estera, repressione, Tibet | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato