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Dichiarazione di Luca ZAMBIANCHI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Forlì (FC) (Lista di elezione: FI) 


 

GLI ALIMENTI DI PRIMA NECESSITA' AUMENTANO...CHI MI TUTELA?

  • (23 marzo 2008) - fonte: Blogger.com - inserita il 27 marzo 2008 da 1059
    Negli ultimi mesi è aumentato il prezzo di tutti gli alimenti di prima necessità e non solo. La colpa se c'è a chi è da attibuire? Ho fatto una personale indagine tra gli agricoltori i quali mi hanno spiegato che i prezzi all'origine non si sono modificati e che a volte non è neppure conveniente raccogliere i frutti dagli alberi. Non c'è margine di guadagno. Allora? Vado spesso a fare la spesa nei supermercati e mi rendo conto che il prezzo del pane, della pasta, del latte e dei suoi derivati è aumentato fino ad un 10-12% in più. Capisco che ci sia la liberalizzazione dei prezzi, capisco che il negoziante del piccolo negozio possa avere un prezzo diverso da quello della grande distribuzione ma faccio fatica a condividere la scelta che le coop. possano rincarare così tanto la mercie e soprattutto quella di prima necessità. Le coop sono nate per aiutare la gente avendo un occhio di riguerdo per il rincaro dei prodotti, promuovendo anche il cliente a socio nel caso in cui questo lo volesse. Quando si acquistano enormi quantità di articoli, i prezzi, da che mondo è mondo sono nettamente più bassi rispetto a chi ne compra di meno: è una legge di mercato. Il cliente finale dovrebbe essere tutelato da questi enormi complessi, capaci di promuovere una politica del risparmio tale da non avere rivali: tutelando e garantendo loro stessi sia sulla qualità sia il costo finale del prodotto. Prendiamo ad esempio la nostra piccola Forlì: Quanti sono i supermercati con la stessa sigla e che vendono gli stessi prodotti? Quanta merce comprano in un mese? Sono o non sono nella possibilità di dire, se vogliono, "nonostante ci sia stato un rincaro noi possiamo contenere il tutto ed aumentare solo di un 2-3%"?. Certo che possono, considerando anche, che lo statuto di tutte le coop prevede che il 70% del reddito lordo vada a quota di rischio di capitale e sul quale quindi NON pagano le tasse; quindi sono coperti al 100% da qualsiasi rischio.Scusa se è poco. Ben diverso è il piccolo negozio che si sostiene senza potere mettere il suo 70% del reddito a quota di rischio capitale e che per una legge di mercato applica la tariffa che gli permette di guadagnare. Nella giungla del mercato il cliente sceglie di andare dove vuole sapendo sempre che alla fine è lui a tutelare se steso.
    Fonte: Blogger.com | vai alla pagina
    Argomenti: grande distribuzione, inflazione, costo della vita, alimentari, coop | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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