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Dichiarazione di Giancarlo GALAN

Alla data della dichiarazione: Pres. Giunta Regione Veneto (Partito: FI)  - Consigliere Regione Veneto (Lista di elezione: FI) 


 

La vittoria amara di Galan: «Mi hanno lasciato solo»

  • (15 aprile 2008) - fonte: Il Gazzettino.it - Ario Gervasutti - inserita il 15 aprile 2008 da 31

    «Ho cercato di difendere il mio partito dall’ascesa della Lega. Berlusconi deve risolvere il problema del federalismo prima di quello delle immondizie»

    Mi hanno lasciato solo».
    È amaro il prosecco con il quale Giancarlo Galan brinda alla vittoria del centrodestra: Il governatore del Veneto è contento come può esserlo uno che finalmente si toglie dalla scarpa una miriade di sassolini appuntiti.
    La Lega che sfonda in Veneto, contendendo al Pdl il ruolo di primo partito della Regione, non lo sorprende: «È un risultato logico e prevedibile», sbotta.
    Il segreto secondo lui è nella capacità di interpretare i temi che interessano ai veneti, quelli sui quali lui stesso non a caso ha battuto e ribattuto anche in questa campagna elettorale.
    Una fatica improba perché, accusa, è stato «lasciato solo». «Ho cercato di difendere il mio partito dall'avanzata prepotente della Lega, perché quelle del federalismo non sono tesi da salotto o da minoranza elitaria: interessano ai cittadini. Spero che adesso lo capiscano anche i miei a livello nazionale».
    Perché, ammette, ancora non lo hanno capito. O almeno non è emerso in questa campagna elettorale, nella quale obiettivamente è stato difficile trovare una sintesi tra le parole d'ordine da spendere a Treviso e quelle da spendere ad Agrigento.
    Ma il governatore osserva che i temi veneti sono stati completamente assenti dal dibattito nazionale sia del centrosinistra che del centrodestra: «In Veneto è venuto Berlusconi per un'ora a Vicenza e poi Ignazio La Russa: e basta. Per parlare di temi nazionali. Mi hanno lasciato solo».
    Un'accusa che coinvolge i parlamentari veneti: «Molti di loro devono farsi un esame di coscienza, vorrei sapere se c'è qualcuno che ha mai detto qualcosa di alternativo alla Lega, se hanno spiegato ai loro elettori perché era meglio votare Pdl invece di Lega».
    La domanda è retorica, la risposta scontata e il voto nel vicino Friuli, dove la Lega si è fermata a un pur ottimo 13%, è una cartina di tornasole: la questione settentrionale è una questione vera, là dove c'è l'autonomia regionale la Lega non attira una massa di voti.
    «Chissà che questo convinca i miei parlamentari che il federalismo e l'autonomia si devono fare subito, prima ancora di affrontare le scoasse di Napoli».
    Il nervosismo di Galan, giura, non è dovuto alla possibilità nient'affatto remota che la Lega alzi il prezzo nell'alleanza che guida la Regione: «Ma chi se ne frega, il problema non è mica una poltrona: sono i bisogni del Nord e del Veneto».
    Più leghista dei leghisti?
    «No, realista. La Lega parla delle cose che interessano al Nord, mentre vorrei fare l'appello di chi ha sostenuto i motivi del voto al Pdl: Brancher, per esempio. Ma ce ne sono molti altri che frequentano troppi palazzi a Roma e ad Arcore, non hanno più rapporti con la gente. Poi si meravigliano se la Lega a Verona prende il 44\%».
    A questo punto, potrebbe anche cambiare il progetto di Galan di trasferirsi a Roma per soli 100 giorni, il tempo di vedere se il governo imboccherà la strada giusta.
    In realtà, il progetto si semplifica: «Berlusconi dovrà risolvere il problema del federalismo prima di quello della spazzatura a Napoli, altrimenti la prossima volta in Veneto il Pdl prenderà il 5\% e la Lega il 55\%.
    È l'ultimo appello, perché dopo mi sono stufato anch'io.
    Chi me lo fa fare di litigare con i miei alleati della Lega, che hanno pure ragione?».
    Hanno ragione al punto che il governatore sotto sotto sarebbe anche pronto a spingere non per uno, ma per due ministri leghisti veneti.
    Ma i sassolini nelle scarpe sono finiti, e allora si ferma a guardare il bicchiere mezzo pieno: «Il distacco di oltre 8 punti dato al centrosinistra a livello nazionale è clamoroso, nonostante l'estremo sacrificio della sinistra estrema che è scomparsa come fece il Pli nel '76 a favore della Dc.
    E poi anche in Veneto il distacco è abissale».
    Merito del centrodestra, ma molto demerito del centrosinistra: «Da Veltroni mi aspettavo di più: a forza di leggere sui giornali le baracconate con il pullman... Potevano usarlo per andare a Medjugorie.
    Mi spiace per Calearo, che non farà il ministro: lui che sbava per qualunque poltrona.
    Aveva fatto un pensierino anche alla presidenza del Veneto, candidato per chiunque gliela potesse offrire».
    Galan ritrova la voglia di ridere e di fare la faccia feroce: ne fa le spese l'Udc per la quale conferma l'uscita dalla giunta regionale: «È nella logica delle cose, gliel'hanno detto gli elettori.
    Ne hanno persi uno su tre, con una campagna elettorale folle.
    Ormai l'Udc non ha più alcuna funzione politica, i due assessori non ci sono più: se la capiscono, andranno dove è andato il loro elettorato.
    Visto che si sono schierati contro di noi, gli ritiro le deleghe, e buonanotte».
    O buongiorno. Dipende da come la si vede.

    Fonte: Il Gazzettino.it - Ario Gervasutti | vai alla pagina
    Argomenti: pdl, elezioni politiche 2008, questione settentrionale, regione veneto, Lega Nord | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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