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Dichiarazione di Paolo GIARETTA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: L' Ulivo) 


 

«PD, primo partito in tutti i capoluoghi veneti» - Intervista

  • (15 aprile 2008) - fonte: partitodemocraticoveneto.org - inserita il 17 aprile 2008 da 31

    Sen. Giaretta, la maratona elettorale è finita...
    «Il mio primo pensiero va a tutti i nostri elettori e ai nostri militanti e dirigenti che in ogni Comune del veneto hanno combattuto una buona battaglia. A loro va il mio forte e caloroso ringraziamento. Il partito nuovo ha dimostrato di esserci. E con i suoi quadri profondamente rinnovati è una forza reale che ci consentirà di affrontare le prossime sfide.»
    Quale lettura dare del voto veneto?
    « È un voto che va profondamente analizzato e interpretato perché si tratta di un vero e proprio sommovimento elettorale. Il dato politico - è inutile girarci attorno - è l’enorme avanzata della Lega Nord, che provoca un crollo del Popolo delle Libertà, rispetto alle precedenti elezioni, di 10,6 punti percentuali in meno alla Camera e 7,8 punti in meno al Senato: una cosa spaventosa. Ne deriva che è destinato ad aggravarsi in Regione Veneto l’aspro conflitto tra Lega, Alleanza Nazionale e Forza Italia che ha caratterizzato gli ultimi mesi.»
    Il risultato del Partito Democratico è soddisfacente?
    «Il nostro risultato è buono. Il PD in Veneto, insieme all’Italia dei Valori, i quali, lo ricordo, costituiranno un gruppo unico alla Camera e al Senato, passa dal 2006 a oggi al Senato da 26,3% a 31,6% e alla Camera da 28,9% a 30,8%. Il PD da solo, al Senato, recupera 3,8 punti, passando dal 23,4% del 2006 al 27,2%.
    Alla Camera invece manteniamo il risultato del 2006. In tutti i capoluoghi di provincia il PD è il primo partito, mentre a livello regionale è il secondo. Si conferma dunque una realtà popolare e ben radicata».
    Quanti sono gli eletti del PD?
    «L’effetto della mancata presenza della Sinistra L’Arcobaleno ci porta ad avere, fuori da ogni previsione, due deputati in più rispetto al 2006, uno per circoscrizione.
    Gli eletti alla Camera nella circoscrizione Veneto 1 sono dunque: Massimo Calearo, Alessandro Naccarato, Margherita Miotto, Federica Mogherini, Giampaolo Fogliardi, Gian Piero Dal Moro, Federico Testa e Daniela Sbrollini.
    I deputati che andranno a Roma a rappresentare la circoscrizione Veneto 2, posto che Rosy Bindi opterà per il seggio in Toscana, saranno: Andrea Martella, Pier Paolo Baretta, Simonetta Rubinato, Rodolfo Viola, Delia Murer e Francesco Tempestini.»
    Al Senato, invece?
    «Al Senato l’avanzata della Lega ci impedisce purtroppo di fare il nono. Gli eletti dunque sono: Enrico Morando, Maria Pia Garavaglia, il sottoscritto, Felice Casson, Paolo Nerozzi, Maurizio Fistarol, Franca Donaggio e Marco Stradiotto.»
    Come giudica l’esclusione della Sinistra radicale dal Parlamento italiano?
    «Non festeggiamo la mancata inclusione della Sinistra radicale perché una realtà politica presente nel Paese è sempre opportuno che sia rappresentata nelle sedi istituzionali.
    Certo da questo voto esce un Parlamento fortemente ristrutturato, con solo 4 gruppi parlamentari (ne avevamo 30, tra gruppi e sottogruppi, nella scorsa legislatura).
    Questo ridisegno è il primo lascito positivo per il Paese del lavoro di Veltroni e dell’iniziativa politica del Partito Democratico. Grazie a Veltroni e al PD oggi abbiamo una realtà parlamentare più in linea con quella degli altri Paesi europei più moderni.
    Una semplificazione che rende la democrazia più veloce nel rispondere ai mutamenti e ai bisogni dell’Italia.»
    In questo Parlamento profondamente rinnovato, quale sarà il ruolo del PD?
    «Il compito del Partito Democratico sarà di porre al centro della sfida politica le riforme necessarie per il Paese, a cominciare da quelle istituzionali (nuova legge elettorale, riduzione del numero parlamentari, federalismo fiscale, Senato federale…) e da quelle economiche necessarie a rendere più moderna l’Italia.»
    La domanda è d’obbligo: si poteva fare di più?
    «Avevamo bisogno di più tempo. Certo il voto così massiccio alla Lega conferma la presenza di una vera e propria questione settentrionale che si esprime in diffidenza verso la politica nazionale.
    Questo dovrà continuare ad essere un punto specifico di lavoro del Partito Democratico veneto in collaborazione con gli altri partiti regionali di Lombardia, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige per rendere convincente il volto autenticamente federalista e riformista del PD, anche agli occhi degli elettori del Nord.»

    Fonte: partitodemocraticoveneto.org | vai alla pagina
    Argomenti: parlamento, partito democratico, elezioni politiche 2008 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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