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Dichiarazione di Antonio DI PIETRO

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: IdV)  -  Ministro  Infrastrutture (Partito: IdV) 


 

Gruppo unico col PD, Di Pietro frena e paventa: «Stasera potrebbe essere ultima volta di Santoro in tv»

  • (17 aprile 2008) - fonte: Corriere.it - inserita il 17 aprile 2008 da 31

    Il Leader Dell'Italia dei Valori ipotizza un nuovo editto bulgaro
    L'Italia dei Valori conferma la scelta fatta all'inizio della campagna elettorale di cominciare un percorso comune riformatore con il Pd che possa avere tra le sue tappe fondamentali sia la nascita di un gruppo unico parlamentare, sia un eventuale partito unitario.
    Ma prima, se si fosse «davvero alleati», ci si dovrebbero chiarire bene (e insieme) le idee sui contenuti e sulle scelte da fare. E non individuare dei percorsi in autonomia come se l'altro alleato non esistesse.

    Il leader dell'Idv Antonio Di Pietro, a tre giorni dalle elezioni, spiega perché la scelta del gruppo unico in Parlamento non è così scontata.
    E si sfoga per le decisioni del Pd che ha dovuto subire senza essere consultato, come quella del governo ombra.
    Prima di prendere qualsiasi decisione, Di Pietro, in una conferenza stampa, pone quindi all'alleato Walter Veltroni alcuni interrogativi.
    Primi tra tutti: a quale gruppo il Pd aderirà in Europa?br /> E chi vedrebbe alla Giustizia nel governo ombra o alle Comunicazioni? Il ministro uscente chiede quindi un incontro urgente a Veltroni e ai vertici del partito per discutere insieme il da farsi.
    L'idea di andare da soli anche per un motivo tecnico: l'opposizione, con più gruppi, avrebbe più forza all'interno della capigruppo e dell'ufficio di presidenza della Camera.

    LA REAZIONE
    E Walter Veltroni non griderebbe al tradimento se il partito di Antonio Di Pietro decidesse di dar vita ad un proprio gruppo parlamentare, distinto da quello del Pd.
    La scelta di «separarsi», nell'organizzazione pratica all'interno dei due rami del Parlamento, non sarà quindi interpretata, al loft, come un venir meno al patto sottoscritto, nè Walter Veltroni teme un danno di immagine.
    È vero, ricorda una fonte del Pd, che il segretario ha utilizzato il tema del gruppo unico come uno dei cavalli di battaglia in campagna elettorale, ma è altrettanto vero che la cosa aveva un determinato impatto, una certa forza e ragion d'essere in caso di vittoria e, quindi, di guida del Paese.
    Altrettanto non vale all'opposizione.

    LE REAZIONI
    «Ne ero sicuro, per me è una non notizia».
    Marco Pannella, nell'apprendere l'annuncio di Antonio Di Pietro racconta che uno scenario di questo tipo lui lo aveva immaginato già un minuto dopo l'accordo stipulato tra Idv e Partito democratico. E pensare che l'alleanza con il simbolo dell'ex pm di 'Mani pulitè e il conseguente no ai radicali «era stata motivata da Veltroni con il fatto che l'Idv non solo avrebbe aderito al gruppo unico parlamentare, ma anche che sarebbe confluita nel Pd stesso. E adesso invece...».

    EDITTO BULGARO - Ma è un Di Pietro a tutto campo quello che oggi ha parlato ai suoi nuovi parlamentari. Il leader dell’Idv ha, inoltre, ipotizzato un nuovo «editto bulgaro» contro Michele Santoro e il suo programma, Annozero, del quale sarà ospite questa sera: «La trasmissione Annozero e il giornalista Marco Travaglio - scrive sul suo blog il ministro uscente - sono già stati oggetto di attenzioni verbali da parte di Silvio Berlusconi.
    Sarò ospite di Santoro, seguite il programma, potrebbe essere una delle ultime occasioni».
    Il leader Idv assicura poi il sostegno del suo partito all’iniziativa di Beppe Grillo per un’informazione libera: «Il 25 aprile - scrive - Beppe Grillo raccoglierà le firme per tre referendum per una libera informazione in un libero Stato.
    I referendum chiedono l’abolizione dell’ordine dei giornalisti, del finanziamento pubblico all’editoria e della legge Gasparri sulle radiotelevisioni. L’Italia dei Valori ha deciso di aderire e invito tutti gli iscritti e i simpatizzanti a firmare.



    CONFLITTO D'INTERESSI- La vittoria del centrodestra - fa notare - è stata possibile grazie alla proprietà di tre televisioni e del gruppo Mondadori da parte di Silvio Berlusconi.
    Il centro sinistra ha commesso molti errori, ma il più importante è stato di non aver fatto una legge sul conflitto di interessi, adeguandosi alle altre democrazie occidentali. Oggi ne paga le conseguenze.
    Il centro destra dispone, dal giorno dopo le elezioni, di sei televisioni nazionali su sette.
    Tutte nelle mani di una sola persona.
    Per sapere la verità dovremo cercarla in Rete».

    Fonte: Corriere.it | vai alla pagina
    Argomenti: censura, internet, di pietro, veltroni, referendum, televisioni | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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