Ti trovi in Home  » Politici  » Elettra DEIANA  » Dopo il disastro elettorale l’unica strada è cercare di capire

Chiudi blocco

Altre dichiarazioni nel periodo per gli stessi argomenti



Dichiarazione di Elettra DEIANA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: Rifondazione comunista - Sinistra europea) 


 

Dopo il disastro elettorale l’unica strada è cercare di capire

  • (18 aprile 2008) - fonte: www.elettradeiana.it - inserita il 18 aprile 2008 da 1488

    “Punto e a capo”, così il quotidiano Liberazione apriva la prima pagina martedì 15 aprile, all’indomani del terremoto elettorale che ha cancellato senza appello l’intero gruppo della Sinistra Arcobaleno dalle aule del Parlamento italiano. Prc/Se, Pdci, Verdi e Sinistra democratica non hanno più voce né alla Camera né al Senato e non l’avranno per chissà quanto tempo ancora, perché la nuova stagione politica inaugurata dalla vittoria di Berlusconi si annuncia lunga e i progetti di revisione del sistema elettorale, tutti ispirati a criteri molto restrittivi per le minoranze, non promettono ovviamente nulla di buono. Punto e a capo, allora? Per forza, ma sarà durissima. La prima cosa che bisognava fare subito alla vista di quei dati, e bisogna comunque fare con determinazione, è fermarsi per cercare di capire. Da dove viene quell’esito devastante che ha ridotto al 3% un bacino di consenso che soltanto due anni fa si aggirava complessivamente interno al 12%? Non ci può essere nessun punto e a capo senza un duro esercizio di analisi e comprensione della realtà che si è sbriciolata sotto i nostri piedi e senza una messa a punto di che cosa sia cambiato negli assetti politico-istituzionali del Paese e come questo sia potuto avvenire. Che senso ha in questo momento invocare un’accelerazione del progetto di costruzione della Sinistra mentre dobbiamo raccogliere i cocci del primo esperimento e capire dove si va, dopo un simile disastro? L’impazienza, dice il filosofo, “pretende l’impossibile, cioè il raggiungimento della meta senza mezzi”. In politica questo significa l’anticamera del suicidio.

    Con i risultati delle elezioni del 13 e 14 aprile, il Parlamento italiano ha subito una micidiale accelerazione nel processo di svuotamento del suo ruolo di rappresentanza della sovranità popolare. L’imposizione violenta, mentre è in vigore una Costituzione di tutt’altro segno, di un sistema bipolare/bipartico ne mortifica profondamente la natura e la funzione. Un golpe bianco? Buonista e soft, intessuto di buoni propositi e accattivanti pensierini di gestione bipartisan “per il bene e la tranquillità del Paese”? Di sicuro una metamorfosi mediaticamente veicolata attraverso la martellante e violenta campagna bipartisan sul voto utile e sull’inutilità fastidiosa delle forze minori. E’ dovuto intervenire il Presidente della Repubblica per ricordare il diritto costituzionale al libero esercizio del voto. La Costituzione? La coppia diabolica ha continuato fino all’ultimo respiro nell’esecrazione di ogni voto che non fosse Pdl o Pd. Il risultato è un colpo durissimo alla democrazia parlamentare del nostro Paese, con un’amputazione della rappresentanza che non ha precedenti nella nostra storia repubblicana e che ci porrà problemi complicatissimi di sopravvivenza e di credibilità politica. La Sinistra L’arcobaleno, cartello elettorale costruito in fretta e furia, senza nessun reale coinvolgimento né del corpo dei partiti promotori né delle aree di riferimento né del mondo – quanto veramente vasto? – che spinge per la formazione di un soggetto di sinistra unitario, non ha retto alla prova. Poteva? Sarebbe stata necessaria su questo un’analisi ex ante da parte dei gruppi dirigenti. O la mia è un’idea un po’ vecchiotta, mentre sono in auge le sirene dei nostrani scimmiottamenti dell’americano “Yes, we can”? Sta di fatto che la Sinistra L’Arcobaleno è apparsa un oggetto misterioso, senza storia radicamento fascino, senza capacità di suscitare interesse. La questione del simbolo è solo un aspetto ma anch’essa, per chi fa politica, dovrebbe essere considerata con più attenzione. Un bilancio – ma autentico - della campagna elettorale è una delle condizioni indispensabili per il famoso “punto e a capo”. Il governo Prodi. Berlusconi ha vinto grazie ai risultati di quel governo. Veltroni ha cambiato la geografia del centro-sinistra, il sistema politico, il target del Parlamento seppellendo premier e programma dell’Unione. Noi ne abbiamo subito fino alla morte le conseguenze. Punto e a capo. Va bene. Il nuovo soggetto di Sinistra. Va bene. Ne sono convinta. A patto che non passi tutto questo attraverso il nostro suicidio politico.
    Fonte: www.elettradeiana.it | vai alla pagina

    Argomenti: elezioni politiche 2008 | aggiungi argomento | rimuovi argomento
    » Segnala errori / abusi
    Pubblica su: share on twitter

 
Esporta Esporta RSS Chiudi blocco

Commenti (0)


Per scrivere il tuo commento devi essere loggato