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Dichiarazione di Ezio DA VILLA
Alla data della dichiarazione: Assessore Provincia Venezia (Partito: Verdi)
(Verdi) «I blocchi in aree limitate non danno risultati»
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(19 aprile 2008) - fonte: Il Gazzetino ed. naz.le - Maurizio Dianese - inserita il 20 aprile 2008 da 31
Nell'aria polveri più sottili e dannose del Pm10.
Basta targhe alterne, non servono a niente se si applicano solo in una zona.
Parola dell'assessore provinciale all'Ambiente Ezio Da Villa, l'uomo che ha inventato le targhe alterne e che per anni ha tentato di convincere la Regione Veneto a darsi una mossa per cercare di estendere il provvedimento almeno al resto del territorio veneto.
Le targhe alterne, come le riduzioni volontarie delle emissioni nocive da parte delle industrie o i controlli sulle caldaie domestiche, hanno senso solo se si applicano almeno all'intera Pianura padana.
«Fin dall'inizio sapevamo che un provvedimento del genere ha effetti veri solo se è esteso a tutta la Pianura padana.
Attuare blocchi minimi del traffico in una zona non porta praticamente a nulla o, comunque, incide talmente poco che non ha senso.
La Pianura padana vive una condizione assolutamente unica per quanto riguarda l'inquinamento.
L'aria viziata ristagna perché le Alpi tendono a fermare i ricambi d'aria.
Questo spiega perché le immagini da satellite mostrino una Pianura padana eternamente sotto scacco per quanto riguarda lo smog.
C'è una nube che incombe sulle nostre teste e che non molla mai la morsa, sia in inverno che in estate.
Una nube che si dirada solo quando andiamo oltre i mille metri.
La colpevole ignavia della Regione Veneto ha fatto sì che la qualità dell'aria non sia migliorata nonostante lo sforzo di alcune amministrazioni locali che si sono impegnate ad applicare limitazioni al traffico veicolare.
Ma non basta. Del resto è come se fossimo rinchiusi in una stanza con dieci fumatori e li obbligassimo a fumare cinque per volta.
Non basta certo a far diventare pulita l'aria della stanza».
E poi non ci sono solo le auto e i camion, ci sono le industrie e gli impianti di riscaldamento.
Questi sono gli interventi strutturali che solo la Provincia e il Comune di Venezia hanno promosso, da soli, portando a casa ottimi risultati, ma insoddisfacenti visto che la diminuzione del carico inquinante si diluisce poi nell'aria superinquinata della Pianura padana.
Per fortuna adesso ci viene incontro l'Unione europea che ha emesso una direttiva relativa alla qualità dell'aria molto più restrittiva.
«E per la prima volta si prendono in considerazione, oltre al Pm10, le ancor più pericolose particelle sottili PM2,5 - spiega Da Villa.
Le particelle sottili sono considerate tra gli inquinanti più pericolosi per la salute umana assieme alle particelle più "grosse" note come il PM10.
Numerosi studi epidemiologici hanno confermato che all'inquinamento da Pm10 sono associati effetti dannosi per la salute umana, sia a breve (effetti acuti) che a lungo termine (effetti cronici), tra cui una riduzione dell'aspettativa di vita stimata di 1-2 anni, una diminuzione della funzionalità polmonare e aumento dei sintomi di bronchite sia negli adulti, sia nei bambini.
Gli studi più recenti evidenziano anche il ruolo del Pm2,5 (le polveri sottili di diametro inferiore ai 2,5 micron) e ancor più della frazione ultrasottile (le particelle minori di 0,1 micron).
La direttiva emanata dall'Unione Europea prevede che, nelle aree urbane, gli Stati membri riducano mediamente del 20 per cento l'esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, obbligandoli a portare i livelli di esposizione in queste zone al di sotto di 20 microgrammi al metro cubo nel 2015».
Dunque, secondo questa nuova normativa, gli Stati membri dell'Unione europea dovranno rispettare il valore limite di 25 microgrammi di PM2,5 al metro cubo, da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015 e, se possibile, già nel 2010.
Bisogna pensare che attualmente abbiamo un "fondo" di Pm10 nella Pianura padana che è di 40 microgrammi al metro cubo, dunque siamo lontanissimi dal parametro che l'Unione europea vuole imporre.
«Ma questo dato di partenza decisamente negativo non può essere l'alibi per chi non intende agire.
Al contrario è necessaria una azione coordinata tra Stato, Regioni, Province e Comuni. Altrimenti oltre al danno di una qualità dell'aria sempre peggiore, avremo anche la beffa della multa.
L'Unione europea imporrà sanzioni molto pesanti ai Paesi che non rispetteranno gli standard di qualità dell'aria indicati dall'Unione».
Ad oggi in Italia, sono già 35 le città che hanno superato i limiti del Pm10, sforando la soglia massima consentita dei 35 giorni all'anno.
A Venezia nel 2007, siamo arrivati ad oltre 150 giorni di superamento - quattro volte il consentito - e già a febbraio di quest'anno avevamo superato il limite previsto.
«Per questo - avverte Da Villa - dobbiamo compiere uno sforzo straordinario per investire sul futuro dell'aria che respireremo e faremo respirare ai nostri figli».
Fonte: Il Gazzetino ed. naz.le - Maurizio Dianese | vai alla pagina » Segnala errori / abusi
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Inserito il 20 aprile 2008 da 31
Ma guarda che "coincidenza"!!! L'assessore provinciale dei Verdi, si è accorto adesso che il blocco di qualche centinaia di automobili, non serve ad eliminare l'inquinamento a Mestre e nella "terraferma" veneziana. Non solo, adesso, dopo anni che se ne parla (tra gente che non ha a che fare con Consorzi o Magistrati alle acque), viene a dirci che esiste il più sottile Pm 2,5! Roba da premio Nobel! ASSESSORE ?! Ma lei ci fa o lo è? Sono anni che i cittadini di Mestre si chiedono a che serve il blocco di qualche automobile, quando sulla tangenziale i TIR sono in coda 24 ore su 24 e perchè, nei comuni a 3 Km. di distanza, si corresse comunque. Perfino a Marghera! Il che è tutto dire. Ma alle coincidenze non ci crede più nessuno, specialmente dopo i vostri catastrofici risultati elettorali. E lei con chi se la prende? Con la pianura padana. Ma guarda... Prima nesuno ci faceva caso. La verità? Politicamente la sua posizione non ha più molta legittimità e cerca di anticipare le mosse di chi vorrà la sua poltroncina. Ma non si preoccupi, il comitato No Mose andrà avanti lo stesso. Magari se ne occuperà qualche ingegnere idraulico che, con la causalità politica, non ha niente a che fare.
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