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Dichiarazione di Maurizio FERAUDO
Alla data della dichiarazione: Consigliere Regione Calabria (Lista di elezione: IdV)
"Sono preoccupato per le Comunità Montane"
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(21 aprile 2008) - fonte: Nuova Sibaritide - il portale online della Sibaritide e del Pollino - inserita il 22 aprile 2008 da 1628
“Non è più tempo di tergiversare su una questione così delicata ed importante per alcuni Comuni indiscutibilmente montani che, come quello di Acri, per il solo criterio del numero degli abitanti, corrono il concreto rischio di rimanerne esclusi.” “E’ necessario, dice Feraudo, e di ciò me ne farò carico, che il Consiglio regionale intervenga, senza indugio, affinchè, nel sopprimere quelle Comunità Montane che poco o nulla hanno a che spartire con la montagna, vengano salvaguardate quegli enti montani, e quindi quei Comuni che ne fanno parte anche se con popolazione superiore ai 20.000 abitanti, che sono situate al di sopra della soglia di altitudine fissata dall’art. 13 dell’ultima Legge Finanziaria. La normativa in vigore, dice ancora Feraudo, prevede, infatti, che le Regioni, al fine di concorrere agli obiettivi di contenimento della spesa pubblica, entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della norma, e dunque entro fine giugno, provvedano ad emanare nuove leggi di riordino della disciplina delle Comunità Montane per la razionalizzarne e contenerne i costi. La stessa legge finanziaria dispone che le leggi regionali debbano, entro il prossimo mese di giugno, ridurre il numero complessivo delle Comunità Montane, sulla base di indicatori fisico-geografici, demografici, socio-economici, con particolare attenzione alla dimensione territoriale, allo sviluppo demografico, all’indice di vecchiaia, al reddito medio pro-capite, alla forte pendenza delle montagne. Tra i Comuni capoluogo di provincia, i Comuni costieri, sempre quelli con le montagne a strapiombo sul mare, ma con quota altimetrica di 500 metri sopra il livello del mare, ed i Comuni con più di 20.000 abitanti, saranno soppresse quelle Comunità Montane che risultano costituite da meno di cinque Comuni, fatte salve quelle Comunità che per conformazione e caratteristiche del territorio non possono costituirsi con almeno cinque comuni. Se le Regioni non dovessero provvedere entro il termine assegnato, sarebbero automaticamente soppresse quelle Comunità Montane nelle quali più della metà dei Comuni non siano situati per almeno l'80 per cento della loro superficie al disopra di 500 metri sopra il livello del mare ovvero non siano Comuni situati per almeno il 50 per cento della loro superficie al di sopra di 500 metri di altitudine sul livello del mare e nei quali il dislivello tra la quota altimetrica inferiore e la superiore non è minore di 500 metri. Anche i Comuni, sebbene montani, con popolazione superiore ai 20.000 abitanti resterebbero esclusi dalle Comunità Montane. Per Acri il rischio è, dunque, reale e concreto. Ecco, dunque, la necessità di coniugare la razionalizzazione e il contenimento dei costi delle Comunità Montane con la salvaguardia di quelle realtà territoriali che, seppur con popolazione superiore al limite stabilito dalla Finanziaria, vedrebbero irrimediabilmente compromesso il loro sviluppo, strettamente connesso alla risorsa della montagna. Il necessario ed ineludibile ridimensionamento delle Comunità Montane, conclude Feraudo, dovrà consentire l’auspicato notevole risparmio economico, con l'abolizione di costosi e inutili organismi politici, ma non potrà penalizzare lo sviluppo di quei Comuni e territori che della montagna ne fanno la loro ragion d’essere.”
Fonte: Nuova Sibaritide - il portale online della Sibaritide e del Pollino | vai alla pagina » Segnala errori / abusi