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Dichiarazione di Gianfranco FINI

Alla data della dichiarazione: Pres. Camera   (Lista di elezione: PdL)  - Deputato (Gruppo: FLI) 


 

«Doveroso celebrare 25 aprile e primo maggio, basta steccati di odio»

  • (30 aprile 2008) - fonte: ilmessaggero.it - inserita il 30 aprile 2008 da 31


    Gianfranco Fini è il nuovo presidente della Camera.
    Dopo l'elezione di Renato Schifani a presidente del Senato, il leader di An sale quindi come previsto sullo scranno più alto di Montecitorio.
    Nel quarto scrutinio il candidato del Pdl ha ottenuto 335 voti (la maggioranza richiesta era 306).
    Le schede bianche, indicazione di voto del Pd, sono state 259.
    Alla votazione hanno partecipato 611 deputati. Oltre ai 335 voti di Fini, sette consensi sono andati a Daniele Marantelli del Pd.
    Tre i voti dispersi, sette le nulle. Appena raggiunto il quorum necessario, dall'Aula della Camera si è levato un forte applauso per l'elezione di Fini a presidente.
    Doveroso celebrare 25 aprile e primo maggio. «Come i miei predecessori Bertinotti, Casini e Violante sono anch'io un uomo di parte, convinto dei miei valori, ma mi è ben chiaro che la funzione di presidente della Camera impone il rigoroso rispetto della parità dei diritti dei parlamentari a espletare le loro prerogative previste dalla Costituzione», ha detto Fini.
    Fini ha poi elogiato il 25 aprile e il primo maggio: «Celebrare la ritrovata libertà dell'Italia e la centralità del lavoro è un dovere cui nessuno deve sottrarsi».
    Si tratta di valori, ha aggiunto Fini, «condivisi da tutti gli italiani, specie i più giovani».
    «La ricostruzione di una memoria condivisa e la pacificazione nazionale sono ormai state raggiunte, anche grazie all'azione di due presidenti della Repubblica come Francesco Cossiga e Carlo Azeglio Ciampi», ha sottolineato Fini aggiungendo che «negli ultimi anni molti passi avanti nella giusta direzione sono stati compiuti e dalla quasi totalità delle forze politiche.
    Coloro che si ostinano ad erigere steccati di odio o a negare le infamie dei totalitarismi sono pochi quanto isolati nella coscienza civile degli italiani».
    Morti bianche offendono coscienze.
    «Tutti i deputati e le deputate senza distinzione politica sentano l'imperativo morale di dare la massima importanza che il diritto al lavoro possa essere esercitato in condizioni di sicurezza», ha sottolineato ancora Fini.
    «La perdurante tragedia delle morti bianche - ha aggiunto - offende le nostre coscienze e non deve essere più considerata ineluttabile ma deve generare lo sforzo comune a tutte le istituzioni perchè ad essa si ponga rapidamente fine».
    «La XVI dovrà essere davvero una legislatura Costituente», ha continuato il nuovo presidente della Camera nel suo discorso di insediamento, nella convinzione di «interpretare il pensiero di tutte le forze politiche».
    Sarebbe «sbagliato», ha affermato il nuovo presidente di Montecitorio, «dire che nulla è stato fatto».
    Ma «le sfide del nostro tempo esigono di dare risposte ai cittadini per arrivare a istituzioni più efficienti e moderne».
    Libertà minacciata da relativismo culurale.
    La nostra libertà corre pericoli?Sì, risponde Fini nel suo discorso di insediamento a Montecitorio.
    «Un'insidia alla nostra libertà e alla democrazia esiste tutt'ora.
    Non viene dalle ideologie antidemocratiche del secolo scorso ormai superate, ma dal diffuso e crescente relativismo culturale».
    Si tratta, ha proseguito Fini, della convinzione secondo cui «la libertà è assoluta pienezza di diritti e totale assenza di regole.
    La Libertà - ha aggiunto - è minacciata quando in suo nome si teorizza l'impossibilità di definire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato».
    Secondo Fini, è responsabilità della politica e delle istituzioni rispondere a questa «minaccia», puntando «sull'educazione dei giovani e sulla diffusione del sapere».
    Fini ha poi reso «deferente omaggio al Pontefice, guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano e indiscussa autorità morale per tutto il mondo».
    «Viva l'Italia, viva la Camera dei deputati».
    Così ha concluso Fini il suo discorso di insediamento alla presidenza di Montecitorio: 11 pagine che ha letto in 14 minuti, interrotti sedici volte dagli applausi, fino alla standing ovation finale.
    Concludendo il suo intervento, Fini ha rivolto gli «sinceri auguri di buon lavoro a tutte le deputate e i deputati e in particolar modo a chi oggi è entrato per la prima volta a Montecitorio».

    Fonte: ilmessaggero.it | vai alla pagina
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