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Dichiarazione di Silvio BERLUSCONI

Alla data della dichiarazione: Consigliere  Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: FI)  - Deputato (Gruppo: FI)  -  Pres. del Consiglio   (Partito: PdL)  - Consigliere  Consiglio Comunale Milano (MI) (Lista di elezione: FI) 


 

"Stavolta non abbiamo scuse subito risultati o saremo travolti"

  • (08 maggio 2008) - fonte: La Repubblica - Claudio Tito - inserita il 09 maggio 2008 da 31

    "Stavolta non abbiamo più scuse. Ci sono tutte le condizioni per fare. E se non faremo sarà solo colpa nostra.
    Se non faremo, saremo travolti".
    Per Silvio Berlusconi è iniziata ieri la "luna di miele" con gli italiani.
    Ma sa anche che questa sintonia corre su un crinale scivolosissimo. E che in ogni momento l'indice di popolarità può precipitare improvvisamente.
    Tant'è che con i suoi sintetizza: "Questo non può essere il governo del "sole in tasca", ma quello dei "piedi per terra".
    La situazione del Paese è difficile, non c'è spazio per i facili ottimismi".
    Nei colloqui avuti con i neoministri, allora, il messaggio lanciato dal Cavaliere è stato proprio questo.
    Per far durare la "luna di miele" stavolta "bisogna lavorare davvero".
    Non ci sarà nulla, a suo giudizio, che possa giustificare un eventuale insuccesso.
    "Tutti - ripete da giorni - sono e saranno messi in condizione di lavorare.
    Se non riusciamo a fare le cose con la maggioranza che abbiamo, beh, allora...".
    In effetti i numeri del Senato e quelli della Camera sono nettissimi, la coalizione poi si presenta con meno partiti rispetto al 2001.
    "Soprattutto - fa notare ai fedelissimi - nessuno remerà contro, altrimenti farà i conti con me".
    La sostanza, però, è che non ci possono essere più "scusanti".
    Le attese dell'elettorato sono "altissime" e "deluderle equivarrebbe a far ricadere su di noi tutte le conseguenze".
    Ragionamenti che negli ultimi due giorni ha voluto esporre pure al capo dello Stato.
    A Napolitano ha illustrato non solo la lista dei ministri ma anche le prime linee di azione del "Berlusconi IV".
    "Voglio chiudere presto, voglio presentare a lista senza ulteriori balletti per mettere tutti subito al lavoro".
    Le sue preoccupazioni riguardano in primo luogo gli alleati.
    Quel "saremo travolti" è un ammonimento rivolto a loro.
    L'esperienza del 2001-2006 rappresenta un vero e proprio memento per l'inquilino di Palazzo Chigi.
    In quel quinquennio il Cavaliere puntava l'indice contro i "condizionamenti" interni e esterni all'alleanza.
    Ce l'aveva con l'Udc di Casini e con Alleanza nazionale. Ma anche con il Quirinale e con i cosiddetti "poteri forti": con il salotto buono della finanza e i tradizionali capitani d'industria.
    Stavolta, invece, è sicuro di aver siglato un patto di azione anche con tutti questi centri di pressione.
    E per Berlusconi il "lasciapassare" è stato idealmente consegnato da Luca Cordero di Montezemolo offrendo la disponibilità a svolgere il ruolo ufficiale di "Mr. Made in Italy".
    Qualche ostacolo in più, al contrario, se lo aspetta dai partner.
    E cerca di prevenirli fin da ora. "Non voglio più subire i condizionamenti di questo o quell'altro. Se sarà necessario deciderò io, da solo.
    Non mi farò ingabbiare. La gente ha votato me e da me si aspetta soluzioni".
    Del resto, le ultime trattative per definire la "squadra" di governo gli hanno lasciato l'amaro in bocca.
    Soprattutto la caparbietà dei "finiani" nel reclamare i dicasteri.
    "È stata una sofferenza - si è lamentato ieri entrando a Palazzo Madama.
    "Adesso si volta pagina", ha avvertito: "le condizioni le pongo io, prenderò di petto tutte le questioni e non accetterò mediazioni".
    Certo, ha dovuto fare i conti pure con i "consigli" di Napolitano, con le perplessità del Colle su Angelo Alfano Guardasigilli, sull'esecutivo troppo ampio e sul ruolo che potrà avere Umberto Bossi.
    Ma con il presidente della Repubblica, chiarisce con tutti, "abbiamo instaurato un rapporto perfetto".
    E proprio all'uomo del Colle, ha ribadito che l'unico soggetto con cui scenderà a patti è l'opposizione.
    E solo su un tema specifico: le riforme. Al resto, "ci penso io".
    Quindi dalla prossima settimana, il premier vuole studiare un'agenda di provvedimenti.
    L'Ici, l'emergenza rifiuti, l'Alitalia e poi la detassazione degli straordinari e l'aumento del potere di acquisto degli stipendi.
    "Voglio interventi - ripete - immediatamente percepiti dall'opinione pubblica".
    Anche se, con ogni probabilità, le misure che avranno un'incidenza sulle casse dello Stato dovranno aspettare almeno un mese.
    L'intenzione di Giulio Tremonti, tornato all'Economia, è quella di realizzare una veloce "due diligence" e poi legare i decreti più "costosi" al Dpef da presentare a giugno.
    E già, perché lo stesso ministro vuole procedere con i piedi di piombo senza escludere "sacrifici".
    "I suoi rapporti - avverte il presidente del consiglio - non inducono all'ottimismo".
    Così, i primi 100 giorni di governo saranno dedicati alle emergenze.
    Il federalismo fiscale e la giustizia saranno capitoli del prossimo anno.
    "Anche perché - avvisa il Cavaliere - se non facciamo le cose più vere, stavolta la luna di miele finisce presto e ci vengono a prendere con il forcone".

    Fonte: La Repubblica - Claudio Tito | vai alla pagina
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