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Dichiarazione di Paolo GIARETTA

Alla data della dichiarazione: Senatore (Gruppo: PD) 


 

ALDO MORO: L’ITALIA CON LUI AVREBBE COMPLETATO LA TRANSIZIONE DEMOCRATICA.

  • (09 maggio 2008) - fonte: partitodemocraticoveneto.org - inserita il 13 maggio 2008 da 31

    Sono passati trent’anni dal ritrovamento del cadavere del presidente della DC nel bagagliaio dell’auto delle Br,
    trent’anni di un’infinita transizione della democrazia italiana, non ancora arrivata a pieno compimento.
    Credo che, se la follia brigatista non avesse messo fine all’esistenza di Moro, la storia del nostro Paese sarebbe stata diversa.
    Credo cioè che si sarebbe verificata un’accelerazione della vita politica e sociale perché entrambi, sia Moro che Berlinguer, avevano individuato con chiarezza i fattori di debolezza della società e della politica italiane.
    E avevano capito l’urgenza, della politica soprattutto, di uscire dagli schemi conosciuti, con il coraggio della discontinuità.
    Oggi, a 30 anni dalla scomparsa di un grande statista qual è stato Aldo Moro, è proprio il caso di rileggere il suo pensiero, forte per lungimiranza e ricco di tante intuizioni attuali da sviluppare.
    Allora la democrazia vinse con chiarezza. Ricordo la spontanea mobilitazione popolare nelle piazze, in cui si videro, per la prima volta insieme, le bandiere del PC, della DC, dei Socialisti.
    La maggior parte dei cittadini italiani reagì con forza contro la violenza terrorista.
    C’era ancora una democrazia vitale e uno spiccato senso di partecipazione democratica.
    Ricordare Moro, oggi, deve significare anche questo: recuperare il senso della democrazia come fatto di popolo, strumento di popolo.
    Proprio in questi giorni sto rileggendo le sue lettere dalla prigionia, che all’epoca suscitarono molto dibattito sulla loro autenticità.
    Oggi le possiamo rileggere nella loro dimensione storica e comprenderle anche sotto il profilo umano.
    Ne esce esaltata la figura di un uomo di spessore e di un grande dirigente politico.
    Penso alle parole commoventi e profonde alla moglie e alla famiglia, ma penso anche alle raccomandazioni ai suoi collaboratori, durante il sequestro, affinché mantenessero il rapporto con il collegio, nella consapevolezza che un dirigente politico trae la sua forza dal territorio, dal legame con i suoi elettori.


    Fonte: partitodemocraticoveneto.org | vai alla pagina
    Argomenti: brigate rosse, pd, aldo moro | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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