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Dichiarazione di Rita BERNARDINI

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD)  - Assessore Provincia Avellino (Partito: Radicali italiani) 


 

Intervento alla Camera dei Deputati durante il dibattito generale sulla fiducia al governo Berlusconi.

  • (13 maggio 2008) - fonte: radicali.it - inserita il 16 maggio 2008 da 31

    Signor Presidente, colleghe deputate, colleghi deputati, signor Presidente del Consiglio – che mi pare sia appena andato via – noi deputate e deputati radicali eletti nelle liste del Partito Democratico prendiamo la parola dai banchi che nel 1976, per la prima volta, furono occupati da Marco Pannella, Emma Bonino, Adele Faccio e Mauro Mellini. Sono i banchi in alto a sinistra dell’emiciclo. Ne sentiamo tutta la responsabilità, per quel che hanno rappresentato e rappresentano i leader radicali nella storia di questo Paese.
    Dalla e nella opposizione del Partito Democratico e del centrosinistra lotteremo, la incalzeremo e incalzeremo il suo Governo su quelle riforme liberali, liberiste e libertarie che erano contenute nei venti referendum per i quali come radicali raccogliemmo le firme nel 1999. Si ricorda, signor Presidente del Consiglio?
    Spero che qualcuno le ricordi questi fatti. Era il 2000 quando lei invitò gli italiani a disertare le urne, ad andare al mare, e lo fece da quei mezzi di informazione che non ha difficoltà a raggiungere e ad utilizzare. Disse di andare al mare perché quelle riforme le avrebbe fatte lei di lì a poco, quando avrebbe ripreso la guida del Paese. Lei fu, come aveva previsto, Presidente del Consiglio con una maggioranza schiacciante, 100 deputati e 50 senatori in più. Ma di quelle riforme non si vide nemmeno l’ombra: riforma del sistema elettorale (riforma anglosassone, con il maggioritario uninominale a turno unico: presidenzialismo e federalismo erano la nostra proposta, e lei ci credeva, all’epoca); riforma della giustizia; abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale (il mondo democratico e civile non conosce questo istituto); separazione delle carriere dei magistrati; responsabilità civile dei magistrati; incarichi extragiudiziari.
    Signor Presidente del Consiglio, le chiedo se sia democratico un Paese, dal momento che lo ha ripetuto in continuazione nel suo intervento, nel quale esiste un arretrato di 10 milioni di processi civili e penali: è democrazia, questa?
    Come ha già ricordato la deputata Margherita Boniver, ci sono poche tracce, nel suo intervento, di politica estera. La politica estera del nostro Paese non può che fondarsi sulla consapevolezza che qualsiasi Stato-nazione è ormai inadeguato ed è quindi destinato a fallire, soprattutto se pensa di poter affrontare con l’isolazionismo – innanzitutto all’interno dell’Europa – e il nazionalismo quelle sfide economiche, sociali, ambientali, umanitarie e per la difesa della pace e della sicurezza internazionale che ci vengono da un mondo che è sempre più globalizzato e che vede emergere nuovi e importanti attori sullo scacchiere politico internazionale.
    L’isolazionismo e il nazionalismo, che sono sempre accompagnati anche da venature razziste (a volte in modo tragico), sono ideologie da cui è bene che il suo Governo si guardi. Infatti, nella storia del nostro continente hanno prodotto conflitti armati e distruzione, di cui ancora le nostre società portano i segni. L’Italia è stata fra i Paesi fondatori della Comunità europea.
    Oggi le istituzioni europee vivono una crisi politica che deriva non da un eccesso di Europa, come purtroppo si sente troppo spesso dire nel suo schieramento politico, ma dal progressivo e pericolosissimo spegnersi all’interno della classe politica europea degli ideali federalisti europei, che Ernesto Rossi, Altiero Spinelli ed Eugenio Colorni seppero scolpire, con parole che sono ancora oggi di grande attualità, nel Manifesto di Ventotene, scritto – vogliamo ricordarlo – mentre ancora infuriava la Seconda guerra mondiale. Solo con la costruzione di istituzioni politiche europee davvero democratiche – richiesta sostenuta dalla maggioranza dei cittadini europei – si può sperare che l’Europa possa essere in grado di rispondere alle sfide che la attendono.
    Occorre una scelta chiara del suo Governo a favore del federalismo europeo, e contemporaneamente per andare verso la costruzione di un’organizzazione mondiale della e delle democrazie, coinvolgendo le grandi democrazie dell’America meridionale e settentrionale, dell’Africa e dell’Asia.
    Questa è la sola risposta realistica che il nostro Paese può dare all’emergere del potere economico, politico e militare di Paesi autoritari come la Cina, la Russia, il Venezuela e l’Iran, che oggi possono contare anche su grandi risorse energetiche, il cui valore sta aumentando esponenzialmente.
    Se si parla di Europa non si può non parlare del Mediterraneo e del Medio Oriente, dove a poche migliaia – e talvolta a poche centinaia – di chilometri da noi infuriano conflitti sempre più pericolosi per la sicurezza e il benessere di tutto nostro il continente e, quindi, del nostro Paese. Il Medio Oriente conosce oggi una sola democrazia consolidata, lo Stato di Israele, la cui difesa – come è noto – non è per noi in discussione. Israele è anche lo Stato la cui popolazione è da molti anni a favore, a stragrande maggioranza, dell’adesione all’Unione europea. Ciononostante la classe politica israeliana continua ad ignorare – salvo rare eccezioni – questa realtà e questa proposta, e sembra potersi rifugiare solo in una difesa nazionalista ad oltranza, destinata a fallire ed a perpetuare un conflitto che dura da decenni.
    Le road map e i quartetti sembrano ormai palliativi per non guardare in faccia questa realtà, e cioè che solo offrendo anche ai cittadini palestinesi e a quelli libanesi e giordani la prospettiva di adesione ad una comunità di cittadini che possono godere dei diritti umani fondamentali si può sperare di sconfiggere quelle forze estremiste ed autoritarie che ancora oggi dominano la regione. Pertanto, sosterremo in questo Parlamento le proposte che emergeranno dal Satyagraha mondiale della pace promosso da Marco Pannella e sostenuto da un appello che proviene dalla sinagoga di Firenze.
    Sempre sui diritti umani ci aspettiamo da lei un impegno forte a sostegno della campagna per l’attuazione della moratoria universale della pena di morte, un successo ottenuto dal Governo Prodi cui occorre dare concreta attuazione contro i riflessi burocratici, innanzitutto europei, che rischiano di ritardare successi invece a portata di mano.
    Noi vogliamo avere buoni rapporti, ma non nella gestione del sottogoverno. Anche oggi, che siamo minoranza, noi difenderemo la legislatura, come abbiamo fatto con il Governo Prodi, al quale bisognerebbe riconoscere, come è stato ricordato da Bersani, di aver rimesso a posto i conti dello Stato, di aver fatto approvare la riforma pensionistica (quella che il Governo Berlusconi rimandò alla successiva legislatura), di aver tentato con lo stesso Bersani, in molti casi con risultati positivi, la strada delle liberalizzazioni e di aver rilanciato – questo, dobbiamo dirlo, è merito di Emma Bonino – il commercio con l’estero.
    Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, credo che dobbiamo occuparci nel nostro Paese di rendere la democrazia che oggi è negata, di conquistare lo Stato di diritto che non c’è.
    Dove c’è strage di diritto e di legalità – noi radicali ne siamo consapevoli – c’è strage di vite umane, soprattutto di quelle più deboli, meno ammanicate con il potere, vite umane concrete che si vedono negati i diritti civili, sociali e umani fondamentali.
    Questo è quello che chiedo al Presidente del Consiglio e a tutti i miei colleghi parlamentari, sapendo di poter avere ascolto sia da parte dell’opposizione che della maggioranza. Credo che la più grande riforma che possiamo fare in questo momento in Italia per far funzionare le cose è restituire la legalità al nostro Paese.

    Fonte: radicali.it | vai alla pagina
    Argomenti: politica estera, diritti civili, diritti umani, Governo Berlusconi, Camera, fiducia, radicali al Parlamento | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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