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Dichiarazione di Marco FILIPPESCHI

Alla data della dichiarazione: Sindaco  Comune Pisa (PI) (Partito: PD)  - Consigliere  Consiglio Comunale Pisa (PI) (Lista di elezione: PD) 


 

discorso d'insediamento al Consiglio Comunale

  • (15 maggio 2008) - fonte: Pisainforma - inserita il 16 maggio 2008 da 320
    Colleghi e colleghe del Consiglio comunale, Assessori, all’apertura del mandato faccio a tutti gli auguri di buon lavoro, di tanto impegno proficuo nell’interesse della nostra città. E anche a nome vostro rivolgo i migliori auguri di buon lavoro e per una vita serena a tutti i cittadini pisani, a tutte le famiglie, ai giovani italiani o di altri paesi che la città ospita come studenti o ricercatori, come lavoratori, a chi, partito da Pisa, ora sta svolgendo all’estero la propria missione militare, per garantire sicurezza e pace. Auguri anche al nuovo governo nazionale che sta ottenendo la fiducia del Parlamento: con l’impegno a lavorare in piena reciprocità, in modo concreto e leale, per affrontare tutti i problemi che condividiamo e per valorizzare una città come la nostra, che ha una rilevanza nazionale in tante sue dimensioni. Con le elezioni comunali, e prima ancora con la campagna elettorale, la città ha vissuto un momento alto di partecipazione e di consapevolezza. Almeno, io ho sentito così le settimane passate. Ho trovato una città che ha insieme nuove certezze e nuove ansie. Che vive un passaggio fatto di cambiamenti accelerati, che ne muteranno il volto, in un contesto internazionale e nazionale che non dà sicurezze. Una città che, nonostante tutto, oggi sente d’avere alla sua portata evoluzioni positive, miglioramenti attesi. Il dibattito politico della campagna elettorale è stato lo specchio di questa realtà: dobbiamo essere fieri di aver aiutato i cittadini pisani a scegliere, in un confronto serrato, mai rissoso. E spero proprio che questo carattere del confronto si mantenga per tutto il mandato. Le elezioni hanno avuto un esito chiaro, che rispecchia una rappresentatività legata alla città. La coincidenza con le elezioni politiche ha di certo avuto un effetto, al primo turno e poi, in conseguenza ai risultati e del clima politico, nel ballottaggio. I tratti essenziali dei risultati elettorali sono ben leggibili: premiano un’esperienza di governo e promuovono le innovazioni che sono state proposte dalla coalizione, composta di sole quattro liste, che ha prevalso. Confermano un orientamento largamente prevalente di centrosinistra – per oltre il 60 per cento – dell’elettorato pisano, con un risultato importante della Sinistra Arcobaleno, notevolmente migliore rispetto a quello ottenuto nelle elezioni politiche. Rispecchiano la realtà di un consenso significativo del centro-destra, anche in virtù della candidatura a sindaco di Patrizia Paoletti. Campagna elettorale e risultati incoraggiano al riconoscimento e al rispetto: questa per me è una premessa molto importante e alla città ciò può dare una politica che si comprende e si partecipa meglio. Il mandato che si è concluso è stato positivo e concreto, per il lavoro svolto dal sindaco Paolo Fontanelli, dalla sua giunta, dalla maggioranza che l’ha sostenuto e da tutto il Consiglio comunale, che ha discusso e varato tante scelte importanti. Voglio ringraziare di cuore Paolo Fontanelli e fargli giungere gli auguri di tutto il Consiglio comunale perché anche nel nuovo compito a cui è stato eletto possa continuare a dare un contributo importante alla città e perché l’esperienza positiva di un sindaco serva a rinnovare la politica nazionale, dando ai comuni la stessa centralità che i cittadini riconoscono e chiedono e che la Costituzione afferma. Ringrazio tutti gli assessori e tutti i consiglieri comunali che hanno fatto la loro esperienza nell’ultimo mandato. Ringrazio sentitamente i presidenti e i consiglieri delle nostre sei circoscrizioni e lo voglio fare, tanto più, per la scelta che il Parlamento ha fatto nella passata legislatura, per la considerazione che ho sempre avuto e che mantengo ferma, come dirò più avanti, per chi impersona la rappresentanza nel decentramento, in massima prossimità con la vita dei quartieri. Con il mandato che abbiamo alle spalle si sono colti i primi frutti di tante scelte strategiche fatte nel mandato 1998-2003 e in un’esperienza di governo più lunga. Le realizzazioni, che sono state consistenti e danno prospettiva, collocano anche il confronto politico nel Consiglio comunale su un piano più alto. Questa acquisizione, se condivisa, è a mio parere un punto di partenza del mandato molto importante e viene prima delle differenze che ci distinguono e può aiutare la discussione sulla conduzione e la finalizzazione delle scelte. Si deve dare continuità, come chiede il pronunciamento dei cittadini pisani nelle elezioni, programmando e gestendo lo sviluppo delle politiche in cantiere in tutte le dimensioni, producendo le accelerazioni necessarie e dando risposte nuove nel quadro delle scelte strategiche che sono state promosse, che vanno perseguite con una visione e in una dimensione più larghe di quella comunale. La coalizione di centrosinistra ha centrato il proprio programma su parole chiare: crescita, innovazione e conoscenza, efficienza dell’amministrazione, solidarietà e sicurezza, partecipazione. Senza nuova crescita e senza una funzione del comune più dinamica ed efficace sarebbe impossibile contribuire a creare nuovo lavoro di qualità per i giovani e a mantenere le politiche sociali e d’inclusione che hanno distinto il governo della città. Pisa ha goduto dell’innovazione del sistema di governo locale: dell’elezione diretta e delle nuove responsabilità del sindaco, di un sistema elettorale adatto a garantire chiarezza del mandato, stabilità politica e contenimento della frammentazione dei partiti. Questa conquista è un valore assoluto per i cittadini, che va mantenuto. Per mantenerlo, naturalmente, occorre anche volontà politica, in primo luogo da parte della maggioranza. Unità e coerenza, radicamento e iniziativa di tutte le componenti politiche, unità d’indirizzo politico e di metodi di gestione da parte della giunta, che lavorerà in modo collegiale e per progetti, che il sindaco garantirà: sono queste le premesse per fare buona politica. Il Comune deve confermare la centralità conquistata nel sistema di relazioni tra le responsabilità istituzionali di diverso livello e le autonomie funzionali – dalle università, all’azienda ospedaliera-universitaria, alle istituzioni della ricerca, alla Camera di Commercio, a tanti altri attori importanti che qui non posso elencare – che concorrono a costruire il futuro di una città che ha straordinarie potenzialità da realizzare e tanti problemi da risolvere. Di più. Servirà il massimo impegno per consolidare quella straordinaria rete di collaborazione e di condivisione che si è creata: con le atre istituzioni elettive, Regione e Provincia, con il Prefetto, che rappresenta allo stesso tempo il governo e le esigenze della nostra comunità presso il governo, con le autorità spirituali, con le autorità militari e con quelle preposte al governo del sistema-giustizia e alla sicurezza, con i sindacati dei lavoratori e le rappresentanze delle imprese, con il volontariato, con le associazioni, col mondo dello sport, con le comunità dei cittadini immigrati. E qui mi preme rivolgere un ricordo affettuoso ed un augurio cordiale a due personalità, a chi ha lasciato e a chi saprà lasciare col suo più giovane impegno pastorale un segno importante per la nostra comunità: il nostro ricordo va all’Arcivescovo Emerito di Pisa Monsignor Alessandro Plotti e il nostro augurio va a Monsignor Giovanni Paolo Benotto, nuovo Arcivescovo di Pisa. Pisa si è abituata ad una stabilità politica operosa, ad una politica che decide, coerente, concreta e poco litigiosa, e non deve tornare indietro: la coalizione che oggi governa la città si è fatta a partire da questo presupposto. La chiarezza e la condivisione degli obiettivi è la condizione essenziale che consente di governare la città con un’alleanza coesa, per dare ancora a Pisa un governo affidabile, un’amministrazione trasparente e imparziale. La chiarezza dei ruoli e delle responsabilità, la distinzione affermata nell’ordinamento delle autonomie locali tra la gestione e l’indirizzo politico e il controllo, ai diversi livelli dell’esercizio del governo comunale, deve consentire alla maggioranza consiliare di garantire, com’è dovere fare, la più leale collaborazione con le rappresentanze dell’opposizione. Di concorrere ad assicurare il ruolo assolutamente fondamentale del Consiglio comunale, d’indirizzo e di controllo politico-amministrativo, d’esercizio della podestà statutaria. Da parte del sindaco e della maggioranza consiliare vi saranno attenzione ed apertura, anche tenendo di conto delle istanze positive che sono emerse nel confronto che si è svolto nella campagna elettorale, oltre che dell’esperienza maturata. Si possono impostare solidi e positivi rapporti istituzionali, a beneficio della città, senza perciò sacrificare in niente il ruolo di ciascuna componente consiliare. Si può programmare il lavoro del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari in modo sempre più utile e concreto, per tempi e modi, autoriformandoci, sperimentando metodi nuovi, usando nuove tecnologie, concorrendo a dare, anche in questo caso, un segnale positivo ai cittadini. Un segnale di efficacia e sobrietà, e insieme di visibilità e accessibilità, che fa bene a tutti, che rilegittima tutti: lavoriamo insieme a questo obiettivo. Mentre sul piano più propriamente politico, dei rapporti politici, è chiaro che c’è e ci sarà un’attenzione al dialogo con l’opposizione di sinistra, con il Gruppo della Sinistra Arcobaleno, non solo per ragioni politiche generali – perché nessun sistema di rappresentanza può essere pensato come bipartitico –, ma anche per valori condivisi, per molte consonanze di carattere politico-programmatico, per la sollecitazione che viene da esperienze di governo comuni, per la volontà di contribuire ad un’evoluzione positiva dei rapporti politici, a tutti i livelli. Partendo sempre dalla chiarezza e dalla coerenza delle scelte programmatiche, dalla condivisione di un’azione di rinnovamento della politica e delle sue istituzioni, affrontando con coraggio innovativo e senza schemi ideologici astratti le domande più difficili e impegnative che una società inquieta ci propone: per dare un orizzonte vasto anche alla politica locale, per pensare globalmente – facendosi sempre carico, diciamo così – mentre si agisce localmente; per far valere l’interesse generale, contro gli egoismi; perché la crescita, che consente redistribuzione, sia sostenibile e giusta; perché si possa governare, si possa decidere, più celermente e con minore dissipazione burocratica, attivando strumenti di partecipazione democratica nuovi; perché non vi sia mai contrapposizione tra il dovere della solidarietà e il perseguimento della sicurezza e di una giustizia pronta e certa, garanzie, queste, poste dalla nostra Costituzione a base della convivenza civile e spesso disattese. Le città saranno il motore futuro di una crescita economica di qualità e il terreno di nuove sfide per una cittadinanza più alta: per questo hanno necessità di un forte autogoverno e di politiche nazionali e regionali spingano l’innovazione dell’economia e dei sistemi sociali. Il Comune di Pisa sarà promotore di una cultura istituzionale autonomista e darà il suo apporto perché siano realizzate le riforme attese del Parlamento e del sistema di governo, a partire dall’istituzione di una camera delle regioni e delle autonomie locali, prevedendo un’unica camera legislativa. Dico questo anche per l’esperienza parlamentare che ho fatto, che mi ha più che mai convinto sull’assoluta necessità di una riforma. Sosterremo iniziative rivolte al Parlamento e al governo e alla Regione Toscana per valorizzare la programmazione d’area vasta, con nuovi strumenti istituzionali, indirizzi coerenti e incentivi, per favorire progetti e sinergie realizzative, per un’ottimizzazione delle potenzialità di crescita delle risorse economiche e per salvaguardare e valorizzare le risorse ambientali. Proporremo nuove politiche nazionali e regionali a favore delle città storiche, a forte concentrazione turistica, e delle città che ospitano grandi servizi di carattere pubblico, attrattivi ben oltre la dimensione regionale, come sono le nostre università. Coerentemente a questa impostazione, per quanto riguarda l’Ici ripeto quanto detto in campagna elettorale: va bene l’eliminazione dell’imposizione sulla prima casa, quando non sia una casa di lusso, a patto che i comuni non ci rimettano niente e che ogni operazione avvenga dentro una positiva riforma della capacità impositiva di enti locali e regioni. Ricordo al Consiglio che l’Ici sull’abitazione principale vale per il Comune di Pisa 10.772.039,09 euro, pari al 32.4 per cento dell’entrate da questo tipo d’imposta, e che per il 2008 il minor gettito Ici derivante dalla maggiore detrazione del 1.33 per mille sull’abitazione principale ammonta già a 2.744.682,44 euro. Sono numeri che non hanno bisogno di molti commenti. Gli obiettivi per il Programma di mandato sono sei. Uno è aggiuntivo, rispetto a quelli del Programma di mandato 2003-2008: è quello della «Partecipazione». Gli altri sono: «Qualità della vita», «Qualità urbana», «Sviluppo della città», «Valorizzazione e razionalizzazione delle risorse del Comune» e «Sistema-aziende partecipate dal Comune». Gli obiettivi si declineranno in linee d’azione e in interventi. Le deleghe nuove che ho conferito agli assessori segnalano in modo molto evidente nuove priorità che vogliamo affermare e alle quali si deve rispondere. Cura della qualità urbana. Coordinamento del Piano strategico. Innovazione dell’apparato produttivo. Lavoro e sicurezza del lavoro. Sviluppo rurale. Sicurezza urbana. Innovazione digitale dell’amministrazione e nuovi strumenti di comunicazione e partecipazione. Impegno rinnovato per la gestione della Società della Salute. Potenziamento del concorso alle azioni dell’Unione europea. Edilizia sociale. Iniziativa sui valori costituzionali, sulla memoria e sulla Cultura della legalità. Sono, insieme, deleghe e obiettivi primari. Un’azione nuova è necessaria e matura sul tema della partecipazione. Si dovranno sperimentare nuovi strumenti partecipativi, per un rapporto tra il comune e i cittadini che dev’essere più rispettoso, efficace e trasparente. Usando la rete, innanzi tutto, nella città italiana che ha il maggior numero di fruitori di Internet, insieme ad un potenziamento della comunicazione pubblica. E usando strumenti più tradizionali, per interloquire con tutte le fasce della popolazione. Mettendo alla prova la legislazione innovativa che si è prodotta e le esperienze di democrazia partecipativa. Oggi si deve rispondere ad un’esigenza nuova, poiché con la legge finanziaria sono state abolite le Circoscrizioni, anche per città con le dimensioni della nostra. Sarà compito del Consiglio comunale assumere un orientamento, che spero sia largamente condiviso: in partenza, la mia opinione è che vada ripristinata una sede rappresentativa del territorio. L’ambito territoriale delle circoscrizioni e i luoghi da esse gestiti devono rimanere un riferimento stabile per forme di partecipazione innovative. Il capitolo «partecipazione e decentramento» richiederà una revisione organica dello Statuto del comune. Pisa oggi è una città più consapevole delle proprie possibilità, chiede che il «Progetto di città» elaborato e avviato in questi anni dalla giunta Fontanelli sia realizzato e chiede che tutte le istituzioni cittadine facciano dell’innovazione, di obiettivi ed organizzativa, il motore della crescita. E’ un progetto che ha recuperato i ritardi di posizionamento della nostra città, che si fonda su un’idea di sviluppo sostenibile, affermata nel Piano strategico dei comuni dell’Area Pisana («Per una città di 200mila abitanti»), che va perseguito con coerenza e deve diventare sempre più patrimonio delle istituzioni rappresentative, delle forze politiche e degli attori sociali. Un’idea di crescita fatta vivere con il Piano Strutturale e il Regolamento Urbanistico, e nella relazione positiva con le previsioni di gestione del Parco Naturale, basata sul basso consumo di territorio e su grandi operazioni di trasformazione urbana, in termini di recupero, che dovrà essere ancora perseguita con la nuova strumentazione urbanistica. Pisa può e deve dimostrare una forte capacità di attrarre investimenti pubblici e privati e perciò deve garantire, come ha dimostrato di saper fare, una capacità di governo che assicuri regole, trasparenza e certezze nel rapporto con gli operatori. L’obiettivo è quello di creare nuove e qualificate opportunità sul piano del turismo, sia in termini di offerta culturale che di servizi; di rafforzare l’offerta residenziale, di contenere le speculazioni rese facili dalla forte domanda, quali quelle ai danni degli studenti, senza attuare logiche espansive di vecchio stampo, ricucendo e rivitalizzando il tessuto già urbanizzato, realizzando al contempo infrastrutture e servizi – ho in mente il buon esempio che si sta dando con l’intervento in fase d’ultimazione di San Piero a Grado; di potenziare e qualificare i grandi servizi della città, da quelli per il diritto alla salute alle università, che costituiscono il punto di forza principale d’attrazione e d’occupazione e meritano la massima attenzione; di sviluppare le straordinarie potenzialità dell’offerta congressuale che la città potrà offrire, anche per mettere a frutto lo sviluppo del nostro Aeroporto; di migliorare quella fieristica; di razionalizzare, com’è previsto, e di qualificare gli insediamenti delle forze armate, tenendo di conto delle condizioni di tanti militari e delle loro famiglie; di sostenere le nuove occasioni di crescita delle attività produttive, quali quelle del settore della cantieristica e della nautica e quelle a forte incorporazione d’innovazione, di scienza e di cultura, già insediate e da attrarre di nuovo nel nostro territorio, facendo scelte selettive, coordinando e concentrando le azioni di promozione – biomedicale; energia; informatica; di valorizzare le aree rurali, interne al Parco Naturale: recuperando valori storici, sostenendo l’agricoltura e rivitalizzando le produzioni locali di qualità, garantendo il rilancio delle attività ippiche, che già rappresentano un’eccellenza pisana e danno lavoro e possibilità di sviluppo. Penso, in particolare, ad progetto coordinato che riguardi Coltano, i suoi problemi e la valorizzazione delle sue straordinarie potenzialità di sviluppo rurale e turistico e di valorizzazione storica. Il Parco Naturale è una straordinaria ricchezza di valori naturalistici e storici, un presidio di tutela del territorio e di qualificata e sostenibile valorizzazione, culturale, turistica, logistica e produttiva, come dimostrano le realizzazioni della programmazione prevista dalla pianificazione sul litorale, per la golena d'Arno e lungo il corso del Canale dei Navicelli, oltre che nella Tenuta di San Rossore. Il comune coopererà perché le previsioni pianificate siano attuate e perché si risponda alle necessità di opere e servizi di contrasto all'erosione della costa, per il risanamento ambientale e la salvaguardia idraulica. La città deve vivere da protagonista le trasformazioni, quelle più grandi e quelle, pure decisive, della vita quotidiana. E’ e può diventare sempre più una delle città europee ad impiego intensivo delle tecnologie digitali. In queste trasformazioni si deve riconoscere e rinnovare, con scelte concrete, ma senza perdere intuizioni e visioni di prospettiva: pensando a sviluppare la sua programmazione strategica in un orizzonte «Pisa 2020», cooperando nell’area vasta e spingendo iniziative per i settori d’alta innovazione per realizzare marketing territoriale all’altezza delle potenzialità. Pisa è la città dei saperi e può diventare ancora di più città dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile. Pisa deve saper mettere a sistema le risorse intellettuali, di conoscenza, di ricerca ed imprenditoriali per fare del nostro territorio, dell'area pisana e della nostra provincia – da Pontedera alla «zona del Cuoio», al polo geotermico della Val di Cecina – un distretto tecnologico diffuso. Pisa deve sempre più «guardare fuori», confrontarsi con le città europee che danno qualità al loro sviluppo, dev’essere più consapevole della propria storia, dell’evoluzione della sua identità urbana. Per questo puntiamo alla realizzazione di un «Urban Center», basato sull’uso delle nuove tecnologie, che serva a questi fini e che funzioni anche come osservatorio sulle realizzazioni e sulle esperienze delle città comparabili, sull’urbanesimo contemporaneo. Pisa è una città europea che può valersi di un’attenzione mondiale e che può aspirare a diventare uno dei cantieri della contemporaneità e della riscoperta della dimensione urbana. Dall’operazione di trasferimento e riuso delle caserme, alla realizzazione sistema museale, al recupero del comparto urbano dell’Ospedale Santa Chiara, dalle nuove realizzazioni previste a Pisanova, alle vaste operazioni di recupero in corso sul litorale pisano, al riordino della golena dell’Arno e alla valorizzazione del Canale dei Navicelli: tutto ciò su cui si giocano le opportunità per il futuro di Pisa, chiede chiarezza d’indirizzi, nell’interesse generale e per la realizzabilità economica delle trasformazioni, capacità di concertazione e certezza dei tempi, apertura alla disponibilità degli investitori, qualità progettuale e architettonica, grande respiro innovativo, visione dell’impatto delle trasformazioni e dunque partecipazione consapevole. Il salto di qualità della città si misura anche con altre sfide: il governo della mobilità urbana, la cura delle infrastrutture di base e dell’arredo urbano, il rispetto per i monumenti, la pulizia, la manutenzione del verde pubblico, il buon funzionamento dei servizi che invogli i pisani ad essere i primi tutori della qualità dell’ambiente urbano. E qui vorrei davvero aiutare nuove esperienze di partecipazione dei cittadini a decollare, a diventare parte integrante di una rete di monitoraggio e di cura della qualità urbana. L’impegno dev’essere moltiplicato, per conquistare uno standard permanente di qualità migliore, quello che altre città storiche hanno visibilmente affermato, non avendo subito i contraccolpi degli sconvolgimenti bellici e di una crescita a volte disordinata, profittando nel tempo di maggiore stabilità politica di quella che Pisa ha conosciuto, attrezzando adeguatamente il loro apparato amministrativo. Questo si deve fare, coltivando una sensibilità per la bellezza che è un valore-guida, da riconquistare. L’ingente mole d’investimenti pubblici realizzati e programmati – dal rifacimento delle piazze ai recuperi del patrimonio monumentale, dalle opere di salvaguardia idraulica e di risanamento ambientale a quelle per il recupero di aree fruibili di verde pubblico, dalla realizzazione i nuovi parcheggi e quella di nuove opere e snodi strategici per la mobilità – oggi consente di lavorare in modo credibile al perseguimento di una migliore qualità urbana. Ciò anche avvalendosi delle tecnologie più avanzate – dall’ingegneristica, alla telematica –, investendo sul trasporto collettivo, forti dei risultati notevoli già conseguiti, per una città sempre più accessibile e godibile – anche ai diversamente abili – e sempre meno attraversata e congestionata, dalla vita convulsa e frenetica. Intervenendo in modo risoluto, quando serve, per risolvere nodi critici, come quello della realizzazione del parcheggio sotterraneo privato di piazza Vittorio Emanuele e della nuova piazza. O come nel caso della terrazza privata di piazza Belvedere a Tirrenia. Pisa ha nella sua straordinaria centralità logistica e nelle relazioni con l’Area vasta costiera e con Firenze un valore competitivo fondamentale. Spesso, come nel caso dell’Aeroporto Galilei – ma non è l’unico esempio da fare –, ci siamo conquistati una oggettiva centralità strategica, che consente di pensare scelte coraggiose d’integrazione. Ogni progettualità per il miglioramento della mobilità urbana e della vivibilità del centro storico e dei quartieri non deve prescindere dall’ammodernamento di un’offerta di servizi che allevi le pressioni e che sia d’interfaccia tra i terminali fondamentali d’ingresso alla città – aeroporto, stazione ferroviaria centrale-terminal bus, parcheggi e servivi di via Battisti, nuovo terminal turistico, grande viabilità – e l’accesso ai servizi e ai centri commerciali naturali dove si concentra la maggiore domanda. Questa esigenza deve valere già per la parte nuova della città, dove l’ampliamento o il trasferimento di grandi servizi impone una visione d’insieme per anticipare e risolvere i problemi di mobilità, usando gli spazi di manovra ancora importanti di cui si dispone. Potenziando la viabilità tangenziale a Nord-Est. Prevenendo ulteriori congestionamenti sull’asse della strada statale «Aurelia». Per il centro storico, serve procedere con la riqualificazione e serve un intervento mirato a garantire l’accessibilità e nuova offerta di parcheggio a margine, anche con provvedimenti mirati, per contrastare l’impoverimento dell’offerta commerciale, incentivando nuovi insediamenti qualificati e restituendo sempre migliori qualità e vitalità. Pisa deve saper meglio riconoscersi e una dimensione essenziale è quella dell’apertura e della vivacità culturale. Le arti e i saperi sono parte essenziale della nostra storia. Oggi dobbiamo recuperare e valorizzare questa dimensione. Città storica, città della formazione d’eccellenza e della scienza – si avvicina l’anno galileiano –, città di Internet, città della «classe creativa», città dove studiano e vivono tantissimi giovani. Sono state poste premesse essenziali per un’iniziativa culturale permanente, di grande livello. Saranno necessari, come nel caso del recupero degli Arsenali Medicei, ingenti investimenti e cooperazione tra istituzioni, impegno del governo nazionale, oltre l’apporto d’investitori, quali le fondazioni d’origine bancaria. Ma insieme alle istituzioni culturali e a grandi eventi che diano la cifra, all’altezza della vocazione pisana, e con il rilancio delle sue manifestazioni storiche, la città può esprimere la ricchezza di un’iniziativa di produzione e fruizione culturale dal basso, soprattutto giovanile. Portatrice di tendenze e strumenti espressivi e comunicativi della contemporaneità, che valorizzi la dotazione nuova di spazi che si è realizzata con il recupero di straordinaria qualità del complesso di San Michele degli Scalzi, che rivitalizzi spazi culturali e dell’associazionismo che hanno un potenziale inespresso, che possa coinvolgere maggiormente anche le istituzioni della formazione, in un impegno più largo, per moltiplicare sedi ed occasioni di confronto culturale e di partecipazione. Con una visione «policentrica», che aiuti anche ad alleviare il carico sproporzionato che oggi soffre una parte del centro storico: piazza delle Vettovaglie, il lungarno, via San Martino. Propongo che per i giovani sia pensato un vero e proprio «Piano integrato», fatto di progetti trasversali alle diverse materie di governo, che valorizzi anche il segnale che abbiamo voluto dare facendo una giunta più giovane, con alcuni assessori davvero giovani, segnando un cambio generazionale atteso dalla città. Il rilancio della dimensione culturale della città è anche una grande occasione di sviluppo e di lavoro qualificato, di rilancio al futuro, di una matrice storica della città, di possibilità di chiamare nella nostra realtà operatori di dimensione nazionale ed internazionale, di attrarre contributi culturali, nuovi investimenti e nuove partnership. Pisa è anche una città dello sport: con una concentrazione di associazioni sportive straordinaria e con grandissime tradizioni, ancora assai vitali, e tanti primati esemplari di cui essere orgogliosi. Tutto questo è un valore: la rete della pratica sportiva è una fitta rete di relazioni, che fa comunità, che deve avere una funzione educativa, all’opposto delle degenerazioni che si sono viste, che hanno creato disillusione e il rischio di una resa alla mercificazione deteriore dello sport. La città è intessuta d’impianti sportivi, che sono spesso punti di riferimento nei quartieri e che vanno via via riqualificati, anche col reperimento di risorse aggiuntive alle capacità d’investimento del comune. Fra pochi giorni Pisa ospiterà i Campionati Nazionali Universitari: il nuovo campus sportivo di via del Brennero, creato per l’impegno dell’Università e del Cus, è un ottimo esempio di crescita di un’offerta di qualità. Naturalmente, dovrà essere mantenuta anche l’attenzione dovuta allo sport professionistico, affrontando i problemi strutturali, con le soluzioni già programmate, a partire dall’esigenza di costruire un nuovo stadio, per iniziativa privata su vincolante indirizzo pubblico, con un’adeguata offerta di servizi integrati e con la massima attenzione all’impatto sul territorio che ospiterà la nuova struttura e alla qualità e alla sostenibilità del recupero del comparto di Porta a Lucca. Le città oggi sono il punto più intenso delle contraddizioni della nostra organizzazione sociale. Sono l’attrattore e il concentrato delle differenze sociali che lo sviluppo ineguale produce: di reddito, di cultura, di consumo, di opportunità. Le città del mondo più ricco sono viste come il luogo del riscatto umano e civile per gli esclusi. Possono essere il luogo di contrasti e conflitti, di solitudini e di emarginazioni, ma possono e devono diventare i luoghi di convivenza delle differenze, di forme inclusive dell’esercizio dei diritti di cittadinanza e di affermazione di doveri condivisi, d’istituzionalizzazione dei bisogni guidata dai cittadini, passo per passo, con volontà d’adattamento a mutamenti che nascono da dinamiche che prescindono di molto dalla dimensione localistica. Pisa può essere sempre più una città cooperativa, solidale, che punta ad un benessere comunitario, ad essere un luogo relazionale ed ambientale, oltre che economico. Che valorizza il volontariato, il terzo settore e l’associazionismo volto a donare, ad assistere, a produrre occasioni di socializzazione e di produzione culturale. Va agevolato in ogni modo il formarsi di reti che connettono i soggetti e gli attori della vita urbana. Anche le reti di fiducia interpersonale, di conoscenza e di scambio: questo dev’essere lo spirito di chi amministra e degli operatori pubblici. La costruzione, in ogni dimensione, del capitale sociale locale è il collante dell’azione di governo della città. Per le politiche sociali è necessario proseguire il lavoro di questi anni con la positiva sperimentazione della «Società della salute», che vedrà la città capoluogo ancora direttamente impegnata, e con una cooperazione tra le istituzioni che garantisca la crescita dell’offerta di servizi. Il comune deve premere perché si riducano le «liste d’attesa» per gli esami e gli interventi specialistici, perché siano valorizzate la prevenzione e la medicina di base, perché i pazienti siano sempre più al centro dei percorsi diagnostico-assistenziali. E’ necessario mantenere un ampio e articolato tessuto di servizi per gli anziani, per chi non è autosufficiente e per gli svantaggiati, per i diversamente abili. Servizi di cura sempre più personalizzati, sia verso i soggetti, sia per aree territoriali. Per l’infanzia, sarà fondamentale salvaguardare in termini di quantità e di qualità i grandi risultati realizzati con l’ampliamento dell’offerta degli asili nido, reso possibile anche grazie ad una concezione più aperta e flessibile delle forme di gestione del servizio. Per una città che cresca anche a misura dei bambini, con un progetto d’insieme, che tocca tutte le politiche. E c’è da fare di più per gli adolescenti, offrendo nuove occasioni d’aggregazione e d’iniziativa. C’è da rispondere al grande tema dell’immigrazione, che vede anche nella nostra città crescere presenze nuove, che ne cambiano gradualmente il volto, e nuove offerte e richieste di lavoro e di servizi. Dunque si deve operare per politiche di accoglienza che siano commisurate alle possibilità e ancorate ad iniziative che favoriscano un’accoglienza regolata ed organizzata e l’integrazione: per la formazione, per l’apprendimento delle regole e dei valori civici, per la garanzia di tutti i diritti di cittadinanza essenziali, sperimentano buone pratiche etiche e solidali. Dare risposte ai problemi di convivenza è anche una delle condizioni primarie per combattere l’insicurezza, forte anche nella nostra città: perché si possano distinguere i problemi e si possano articolare risposte legittimate da un consenso largamente maggioritario e perché così cresca il senso d’essere una comunità che può guardare con serenità al suo futuro. Serve far questo, mentre servono a poco visioni ideologiche, distanti dalla soluzione concreta di problemi concreti. Per questo sarà fondamentale rafforzare la collaborazione con le rappresentanze delle comunità degli immigrati, per costruire insieme risposte sempre più pronte ai bisogni e alle necessità d’integrazione. Garantire sicurezza è un dovere che chiede il massimo impegno, su versanti diversi, tutti essenziali. In campagna elettorale ho detto cose chiare e ho detto le stesse cose di fronte ad ogni platea. E in questi primi giorni del mio mandato ho cercato di dare primi segnali e di fare primi atti coerenti. Serve prevenire, con politiche d’integrazione e contrastando il degrado urbano. Si devono colpire con decisione la microcriminalità, il vandalismo, con una pianificazione e un’azione coordinata tra le forze dell’ordine, per la quale il sindaco, nel rispetto delle diverse competenze, deve svolgere un ruolo attivo, promuovendo un Patto organico e partecipato con la Prefettura, «Per Pisa sicura», per l’integrazione di tutte le azioni per la sicurezza urbana, coerente con gli indirizzi del «Patto per la Sicurezza» sottoscritto tra il Ministero degli Interni e l’Anci. Un Patto che coinvolga anche la Regione Toscana, che ha varato e ha in cantiere nuove politiche per la sicurezza urbana. L’obiettivo è un’inversione di tendenza, visibile, dei fenomeni di disordine nelle aree che già si segnalano come critiche – quella intorno alla Stazione ferroviaria e piazza delle Vettovaglie, in primo luogo – incidendo, per parte del comune, sulla qualità dei luoghi, sull’illuminazione, sulla sorveglianza con nuovi supporti tecnologici, come stiamo facendo con l’applicazione della videosorveglianza, sviluppando accorgimenti ed investimenti già programmati ed ampliandone il raggio operativo, prevedendo lo stanziamento di altri investimenti del comune e una finalizzazione mirata dell’azione della Polizia Municipale. Stessa attenzione servirà in precise aree dei quartieri dove stanno emergendo fenomeni simili o diversi. Mentre servirà grande impegno contro l’abusivismo commerciale, a partire dalle aree d’acceso alla Piazza dei Miracoli, a via Santa Maria e piazza Cavallotti, a Borgo Stretto e Corso Italia – che saranno meglio controllati – e dai luoghi più sensibili del Litorale, in vista della stagione estiva. Tutto ciò chiedendo, come abbiamo fatto e faremo, nuovi servizi e nuove modalità di vigilanza. I successi delle forze dell’ordine nell’attività di prevenzione dei reati e repressiva – su fenomeni in crescita come quello degli scippi, per esempio – incoraggiano a ritenere che si possano fare passi in avanti. Abbiamo anche messo in programma l’assunzione di dieci nuovi vigili urbani, per il controllo del territorio, oltre ad una messa a punto dei servizi della Polizia Municipale. Spero che il nuovo governo dia alla Polizia di Stato, in primo luogo, e alle altre forze dell’ordine nuove regole, più personale e mezzi per una più efficace azione di presenza sul territorio. Per mantenere la valenza preventiva, d’integrazione, dei progetti in corso, quale «Città Sottili», si deve operare per il contenimento della presenza di «campi-nomadi», contrastando l’abusivismo e restituendo alla città, ai quartieri, i luoghi fuori controllo. Evitando che si creino «zone franche» sottratte alle regole, anche là dove, com’è a Coltano, sono in corso interventi impegnativi, che impegnano fondi provenienti da politiche mirate. Ogni intervento presuppone un «patto» e regole che lo sanciscono: il patto dev’essere rispettato. E qui non si parla di coloro che sono indagati per reati anche gravi, che naturalmente escono per responsabilità personali dai percorsi d’integrazione. Si parla delle condizioni dei minori, di attività non regolari, delle discariche abusive, di tutto ciò che contraddice la ragione stessa degli interventi sociali in corso. Inoltre, si deve operare per riequilibrare la presenza d’insediamenti, che non può gravare in modo preponderante sulla città, ma dev’essere gestita in un territorio assai più vasto. Ripeto: ciò anche per garantire le politiche d’integrazione già in atto, che hanno non per caso una portata regionale e finanziamenti erogati in quella dimensione, politiche che, altrimenti, come ho detto, non potrebbero dare i risultati voluti. Riguardo alla struttura dell’amministrazione, dobbiamo continuare a perseguire l’obiettivo di un comune che indirizzi e governi di più, anche rafforzando le sue funzioni di controllo, e gestisca di meno: questo è il processo necessario per garantire le risorse necessarie al mantenimento del livello dei servizi, per un comune che vive uno squilibrio strutturale fra risorse e sua capacità attrattiva. Per la realizzazione degli obiettivi del Programma di mandato e il coordinamento della struttura resterà fondamentale il compito del Direttore generale, che ho già provveduto a confermare nel suo incarico. Mentre alla valorizzazione già avvenuta dei ruoli dirigenziali dovranno sempre più corrispondere un’effettiva assunzione di responsabilità, capacità organizzative e vocazione a risolvere i problemi, semplificando i procedimenti. Si deve proseguire la politica di valorizzazione del patrimonio che ha permesso di ridurre l’indebitamento. Va perseguito il progetto di dotare il Comune di uno strumento adeguato ed efficace per gestire attivamente le partecipazioni nelle aziende dei servizi pubblici e il suo patrimonio. Il Comune di Pisa ha intrapreso un percorso di risanamento e ristrutturazione del bilancio che ha prodotto importanti risultati, a partire dalla riduzione dell’indebitamento entro livelli compatibili con una politica finalizzata alla crescita dei servizi ed all’attivazione di un consistente volume di investimenti. Si tratta di proseguire con rigore e coerenza, attuando le riforme che sono ormai mature. La strategia rimarrà incentrata nella volontà di non aumentare la pressione fiscale e tariffaria e di iniziare un percorso di riduzione graduale. La politica di bilancio dev’essere accompagnata dalla capacità di introdurre forti elementi di innovazione e di cambiamento nell’organizzazione comunale, in modo da far avanzare il progetto di un comune che, come ho detto, gestisce di meno e programma e controlla di più. Un comune «dei cittadini», che si organizza per rispondere a domande sempre più differenziate e dunque con una struttura sempre meno rigida ed autoreferenziale, che valorizza le professionalità che esprime, che investe in tecnologie e sistemi digitali e in comunicazione. Un comune che semplifica e sburocratizza, che si avvale del contributo dell’utenza dei servizi, a partire da tavoli di confronto con le forze professionali e le rappresentanze delle imprese. Un comune più snello e agile, capace di realizzare, programmare e controllare una rete di servizi di alta qualità e al minor costo. Solo così si possono avere risultati di straordinario valore, come si è visto per i nuovi asili nido, col superamento delle liste di attesa: esempio che vale come matrice di promozione di nuovi servizi alle persone e alle famiglie. Un comune che vigili sulla qualità del lavoro nelle aziende che gestiscono i servizi esternalizzati. I cittadini pisani devono poter godere di servizi pubblici a rete fondamentali efficienti, per acqua, energia, gestione dei rifiuti e trasporti pubblici. Il comune, che partecipa al capitale delle aziende con un ruolo primario e che ha assunto l’indirizzo del mantenimento della prevalenza di capitale pubblico nelle grandi aziende partecipate, deve dotarsi di strumenti sempre più efficaci a garantirne la missione strategica e il controllo, nell’interesse degli utenti e delle finanze comunali. Ciò tanto più, quanto più procederanno i necessari processi d’accorpamento, nella dimensione regionale, secondo gli indirizzi già approvati dal Consiglio Comunale, per dare alla gestione la dimensione di scala per poter competere in un mercato dei servizi più aperto. Rafforzando la funzione di indirizzo e controllo del comune, anche con la creazione, come ho detto, della holding di partecipazione. Curando il rispetto dei contratti di servizio, aggiornandoli quando è utile, controllando la qualità dei servizi-interfaccia con i cittadini: penso, in particolare, alla chiarezza di lettura delle fatturazioni, al funzionamento dei call-center e dei servizi tramite Internet. Facendo attenzione a proporre sempre la nomina di amministratori motivata da professionalità, esperienza e fiducia, secondo un’autoregolamentazione improntata al criterio di trasparenza ed evitando il sovrapporsi d’incarichi remunerati. Valorizzando e rafforzando il ruolo degli organi di controllo, ai diversi livelli, dando nuovo rilievo anche quello di natura contabile. Sulla politica dei rifiuti si deve operare sulla base degli obiettivi definiti dalla Regione. La pianificazione è profondamente cambiata con la costituzione dell’Ato interprovinciale che mette insieme Pisa. Livorno, Lucca e Massa-Carrara: una realtà territoriale ampia, ancora molto lontana dagli obiettivi programmati, a cominciare dall’autosufficienza nello smaltimento, con un’evidente inadeguatezza degli impianti disponibili. E’ urgente spingere per la raccolta differenziata e l’unico modo per raggiungere gli obbiettivi previsti è quello della raccolta «porta a porta», che va rilanciato e esteso a tutto il territorio comunale, coinvolgendo i cittadini, con strumenti e metodi di gestione innovativi, ricercando per il centro storico tecnologie innovative che aiutino a risolvere i problemi già sperimentati. Tutto ciò comporta problemi sul piano dei costi, tuttavia l’obbiettivo non può essere eluso. Dunque Pisa deve impegnarsi a sostenere il nuovo piano interprovinciale dei rifiuti sulla base di una scelta che individui con chiarezza i fabbisogni impiantistici complessivi, per assicurare la piena autosufficienza. Se il piano proporrà l’esigenza di un potenziamento della termovalorizzazione, la tecnologia di trattamento del residuo che anche l’Unione europea valuta più sostenibile, in tempi utili per evitare ogni emergenza, il comune di Pisa farà la propria parte per la sua attuazione, in un quadro territoriale che consideri un’equa distribuzione dei carichi ambientali, un’ottimizzazione dell’uso degli impianti e delle aree vocate esistenti e una compensazione adeguata dell’impegno che tocca ad ogni territorio. Sulla base della pianificazione si deve verificare la fattibilità di un’aggregazione fra le aziende pubbliche o a maggioranza di partecipazione pubblica che gestiscono il ciclo dei rifiuti, per superare la frammentazione attuale. In ultimo, vorrei soffermarmi sugli obiettivi d’impegno che riguardano i valori, la memoria e i nuovi diritti: obiettivi che hanno grande importanza per una città come la nostra, che ha un ruolo nazionale e internazionale e che deve sempre rinnovare una tradizione civica e politica che la distingue. Pisa deve coltivare la vocazione di città della pace, che si batte per la riduzione degli armamenti, per il progetto dell’Unione Europea come pilastro della sicurezza in un mondo multipolare, per superare le ingiustizie della globalizzazione, per un mondo dove le religioni dialoghino e le culture diverse si fecondino. La nostra città ha una vocazione storica mediterranea e alle relazioni internazionali che deve ritrovare in politiche di cooperazione con i paesi dell’arco mediterraneo e con l’Africa, partecipando con le proprie istituzioni e con altri attori a collaborazioni per l’alta formazione, a progetti di nuovo sviluppo, a operazioni di risanamento ambientale, con gemellaggi ed intese che siano portatrici di relazioni stabili e di valori condivisi. Lo stesso impegno deve valere per le relazioni culturali ed economiche con i grandi paesi emergenti dell’Asia: la Cina e l’India. La città sarà in prima linea nell’iniziativa per l’abolizione della pena di morte e per la moratoria universale delle esecuzioni capitali. Continueremo a seguire con impegno la causa di popoli oppressi, come si è fatto con atti e gesti significativi per la Birmania e, in questi giorni, per la situazione del Tibet. Pisa è una città dal patrimonio ambientale incomparabile, di sensibilità culturali e di competenze scientifico-tecnologiche che ne possono fare una sede d’iniziative permanenti e di grande livello sui cambiamenti del modello di sviluppo, sui temi dell’equilibrio della biosfera, del clima, dell’impiego delle energie rinnovabili e della riduzione dei rifiuti, dando anche continuità all’esperienza dei Meeting promossi dalla Regione Toscana a San Rossore. Pisa, a partire dalla celebrazione del 60° anniversario della Costituzione della Repubblica, promuoverà un’iniziativa permanente di approfondimento e di divulgazione della Carta Fondamentale, rivolta a tutti i cittadini e ai più giovani in particolare, come il presidente Giorgio Napolitano ha esortato a fare. Favoriremo la ricerca sul cambiamento politico, a partire dalla dimensione e dall’esperienza locale, per contribuire all’istituzione un «osservatorio» sulla partecipazione politica, sui nuovi strumenti di comunicazione con i cittadini, sull’evoluzione dei partiti politici e delle reti di partecipazione attiva e sulle nuove sfide per la democrazia in una dimensione assai più ampia. Coltiveremo la memoria storica, prendendo a simbolo quella dell’Olocausto, anche contribuendo all’organizzazione di visite degli studenti delle scuole cittadine nei campi di concentramento, collaborando con la Comunità Ebraica, con le associazioni degli ex deportati, con le associazioni partigiane e degli ex combattenti. La città ricorderà il 70° anniversario dell’emanazione delle leggi razziali da parte del regime fascista. Il nostro comune s’impegnerà a realizzare azioni istituzionali e nuove politiche per garantire pari opportunità, a partire dal necessario riequilibrio di genere della rappresentanza nelle istituzioni, ai diversi livelli e ad opera di tutte le rappresentanze politiche: con la nomina della nuova giunta e con l’elezione degli organi del Consiglio possiamo già dare segnali importanti. Pisa affermerà la laicità delle istituzioni secondo la sua tradizione culturale, aperta ai cambiamenti e tollerante, sensibile alle preoccupazioni di chi indica i rischi del cambiamento accelerato che viviamo. Le sfide che l’umanità deve sostenere per gli straordinari e fecondi progressi della biologia e della medicina non riguardano solo dilemmi etici e valori. Attorno ad esse si sta verificando una vera e propria rivoluzione, epistemologica e quindi culturale, ma anche economica e sociale e dunque politica. Solo una politica che sia forte, autonoma e consapevole può dunque cercare di preservare un ambito comune e proteggerlo di volta in volta dall’appropriazione degli interessi forti e dalla chiusura al dialogo. Affermare nuovi diritti civili, nel rispetto di concezioni diverse, vuol dire sostenere le scelte fatte da tempo in modo equilibrato dalla nostra comunità per i diritti di cittadinanza delle coppie di fatto e contro ogni discriminazione per orientamento sessuale. Significa dare educazione civica, difendere la vita come valore, a partire dalla prevenzione, dall’educazione sessuale, dal sostegno alle donne e alle famiglie per una maternità consapevole e libera, per la piena attuazione della legislazione anche nella nostra realtà locale. Pisa ricorderà i caduti e gli invalidi per lavoro, dedicando un riconoscimento permanente alla memoria degli operai della Thyssen Krupp di Torino e degli operai di Molfetta, facendo dell’impegno per la sicurezza del lavoro, per una cultura delle regole e della qualità del lavoro, contro la precarietà, un distintivo della città. Il conferimento della delega al lavoro pone come obiettivo una ricognizione sulla precarietà del lavoro in città e un’iniziativa nuova sulla sicurezza, rivolta soprattutto ai tanti cantieri che sono aperti e si apriranno, per opere pubbliche, ristrutturazioni e nuove edificazioni. La nostra città sarà impegnata per la lotta alle mafie e svilupperà la cooperazione con comunità, scuole, associazioni, cooperative, che sono in prima linea in questa lotta, nelle regioni afflitte dalla criminalità organizzata. Realizzerà iniziative per la cultura della legalità e si batterà contro le minacce penetrazione delle economie illegali e contro l’usura. Pisa continuerà a proporre l’estensione dei diritti di cittadinanza e del diritto di voto attivo e passivo nelle elezioni comunali ai cittadini immigrati regolari e residenti da lungo tempo, col cambiamento dello Statuto comunale e partecipando ad una rete di comuni che persegua l’obiettivo di una nuova legislazione nazionale. Pisa, per le competenze che spettano al comune, deve farsi carico delle condizioni di reddito delle famiglie e approntare nuovi strumenti per la trasparenza e il controllo dei prezzi e delle tariffe dei servizi, per la promozione di buone pratiche a favore dei consumatori. In questo obiettivo s’inquadra anche la proposta di realizzare una «family card», per dare sostegni mirati, con una politica specifica del nostro Comune, integrata a quella della Regione Toscana. Questi sono gli obiettivi fondamentali che propongo al Consiglio comunale. Su questi obiettivi chiedo confronto, disponibilità alla condivisione là dove si possano costruire convergenze. E chiedo partecipazione, anche partecipazione critica, com’è naturale, e collaborazione alla città. Siamo stati eletti per fare il bene della città. Mettiamocela tutta. Io per primo lavorerò con il massimo impegno, com’è mio dovere fare, e ascoltando tutti, con umiltà, per essere pari alle attese che sento. Buon lavoro a tutti e grazie dell’attenzione. Colleghi e colleghe del Consiglio comunale, Assessori, all’apertura del mandato faccio a tutti gli auguri di buon lavoro, di tanto impegno proficuo nell’interesse della nostra città. E anche a nome vostro rivolgo i migliori auguri di buon lavoro e per una vita serena a tutti i cittadini pisani, a tutte le famiglie, ai giovani italiani o di altri paesi che la città ospita come studenti o ricercatori, come lavoratori, a chi, partito da Pisa, ora sta svolgendo all’estero la propria missione militare, per garantire sicurezza e pace. Auguri anche al nuovo governo nazionale che sta ottenendo la fiducia del Parlamento: con l’impegno a lavorare in piena reciprocità, in modo concreto e leale, per affrontare tutti i problemi che condividiamo e per valorizzare una città come la nostra, che ha una rilevanza nazionale in tante sue dimensioni. Con le elezioni comunali, e prima ancora con la campagna elettorale, la città ha vissuto un momento alto di partecipazione e di consapevolezza. Almeno, io ho sentito così le settimane passate. Ho trovato una città che ha insieme nuove certezze e nuove ansie. Che vive un passaggio fatto di cambiamenti accelerati, che ne muteranno il volto, in un contesto internazionale e nazionale che non dà sicurezze. Una città che, nonostante tutto, oggi sente d’avere alla sua portata evoluzioni positive, miglioramenti attesi. Il dibattito politico della campagna elettorale è stato lo specchio di questa realtà: dobbiamo essere fieri di aver aiutato i cittadini pisani a scegliere, in un confronto serrato, mai rissoso. E spero proprio che questo carattere del confronto si mantenga per tutto il mandato. Le elezioni hanno avuto un esito chiaro, che rispecchia una rappresentatività legata alla città. La coincidenza con le elezioni politiche ha di certo avuto un effetto, al primo turno e poi, in conseguenza ai risultati e del clima politico, nel ballottaggio. I tratti essenziali dei risultati elettorali sono ben leggibili: premiano un’esperienza di governo e promuovono le innovazioni che sono state proposte dalla coalizione, composta di sole quattro liste, che ha prevalso. Confermano un orientamento largamente prevalente di centrosinistra – per oltre il 60 per cento – dell’elettorato pisano, con un risultato importante della Sinistra Arcobaleno, notevolmente migliore rispetto a quello ottenuto nelle elezioni politiche. Rispecchiano la realtà di un consenso significativo del centro-destra, anche in virtù della candidatura a sindaco di Patrizia Paoletti. Campagna elettorale e risultati incoraggiano al riconoscimento e al rispetto: questa per me è una premessa molto importante e alla città ciò può dare una politica che si comprende e si partecipa meglio. Il mandato che si è concluso è stato positivo e concreto, per il lavoro svolto dal sindaco Paolo Fontanelli, dalla sua giunta, dalla maggioranza che l’ha sostenuto e da tutto il Consiglio comunale, che ha discusso e varato tante scelte importanti. Voglio ringraziare di cuore Paolo Fontanelli e fargli giungere gli auguri di tutto il Consiglio comunale perché anche nel nuovo compito a cui è stato eletto possa continuare a dare un contributo importante alla città e perché l’esperienza positiva di un sindaco serva a rinnovare la politica nazionale, dando ai comuni la stessa centralità che i cittadini riconoscono e chiedono e che la Costituzione afferma. Ringrazio tutti gli assessori e tutti i consiglieri comunali che hanno fatto la loro esperienza nell’ultimo mandato. Ringrazio sentitamente i presidenti e i consiglieri delle nostre sei circoscrizioni e lo voglio fare, tanto più, per la scelta che il Parlamento ha fatto nella passata legislatura, per la considerazione che ho sempre avuto e che mantengo ferma, come dirò più avanti, per chi impersona la rappresentanza nel decentramento, in massima prossimità con la vita dei quartieri. Con il mandato che abbiamo alle spalle si sono colti i primi frutti di tante scelte strategiche fatte nel mandato 1998-2003 e in un’esperienza di governo più lunga. Le realizzazioni, che sono state consistenti e danno prospettiva, collocano anche il confronto politico nel Consiglio comunale su un piano più alto. Questa acquisizione, se condivisa, è a mio parere un punto di partenza del mandato molto importante e viene prima delle differenze che ci distinguono e può aiutare la discussione sulla conduzione e la finalizzazione delle scelte. Si deve dare continuità, come chiede il pronunciamento dei cittadini pisani nelle elezioni, programmando e gestendo lo sviluppo delle politiche in cantiere in tutte le dimensioni, producendo le accelerazioni necessarie e dando risposte nuove nel quadro delle scelte strategiche che sono state promosse, che vanno perseguite con una visione e in una dimensione più larghe di quella comunale. La coalizione di centrosinistra ha centrato il proprio programma su parole chiare: crescita, innovazione e conoscenza, efficienza dell’amministrazione, solidarietà e sicurezza, partecipazione. Senza nuova crescita e senza una funzione del comune più dinamica ed efficace sarebbe impossibile contribuire a creare nuovo lavoro di qualità per i giovani e a mantenere le politiche sociali e d’inclusione che hanno distinto il governo della città. Pisa ha goduto dell’innovazione del sistema di governo locale: dell’elezione diretta e delle nuove responsabilità del sindaco, di un sistema elettorale adatto a garantire chiarezza del mandato, stabilità politica e contenimento della frammentazione dei partiti. Questa conquista è un valore assoluto per i cittadini, che va mantenuto. Per mantenerlo, naturalmente, occorre anche volontà politica, in primo luogo da parte della maggioranza. Unità e coerenza, radicamento e iniziativa di tutte le componenti politiche, unità d’indirizzo politico e di metodi di gestione da parte della giunta, che lavorerà in modo collegiale e per progetti, che il sindaco garantirà: sono queste le premesse per fare buona politica. Il Comune deve confermare la centralità conquistata nel sistema di relazioni tra le responsabilità istituzionali di diverso livello e le autonomie funzionali – dalle università, all’azienda ospedaliera-universitaria, alle istituzioni della ricerca, alla Camera di Commercio, a tanti altri attori importanti che qui non posso elencare – che concorrono a costruire il futuro di una città che ha straordinarie potenzialità da realizzare e tanti problemi da risolvere. Di più. Servirà il massimo impegno per consolidare quella straordinaria rete di collaborazione e di condivisione che si è creata: con le atre istituzioni elettive, Regione e Provincia, con il Prefetto, che rappresenta allo stesso tempo il governo e le esigenze della nostra comunità presso il governo, con le autorità spirituali, con le autorità militari e con quelle preposte al governo del sistema-giustizia e alla sicurezza, con i sindacati dei lavoratori e le rappresentanze delle imprese, con il volontariato, con le associazioni, col mondo dello sport, con le comunità dei cittadini immigrati. E qui mi preme rivolgere un ricordo affettuoso ed un augurio cordiale a due personalità, a chi ha lasciato e a chi saprà lasciare col suo più giovane impegno pastorale un segno importante per la nostra comunità: il nostro ricordo va all’Arcivescovo Emerito di Pisa Monsignor Alessandro Plotti e il nostro augurio va a Monsignor Giovanni Paolo Benotto, nuovo Arcivescovo di Pisa. Pisa si è abituata ad una stabilità politica operosa, ad una politica che decide, coerente, concreta e poco litigiosa, e non deve tornare indietro: la coalizione che oggi governa la città si è fatta a partire da questo presupposto. La chiarezza e la condivisione degli obiettivi è la condizione essenziale che consente di governare la città con un’alleanza coesa, per dare ancora a Pisa un governo affidabile, un’amministrazione trasparente e imparziale. La chiarezza dei ruoli e delle responsabilità, la distinzione affermata nell’ordinamento delle autonomie locali tra la gestione e l’indirizzo politico e il controllo, ai diversi livelli dell’esercizio del governo comunale, deve consentire alla maggioranza consiliare di garantire, com’è dovere fare, la più leale collaborazione con le rappresentanze dell’opposizione. Di concorrere ad assicurare il ruolo assolutamente fondamentale del Consiglio comunale, d’indirizzo e di controllo politico-amministrativo, d’esercizio della podestà statutaria. Da parte del sindaco e della maggioranza consiliare vi saranno attenzione ed apertura, anche tenendo di conto delle istanze positive che sono emerse nel confronto che si è svolto nella campagna elettorale, oltre che dell’esperienza maturata. Si possono impostare solidi e positivi rapporti istituzionali, a beneficio della città, senza perciò sacrificare in niente il ruolo di ciascuna componente consiliare. Si può programmare il lavoro del Consiglio comunale e delle Commissioni consiliari in modo sempre più utile e concreto, per tempi e modi, autoriformandoci, sperimentando metodi nuovi, usando nuove tecnologie, concorrendo a dare, anche in questo caso, un segnale positivo ai cittadini. Un segnale di efficacia e sobrietà, e insieme di visibilità e accessibilità, che fa bene a tutti, che rilegittima tutti: lavoriamo insieme a questo obiettivo. Mentre sul piano più propriamente politico, dei rapporti politici, è chiaro che c’è e ci sarà un’attenzione al dialogo con l’opposizione di sinistra, con il Gruppo della Sinistra Arcobaleno, non solo per ragioni politiche generali – perché nessun sistema di rappresentanza può essere pensato come bipartitico –, ma anche per valori condivisi, per molte consonanze di carattere politico-programmatico, per la sollecitazione che viene da esperienze di governo comuni, per la volontà di contribuire ad un’evoluzione positiva dei rapporti politici, a tutti i livelli. Partendo sempre dalla chiarezza e dalla coerenza delle scelte programmatiche, dalla condivisione di un’azione di rinnovamento della politica e delle sue istituzioni, affrontando con coraggio innovativo e senza schemi ideologici astratti le domande più difficili e impegnative che una società inquieta ci propone: per dare un orizzonte vasto anche alla politica locale, per pensare globalmente – facendosi sempre carico, diciamo così – mentre si agisce localmente; per far valere l’interesse generale, contro gli egoismi; perché la crescita, che consente redistribuzione, sia sostenibile e giusta; perché si possa governare, si possa decidere, più celermente e con minore dissipazione burocratica, attivando strumenti di partecipazione democratica nuovi; perché non vi sia mai contrapposizione tra il dovere della solidarietà e il perseguimento della sicurezza e di una giustizia pronta e certa, garanzie, queste, poste dalla nostra Costituzione a base della convivenza civile e spesso disattese. Le città saranno il motore futuro di una crescita economica di qualità e il terreno di nuove sfide per una cittadinanza più alta: per questo hanno necessità di un forte autogoverno e di politiche nazionali e regionali spingano l’innovazione dell’economia e dei sistemi sociali. Il Comune di Pisa sarà promotore di una cultura istituzionale autonomista e darà il suo apporto perché siano realizzate le riforme attese del Parlamento e del sistema di governo, a partire dall’istituzione di una camera delle regioni e delle autonomie locali, prevedendo un’unica camera legislativa. Dico questo anche per l’esperienza parlamentare che ho fatto, che mi ha più che mai convinto sull’assoluta necessità di una riforma. Sosterremo iniziative rivolte al Parlamento e al governo e alla Regione Toscana per valorizzare la programmazione d’area vasta, con nuovi strumenti istituzionali, indirizzi coerenti e incentivi, per favorire progetti e sinergie realizzative, per un’ottimizzazione delle potenzialità di crescita delle risorse economiche e per salvaguardare e valorizzare le risorse ambientali. Proporremo nuove politiche nazionali e regionali a favore delle città storiche, a forte concentrazione turistica, e delle città che ospitano grandi servizi di carattere pubblico, attrattivi ben oltre la dimensione regionale, come sono le nostre università. Coerentemente a questa impostazione, per quanto riguarda l’Ici ripeto quanto detto in campagna elettorale: va bene l’eliminazione dell’imposizione sulla prima casa, quando non sia una casa di lusso, a patto che i comuni non ci rimettano niente e che ogni operazione avvenga dentro una positiva riforma della capacità impositiva di enti locali e regioni. Ricordo al Consiglio che l’Ici sull’abitazione principale vale per il Comune di Pisa 10.772.039,09 euro, pari al 32.4 per cento dell’entrate da questo tipo d’imposta, e che per il 2008 il minor gettito Ici derivante dalla maggiore detrazione del 1.33 per mille sull’abitazione principale ammonta già a 2.744.682,44 euro. Sono numeri che non hanno bisogno di molti commenti. Gli obiettivi per il Programma di mandato sono sei. Uno è aggiuntivo, rispetto a quelli del Programma di mandato 2003-2008: è quello della «Partecipazione». Gli altri sono: «Qualità della vita», «Qualità urbana», «Sviluppo della città», «Valorizzazione e razionalizzazione delle risorse del Comune» e «Sistema-aziende partecipate dal Comune». Gli obiettivi si declineranno in linee d’azione e in interventi. Le deleghe nuove che ho conferito agli assessori segnalano in modo molto evidente nuove priorità che vogliamo affermare e alle quali si deve rispondere. Cura della qualità urbana. Coordinamento del Piano strategico. Innovazione dell’apparato produttivo. Lavoro e sicurezza del lavoro. Sviluppo rurale. Sicurezza urbana. Innovazione digitale dell’amministrazione e nuovi strumenti di comunicazione e parte
    Fonte: Pisainforma | vai alla pagina
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