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Dichiarazione di Pier Paolo BARETTA

Alla data della dichiarazione: Deputato (Gruppo: PD) 


 

Porto e dintorni, basta polemiche parliamo di futuro.

  • (20 maggio 2008) - fonte: Il Gazzettino - inserita il 20 maggio 2008 da 31

    La nomina di Paolo Costa alla presidenza dell'autorità portuale conclude una lunga fase di incertezza nel governo di uno dei più delicati organismi della nostra città. Ha ragione Massimo Cacciari a sollevare, nella sua qualità di Sindaco, il problema di metodo (e non di persone, come egli stesso ha dichiarato!) in ordine al ruolo dell'Ente locale nella formazione delle decisioni.
    D'altra parte è pur vero che il Governo precedente ha abdicato alle sue responsabilità: non ha saputo decidere, né ha trovato una sintesi tra le diverse istanze.
    Ora la domanda che si impone è: si continua a dividerci sulla decisione presa dal nuovo Governo, arrivando, come troppo spesso succede, all'immobilismo e ai veti incrociati o si avvia, pur mantenendo ciascuno, legittimamente, aperte le discussioni e le opinioni, una discussione sul merito dei progetti e delle cose da fare?
    Opto per questa seconda strada, anche perché penso che Costa, che è persona avveduta e competente, sappia bene quale è la responsabilità che lo attende ed è bene che il confronto con la città avvenga al più presto e nel modo più pubblico e trasparente possibile.
    Ecco perché, nell'augurare a Costa buon lavoro e ringraziare Zacchello per quello svolto in questi anni, voglio sottolineare tre punti rispetto ai quali il futuro del porto e quello del territorio interagiscono clamorosamente e sui quali è necessario un confronto non solo locale, ma anche con la politica nazionale.
    Il primo riguarda le grandi opere e la legge speciale. Siamo ad un punto critico, tornare indietro o rallentare sarebbe grave, ma siamo anche al punto per il quale la mole di finanziamenti necessari e quelli disponibili non tranquillizza per il futuro.
    La dimensione del problema Venezia, la complessità e la straordinarietà del suo equilibrio, lo sappiamo, sono una emergenza di dimensioni globali. Da sola la città, con le sue risorse, tanto più nell'auspicato avvio di un vero federalismo fiscale, non può farcela ad affrontare l'insieme delle sfide che vanno dagli interventi straordinari alla "normale" manutenzione.
    Una politica comune di tutte le forze politiche veneziane, appoggiata dalle forze economiche e sociali, deve portarci a sollevare, tutti insieme, a Roma ed in Parlamento, il problema del rifinanziamento della città.
    Ognuno deve fare la sua parte a rendere credibile questo impegno. All'autorità portuale, nella fattispecie, va chiesto di presentare un proprio progetto di sviluppo pluriennale che dimostri che la richiesta che intendiamo fare a Roma si inserisce nel campo dello sviluppo, anche attraverso autonomi progetti ed investimenti produttivi (ciò va chiesto anche alla camera di commercio, agli industriali, ai sindacati,) e non nel campo della"salvaguardia".
    Il secondo tema riguarda il futuro di Porto Marghera e del territorio circostante. In campagna elettorale, a fronte della emergenza della chimica, della crisi della Sirma, ecc., proposi di effettuare al più presto una "conferenza per lo sviluppo" di Porto Marghera, che mettesse insieme le forze politiche ed economiche veneziane. Rilancio qui questa proposta. Anche su questo problema il Porto ha una funzione protagonista. Infatti, è ormai chiaro nelle dinamiche internazionali che i porti non sono solo la banchina di attracco, i noli e la rapidità delle operazioni di carico e scarico, ma, sempre più, la logistica interna ed circostante l'area portuale, il tessuto produttivo che la circonda, le infrastrutture che la collegano al resto del mondo.
    Ecco il punto: nello sviluppo futuro di quel territorio rappresentato da Porto Marghera e dall'interland (dal passante all'interporto) il ruolo trainante del Porto di Venezia sarà decisivo.
    Allo sviluppo del turismo si affiancheranno la valorizzazione e la trasformazione delle potenzialità industriali e commerciali che questa area già possiede e potrà ulteriormente acquisire.
    Anche in questa chiave va pensato un progetto per la portualità. Il recente protocollo su Porto Marghera coglie questo aspetto, ma bisogna, coraggiosamente, andare ben oltre.
    Il terzo punto che voglio sollevare riguarda l'Expò che si terrà a Milano nel 2015. Si tratta, come tutti hanno evidenziato, di una grande opportunità nazionale.
    Sono previsti 29 milioni di visitatori ed una parte importante verrà in ogni caso a visitare Venezia ed è bene non aspettare inermi tale evento.
    Ma l'Expò è ben di più di un evento turistico e commerciale.
    E', prima ancora, progettualità, movimento di capitali pubblici e privati, realizzazione di infrastrutture. E', anche, un grande evento culturale. La domanda che ci dobbiamo fare è: quale è il nostro progetto, il progetto di Venezia per questo evento che si svolgerà in prossimità del nostro territorio?
    Solo a titolo di esempio: l'alta velocità, il progetto per la area dell'aeroporto come interagiscono con questo appuntamento?
    A ciascuno va chiesto, e, quindi, anche al Porto, quale ruolo intende svolgere in preparazione di un avvenimento che non deve essere sololombardo o milanese o romano.Grandi opere e legge speciale, Porto Marghera e dintorni, Expò, sono solo tre punti dell'agenda del nostro futuro. Un futuro che non può attendere. Ritorna, dunque, la necessità di una visione condivisa, nella quale le differenti opinioni e proposte trovino, ad un certo punto, una sintesi per il bene della città.
    Le Istituzioni Veneziane debbono fare la loro parte, innanzi tutto facendosi promotrici di convocare, Comune in testa, assieme a Provincia e Regione, un tavolo con i parlamentari e le parti sociali per predisporre un comune piano di azione.
    Ma la sua parte la deve fare anche il Governo. A Renato Brunetta, ministro veneziano, va chiesto di non occuparsi solo difannulloni (ne troverà molti meno di quanto si dice), ma di farsi carico anche di questi problemi in una ottica non di parte.
    Così come nel governo ombra la responsabilità di un dicastero decisivo come quello delle infrastrutture è affidata ad Andrea Martella, parlamentare veneziano.
    Sono chiare le responsabilità, i ruoli e le competenze. E', dunque, il momento di agire.
    In questa ottica il Porto di Venezia, data la natura della città, svolge, come sempre è stato nella storia, un ruolo di raccordo strategico fondamentale. Ecco perché le polemiche debbono lasciare il campo ai progetti.

    Fonte: Il Gazzettino | vai alla pagina
    Argomenti: infrastrutture, sindaco, venezia, comune venezia mestre, ministro, expo, Governo Berlusconi, porti, governo ombra, parlamentari | aggiungi argomento | rimuovi argomento
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